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giovedì 28 febbraio 2019

IL CONSIGLIERE GIANLUCA NACCARI LASCIA IL MOVIMENTO 5 STELLE: "UN GRUPPETTO OLIGARCHICO CHE NON AMA CHI PENSA CON LA PROPRIA TESTA"

Fuori un altro. Il geometra Gianluca Naccari, consigliere comunale eletto nella lista del Movimento 5 Stelle, lascia il gruppo di maggioranza: la decisione ufficiale verrà comunicata domani via mail certificata. La goccia che ha fatto traboccare un vaso che si è venuto colmando nei 2 anni e mezzo di consiliatura è stata, a suo dire, la gestione della seduta di martedì 26 scorso, quando non ha ottenuto risposte che lo soddisfacessero alla richiesta di spiegazioni per l’assenza delle minoranze, e più di qualche collega stellato ha risposto «e vai!» a microfoni aperti alle intenzioni di Naccari di lasciare l’aula, come poi ha fatto. «Sono scoppiato perché uso la mia testa», racconta il consigliere ormai autonomo a Chioggia Azzurra.
«Ho subìto varie situazioni incresciose e pesanti nel tempo, la situazione è stata delicata e la mia scelta è sofferta perché ho sempre ritenuto di poter cambiare la città, tengo a lavorare per una trasformazione seria, non solo relativa alle mie competenze di tecnico. Credevo e credo in qualcosa, sono entrato nel M5S per dare una svolta alla città, mettendoci entusiasmo, tempo, fatica, sacrificio della famiglia. Ma questi mesi hanno evidenziato l’incapacità del M5S a essere protagonista di questa svolta, nonostante la maggioranza “bulgara” e il tesoretto da spendere. Da qui lo sconforto e la delusione». I problemi per Naccari sono stati continui: «Si è creato un gruppetto all’interno, che già in passato aveva fatto pressioni affinché alcuni consiglieri uscissero (Maria Chiara Boccato) o si dimettessero (Nicola Salvagno), com’è successo. Questa oligarchia impone le proprie posizioni e tende a estraniare chi non è allineato, in discussioni interne prolisse e spesso inconcludenti. C’è malfidenza verso i consiglieri autonomi da parte loro, che hanno operato la disgregazione del gruppo consiliare. Eppure io per agevolare le esigenze del gruppo ho ceduto la presidenza della IV commissione accettando la I, carica che ricopro tuttora».

Naccari ravvisa una «confusione dei ruoli tra sindaco, consiglieri e singoli assessori. La prima destabilizzazione – racconta il geometra – è avvenuta con l’addio dell’assessore Marco Bielo e l’arrivo al suo posto di Elga Messina». E adesso? Gianluca Naccari non ha alcuna intenzione di abbandonare l’assemblea cittadina: «Non mi dimetto, non c’è vincolo di mandato. Sono stato eletto per fare gli interessi della città e uscire dall’isolamento. Se il Movimento 5 Stelle porterà in aula un ordine del giorno che riterrò giusto, lo voterò». Con il passaggio dall’altro lato dell’emiciclo (presumibilmente Naccari raggiungerà la Boccato nel gruppo misto, in attesa di sviluppi), i numeri diventano 13 a 11 per il M5S: una soglia di oggettivo rischio. «Ma non manderò a casa l’amministrazione – conclude il consigliere neondipendente Naccari – perché così farei un danno alla città. Invece resto in consiglio a fare in modo che le cose vengano portate avanti».

GPL, SOCOGAS SODDISFATTA DELLA SENTENZA ROMANA: "GLI ENTI PUBBLICI ABBANDONINO PRESSIONI ESTERNE". TANTE DOMANDE DI ASSUNZIONE AL DEPOSITO

Costa Bioenergie esprime la propria soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la legittimità dell’attività nel deposito di gpl e l’illegittimità del comportamento di chi ha cercato di impedire il regolare andamento dei lavori realizzativi. «Da tutto ciò Costa Bioenergie ha subito rilevanti danni - si legge in una nota dell'impresa fidentina - economici e di immagine, in conseguenza dell’interruzione dei lavori e del rallentamento degli stessi (danni che si riserva di chiedere nelle competenti sedi), e che auspica non debba ulteriormente subire a causa di comportamenti volti ad impedire e/o ritardare il legittimo esercizio di una attività economica che la legge riconosce essere anche di pubblico interesse. In questi anni la società ha subito continui attacchi, fondati su falsità, ed ha sempre ritenuto o di ignorarli o di rispondere invitando tutti al rispetto delle regole della civile convivenza e della corretta informazione. Per fortuna vige ancora uno Stato di diritto nel quale le regole debbono essere rispettate da tutti e dove esistono giudici amministrativi che costituiscono un presidio di legalità a tutela dei diritti dei cittadini, delle imprese e dei valori costituzionali». Socogas rinnova quindi l’invito a tutte le pubbliche amministrazioni «ad operare nel rispetto del principio di leale collaborazione, abbandonando iniziative strumentali spesso conseguenti a pressioni esterne (che probabilmente coltivano aspettative personali) a danno della collettività, dell'economia locale e dei cittadini, esponendoli a rilevanti risarcimenti». L'azienda della famiglia Zucchi si augura quindi che «dopo questa sentenza del Consiglio di Stato possa instaurarsi un clima diverso, finalmente di civile confronto, finalizzato a porre le basi per una serena convivenza e collaborazione, nella convinzione che l’attività di Costa Bioenergie potrà costituire elemento positivo per l’economia locale. Tant’è che in questi mesi sono pervenute alla società molte domande di assunzione. Questo lo spirito - conclude il comunicato - che ha animato e continua ad animare l’azione di Costa Bioenergie, con l’auspicio che tale invito venga finalmente raccolto dalle competenti autorità».

TURISMO, GIORGIO BELLEMO (ASCOT): "L'OGD È STATA COMMISSARIATA DALLA REGIONE"

L’azzeramento della cabina di regia nell’OGD, deciso dall’assessora Isabella Penzo, non poteva lasciare indifferente il presidente di Ascot Giorgio Bellemo. Il vertice dell’associazione che aggrega i concessionari balneari parla apertamente di «commissariamento» da parte della Regione Veneto, che interviene nella gestione della destinazione turistica con il proprio dirigente Stefan Marchioro: «Per certi versi va bene l’azzeramento – dice Bellemo – perché toglie un alibi a una gestione che non funzionava. Ma si pensava a una “cabina” di altra natura, azzerare così invece è ipocrisia. L’amministrazione non è super partes nella questione, faccia pace con la propria intelligenza». Ascot rimarca il proprio contributo all’organizzazione, dai servizi di pronto soccorso in spiaggia agli stabilimenti diventati agibili anche dalle persone con disabilità.

mercoledì 27 febbraio 2019

L'ASSOCIAZIONE ITALIA NOSTRA: "REVOCARE AUTORIZZAZIONE A COSTRUIRE IMPATTANTE PARCHEGGIO MULTIPIANO DEL PORTO TURISTICO S. FELICE"

