Stanno tornando da Roma gli attivisti del comitato No Gpl e gli esponenti dell'amministrazione comunale di Chioggia, che oggi si sono riuniti nella sede del Ministero per lo Sviluppo Economico con i dirigenti e i legali della società Costa Bioenergie per dirimere la questione del deposito di gpl in Val da Rio, oggetto anche di ricorso in trattazione al Consiglio di Stato. Erano presenti, oltre a Roberto Rossi, Mario Gianni, Maria Rosa Boscolo Chio e Davide Varagnolo per il comitato, al sindaco Alessandro Ferro e all'assessore all'Ambiente Marco Veronese, anche i tecnici e i vertici dei ministeri: la capo di Gabinetto del MISE Elena Lorenzini, la sua omologa Tiziana Coccoluto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ilaria Rossi Picciloni del Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti, il funzionario Francesco Vanin e i rappresentanti di Assocostieri.
«Abbiamo riscontrato la volontà e la disponibilità dei Ministeri di trovare una definizione della vicenda», ha commentato il sindaco Ferro. «All'incontro si è ripercorso l'iter autorizzativo del deposito, con tutte le sue criticità. L'amministrazione comunale sta facendo di tutto e di più perché sia messa in discussione l'entrata in funzione del deposito in Val da Rio, e per questo stiamo lavorando con le massime istituzioni governative. Mi attendo dai Ministeri, che sono aperti per un ulteriore tavolo tecnico tra le parti, un passo concreto in questa direzione». Fa eco l'assessore Veronese: «Titolarità dei terreni, mancato parere della Commissione di Salvaguardia di Venezia e soprattutto mancata variante al Piano Regolatore Portuale sono stati i tre temi trattati e presentati nella relazione del Comune. Si è sottolineato inoltre che ad oggi le navi gasiere non possono entrare nel porto di Chioggia, e che siamo preoccupati per la sicurezza dei cittadini che abitano a poche centinaia di metri dal deposito. I Ministeri valuteranno queste criticità e ci aspettiamo una risposta».
Dal canto loro, i membri del comitato affidano una prima reazione alla pagina fb: «Da subito il MISE ha messo sul tavolo il problema del piano regolatore portuale e l'attuale mancanza delle autorizzazioni al passaggio delle navi gasiere. L'avvocato Rutigliano di Costa Bioenergie ha risposto che tali procedure sono tuttora oggetto di studio e la sede opportuna non è questa, mentre il direttore generale Giampaolo Zucchi ha ribadito con forza e preoccupazione la rilevanza dell'investimento economico messo in atto (35 milioni). Invece il comitato, l'amministrazione ed il MIT hanno ribadito che la procedura da seguire non poteva escludere le questioni connesse al porto». Il comitato No Gpl conferma che «sono state messe in evidenza le criticità dovute alla sicurezza nei confronti della popolazione e i problemi relativi ai terreni acquisiti dall'A.S.Po. e concessi in affitto. Riteniamo questo incontro un notevole passo avanti ed una apertura dei Ministeri, con un coinvolgimento a pieno titolo anche del comitato, mai avuto in precedenza: avanti così vinceremo la battaglia».
In serata, una scarna nota di Costa Bioenergie rileva la «coerenza tra il progetto seguito e le autorizzazioni ministeriali conseguite nel maggio 2015 con l’intesa della Regione Veneto». Nel comunicato vengono sottolineati i possibili benefici occupazionali ed economici in generale anche per la comunità di Chioggia: «Il confronto è stato sereno, civile e corretto - si legge - e si è concluso con l’intesa di successivi approfondimenti, nel rispetto delle prossime decisioni del Consiglio di Stato a seguito della discussione avvenuta il 24 gennaio scorso».
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