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martedì 19 marzo 2019

DEPOSITO DI GPL, RIUNIONE AL MINISTERO: COMITATO E COMUNE, "PERMANE LO STOP ALLE NAVI GASIERE". MA SOCOGAS: "NON SERVE VARIANTE A PIANO REGOLATORE"

Si è svolta stamane nella sede del Ministero per lo Sviluppo Economico in viale Molise a Roma la riunione di riesame dell'autorizzazione interministeriale concessa nel 2015 al progetto per il deposito di gpl in Val da Rio, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che autorizza il termine dei lavori di edificazione. Presenti per il Comune di Chioggia il sindaco Ferro, l'assessore all'ambiente Veronese e il presidente del consiglio Bullo, poi Roberto Rossi, Mario Gianni e altri esponenti del comitato No Gpl, i vertici aziendali e legali della società Costa Bioenergie di Fidenza, rappresentanti della Regione, dell'Autorità di Sistema Portuale, della Città Metropolitana.
Al termine del rendez-vous tecnico, soddisfatto Rossi: «Ci è stato presentato un documento sottoscritto dal dirigente generale del MISE, che testimonia come l'autorizzazione che egli ha firmato nel 2015 riguarda ciò che accade nel solo perimetro del deposito, non quindi l'attracco delle navi gasiere. È stata confermata dai dirigenti ministeriali anche la necessità di addivenire a una variante al piano regolatore portuale, con implicazioni ambientali e di sicurezza per la vicinanza al centro abitato. Ne sosteniamo la necessità fin dall'inizio. Il MIT attiverà quindi una procedura di studio che coinvolge l'Autorità di Sistema Portuale dell'Adriatico settentrionale, la Capitaneria di Porto di Chioggia e il Comune, nel senso auspicato dal comitato. Al momento quindi il deposito non può entrare in funzione, i tre serbatoi restano vuoti» e i tempi paiono quantomeno allungarsi, anche se la sentenza della giustizia amministrativa di secondo grado indica che l'autorizzazione del 2015 è onnicomprensiva.
Anche il Comune commenta l'incontro, confutando l'onnicomprensività dell'autorizzazione: «La variante al piano regolatore portuale - spiega l'assessore Veronese - non può essere bypassata, comportando anche la valutazione d'impatto ambientale, poiché si tratterebbe di adeguare il traffico petrolifero a un porto che a tutt'oggi è commerciale, essendo in vigore il piano portuale Gottardo approvato dal Ministero nel 1981. Un iter complesso che non può prescindere dalle prescrizioni della Legge Speciale per Venezia». Il presidente Bullo è rimasto «sorpreso dalla durezza di Costa Bioenergie in questo confronto tra enti. L'impresa si è fatta forza della sentenza del Consiglio di Stato, che però -come ci aspettavamo- non comprende il transito delle navi gasiere nel porto». Conclude il sindaco: «Condivido le posizioni del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la partita è ancora aperta. Le autorizzazioni che attualmente l'azienda possiede non sono sufficienti affinché il deposito entri in funzione, inoltre la sicurezza del porto va regolamentata, per le ditte che ci lavorano e per il centro abitato che sul porto si affaccia».
Dal canto suo, Socogas riferisce come «i Ministeri, pur “politicamente” contrari, hanno preso atto -e non poteva essere altrimenti- della lapidaria sentenza del Consiglio di Stato, che ha confermato la totale e piena legittimità sia della realizzazione del deposito, che dell’esistenza dell‘autorizzazione all’esercizio dell’attività. Resta da definire il procedimento amministrativo da seguirsi per garantire la sicurezza della navigazione, conseguente al transito delle navi gasiere. Attorno a quest’ultimo punto permangono opinioni giuridiche diverse, posto che -secondo la società- per tali fini non è necessaria una variante del piano regolatore del porto. Costa Bioenergie sta ormai completando i lavori e confida di iniziare nel breve periodo la selezione per l’assunzione del personale necessario per la migliore conduzione del deposito; nel frattempo avvierà le necessarie azioni risarcitorie per il ristoro dei danni subiti e per i tutti i ritardi dovuti a iniziative e comportamenti finalizzati ad ostacolare l’avvio dell’attività».

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