Non si fa attendere la replica di Giuseppe Casson alla nota diffusa ieri dai ministri del Movimento 5 Stelle, a proposito della sentenza che il 24 gennaio il Consiglio di Stato dovrà esprimere in merito ai ricorsi presentati dal Comune di Chioggia e dal WWF riguardo il deposito di gpl in costruzione a Val da Rio. L’ex sindaco, chiamato in causa da Di Maio, Toninelli e Bonisoli, parla esplicitamente di «comiche ridicole»: secondo Casson, «i Ministeri che hanno gestito interamente il procedimento di autorizzazione del deposito, con un decreto interministeriale, riconoscono di aver emesso un atto nullo, ma ne attribuiscono la responsabilità al Comune, commettendo un errore tecnico madornale. Se riconoscono come nullo il decreto, prendano le decisioni conseguenti: ne hanno tutti i poteri! Sono loro, oggi, lo Stato. Ma invece di decidere -tipico del M5S che ad ogni livello nulla fa e nessuna responsabilità assume- mandano una nota al Consiglio di Stato auspicando che venga riconosciuta la nullità del loro provvedimento! Non decidono nulla e lasciano ad altri, cioè ai giudici, la responsabilità di decidere».
Casson afferma che il ruolo del Comune è stato «marginalissimo in una vicenda gestita interamente dallo Stato: è stato reso un parere (che peraltro ho sempre riconosciuto come sbagliato) dalla struttura tecnica comunale, senza che ci sia mai stato alcun coinvolgimento della parte politica, della quale non esiste un atto che sia uno o un qualsiasi documento o lettera a mia firma». Nella sua dichiarazione a Chioggia Azzurra, l’ex primo cittadino postula che «il mancato coinvolgimento della giunta e della parte politica è legato alla volontà di Roma di chiudere il procedimento senza che venissero svolti i necessari procedimenti di VIA e di variante al PRP, con i quali vi sarebbe stato il necessario coinvolgimento dell’intera città. Come ho detto pubblicamente in più occasioni – prosegue Giuseppe Casson - Roma ha deciso di chiudere la “partita” d’imperio e in modo platealmente illegittimo alla metà del primo tempo, senza consentire che venisse svolta la restante parte della partita, quella più importante e decisiva!
Di tutto questo e di numerose altre illegittimità ho scritto diffusamente in diversi esposti alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. È quindi una procedura pregna ed infarcita di vizi di ogni genere, per esclusiva responsabilità dei Ministeri procedenti. Quanto, da ultimo, alla Commissione di Salvaguardia, la convocazione deve essere fatta dagli enti che gestiscono la procedura, in questo caso dai Ministeri stessi! Il richiamo della legge speciale alla convocazione da parte del sindaco va evidentemente riferito alle sole procedure che siano di diretta gestione comunale, non invece a quelle interamente governate da altri enti, in questo caso MISE e MIT».
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