Giorni fa il primo cittadino Alessandro Ferro aveva parlato di un possibile «accordo con gli uffici» per superare il problema rilevato dalla Soprintendenza al Paesaggio, relativo al progetto di nuovo lungomare affidato all’architetto Zamengo, nella parte in cui prevedeva la collocazione di passerelle entro la spiaggia. Queste ultime dovranno essere realizzate in legno riciclato, il parere della Soprintendenza è vincolante: lo rileva il Servizio Autorizzazioni Paesaggistiche del Comune di Chioggia, in risposta ai colleghi dei Lavori Pubblici. Il minor impatto ambientale sarà accompagnato dallo stop ai lampioni e alla messa a dimora di nuovi alberi lungo le passerelle, di modo da garantire la maggior permeabilità visiva del panorama litoraneo.
Uno dei due passaggi, con sfondo carrabile per le operazioni di transito dei mezzi di soccorso e servizio, dovrà essere smantellato e realizzato ex novo. Rimane il problema di come garantire il passaggio ai non vedenti, visto che le precedenti mattonelle in laterizio erano dotate di rilievi tattili. La questione della «permeabilità visiva del litorale» fa sorridere Giorgio Bellemo, presidente dei concessionari balneari riuniti in ASCOT e sostenitore delle palme («possono essere installate, essendo piante ma non alberi da legno»), che invita l'amministrazione comunale a condurre i dirigenti e i tecnici della Soprintendenza al Paesaggio a un sopralluogo in città.
«Potranno vedere coi loro occhi - spiega Bellemo alle telecamere di Chioggia Azzurra - dove sia finita la "permeabilità visiva" nel comparto 6, vicino alla chiesa del Buon Pastore a Sottomarina, dove sorge la nuova Stalingrado dei condomìni (che, per carità, sono a norma). Oppure al parcheggio dell'isola dell'Unione... la politica deve governare i processi, invece qui latita completamente assieme all'amministrazione». Il sindaco, ritiene il presidente di ASCOT, è «affaccendato in altre faccende, ma negli uffici alcune pratiche prendono una velocità stratosferica, altre languono. Sono cinque anni che chiediamo adeguamenti al piano dell'arenile per la sistemazione dei bagni in spiaggia, ma non ci viene data risposta». Giorgio Bellemo conclude il suo intervento chiedendo una class action contro chi (l'imprenditore nautico Marino Masiero, ndr) ha bloccato finora a suon di ricorsi la costruzione del secondo ponte che attraverserà il Brenta, destinato a fermare il cuneo salino.
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