Il consiglio direttivo veneziano dell'associazione Italia Nostra mette in guardia dalla possibile edificazione del parcheggio del porto turistico San Felice. «Il compendio con l'oasi naturalistica e il monumentale Forte, di cui è in corso l'importante recupero per una destinazione ad uso pubblico dopo il recente passaggio dal Demanio militare a quello marittimo - si legge in una nota - rappresenta un importante bene non solo per Chioggia ma per tutto il territorio. Purtroppo la società Porto Turistico San Felice sta realizzando proprio a ridosso dell'oasi, nell'area demaniale avuta in concessione, un impattante parcheggio multipiano, autorizzato dalla commissione per la Salvaguardia di Venezia nonostante la zona sia al di fuori della conterminazione lagunare. L'autorizzazione è invece di spettanza della Soprintendenza ai Beni Archeologici, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e la laguna, che -a quanto si apprende dalla stampa- non si è ancora espressa. L'intervento è stato sospeso da un ordinanza del dirigente del settore Urbanistica del Comune di Chioggia in data 31 gennaio 2019, in quanto le opere "risultano in totale difformità dal permesso di costruire n. 64/2018 e dall'autorizzazione paesaggistica n. 36/2018, e, per la parte che fuoriesce dalla concessione demaniale, non autorizzate dal Servizio Forestale della Regione Veneto". Uno stop quindi ai lavori a causa, sostanzialmente, della discordanza di quanto finora costruito (che "risulta traslato verso nord di 2.20 metri circa, fuoriuscendo dall'area in concessione ed occupando una parte dell'area a bosco") ma non nel merito della costruzione stessa e della sua autorizzazione.
Abbiamo appreso invece con soddisfazione della rinuncia della società proponente e della conseguente revoca dell'autorizzazione data alla sostanziale privatizzazione del marciapiede (suolo pubblico, censito nel Catasto austriaco) adiacente il Murazzo Nord di Sottomarina antistante il nuovo edificio di proprietà di tale società in via San Felice, marciapiede che si voleva chiudere con cancelli per motivi di sicurezza, obbligando alla realizzazione -in sostituzione- di una strada alternativa sopra il Murazzo stesso, di cui sottolineiamo il grande valore storico e paesaggistico. Veniva così interrotta (impedendo la pubblica fruizione di quel tratto) la passeggiata panoramica lungo la laguna che va fino al Forte di San Felice, data anche la costruzione del parcheggio multipiano, considerato che la diga foranea di collegamento non è da tempo praticabile per il perdurare del cantiere legato alla realizzazione del Mose. Chiediamo pertanto alle istituzioni competenti -riservandoci tutte le azioni che riterremo opportune- di intervenire con urgenza per la tutela dell'interesse pubblico e dell'importante compendio, con la revoca dell'autorizzazione concessa per la costruzione del parcheggio, in attesa del pronunciamento della competente Soprintendenza».

I MEZZI DELLA POLIZIA LOCALE TORNANO NEL GARAGE AI SALONI: IL CERTIFICATO ANTINCENDIO DELLO STABILE NON ERA SCADUTO

Già nella giornata di ieri, martedì 26 febbraio, è stato possibile il rientro dei veicoli di servizio della Polizia Locale di Chioggia nel garage della nuova sede all'isola Saloni. A seguito infatti di verifiche effettuate al comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Venezia, è stato confermato che l'autorimessa della residenza ai Saloni possiede il certificato di prevenzione incendi (C.P.I.) valido, con scadenza a giugno 2021. «Abbiamo immediatamente verificato il rispetto delle prescrizioni previste dalla norma di prevenzione incendi e la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio», commenta l'assessore alla Polizia Locale Marco Veronese. «L'equivoco è nato da un eccesso di zelo, ma il certificato non era scaduto».

IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA IL REGOLAMENTO DI POLIZIA URBANA E CIVICA CONVIVENZA CHE INTRODUCE IL "DASPO"

Nella strana seduta del consiglio comunale di ieri, disertata dalle opposizioni, la maggioranza a 5 Stelle ha approvato con 13 voti il regolamento di polizia urbana e civica convivenza, che nei suoi 62 articoli contempla l’introduzione del cosiddetto “Daspo urbano”, ovvero la possibilità di allontanare dal territorio comunale -con ordinanza del sindaco- individui che disturbano la quiete e l’igiene pubblica, l’arredo urbano, i luoghi sensibili vicini alle scuole, agli ospedali, alle aree di rispetto ambientale e storico. La sanzione intende reprimere ad esempio gli abusi di alcool che portano a questi comportamenti, o le scritte dei writers: in casi di recidiva, interviene il questore con sanzioni più gravi.
Nel regolamento anche l’apertura alla possibilità che ad applicare le sanzioni siano guardie volontarie o “ranger” come nell’esperienza di Mira. Il nuovo testo riduce in un corpo unico questioni anche già affrontate separatamente in precedenti regolamenti con fattispecie di nuova introduzione, come la circolazione di mezzi durante le fasi di acqua alta nel centro storico di Chioggia. «Colmiamo una lacuna nelle norme esistenti – ha detto il vicesindaco Marco Veronese – dopo che altri Comuni hanno già approvato regolamenti del genere. Servirà tuttavia il senso civico da parte degli abitanti per evitare di incorrere in queste prescrizioni».

martedì 26 febbraio 2019

SEDUTA SENZA LE OPPOSIZIONI, CRITICHE DALLA MAGGIORANZA. IL CONSIGLIERE GIANLUCA NACCARI LASCIA SUBITO L'AULA (E IL M5S?)

Una seduta surreale del consiglio comunale di Chioggia, quella tenutasi nel pomeriggio. L’assenza di tutti gli esponenti dell’opposizione (alcuni anche “giustificati”) era infatti stata preannunciata un’ora prima della convocazione, motivata dalla «mancanza di rispetto» riguardo tempi e modi della gestione dell’assemblea: il gruppo di maggioranza del Movimento 5 Stelle ha così approvato in solitudine il regolamento di polizia urbana e civica convivenza che -in ottemperanza alle leggi nazionali- istituisce la figura del “Daspo urbano” con sanzioni e allontanamenti per chi commette azioni volte a provocare degrado al bene pubblico o contrarie alla decenza o ancora l’esercizio del commercio privo di autorizzazione.

Nonostante il numero legale fosse effettivo, sono stati rinviati naturalmente quasi tutti gli argomenti all’ordine del giorno, consistenti in interpellanze e mozioni ispirate dai consiglieri assenti: non ha celato il proprio disagio anche il grillino Gianluca Naccari, da qualche tempo in palese insofferenza verso la politica del Movimento. «Procedere con il consiglio in questa situazione – ha detto Naccari rivolto al presidente Endri Bullo – è una burla. Datemi una spiegazione o vado a casa», prima di accomiatarsi tra il beffardo «e vai!» di alcuni colleghi di partito e la presa d’atto del presidente («è libero di riunirsi agli assenti»).
Al termine della veloce seduta è intervenuto in aula il capogruppo del M5S Paolo Bonfà, che rivolto ai banchi degli assenti ha ironizzato: «Quanto belli sono quando vengono con le trombette, megafoni, ombrelli e sacchi di rifiuti. Monopolizzano i consigli andando oltre ai tempi concessi, il comunicato è firmato da gente che è venuta a 3 consigli in 2 anni e mezzo. Ciò manca di rispetto, non noi. Ero alla commissione capogruppo e partecipo a tutte, ogni volta che si indice una data ci sono sempre due o tre consiglieri che parlano della loro impossibilità a partecipare. Siamo in tanti, è difficile mettere d’accordo tutti, nessuno vive di politica: se uno non può partecipare, si dimetta e mandi avanti i primi non eletti della sua lista». Il suo vice Daniele Padoan rincara: «La seduta del consiglio è stata richiesta dalle opposizioni (molte loro interpellanze, ndr), è questo il rispetto che hanno di chi li ha votati e della città… Visto che oggi non sono stati escussi i 21 punti, il prossimo ordine del giorno ne avrà 31 o 41».

