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giovedì 15 aprile 2021

AUMENTO SPROPOSITATO DEI CANONI DEMANIALI MARITTIMI, IN AZIONE LA FILIERA DELLA LEGA TRA VENEZIA E ROMA PER RIPORTARLI A CIFRE RAGIONEVOLI

Nel decreto Agosto del 2020, l'allora governo Conte II aveva portato la soglia minima del canone demaniale marittimo da versare, dalla cifra di 363 euro a 2500 euro annui, anche nei confronti dei titolari di micro-concessioni come i cartelli pubblicitari, le edicole, i campi sportivi, i rimessaggi per i surf, oltre che gli stabilimenti balneari. Lo scorso 23 febbraio il consiglio regionale del Veneto aveva approvato una mozione presentata dal consigliere chioggiotto Marco Dolfin, indirizzata a impegnare la giunta Zaia a farsi portavoce con il governo centrale per rivedere l'aumento, che raggiunge addirittura il 700% rispetto alla somma precedente.
In parallelo, comunica lo stesso Dolfin, è in azione la "filiera" fra i territori, Roma e Bruxelles: «Stiamo cercando - spiega l'esponente leghista - attraverso un emendamento al decreto Sostegni che ora è incardinato in discussione al Senato, di adeguare al ribasso l'aumento, portandolo fino a 500 euro e non i 2500 previsti. Si tratta di una disposizione vessatoria voluta dal precedente governo, contro la quale stiamo cercando di riportare la questione nei parametri della normalità, anche grazie all'interessamento dei parlamentari leghisti eletti nel territorio con i ministri Garavaglia e Giorgetti».

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