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martedì 23 febbraio 2021

GLI "ORTODOSSI": «L'ALLEANZA COL PD VOTATA DAL M5S IL 2 DICEMBRE, C'ERANO ANCHE GLI ASSESSORI NON POLITICI. VICESINDACO NELLA DELEGAZIONE TRATTANTE»

Durante la conferenza stampa degli "ortodossi" del Movimento 5 Stelle, venerdì scorso, sono emersi per loro voce molti nuovi dettagli relativi alla possibile, futura alleanza per le elezioni comunali di Chioggia tra chi attualmente rappresenta il M5S -in primis, la consigliera regionale Erika Baldin- e il Partito Democratico, della quale Chioggia Azzurra aveva parlato già il 20 dicembre 2020.
Il 2 dicembre scorso, infatti, il gruppo consiliare e i militanti del Movimento avevano votato online a maggioranza -con soli due voti di scarto- per l'avvio del dialogo preliminare a una potenziale alleanza: «Hanno votato - spiega l'ex assessora Alessandra Penzo - anche gli assessori "non politici", ovvero Daniele Stecco, Isabella Penzo e Genny Cavazzana, che non sono iscritti alla piattaforma Rousseau». Alle riunioni settimanali, continua Penzo, «ero l'unica assessora a partecipare. Gli altri erano "presenti" solo via messaggio, era il sindaco stesso a dire loro di non presenziare. Anche tre o quattro consiglieri comunali non avevano mai partecipato agli incontri di aggiornamento, né intervenivano in consiglio: li chiamo "i muti e dormienti"». Il riferimento, in particolare, è a Claudia Convento e Giovanni Tiozzo Netti.

Rincara la dose l'ex consigliere Daniele Padoan: «Alcuni assessori non hanno mai parlato a nome del M5S, né si sono dichiarati appartenenti ad esso. Ma quando c'è stato da votare per l'alleanza con il PD, essi c'erano. Ricordo l'incitamento di Erika Baldin e del suo compagno Antonio Codemo, consulente per le relazioni esterne del ministro Federico d'Incà, che ci chiedevano di "essere democristiani e aprire le porte". Poi Davide Penzo (anch'egli dimissionario dal consiglio comunale, ndr) aveva promosso l'ipotesi di adottare un "vademecum" per avvicinarsi al dialogo con il PD, contenente i princìpi e gli argomenti irrinunciabili per noi. Ma dall'altra parte del Movimento ci è stato detto che eravamo ormai fuori dai giochi, vantandosi anche di un certo "cinismo politico". Da allora siamo stati esclusi dalle comunicazioni».

Ora potrebbe essere proprio il PD a sostenere in consiglio la giunta Ferro, provvedimento dopo provvedimento: «La segretaria democratica Barbara Penzo - nota l'omonima Alessandra - ha dichiarato di non sostenere la mozione del leghista Dolfin contro il sindaco. È ora che l'alleanza tra PD e 5 Stelle esca allo scoperto: lo stesso vicesindaco Marco Veronese siede al tavolo di contrattazione. Piuttosto - prosegue l'ex titolare delle deleghe ai Lavori Pubblici e all'Urbanistica - mi stupisco del fatto che il sindaco sostenga di condividere i singoli provvedimenti con i gruppi di minoranza, dal momento che in questi anni non ha comunicato con gli assessori, non ha messo d'accordo la giunta e i consiglieri, non ha mai aperto la porta all'opposizione, cosa che invece io ho fatto, e me ne vanto».

Cosa accadrà in consiglio, lo conferma l'ex capogruppo Paolo Bonfà: «Ci sono due consigliere "responsabili" del PD, oltre alla subentrante Valentina Boscolo Bragadin che ha dichiarato il proprio sostegno al sindaco. Il consiglio comunale può continuare a funzionare in modo imperfetto, con la metà dei seggi occupati più il sindaco. Vorrà dire che la minoranza diventerà maggioranza. Per quanto ci riguarda - continua Bonfà - non ci sono stati accordi con l'opposizione tesi a far cadere il consiglio. La nostra azione è autonoma, al contrario di quanto ci viene accusato dal resto della maggioranza: strano però che la mozione delle opposizioni contro Alessandra Penzo sia arrivata solo due giorni prima rispetto alla lettera degli altri consiglieri del M5S, accusatoria nei suoi confronti...».

Lo stesso Bonfà rivela di essere stato a volte in minoranza nel gruppo («ad esempio, inizialmente, contro l'estromissione di Maria Chiara Boccato»), ma da presidente dei consiglieri ha portato la voce dei maggioritari. «Tuttavia - valuta l'ormai ex capogruppo - non c'è mai stato un dialogo con le opposizioni, perché esse non sono state leali con noi. Ecco perché non aspettiamo il consiglio comunale per dimetterci in blocco». Gli "ortodossi" ne hanno anche per minare il rapporto tra la consigliera regionale Baldin, il sindaco Ferro e il vicesindaco Veronese: «Erika - dicono - ha più volte sostenuto che né l'uno né l'altro fossero spendibili per il futuro del Movimento a Chioggia. Anzi, la stessa consigliera regionale si era esposta per Alessandra Penzo, arrivando a prenotare spazi televisivi in suo vantaggio...».

Lo stato delle cose in seno al M5S chioggiotto è stato portato all'attenzione anche degli organismi dirigenti romani: «Abbiamo scritto a Vito Crimi - spiega proprio la Penzo - ai probiviri e ai parlamentari del territorio, affinché la situazione potesse essere sanata. Volevamo lavare i panni sporchi in casa, ma anche i parlamentari sanno che ormai a Chioggia non ci sono più le condizioni per andare avanti». E ora, cosa succederà politicamente ai cinque "ortodossi" e a chi li segue? «Abbiamo il supporto di una parte del Movimento, quella che ha detto no al governo Draghi. Ci riconosciamo in figure come Alessandro di Battista ma anche l'ex sindaco di Mira Alvise Maniero, che alla Camera è intervenuto per dichiarare la propria sfiducia verso alleanze innaturali».

Infine le parole dell'ex presidente del consiglio comunale, Endri Bullo: «Eravamo tutti d'accordo che il sindaco Ferro non fosse da ricandidare, e già avevamo mandato giù a malincuore il rospo della defenestrazione dell'ex assessora Elga Messina. Poi Alessandra ha svolto un lavoro egregio, ora la città può cominciare a mostrare un aspetto diverso e più funzionale rispetto a prima. Per tutta la durata del mandato ci sono stati screzi, ma l'unità del gruppo politico è stata tale da superarli e proseguire. Ma la sterzata verso il venturo rapporto elettorale col PD ha determinato la goccia nel proverbiale vaso, da un giorno all'altro: la regia di questa alleanza non è locale, ma governativa e portata avanti a livello regionale.

Noi seguiamo i princìpi del Movimento e non li cambiamo, se dopo tanti anni sono confluito nel M5S perché non avevo la fiducia in certi personaggi del PD di Chioggia, e ora non vendo la faccia per mantenere la poltrona. Quanto agli altri fuoriusciti del passato, posso dire che Gianluca Naccari (ora in Fratelli d'Italia, ndr) ha una visione molto distante dalla nostra. Grazie - conclude Bullo - ai dipendenti comunali che mi hanno fatto sentire un loro collega, allo staff dell'ufficio di presidenza con Marina Mulonia e il funzionario Mauro Rosteghin, sempre disponibile in qualsiasi giorno e ora, che hanno permesso di svolgere le complicate attività attuali per condurre le sedute del consiglio comunale». In tal sede, venerdì pomeriggio, la resa dei conti: «Domani è un altro giorno».

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