Ribadisce il presidente Bullo: «Date e orari del consiglio sono una prerogativa della presidenza, che tiene conto delle altre attività dell'ente. In ogni caso, in occasione della conferenza dei capigruppo che anticipa la seduta, si cerca di accontentare le varie esigenze anche di orario, tenendo conto del numero di punti all’ordine del giorno. Il consiglio (che deve essere richiesto da almeno 1/5 dei consiglieri) viene convocato, come prevede il regolamento, entro venti giorni».
Amareggiato il sindaco Alessandro Ferro: «Oggi abbiamo assistito a una mancanza di volontà di confronto dell'opposizione. Non presentarsi al consiglio comunale senza comunicare -se non in pochi casi- la propria indisponibilità, ha dimostrato la mancanza di rispetto per il ruolo istituzionale che ognuno di noi ha, al fine del perseguimento del bene comune per la città».

ORGANIZZAZIONE PER LA GESTIONE DELLA DESTINAZIONE TURISTICA, AZZERATA LA "CABINA DI REGIA"

Un nuovo percorso per l'Organizzazione di Gestione della Destinazione (O.G.D.) “Chioggia: storia, mare e laguna”, che è stato intrapreso in occasione dell'ultimo tavolo di confronto che si è tenuto in municipio il 22 febbraio, alla presenza dell'assessora al Turismo e agli Eventi Isabella Penzo, delle associazioni di categoria del settore e del dottor Stefan Marchioro della Regione Veneto. «All'ultimo tavolo di confronto – spiega l'assessora Penzo – è stata concordata una nuova struttura dell'OGD: sono state azzerate la cabina di regia e il "braccio operativo" e, così facendo, il tavolo di confronto sarà l'unico organo decisionale. Infine sarà compito dell'amministrazione provvedere alla gestione del punto informativo IAT, secondo le disposizione di legge. Ho trovato disponibilità e apertura da parte di tutti i partecipanti. L'obiettivo di questa nuova organizzazione è la realizzazione di una destinazione strategica condivisa, basata su un rapporto fiduciario, di collaborazione e di partecipazione. Non possiamo rinunciare a questo importante strumento di concertazione tra pubblico e privato: occorre fare squadra e non ci sono alternative. In questo nuovo percorso saremo affiancati dalla Regione del Veneto. Sono molto fiduciosa». Il contratto del manager dottor Francesco Miggiani, sottoscritto con il precedente "braccio operativo", ha avuto naturale scadenza a fine dicembre 2018. A breve avverrà la convocazione del nuovo tavolo di confronto.

CONSIGLIO COMUNALE, LE OPPOSIZIONI NON PARTECIPANO ALLA SEDUTA ODIERNA: "IL GRUPPO DEL M5S MANCA DI RISPETTO A NOI E AI CITTADINI"

I consiglieri di opposizione non partecipano al consiglio comunale di oggi pomeriggio. Una nota firmata da Barbara Penzo, Jonatan Montanariello, Mariachiara Boccato, Marco Dolfin, Beniamino Boscolo Romina Tiozzo, Marcellina Segantin, Leo Ranieri, Giuseppe Casson, Domenico Zanni stigmatizza il comportamento della maggioranza stellata: «I valori fondanti sbandierati costantemente dal Movimento sono libertà, uguaglianza, dignità solidarietà fratellanza e rispetto. I consiglieri delle minoranze hanno deciso in modo corale di non presentarsi alla seduta odierna del consiglio comunale, in virtù di questo valore che sta alla base di qualsiasi buona e sana politica, a prescindere dall’indirizzo. Negli ultimi mesi questo governo cittadino a 5 Stelle non ha prodotto alcuna deliberazione significativa, alcun atto che abbia avuto una ricaduta strategica per la città. Vige nel Testo Unico degli Enti Locali l’obbligo di osservanza dei tempi di risposta che non può andar oltre i 30 giorni: sono invece state evase numerose richieste di commissioni tecniche presentate dai consiglieri di minoranza, lasciando indiscussi temi di grande rilevanza ed importanza per il territorio. Le sedute di consiglio vengono convocate in modo incostante e non mensilmente, come previsto dal regolamento, e presentano elenchi lunghissimi di ordini del giorno a testimonianza di un'organizzazione incapace e inefficiente. Il 99,9% delle interpellanze e degli ordini del giorno sono portati in consiglio dalle forze politiche di minoranza. L'attività amministrativa, che per la collettività ha un costo, si traduce operativamente e concretamente nel nulla, mancando di rispetto alla città tutta.
Questo atteso consiglio comunale di oggi (che ricordiamo attendavamo da due mesi e che porta almeno 8 ordini del giorno non discussi nella precedente seduta per abbandono dell’aula da parte di tutta la maggioranza) è stato convocato imponendo data e orario senza possibilità alcuna di accogliere eventuali difficoltà da parte dei consiglieri di minoranza. Si aggiunga inoltre che la sola mozione stellata che compare nell’elenco degli odg -relativa all’ipotesi del trasferimento del mercato ittico all'isola dei Saloni- non ha avuto alcuna discussione tecnica in commissione, né preliminare confronto pubblico cittadino. Il Movimento ritiene fondamentale il principio della partecipazione inteso come "modo con il quale i cittadini possono contribuire ad orientare le scelte politiche ed amministrative delle istituzioni”: la nostra assenza vuole quindi essere una forte presa di posizione finalizzata a sottolineare che le minoranze sono rappresentative di una parte significativa della città e che l'indisponibilità del M5S nei confronti dei consiglieri di minoranza significa non voler dar voce e non rispettare quei cittadini. Se parliamo quindi del valore del rispetto, bisogna essere capace di saperlo declinare nei confronti di tutti e non dei soli associati Casaleggio».

