domenica 20 dicembre 2020
ELEZIONI COMUNALI 2021, TERREMOTO NEL M5S: ERIKA BALDIN A UN PASSO DALL'ACCORDO COL PD, ENDRI BULLO, BONFÀ E PADOAN FUORI DALLE LISTE?
Mancano circa sei mesi alle prossime elezioni comunali di Chioggia, e già i motori delle aggregazioni si scaldano, nell'ambizione di succedere al sindaco Alessandro Ferro. Ad agitare le acque provvede una fonte interna al Movimento 5 Stelle, la quale segnala forti scosse telluriche per via dell'iniziativa -attribuita alla consigliera regionale Erika Baldin, al Ministro per i Rapporti col Parlamento Federico d'Incà e al suo collaboratore Antonio Codemo- di cercare (se non di avere già concluso) un accordo con il Partito Democratico chioggiotto in vista del voto.
Tale progetto, che secondo la fonte sarebbe sostenuto da numerosi esponenti (dal sindaco Alessandro Ferro al vicesindaco Marco Veronese, con gli assessori Daniele Stecco, Isabella Penzo e Genny Cavazzana, oltre ai consiglieri Giovanni Tiozzo, Genny Mantoan, Ilaria Lunardi, Elisa Busetto e Daniela Sassi), escluderebbe addirittura dalla lista elettorale dei 5 Stelle il capogruppo Paolo Bonfà, il vicecapogruppo -e presidente della IV commissione- Daniele Padoan, il presidente del consiglio comunale Endri Bullo, data la loro contrarietà a un'alleanza col PD.
Vista la situazione tesa del governo a Roma, la situazione ventilata potrebbe apparire come fantapolitica, anche alla luce dei frequenti scontri in consiglio comunale tra le due parti. Ma, come si sa, ciò che è utopistico un giorno diventa possibile l'indomani: fatto sta che nel Movimento, da tempo dilaniato da contrasti interni, si sta per aprire una resa dei conti che vede arroccati sulle posizioni "ortodosse", cioè contrari a ogni alleanza e legati allo spirito delle origini, proprio gli esponenti più in vista nel gruppo consiliare.
Se l'accordo fosse plausibile e andasse in porto, a farne le spese -tra gli altri- sarebbe Alessandra Penzo, l'assessora all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici, che le voci di corridoio vedrebbero invece candidata a sindaca per il M5S in caso di corsa solitaria, e che a sua volta si oppone a un dialogo con i democratici. Tutti questi dati sono invece concordi nell'indicare fuori dalla mischia l'attuale primo cittadino, per il quale sta tramontando l'ipotesi di una ricandidatura. Finora Ferro non ha mai confermato né smentito alcuna intenzione di chiedere il bis o di rinunciare.
Dall'altro lato della barricata, pur tenendo viva l'attenzione a cosa succede nel quadro politico, il PD non sprizza gioia riguardo il possibile esito di questo tentativo. I suoi esponenti principali, dal vicesegretario veneto Lucio Tiozzo alla segretaria comunale Barbara Penzo, al consigliere regionale Jonatan Montanariello, nicchiano ricordando le distanze allargatesi in un solco profondo nel corso della legislatura, dovendo fare buon viso a quanto avviene a livello sovralocale, e segnatamente tra le delegazioni di governo che potrebbero spingere per l'alleanza.
In questo disegno c'è tuttavia un convitato di pietra: si tratta della probabile lista civica che molti attribuiscono alle intenzioni dell'ex portavoce del comitato No GPL, Roberto Rossi, recentemente dimessosi dall'incarico, sostituito da Mario Gianni. Secondo i più, Rossi vorrebbe sfruttare la popolarità dell'azione politica dei comitati per radunare a sé le forze della società civile, magari dialogando con i partiti che hanno supportato la battaglia contro il deposito: seppure i distinguo con la giunta in carica sono stati parecchi, niente esclude che sia proprio Rossi il nome più accreditato a sublimare la convergenza indicibile tra le due fazioni attualmente rivali in consiglio.
Tale progetto, che secondo la fonte sarebbe sostenuto da numerosi esponenti (dal sindaco Alessandro Ferro al vicesindaco Marco Veronese, con gli assessori Daniele Stecco, Isabella Penzo e Genny Cavazzana, oltre ai consiglieri Giovanni Tiozzo, Genny Mantoan, Ilaria Lunardi, Elisa Busetto e Daniela Sassi), escluderebbe addirittura dalla lista elettorale dei 5 Stelle il capogruppo Paolo Bonfà, il vicecapogruppo -e presidente della IV commissione- Daniele Padoan, il presidente del consiglio comunale Endri Bullo, data la loro contrarietà a un'alleanza col PD.
