Il consiglio regionale del Veneto ieri ha approvato una mozione presentata dal consigliere chioggiotto Marco Dolfin, indirizzata a impegnare la giunta Zaia a farsi portavoce con il governo centrale per rivedere l'aumento fino al 700% dei canoni demaniali marittimi, deliberato con il decreto "agosto".
In tale occasione, infatti, il consiglio dei ministri aveva portato la soglia minima da 363 euro a 2500 euro annui, anche nei confronti dei titolari di micro-concessioni come i cartelli pubblicitari, le edicole, i campi sportivi, i rimessaggi per i surf, oltre che gli stabilimenti balneari.
«Ma la materia - spiega Dolfin - riguarda anche il settore della pesca e dell'acquacoltura, già ampiamente fiaccati dall'emergenza sanitaria ancora in corso. Queste imprese hanno bisogno di aiuti, non di salassi». Pertanto il voto di palazzo Ferro Fini dà in mano alla giunta regionale uno strumento di pressione nei confronti delle istituzioni romane, che con il cambio di governo potrebbero essere più propense a rivedere la norma vessatoria, prima che ulteriori imprese siano condannate alla chiusura.
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