MERCATO ITTICO AI SALONI, ORDINE DEL GIORNO RITIRATO DAL CONSIGLIO COMUNALE DI OGGI. M5S: "CONVINTI SIA UNA BUONA IDEA, LA RIPRESENTEREMO"

Colpo di scena, oggi il consiglio comunale non discuterà l'ordine del giorno del Movimento 5 Stelle relativo allo spostamento del mercato ittico alla vecchia marittima dell'isola Saloni. Il capogruppo Paolo Bonfà ha infatti dichiarato che «il testo presenta alcuni passaggi che potrebbero dare origine a interpretazioni di lettura errate, pertanto verrà ritirato dalla discussione odierna. Questo smentisce nettamente quanto dato per certo da eminenti esponenti del PD in conferenza stampa venerdì scorso, cioè che l’odg fosse stato calato dall’alto, per chissà quali oscure ragioni. Restiamo comunque convinti della bontà dell’idea di base: per questo ci impegniamo fin d’ora a modificare il testo affinché sia più facilmente comprensibile il senso complessivo dell'odg e ripresentarlo alla prossima seduta utile, in modo tale da superare così anche la data fissata per la sentenza del Consiglio di Stato in merito al deposito di gpl». Alla seduta odierna era prevista la partecipazione tra il pubblico di una rappresentanza dei comitati spontanei che stanno sorgendo ai Saloni per scongiurare il trasloco del mercato.

lunedì 25 febbraio 2019

IL GIUDICE DI LAVORO DÀ RAGIONE A SST IN MERITO ALLA CONVOCAZIONE PER DUE GIORNI DI UN EX DIPENDENTE DEL MERCATO ITTICO NEL MEZZO DI UN'EMERGENZA

Il Giudice del Lavoro con la sentenza n. 115/2019 pubblicata il 22 febbraio ha dato ragione a SST in merito alla convocazione per due giorni, in occasione di un'emergenza del personale nel febbraio 2017, di un ex dipendente a mezzo di apposito rapporto di collaborazione, al fine di garantire la continuità del servizio di elaborazione statistica ed amministrativa al mercato ittico, che altrimenti sarebbe stato sospeso con gravi danni. «Il tribunale ha confermato quanto abbiamo sempre sostenuto, anche in consiglio comunale – commenta l'amministratore di SST Emanuele Mazzaro – ovvero che per garantire l’attività del mercato ittico non sia mai stato impiegato nessun lavoratore non correttamente inquadrato. Tutti i provvedimenti contestati dai carabinieri e da noi impugnati sono risultati illegittimi». Il Giudice del Lavoro ha accertato che SST non è tenuta ad alcun versamento previdenziale di tipo contributivo né assicurativo in relazione alla posizione del collaboratore autonomo, inoltre ha condannato INPS, INAIL e Ispettorato territoriale del Lavoro di Venezia, in solido tra loro, a rifondere ai ricorrenti le spese di lite. «Come è stato già sottolineato all'epoca dei fatti, confermo che l’amministrazione comunale non può intervenire direttamente nelle questioni del personale della società, in quanto rientrano nelle mansioni del direttore del mercato», commenta l'assessore alla pesca e alle partecipate Daniele Stecco. «Apprendo con soddisfazione la sentenza, che attesta che l'operato di SST è stato corretto. Chi due anni fa ha accusato sia l’amministrazione che SST è stato smentito». Conclude il sindaco Alessandro Ferro: «Carte alla mano, ora qualcuno è chiamato a fare autocritica. Ne va dell'immagine dell'intera città».

LA POLIZIA LOCALE COSTRETTA A SPOSTARE I PROPRI MEZZI DAL PARCHEGGIO INTERRATO NELLA NUOVA SEDE AI SALONI: MANCA IL CERTIFICATO ANTINCENDIO

È trascorsa appena una settimana dal trasferimento della polizia locale nella nuova sede all’isola Saloni, che già emergono i primi problemi logistici. Sabato infatti l’amministratore dei condomìni di Ecohouse dove sono ubicati anche gli uffici della polizia locale ha chiesto a tutti gli inquilini di liberare i garage interrati dalle vetture -comprese appunto quelle di servizio- a causa della mancanza dei certificati di prevenzione incendi, rilasciati dai vigili del fuoco. Una situazione imbarazzante che ha costretto gli agenti a spostare all’esterno i propri mezzi a quattro e due ruote, in fretta e furia.
Le carenze nello stabile erano già state sottolineate dal consigliere comunale Marco Dolfin durante un sopralluogo di commissione lo scorso 13 dicembre: «In loco erano state riscontrate anche infiltrazioni idriche, liquami da un pozzetto fognario straripato, assenza di corrimano su tutte le scale, mancata installazione di sistemi di videosorveglianza, che consentano al piantone di controllare quanto avviene negli altri uffici e nella cella di sicurezza».

MARTEDÌ POMERIGGIO CONSIGLIO COMUNALE, C'È ATTESA PER L'ORDINE DEL GIORNO SULLO SPOSTAMENTO DEL MERCATO ITTICO AI SALONI

È convocata per domani pomeriggio, martedì 26 febbraio dalle ore 16, la seduta del consiglio comunale di Chioggia. Ben 21 gli argomenti in discussione: grande attesa per l’ordine del giorno di maggioranza relativo allo spostamento del mercato ittico all’ingrosso all’isola Saloni, che tanto ha fatto parlare la città in questi giorni anche per le spaccature nel Movimento 5 Stelle. Il vicesindaco e l’assessore alla pesca e ai mercati sono infatti contrari a questa risoluzione, che sarà valutata solo come ventesimo argomento, quindi si presume a sera (se non rinviata). Le altre istanze riguardano mozioni presentate dalle opposizioni in tema di OGD, arena Duse, porto, eventi, centro congressi Kursaal, punta Poli, ex corderia dei Canevini e in relazione alla scoperta di un abuso edilizio nelle vasche per acquacoltura sorte lungo il canale Fossetta, nei pressi della strada Romea.

domenica 24 febbraio 2019

MERCATO ITTICO AI SALONI, BAGARRE NEL M5S: ENDRI BULLO A FAVORE DELL'ORDINE DEL GIORNO, "SPOSTIAMO LÀ ANCHE LA PESCHERIA AL MINUTO"

L’ennesimo capitolo della saga interna al Movimento 5 Stelle relativa allo spostamento del mercato ittico ai Saloni conosce nuovi capitoli online, due giorni prima di venire discusso dal consiglio comunale. Particolarmente attivo in queste ore è il presidente del consiglio, Endri Bullo, che affida ai network il proprio via libera all’operazione: l’ipotesi di cui all’ordine del giorno (che verrà presentato dal gruppo di maggioranza) consentirebbe «la possibilità di creare un polo ittico commerciale, creando una divisione tra area d’impresa e area abitativa».
Secondo Bullo, in tale sede potrebbe trovare spazio anche il mercato del pesce al minuto, che traslocherebbe così dall’attuale, pittoresca postazione fra il Granaio e riva Vena: «Così sarebbe più accessibile per i chioggiotti e per chi proviene da fuori città», afferma il presidente. Tra gli altri benefici segnalati, una facilitazione nell’estendere la fascia oraria pedonale in centro storico, la riqualificazione e lo sviluppo di punta Poli liberata dai camion, l’individuazione di Val da Rio quale approdo delle navi da crociera di media stazza e il conseguente blocco del deposito di gpl.
Ma la cosa non convince in tanti: se il consigliere stellato Daniele Padoan -promotore dell’odg- parla di «tre piccioni con una fava», scettici continuano a mostrarsi il vicesindaco Marco Veronese («bisognava coinvolgere i residenti dei Saloni prima di presentare l’ordine del giorno»), il presidente del comitato No Gpl Roberto Rossi («i tempi scelti sono assurdi, così la mancanza di informazione a chi abita il quartiere, e la mancata attesa delle deliberazioni sull’impianto») e il leghista Marco Dolfin, che chiede le dimissioni della giunta Ferro per «caos e improvvisazione, oltre alla mancata conoscenza del territorio che si amministra, con frattura evidente in casa Cinque Stelle». Lo scontro in effetti pare coinvolgere in maniera trasversale il gruppo consiliare e la giunta, tra voci di prossime ulteriori defezioni e insofferenze a scelte operative ondivaghe prese anche lontano da Chioggia.