Vista la situazione tesa del governo a Roma, la situazione ventilata potrebbe apparire come fantapolitica, anche alla luce dei frequenti scontri in consiglio comunale tra le due parti. Ma, come si sa, ciò che è utopistico un giorno diventa possibile l'indomani: fatto sta che nel Movimento, da tempo dilaniato da contrasti interni, si sta per aprire una resa dei conti che vede arroccati sulle posizioni "ortodosse", cioè contrari a ogni alleanza e legati allo spirito delle origini, proprio gli esponenti più in vista nel gruppo consiliare.
Se l'accordo fosse plausibile e andasse in porto, a farne le spese -tra gli altri- sarebbe Alessandra Penzo, l'assessora all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici, che le voci di corridoio vedrebbero invece candidata a sindaca per il M5S in caso di corsa solitaria, e che a sua volta si oppone a un dialogo con i democratici. Tutti questi dati sono invece concordi nell'indicare fuori dalla mischia l'attuale primo cittadino, per il quale sta tramontando l'ipotesi di una ricandidatura. Finora Ferro non ha mai confermato né smentito alcuna intenzione di chiedere il bis o di rinunciare.
Dall'altro lato della barricata, pur tenendo viva l'attenzione a cosa succede nel quadro politico, il PD non sprizza gioia riguardo il possibile esito di questo tentativo. I suoi esponenti principali, dal vicesegretario veneto Lucio Tiozzo alla segretaria comunale Barbara Penzo, al consigliere regionale Jonatan Montanariello, nicchiano ricordando le distanze allargatesi in un solco profondo nel corso della legislatura, dovendo fare buon viso a quanto avviene a livello sovralocale, e segnatamente tra le delegazioni di governo che potrebbero spingere per l'alleanza.
In questo disegno c'è tuttavia un convitato di pietra: si tratta della probabile lista civica che molti attribuiscono alle intenzioni dell'ex portavoce del comitato No GPL, Roberto Rossi, recentemente dimessosi dall'incarico, sostituito da Mario Gianni. Secondo i più, Rossi vorrebbe sfruttare la popolarità dell'azione politica dei comitati per radunare a sé le forze della società civile, magari dialogando con i partiti che hanno supportato la battaglia contro il deposito: seppure i distinguo con la giunta in carica sono stati parecchi, niente esclude che sia proprio Rossi il nome più accreditato a sublimare la convergenza indicibile tra le due fazioni attualmente rivali in consiglio.
11 commenti:
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Siamo alle comiche finali di un copione già visto a livello nazionale.
RispondiEliminaNessuna dignità pur di raggiungere ad agguantare uno scanno in Consiglio Comunale.
Basta guardare cosa è successo in questi anni di amministrazione grillina, la loro arroganza, la loro supponenza, la loro altezzosità di fare tutto da soli. Quante parole i grillini si sono sorbiti soprattutto dal PD, dal loro Consigliere Montanariello….e adesso, di punto in bianco, sotterrano l’ascia di guerra e fumano il “calumet” della pace.
Se fanno quest’accordo, nessuno dei due partiti, grillini e PD, dimostreranno di avere un briciolo di decoro e onorabilità, ma solo un teatro per dare vita alle comiche finali allo scopo di accaparrarsi il potere, guidato dal capo-comico Grillo.
se vediamo bene, credo che nessuno dei due partiti si sia distinto in questi anni al punto da spingere gli elettori a darli il voto alle comunali. I cinque stelle parevano la nuova frontiera ma sinceramente dire che hanno deluso è dire poco (e si è visto anche a livello nazionale, in tutte le varie consultazioni). Il pd poi? L'abbiamo già sperimentato al governo della città e non mi è sembrato in genio, senza contare che è stato anche cacciato dall'ex sindaco Casson...
RispondiEliminaInsomma credo che sia comprensibile che siano preoccupati e che vedano come unica possibilità quella di turarsi il naso e di darsi il braccetto...
Ho una grande stima di Giuseppe Casson , da quello che so, grandissima responsabilità di quella rottura è attribuibile alla grande arroganza del "nevodin" però quella rottura è stata un danno ENORME per la nostra città con il PD , è indubbio, c'erano assessori e buona parte del consiglio comunale di uno spessore e di una qualità ENORMEMENTE di un maggior spessore a quella che c'è ora . I danni che la nostra città ha riportato ad aver affidato la guida a degli inesperti totali sono ENORMI, non è una critica verso gli amici grillini ma un dato di fatto. Non si può pensare di buttare via tutto e ricominciare da capo.
EliminaL’avv. Giuseppe Casson deve avere l’umiltà di “fare mea culpa”. Dopo la rottura col PD, le cui cause non intendo approfondire, anziché proseguire nel suo mandato arrancando rimasugli di transfughi, doveva dare le dimissioni ed andare alle elezioni.
EliminaSara forse una combinazione, ma il nome Giuseppe non porta bene. Abbiamo un altro Giuseppe che a capo del Governo con una maggioranza è passato disinvoltamente con un’altra maggioranza opposta. Ecco, i due casi si assomigliano, ma entrambi avranno la brutta fine che meritano: quella dell’avv. Giuseppe Casson l’ha già avuta, aspettiamo ora quella dell’altro avvocato (guarda le somiglianze) Giuseppe Conte.
