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martedì 22 gennaio 2019

MENSE SCOLASTICHE, IL RESPONSABILE DI GEMEAZ IN COMMISSIONE: "IL CIBO SCADUTO ERA L'ECCEDENZA TORNATA INDIETRO DA UNA SCUOLA CHIUSA"

Come era prevedibile, la commissione consiliare convocata per discutere del caso dei cibi scaduti nel frigorifero del centro di cottura per le mense scolastiche in territorio comunale si è scaldata con gli interventi dei genitori, dell’azienda Gemeaz Elior e dei consiglieri, in particolare di opposizione. Mentre è ancora in corso l’indagine interna affidata all’avvocatura civica, il responsabile nazionale per la refezione alle scuole di Gemeaz, Stefano Barassi, ha spiegato cosa è successo nella fattispecie che ha portato i carabinieri a sequestrare 60 kg di cibo scaduto lo scorso 7 gennaio alle cucine di San Felice: «Si tratta dell’eccedenza tornata indietro da una scuola, nel frattempo chiusa. Materiale erroneamente congelato in attesa dello smaltimento da parte di un’azienda autorizzata, affinché non deperisse nel mentre. Sarebbe bastato mettere un cartello per avviso, tanto che il prodotto non sarebbe mai stato utilizzato». Barassi ricorda come «ogni dato, anche le scadenze, viene registrato automaticamente. Il laboratorio di analisi è esterno, e certifica che usiamo sempre prodotti freschi».

«Profondamente delusi e arrabbiati» si dicono i genitori, rappresentati in commissione da Damiano Colombo: «Non abbiamo più fiducia nell’amministrazione, ha fatto orecchie da mercante sul contratto integrativo. Nessun passo avanti visto finora, bisogna pensare a modelli completamente diversi di alimentazione, diversificando i menu». Colombo annota la «carenza di personale cronica nel centro cottura», e spinge per i prodotti a km zero: «Il 50% del cibo dei refettori viene gettato. No al filetto di pesce dall’Alaska quando c’è quello locale». A questo ha risposto la dirigente Daniela Ballarin: «L’introduzione di nuovi prodotti deve avere l’okay della ULSS per via della digeribilità, del valore nutrizionale. Anche per questo stiamo predisponendo dorsi di educazione alimentare per bambini e genitori».

La stessa dirigente ha anche dovuto rispondere agli attacchi del consigliere di minoranza Jonatan Montanariello, che nella veste di «genitore arrabbiato che vuole il meglio per i bambini» ha ipotizzato un «risarcimento ai genitori»: secondo l’esponente dell’opposizione, «l’amministrazione dice una cosa e ne fa un’altra. Ovvero, il giorno stesso in cui il sindaco parlava di rivedere o revocare il contratto con Gemeaz, il Comune staccava una fattura da 15mila euro alla società. Prima di pagare si doveva capire se fosse possibile una rivalsa».

Al che, appunto, Daniela Ballarin ha ribattuto che «i contratti si rispettano, così i loro adempimenti. Ogni passaggio e decisione fin qui è stato concertata coi genitori, dagli uffici che hanno fatto il loro dovere e in sede di commissione mensa. Se ci saranno rimostranze nei confronti di Gemeaz, si potrà andare in compensazione. Questo è un servizio pubblico, già c’è in opera l’appendice al contratto che inasprisce le sanzioni, e non è giusto suggerire comportamenti errati. Il fatto è grave di per sé, ma circoscritto, perché i successivi controlli non hanno riscontrato niente altro». Nel frattempo, i genitori compilano quotidianamente un report per ogni plesso scolastico relativo alla qualità e quantità delle portate, al gradimento dei piccoli e altre annotazioni eventuali; sono state implementate buone pratiche e controlli senza preavviso. Molti indizi lasciano intendere che non ci siano i presupposti per revocare l’appalto: «Resta comunque un’occasione – ha concluso la dirigente Ballarin – per migliorare il servizio a prescindere».

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