sabato 23 febbraio 2019

MERCATO ITTICO AI SALONI, IL PD DI CHIOGGIA: "C'È UNA REGIA OCCULTA E LONTANA DIETRO L'ORDINE DEL GIORNO DEL M5S"

Una regia occulta, e lontana da Chioggia, dietro l’ordine del giorno che il Movimento 5 Stelle presenterà martedì al consiglio comunale, relativo allo spostamento del mercato ittico all’isola Saloni. La postula il PD locale, durante una conferenza stampa tenuta stamane nella sede di calle Padovani: è il vicesegretario regionale Lucio Tiozzo ad avanzare l’ipotesi di una eterodirezione, prova a suo dire di una confusione interna al Movimento. «Il Partito Democratico – continua Tiozzo – comincia un’azione di spinta nei confronti dell’amministrazione, e si mette a disposizione per dare impulso alla miglior scelta possibile, cioè arrivare con certezza e rapidità allo spostamento dalla sede attuale del mercato ittico all’ingrosso a Val da Rio, dove oggi sta il deposito di gpl».
Secondo l’ex sindaco e capogruppo in Regione, «non si sta decidendo a Chioggia, ma quel testo è stato scritto in modo verticistico su tavoli diversi, da soggetti che non conoscono la realtà, rischiando errori madornali. Inoltre, un tema così scottante dev’essere valutato da un consiglio comunale aperto alle categorie». Anche i consiglieri Barbara Penzo e Jonatan Montanariello sono della stessa opinione: per la prima «l’odg è stato calato dall’alto senza preavviso in commissione e protocollato all’ultimo, nonostante i pareri contrari all’interno tra cui gli assessori Stecco e Veronese. Eppure recentemente abbiamo votato all’unanimità, su mozione proprio del M5S, lo spostamento del mercato ittico a Val da Rio: la loro ultima mossa è irrazionale e illogica, campata per aria senza uno studio della viabilità. Chioggia non può permettersi fratture interne né idee poco chiare nella visione di città». Montanariello ricorda come anche relativamente alle crociere il gruppo consiliare smentisca il sindaco, che aveva fatto riferimento solo all’arrivo di navi di modeste dimensioni e non delle grandi navi sloggiate da Venezia: «Intanto aumenterà l’urbanizzazione dell’isola, con l’intervento all’ex cementificio. Cosa succede nella maggioranza? Chi decide, Toninelli a Roma oppure Chioggia? E il bilancio partecipato dov’è? Il caos regna sovrano».

la playlist video di tutti gli interventi:

venerdì 22 febbraio 2019

IL VICESINDACO MARCO VERONESE SPIEGA LO STATUS QUO DELLE 132 CASE DEMANIALI SULLA RIVA SETTENTRIONALE DEL LUSENZO

Nella zona a nord del Lusenzo sono presenti 132 unità abitative in area demaniale, di cui l'ente sta iniziando a chiedere conto. Lo Stato è infatti proprietario di un'area piuttosto ampia a Sottomarina, che già a partire dai primi anni del '900 è stata interessata da occupazioni di privati, i quali hanno costruito fabbricati ad uso residenziale e commerciale. Dice il vicesindaco Marco Veronese: «Come ha specificato l'Agenzia del Demanio in una nota del 19 settembre scorso, la quasi totalità dei fabbricati costruiti sul compendio demaniale denominato “ex aree imbonite nella fascia lagunare Sottomarina” è stata realizzata antecedentemente alle sdemanializzazioni effettuate con decreti del 19 luglio 1950 e del 10 febbraio 1965 e prima dell'entrata in vigore della legge urbanistica del 1967. Negli anni gli “occupanti” hanno pagato le tasse e acquisito i titoli ritenuti legittimi per l'epoca. La scheda VEB0676 conta 132 immobili, a cui corrispondono circa 200 famiglie, la maggior parte si persone anziane. L'amministrazione comunale, anche prima dell’estate 2017, ha continuato a lavorare con i parlamentari che da Roma seguono l’arcinota vicenda, mettendosi in contatto a più riprese con l'Agenzia del Demanio del Veneto, proprio per dare risposte ai senatori e deputati impegnati a trovare una soluzione politica alla grave “anomalia” che si è generata dopo cent’anni. Tutte le forze politiche hanno sposato un provvedimento che l'amministrazione ha già utilizzato in passato per risolvere una situazione similare nello stesso territorio.
Tale provvedimento è stato presentato due volte nelle precedenti leggi di stabilità (dal M5S, dal PD e da Forza Italia), ma ritenuto inammissibile per estraneità di materia. È stato di nuovo presentato come emendamento nel DL Semplificazioni 2019, ma si è fermato nelle commissioni riunite V e VIII del Senato a gennaio, per un parere negativo della Ragioneria dello Stato, seppure nel parere del Demanio - Dipartimento Finanze, si leggesse testualmente: “Si presume che la disposizione, laddove ci sia la volontà politica, miri a superare le sopra cennate difficoltà risolvendo l’annosa questione”, con chiaro significato dell’auspicio da parte del Demanio dello Stato. La Ragioneria ha lamentato la mancanza di una relazione tecnica da parte dell'Agenzia, ma non possiamo rimproverare nulla al Demanio del Veneto, dato che ha supportato l’amministrazione di Chioggia con molto impegno, tant’è che nei giorni cruciali di gennaio, con il DL Semplificazioni in corsa, e tutte le forze politiche “sul pezzo”, l’amministrazione ha risposto punto per punto alle perplessità della Ragioneria dello Stato, relazionando loro in merito ai costi dei terreni e all’ammontare dei canoni pregressi; tutto si è svolto in diretto collegamento tra l’amministrazione, il Ministero per lo Sviluppo Economico e l’Agenzia del Demanio del Veneto. Non è bastato. Procederemo dunque con una richiesta formale della relazione tecnica al Demanio del Veneto, come da sollecito della Ragioneria dello Stato; questo in vista del prossimo provvedimento legislativo utile per inserire di nuovo la questione di Riva Lusenzo. I tempi tecnici per l'iter di un disegno di legge sarebbero troppo lunghi, dobbiamo trovare rapidamente un'altra soluzione per Chioggia, che faccia da apripista per altri Comuni. È un problema che rischia di diventare anche sociale: sono coinvolte tante famiglie non in grado di gestire un dramma del genere, con l'incognita di dover pagare cartelle di 150/200mila euro che non possono assolutamente sostenere. L'amministrazione comunale continuerà ad impegnarsi ancora e con maggiore tenacia per i cittadini della zona: si deve trovare una soluzione per chi continua a pagare tasse ed imposte (anche sui terreni su cui sono edificate le case), per chi nei passaggi di proprietà ha già versato denari allo Stato, per chi oggi si trova ancora in un limbo, vecchio di cent’anni».

