Chioggia come simbolo. L’affollata presentazione di un volume scritto dal magistrato Antonio Abrami, ieri pomeriggio all’auditorium San Nicolò, è stata il pretesto per contribuire a fare assumere un rilievo ancora più nazionale al caso del deposito di gpl in Val da Rio. Non solo infatti all’iniziativa del comitato Attuare la Costituzione hanno partecipato insigni personalità del diritto e della scienza -primo fra tutti l’ex presidente della Corte Costituzionale Paolo Maddalena- ma anzi lo spettro della vicenda si è collegato ai temi dell’acqua, della protezione medica, dell’impatto economico («costi rilevantissimi e benefici zero per la città», è stato detto) in altre situazioni consimili lungo il suolo italiano.
Tanto che al termine del convegno è stata presentata la Carta di Chioggia 2019, che chiede l’istituzione di una Corte Europea per l’ambiente, del dipartimento di Giustizia Ambientale e una Procura nazionale per la salute. Per quanto riguarda la battaglia No Gpl, alle fasi cruciali con l’udienza romana del 24 gennaio, delocalizzazione è sempre più la parola d’ordine e l’obiettivo ribadito anche ieri dal comitato, ovvero spostare l’impianto praticamente ultimato in altra sede, lontana dalle abitazioni e dalle attività. Ma è lo stesso Abrami a spronare gli attivisti a continuare comunque in sede civile la contesa, con una causa collettiva per lesioni ai diritti universali di salute e sicurezza: «La via giudiziaria è quella maestra», si è ripetuto più volte al folto pubblico, tra cui esponenti delle categorie economiche e molti studenti dell'istituto tecnico Cestari Righi.
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