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giovedì 3 gennaio 2019

TARI, A RICCIONE IL COCORICÒ PAGA L'ARRETRATO PER NON ESSERE CHIUSO. DOLFIN: “LO FACCIA ANCHE CHIOGGIA COI BALNEARI”

Continua a far discutere la vertenza TARI, che negli ultimi anni ha opposto molti concessionari balneari da un lato, e Veritas assieme al Comune dall’altro. Il contenzioso in tribunale finora si sta risolvendo a favore di queste ultime due parti, costrette peraltro ad aumentare la tariffa di asporto rifiuti alle altre utenze, per compensare i mancati introiti da parte dei balneari. Nel difficile tentativo di trovare una mediazione, operato ultimamente dall’assessore Stecco, si inserisce un possibile precedente: La Nuova Venezia in edicola oggi riporta il caso di Riccione, ove il Comune è intervenuto allo scopo di sospendere alla nota discoteca Cocoricò la licenza di agibilità attorno al Capodanno e per tre mesi, in quanto il locale risulta moroso proprio nel pagamento della TARI per 8000 euro in tre anni.
Per poter riaprire in tempo a realizzare gli eventi programmati, il gestore del Cocoricò ha deciso di pagare in una sola mandata tutto il precedente insoluto. Qualora l’amministrazione clodiense facesse come la città romagnola, sarebbero a rischio oltre trenta stabilimenti di Sottomarina, mettendo in ginocchio l’intera stagione estiva 2019; a quel punto ai concessionari non resterebbe che seguire l’esempio della discoteca rivierasca, e pagare tutto di modo da aprire capanne e ombrelloni. Una soluzione verso la quale spinge il consigliere di opposizione Marco Dolfin: «Bisogna avere coraggio, cosa che questa amministrazione non ha.
Sono 2 anni e mezzo che il Movimento 5 Stelle governa la città, promettendo la riduzione della TARI e il recupero di quanto non versato dagli inadempienti, ma ad oggi di concreto su questo fronte non è stato fare niente, continuando ad approvare bilanci che prevedono l’aumento della tariffa. Altro che togliere le concessioni facendo la voce grossa! Vediamo se hanno il coraggio di prendere l’iniziativa come ha fatto la sindaca di Riccione, ma ho molti dubbi in tal senso», conclude l’esponente leghista.

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