Casson avrebbe fatto meglio ad andare ad elezioni? Chissà, chi può dirlo con certezza.
RispondiEliminaCasson ha avuto la fine che merita? proprio un pessimo modo di concepire la politica.
Di certo c'è che senza di lui il pd non avrebbe mai vinto le elezioni e che casson ha fatto una cosa che era nelle sue possibilità. forse ha sbagliato,se si ragiona in termini di politica di ritorno ma almeno ci ha fatto conoscere secondo me uno dei migliori gruppi di governo degli ultimi anni con il dr. de perini prima di tutto come vicesindaco. Certo, doveva saperlo che il pd gliela avrebbe fatta pagare e lo ha fatto appigliandosi con le unghie e con i denti al gpl, trovando in lui il colpevole perchè gli aveva cacciati. Ora non so se casson sia finito, se fosse così allora dovrebbe essere già finito da un bel pezzo anche lucio tiozzo al quale la città ha detto già detto dei no. Vedremo. Io spero che Casson di stia fuori, almeno per un po',anche se a certi farebbe piacere avere persone più preparate e adatte a certi ruoli come lui.
Ah questo è sicuro senza Giuseppe Casson non avrebbero mai vinto, infatti dovranno trovare un "civico" se vogliono avere chances. L'ideale sarebbe Roberto Rossi, uno che ama veramente la nostra città, uno che si candiderebbe solo per spirito di servizio, chiunque pensi che ha utilizzato la vicenda socogas solo per essere riesumato è proprio brutto e cattivo. Speriamo di vederlo candidato sindaco.
EliminaRisposta per Anonimo - 25 dicembre 2020 09:25
EliminaParagonare l’avv. Casson con Lucio Tiozzo perché anche quest’ultimo ha perso delle elezioni, lo trovo improprio.
Anzitutto è bene precisare che Tiozzo, oltre ad avere fatto il sindaco di Chioggia dal 1988 al 1991, è stato confermato in regione quale Consigliere per 3 tornate elettorali consecutive. Lo stesso Tiozzo è ancora ai vertici regionali del PD, essendone il vice segretario.
Non mi risulta quali scelte politiche e incarichi abbia attualmente l’avv. Casson. Anche in Consiglio comunale di Chioggia si vede poco, quasi sempre è assente ……giustificato, ci mancherebbe.
In quanto poi alla sua affermazione “almeno ci ha fatto conoscere secondo me uno dei migliori gruppi di governo degli ultimi anni”, se non è una bestemmia, poco ci manca.
Si consoli, l’avv. Casson, in politica s’è bruciato da solo.
Forse Perchè gli interessava solo il bene comune e non la carriera politica. Ma questo è troppo difficile da capire.
RispondiEliminaRimpiangere i tempi in cui Chioggia era rappresentata da Casson e De Perini non serve a nulla. Serve solo a dolerci ancora di più dello stato attuale, nel quale ci hanno buttato tutti quelli che ben conosciamo e che tra poco ci chiederanno nuovamente il voto, stavolta tentando magari con Rossi. Il mio non l'avranno.
Ora
Ma perché non vuoi votare Rossi? È bravissimo, ha anche ricevuto l'onoreficenza "chioggiotto dell'ano" come si fa a non votarlo. Io quasi quasi lo voto... uno che è riuscito a intortare l'opionione pubblica sparando un sacco di balle, che è riuscito a far convincere un governo, un governo mica scherzi, a innescare una causa da centinaia di milioni di euro di risarciamento COME SI FA A NON VOTARLO...io lo voto.
EliminaE perché invece il futuro sindaco non potrebbe essere il sig. Andrea Comparato, tuttofare di questo blog?
EliminaComparato ha un curriculum vita invidiabile: E’ stato assicuratore di stimabile fiducia, ha avuto una esperienza decennale di amministratore comunale contribuendo ad eleggere il sindaco sig. Tiozzo Pagio, nel 2011 ha dato vita al movimento-lista civica chioggiaazzurra ma alle elezioni sfortunatamente è andata non bene, ci informa con obiettività (salvo casi personali) sui fatti che accadono in Chioggia e dintorni.
Dai Comparato mettiti in lista che stavolta ce la fai.
Guarda premesso che la tua è una provocazione, e fai bene, premesso che non ne ho le qualità per fare il sindaco ci vuole, a mio avviso, prima di tutto una persona che nella vita sia stato utile alla società e che abbia un certo grado di capacità. Oltre al fatto che al momento non mi sembra di aver dato chissà che utilità non sono certo all'altezza del sindaco ideale che la nostra città dovrebbe avere. Detto questo tutti i miei sforzi personali sono diretti al miglioramento delle mie attività e i miei figli. Non sono interessato a ritornare in politica senza contare che ho amici e persone di cui ho stima in tutti gli schieramenti e non potrei più farlo.
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