Questa mattina il sindaco Ferro e l'assessore alle politiche sociali Frizziero sono stati ascoltati a Venezia dalla V commissione consiliare regionale, competente in materia di sanità. Assieme ai due amministratori chioggiotti anche i presidenti dei comitati dei sindaci nel territorio dell'ULSS 3 Serenissima, per discutere le schede ospedaliere approvate dal consiglio regionale: la non accettabilità dei tagli a due primariati e 55 posti letto nel nosocomio clodiense è stata rappresentata dal sindaco, che paventa una «pericolosa spirale di declassamento, nonostante gli investimenti svolti fino ad ora per alcuni reparti e servizi all'utenza».
Durante l'audizione è stato chiesto se per Chioggia fosse possibile "compensare" alcuni posti letto con i Comuni di altri Distretti sanitari nella stessa ULSS, ma l'assessore Frizziero ha respinto con forza questa possibilità: «Non è una questione di scambiare posti letto, ma di salvaguardare un diritto a un servizio sanitario di qualità, che serve moltissime persone tra residenti e turisti. Chioggia condivide con Venezia la specificità lagunare e i complessi collegamenti viari, e deve rimanere presidio ospedaliero di primo livello, non ospedale di base». L'amministrazione chioggiotta attende una risposta entro il prossimo martedì 23 aprile.
Dal canto suo, la consigliera regionale Erika Baldin (sempre del M5S) ha ricordato i tempi di percorrenza da Chioggia all'ospedale all'Angelo di Mestre, anche 90 minuti: «Non vogliamo che questa peculiarità si rifletta in meno servizi - ha detto Baldin in aula - i quali invece dovrebbero essere garantiti, come previsto dal Decreto Ministeriale n.70 del 2015 e dallo Statuto regionale del Veneto. Il declassamento dell’ospedale di Chioggia deve essere evitato dalla Regione attraverso una specifica deroga, rispettando le norme di settore. Non si possono tagliare i posti letto, e le strutture di cura intermedie -hospice e ospedale di comunità- dopo tanti proclami e previsioni devono diventare realtà in Veneto. Solo per Chioggia sono 20 posti letto per l’ospedale di comunità e 5 per l’hospice, che si completano con gli altri 10 previsti per Cavarzere, città che fa parte del medesimo distretto socio-sanitario. Viceversa però la giunta regionale aumenta i posti letto per le strutture private: si rischia di fare la fine di alcuni Paesi in cui la sanità è un lusso a pagamento. Allo stesso modo, in Veneto si taglia sul pubblico per ingrassare il privato».
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