Il presidente dei concessionari balneari riuniti in ASCOT, Giorgio Bellemo, torna a commentare l'attuale, intricata situazione politico-amministrativa a Chioggia. «Adesso avremo, anche nel nostro piccolo, i "responsabili" o "i costruttori" - sorride Bellemo - eppure Beati Costruttori di Pace sono altri... Non aggrappiamoci al "bene della città", sono panzane: a tanti essere consigliere può "far lustro" (sic). Peggio un commissario prefettizio? Ne dubito.
Per quel che può contare - prosegue il presidente di ASCOT - ho sempre avuto una posizione critica: sono stato tra i “soci fondatori finanziatori” dell’OGD e ne sono uscito, senza che nessuno nell'amministrazione comunale si preoccupasse di chiedere perché. Solo dieci giorni fa ho avuto un colloquio con l’assessora di riferimento».
ASCOT ha sollecitato a più riprese interventi normativi per adeguare gli strumenti urbanistici di settore verso le mutate esperienze attuali (piano dell'arenile, piano della balneazione): «Silenzio tombale - risponde Giorgio Bellemo - mentre la soluzione della vertenza TARI ha visto un solo beneficiato, ovvero il villaggio turistico Isamar, e tutti gli altri in attesa da quattro anni di una modifica al regolamento che forse arriverà in questi giorni, tardivamente e dovuta per legge».
Sempre «per il bene della città, i piani urbanistici decantati come la salvezza mi pare non vadano in questa direzione, tra osservazioni e comitati contrari. Ma forse la pensano diversamente i tecnici incaricati, che vedono riconosciute le proprie prestazioni. Non il bene della città».
Bellemo conclude commentando l'uscita degli "ortodossi" del M5S dal consiglio comunale: «Dovrebbero offendersi gli ortodossi veri... Questi, dopo aver condiviso e supportato azioni collegiali, si svegliano dalla propria ipnosi o dalla superata sindrome di Stoccolma. Quanto all'episodio accaduto nell'ufficio dell'ex assessora Penzo, non se ne faccia un romanzo postumo di Agatha Christie. Se dovete dire, dite».
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