MERCATO ITTICO AI SALONI, ANCHE L'ASSESSORE STECCO BOCCIA L'ORDINE DEL GIORNO DEL M5S: IN CONSIGLIO COMUNALE MARTEDÌ 26

È stata convocata per martedì 26 febbraio dalle ore 16 la seduta del consiglio comunale di Chioggia, che all’ordine del giorno presenta 21 argomenti, quasi tutte mozioni delle opposizioni. Al penultimo titolo sta anche il discusso documento del M5S che postula lo spostamento del mercato ittico all’ingrosso all’isola Saloni. Già ieri il vicesindaco Veronese, al microfono di Chioggia Azzurra, aveva preso le distanze dall’ipotesi, e oggi anche l’assessore alla pesca e ai mercati Daniele Stecco dichiara il proprio disaccordo.
«Durante la commissione mercato tenutasi venerdì scorso - spiega l’assessore – avevo anticipato che sarebbe stato aperto un tavolo di confronto con pescatori, operatori del mercato e cittadini. Ora scopro che qualche consigliere di maggioranza presenta un ordine del giorno senza condividerlo prima». Intanto domani mattina il Partito Democratico ha convocato una conferenza stampa per esporre il proprio parere in materia.

giovedì 21 febbraio 2019

MERCATO ITTICO AI SALONI? IL VICESINDACO VERONESE È PERPLESSO ED EVITA FUGHE IN AVANTI: "SERVONO PRIMA STUDIO DI FATTIBILITÀ E CONSENSO DEI CITTADINI"

Il vicesindaco Marco Veronese frena sull’ipotesi, avanzata nei giorni scorsi dal consigliere stellato Daniele Padoan, di traslocare nella zona portuale dell’isola Saloni il mercato ittico all’ingrosso. L’ipotesi sarà contenuta in un ordine del giorno che dovrebbe essere presentato alla prossima seduta del consiglio comunale. «Bisogna studiare bene la situazione – esordisce Veronese – facendo tutti i passaggi del caso, nel rispetto dei princìpi sui quali si è affermato il M5S».
Il vicesindaco fa riferimento alla necessità di uno studio preliminare di fattibilità dell’opera, onde evitare fughe in avanti: «In tal caso, urgerebbe avere poi l’appoggio dei residenti, prima ancora di coinvolgere le associazioni di categoria del commercio e della pesca. La competenza sull’area poi è dell’Autorità Portuale, così come sul ponte del Musichiere: per questo bisognerà capire se sarebbe disposta a raddoppiare la viabilità, creandone una differenziata per abitanti rispetto ai camion del mercato».
Veronese non intende spostare il problema di questi ultimi da punta Poli -in ebollizione nelle ultime settimane- ai Saloni, quartiere che ha vissuto una urbanizzazione maggiore con l’ultimo intervento di Ecohouse dove ha trovato sede anche la polizia locale. Il vicesindaco tuttavia non nega qualche perplessità relativa al fatto che una seconda viabilità e il raddoppio del ponte eliminino rumori ed emissioni, delle quali i cittadini soffrono già oggi con i mezzi di servizio alle imprese ittiche vicine alle case.
Sempre in ossequio ai valori fondanti dell’azione politica a Cinque Stelle, Veronese ricorda che il Movimento ha detto no in sede di Comitatone alle grandi navi dentro la laguna, che è anche sito protetto dall’UNESCO: «Le banchine hanno un limite fisico, e lo stesso dicasi per lo status quo imposto dal Mose, anche inferiore agli 11 metri. Per questo puntiamo e rivendichiamo la crocieristica minore, dal momento che le navi da 200mila tonnellate non possono entrare alla bocca di porto. L’unica disponibile sarebbe quella dove è in ultimazione il deposito di gpl». E questo senza considerare che nel recente passato sono stati approvati atti pubblici, di consiglio e di giunta, che preventivavano il mercato ittico proprio in Val da Rio e appunto le crociere ai Saloni.

mercoledì 20 febbraio 2019

RIUNIONE IERI IN REGIONE IN TEMA DI RIPASCIMENTO DEL LITORALE DI ISOLAVERDE: SUL TAVOLO LA SOSPENSIONE DI UNA PARTE DEL CANONE CONCESSORIO

Ieri il vicesindaco e assessore all'Ambiente Marco Veronese, assieme ai rappresentanti delle associazioni di categoria delle spiagge Ascot, Gebis e Cisa Camping, ha partecipato ad un incontro a Venezia nella sede della Regione Veneto in tema di ripascimento del litorale. Sul tavolo diversi argomenti: dal programma dei lavori ai pennelli delle dighe di Isolaverde, per cui verrà convocata a breve dalla Regione una seduta della commissione Pesca (i lavori dovrebbero essere conclusi entro la primavera, per una spesa da parte della Regione di un milione e 800mila euro), all'atteso collaudo della diga soffolta di Sottomarina, che sarà a cura del Provveditorato alle Opere Pubbliche, fino ai danni a seguito del maltempo e delle mareggiate di fine ottobre 2018, che richiedono urgenti interventi di ripristino della battigia con il trasporto e ricollocazione in sede di nuova sabbia.
«La Regione Veneto, che ha competenza per le attività di ripascimento, ci ha comunicato che entro maggio 2019 eseguirà le operazioni a Isolaverde, la zona più colpita dal maltempo di fine ottobre», commenta il vicesindaco Veronese. «Qui verranno ripristinati 30mila metri cubi di sabbia, per una spesa di 600mila euro. La Regione stanzierà per il ripascimento a Isolaverde ulteriori 2 milioni dai fondi dell'alluvione entro l'inverno del 2020; mentre è stato chiesto di ripristinare il milione destinato al litorale sud di Sottomarina, come annunciato dalla stessa Regione lo scorso 14 novembre a Eraclea in occasione della conferenza dei sindaci del litorale veneto. Ho inoltre sollecitato il collaudo delle dighe soffolte a Sottomarina, per essere informati della loro reale efficacia per la difesa del litorale: i lavori erano stati effettuati dall'allora Consorzio Venezia Nuova, che dovrebbe consegnare le opere alla Regione».
Infine, si è convenuto di porre un quesito al Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti in merito alla legge 145/2018 approvata dal Consiglio dei Ministri dopo l'alluvione, che prevede la sospensione del pagamento di una parte della concessione per ripristinare le attività balneari danneggiate. Non è chiaro se la legge faccia riferimento non solo alle strutture di proprietà dei concessionari, ma anche alle aree demaniali del litorale erose. La Regione ha inoltre ricordato che sono possibili interventi di ripascimento manutentivo da parte dei privati, richiamando la deliberazione della Giunta Regionale n. 1215 del 15 luglio 2014 che pone il limite dei 20mila metri cubi senza caratterizzazione delle sabbia, purché provenga da accumuli della stessa fascia di litorale.

martedì 19 febbraio 2019

GIUDICE DI PACE, IL SINDACO SCRIVE AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA: "LIMITI LA COMPETENZA ALLA SOLA CHIOGGIA". È POLEMICA CON CAVARZERE E CONA

