Circa cinquanta persone, tra volontari del comitato Forte San Felice, esponenti dell'associazione Insieme ArTe e residenti di Sottomarina vecchia, hanno partecipato stamane alle 10 al sit-in statico organizzato davanti la ex Batteria, per chiedere ai titolari (la darsena Mosella) di riaprirla al pubblico secondo gli orari stabiliti da una convenzione del 2015. L'evento simbolico si è svolto senza disordini, e non ha interessato l'interno del cantiere, che pure era stato messo a disposizione dalla società Mosella: il referente del comitato, Erminio Boscolo Bibi, ha ripetuto la propria contrarietà al dimezzamento degli orari, ritenendo inspiegabili due giorni interi (lunedì e martedì) per le pulizie del plesso.
«Era stata l'assessora ai Lavori Pubblici, Alessandra Penzo - ha spiegato Bibi - ad assicurarmi che la riapertura sarebbe avvenuta il 1° febbraio, cioè oggi. Ma siccome di lunedì la struttura sarebbe comunque chiusa per via di queste pulizie, avrebbe dovuto essere affisso almeno un cartello che procrastinasse la riapertura a mercoledì. Ovviamente invece non c'è, dal momento che il cantiere è ancora operativo. Lo scopo del sit-in, autorizzato dalla Pubblica Sicurezza, non è verificare il lavoro del cantiere, bensì solo se la batteria sia aperta oppure no. È la persistenza del cantiere in funzione, il motivo per cui non è ancora stata riaperta».
Il promotore dell'iniziativa rivela anche che il Comune di Chioggia non ha ancora adempiuto ad alcun sopralluogo nella Batteria: «La Sovrintendenza e la proprietà del bene si stanno accordando - racconta il presidente del comitato Forte San Felice - e fino ad ora la Sovrintendenza stessa ha dovuto fare da sola, dicendo peraltro che il Comune non è competente a fissare gli orari di apertura che derivano dagli obblighi di legge insiti nell'atto di alienazione dal Demanio al Mosella». La parte inferiore della Batteria, peraltro, non è interessata dai lavori, secondo il perimetro tracciato dalla Sovrintendenza. «Il cancello è aperto per il comitato, al quale la proprietà lo concede? No, dev’essere aperto per i cittadini», conclude Erminio Bibi.
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