Oggi il sindaco Alessandro Ferro ha inviato una lettera al Ministero della Giustizia in merito all'fficio del Giudice di Pace in via della Stazione a Chioggia. Nello scritto si chiede di modificare la circoscrizione giudiziaria, limitandone la competenza al territorio del solo Comune di Chioggia, escludendo quindi i due Comuni del distretto Cavarzere e Cona che, nonostante le ripetute richieste e proposte di ripartizione di costi effettuate dal Comune di Chioggia nell'arco di quasi 5 anni, non hanno mai compartecipato alle spese del servizio. «La volontà dell’amministrazione comunale espressa in questi anni è stata chiara fin da primo momento», precisa Ferro.
«Abbiamo continuato ad assumerci interamente gli oneri relativi alle spese di funzionamento ed erogazione del servizio del Giudice di Pace, compresi quelli del personale assegnato (che, ricordo, è su base volontaria). La disponibilità del Comune di Chioggia finora è stata massima, ma oggi non possiamo più sostenere costi per servizi offerti a favore di altri enti. Tutte le proposte di convenzione a tre formulate nel tempo dal Comune di Chioggia ai Comuni di Cavarzere e Cona, nonostante le aperture di quest'ultimo, sono cadute nel vuoto, ed ora è arrivato il momento di intervenire». Il problema legato ai Giudici di Pace è di carattere nazionale: un servizio delicato, che è materia di competenza del Ministero della Giustizia, viene attualmente gestito e finanziato dai singoli Comuni. «Tanti sindaci in Italia condividono una storia simile – aggiunge il sindaco di Chioggia – e non possiamo perdere l'ufficio del Giudice di Pace, ma non possiamo nemmeno andare avanti in questo modo, per problemi di costi e di organico».

MERCOLEDÌ MATTINA ALBERGATORI E BERSAGLIERI RIPULIRANNO L'ESTERNO DEL KURSAAL IN LUNGOMARE

L'Associazione Albergatori di Sottomarina e il consorzio di promozione turistica Lidi di Chioggia fanno sul serio riguardo al Kursaal. Domani mattina dalle ore 9.30 si raduneranno infatti assieme all'associazione Bersaglieri per compiere la pulizia esterna dello stabile in degrado sul lungomare, da tempo abbandonato a se stesso e murato per via delle incursioni dei vandali. Nel novembre 2017 anche il PD clodiense assieme all'associazione Link aveva provveduto a ripulire l'area esterna al centro congressi. L'intenzione degli albergatori, da tempo esplicita, è che il Comune di Chioggia acquisisca l'immobile dalla Città Metropolitana di Venezia, che lo ha inserito nell'elenco dei beni da vendere: il progetto dell'ASA prevede una spesa di 360mila euro per la ristrutturazione e 18mila euro annui per gli interventi di efficienza e manutenzione.

venerdì 15 febbraio 2019

LA SOCIETÀ MOSELLA RINUNCIA A "PRIVATIZZARE" IL MARCIAPIEDE CONTROVERSO AI MURAZZI, DECADE L'AUTORIZZAZIONE A OCCUPARLO

«La società Mosella ha comunicato formale rinuncia in merito all'anticipata occupazione demaniale del tratto di marciapiede a fianco del Murazzo nord di Sottomarina e, a seguito di ciò, il Provveditorato alle Opere Pubbliche ha revocato l'autorizzazione precedentemente rilasciata». Lo riferisce in una nota il vicesindaco del Comune di Chioggia, Marco Veronese. «L'amministrazione comunale, alla luce di queste comunicazioni, ha scritto alla Regione e agli interessati e prenderà atto che la delibera in oggetto non ha più effetto. Ribadisco che non entriamo nel merito del progetto e il nullaosta era subordinato alla concessione regionale e al rispetto delle prescrizioni, che comprendevano la realizzazione di 210 metri di nuovo percorso pedonale alternativo a fianco della pista ciclabile».

COMMISSARIATO DI POLIZIA VERSO LA CITTADELLA DELLA GIUSTIZIA, LA GIUNTA DÀ L'OK ALLA PERMUTA CON DEMANIO E MINISTERO

Primo passo ufficiale per il futuro trasferimento del Commissariato di Pubblica Sicurezza nella cittadella della giustizia all’ex macello comunale. La giunta infatti ha deliberato con atto di indirizzo di procedere alla permuta con l’Agenzia del Demanio e il Ministero dell’Interno, destinata ad attribuire loro il complesso dei beni immobili in questione in cambio dell’annullamento della decurtazione dei minori trasferimenti erariali da parte dallo Stato al Comune di Chioggia avvenuti a seguito del federalismo demaniale.
L’amministrazione comunale avrebbe allo stesso tempo un introito consistente nelle locazioni attive sui beni oggetto di trasferimento in proprietà. Rispetto a una precedente risoluzione del novembre 2017, che postulava l’utilizzo degli stabili quale sede dei Servizi Demografici del Comune, è evidente che il loro passaggio nella disponibilità del Demanio e del Ministero dell’Interno segna la chiara volontà di destinare la cittadella della giustizia -attualmente occupata dalla sola attività del giudice di pace- a nuovo comando della Polizia di Stato.

mercoledì 13 febbraio 2019

GIORGIO BELLEMO "CAPO DEI BANDITI": A NOVEMBRE IL CO.GE.VO. ERA STATO AVVISATO DELLA DIGA SOFFOLTA A ISOLAVERDE

I concessionari balneari rispondono ai vongolari di mare del Co.Ge.Vo. che ieri mattina hanno protestato alla Capitaneria di Porto di Chioggia per il mancato avviso del ripascimento del litorale a Isolaverde, che compromette le coltivazioni delle vongole nel fondale fangoso antistante la spiaggia. Il presidente di Ascot Giorgio Bellemo conferma che, contestualmente alla posa delle boe, un’ordinanza della Guardia Costiera e una comunicazione del Genio Civile sono pervenute al Consorzio Gestione Vongole già a novembre: «Forse ci sono stati problemi con informazioni date in vari step – continua Bellemo – ma non si tratta nemmeno di ripascimento, essendo la diga soffolta il proseguimento di quella esistente con 12 nuovi pannelli sommersi.

Ho stima per Michele Marchi e il lavoro del Co.Ge.Vo., ma è necessario che anche i miei consociati siano rispettati. Paghiamo la Tari per una spiaggia erosa di cui non godiamo più, e che è diventata mare». Da Ascot si sottolineano gli articoli dei mesi scorsi, quando le forti mareggiate avrebbero compromesso la semina del novellame di bivalvi, alla luce delle quali i vongolari di mare hanno chiesto un contributo alla Regione: «Ora l’ente veneto aggiusterà la situazione contemperando le esigenze – concludono i concessionari - ma interrompere i lavori ora col bel tempo significherebbe buttare quanto è stato fatto, penalizzandoci ancora. A Isolaverde c’è solo la posa di pietre, non lo scavo né il dragaggio, per cui nessun intorbidimento delle acque».

martedì 12 febbraio 2019

OGGI A VENEZIA IL SETTIMO TAVOLO TECNICO PER FORTE SAN FELICE. IL COMUNE CHIEDE LO STRALCIO DELLA "COMPENSAZIONE IDEALE" DEL DEPOSITO DI GPL

Oggi a Venezia, nella sede del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche, si è tenuto il settimo tavolo tecnico relativo alla valorizzazione di Forte San Felice, alla presenza dei rappresentanti del Comune di Chioggia (il vicesindaco Marco Veronese e l'assessora all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici Elga Messina), del Ministero della Difesa (task force per la valorizzazione e dismissione degli immobili), della Marina Militare, dell'Agenzia del Demanio, della Soprintendenza lagunare all'Archeologia e Paesaggio, della Direzione generale Musei in seno al MIBAC, del Polo Museale del Veneto, del Consorzio Venezia Nuova, dell'Istituto Nazionale dei Castelli e del Comitato Forte San Felice. «Con la Regione, l'assessora Messina e i tecnici comunali hanno trattato il tema della variante urbanistica da attuare – commenta il vicesindaco – e poi è stato dato spazio agli aggiornamenti della bozza di accordo di valorizzazione del Forte.
Il Comune di Chioggia ha chiesto, e fatto mettere a verbale, le modifiche da effettuare, tra cui la cancellazione della parte dell'allegato 3 relativo alle opere "a compensazione ideale” della presenza del deposito di gpl: di queste tre righe risulta che non fosse a conoscenza alcuna parte politica dei Ministeri prima di ieri. È stato espresso generale disappunto in merito alla diffusione all'esterno dei tavoli tecnici delle bozze di lavoro, contenenti errori, e che necessitavano di modifiche, le quali dovevano essere discusse proprio nella sede di oggi. Ripeto che l'amministrazione comunale sostiene che non esista alcuna compensazione ideale per la presenza del deposito di gpl in Val da Rio. Sono rimasto amareggiato - conclude l'assessore Marco Veronese - dal comportamento dei comitati, che sono invitati a collaborare per il bene della città e a sollecitare, se necessario, l'amministrazione comunale, ma non a sostituirsi ad essa».

SOCOGAS: NON SAPPIAMO NIENTE DI UNA COMPENSAZIONE TRA DEPOSITO DI GPL E FORTE SAN FELICE, SONO ILLAZIONI

Anche Socogas e Costa Bioenergie, dopo il vicesindaco Marco Veronese, rispondono alla fuga di notizie relativa alla clausola ipotetica ventilata da ignoti nella bozza dell’accordo di valorizzazione del Forte San Felice, che prevederebbe investimenti dell’impresa di Fidenza nel Forte quale compensazione del deposito di gpl. Nessun baratto, assicurano dall’azienda: «Non ci stupisce che il comitato No Gpl continui a diffondere notizie errate e fuorvianti, strumentalizzando situazioni e lanciando accuse infondate e tendenziose, che vanno a minare la reputazione di aziende e autorità.
Costa Bioenergie non è a conoscenza di alcunché relativamente al tavolo tecnico per il Forte San Felice, non conosce in alcun modo il dossier, né si è mai sottratta al dialogo con chicchessia, purché fondato sul reciproco riconoscimento e su dati reali, non su fantasie allarmistiche e strumentali finalizzate ad alimentare un clima dannoso per la comunità».

lunedì 11 febbraio 2019

IL VICESINDACO SPARA A ZERO SUL COMITATO NO GPL IN MERITO ALLA BOZZA DI GESTIONE DEL FORTE SAN FELICE

Il vicesindaco Marco Veronese stigmatizza alcune osservazioni ricevute dal comitato No Gpl in merito alla bozza per la gestione del Forte di San Felice. «Il 15 gennaio - scrive Veronese in una nota - il Comune di Chioggia ha ospitato il sesto tavolo tecnico sulla rivalutazione di Forte San Felice. In quella occasione è stata consegnata anche al Comune una prima bozza interna in fase embrionale (non protocollata, né completa) con la promessa, nel frattempo, di leggerla e di produrre le osservazioni e le modifiche del caso da parte di tutti gli enti coinvolti al prossimo tavolo tecnico, che si terrà domani a Venezia. Oggi invece apprendo della diffusione alla stampa da parte del comitato No Gpl, che tra l'altro non fa parte del tavolo tecnico, di questa prima bozza da modificare: invece di chiedere prima chiarimenti all'amministrazione è stata preferita la fuga di notizie, errate e incomplete. Preciso inoltre che domani a Venezia non è in programma alcuna firma di accordo di valorizzazione con i Ministeri, e anzi a questo punto capiremo chi è il responsabile della diffusione di informazioni (tra l'altro sbagliate) all'esterno del tavolo tecnico. Questo modus operandi non è tollerabile e va a minare la collaborazione che c'è stata fino a questo momento. Il comitato No Gpl ha preso la via della strumentalizzazione ad ogni costo, invece che del dialogo costruttivo. L'attuale amministrazione è attiva dal primo giorno di insediamento e in tutte le sedi possibili per contrastare l'impianto. Siamo ovviamente dell'idea che non esista alcuna compensazione ideale per la presenza del deposito di gpl in Val da Rio, e per questo domani chiederemo lo stralcio dell'allegato 3, come di altre modifiche. Spiace che non si lavori con la stessa correttezza con cui ho cercato di lavorare fino ad ora, per il bene della città».

sabato 9 febbraio 2019

EX CORDERIA DEI CANEVINI, MONTANARIELLO (PD): "COME È STATO POSSIBILE AUTORIZZARE IL PERMESSO PER APPARTAMENTI?"

Il consigliere del Partito Democratico Jonatan Montanariello interviene sulla vertenza del sequestro penale imposto ai titolari dell'immobile in costruzione a Borgo San Giovanni, in luogo dell'ex corderia dei "canevini". «Strano caso - esordisce l'esponente della minoranza - quello dell'assessora all'Urbanistica Elga Messina, che finora non si era mai pronunciata, se non per rispondere lo scorso novembre all’interrogazione depositata dei consiglieri di opposizione, dove opponeva le questioni dei vincoli. Gli stessi consiglieri che quando chiedevano all'ufficio Patrimonio lumi relativi alla demolizione dell'edificio, veniva loro risposto che era tutto a posto».
Montanariello giudica «inappropriato» l'intervento dell'assessora: «Da quando la Messina fa l’avvocato difensore di un abuso in corso, chiarendo che il vincolo non sussiste, e non invece per complimentarsi con chi ha bloccato questo scempio? Da quando un'assessora grillina depotenzia l’attività della magistratura? Oppure dopo la vicenda Diciotti il Movimento ha cambiato rotta in materia di giustizia? Lasciamo che i giudici facciano i giudici e che gli architetti controllino l'attività dei propri uffici». Il membro del PD intende «approfondire il perché sia stata autorizzata la ristrutturazione con importante ampliamento (di fatto stravolgendo l'edificio originario) di un immobile di certo dichiarato di interesse culturale in quanto facente parte dell'archeologia industriale».
Altra domanda di Montanariello: «Là il vincolo cimiteriale c’è? Se non c’è, come mai? E se c’è, vale il Piano Casa con il vincolo cimiteriale? Come si fa a non stravolgere le fattezze dell edificio originario, rilasciando un permesso che prevede un appartamento al piano superiore e un edificio in ampliamento a sud, stravolgendo così il disegno dell'edificio antico?».