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martedì 23 aprile 2019

L'OSPEDALE DI CHIOGGIA TORNA "SPOKE" NEGLI EMENDAMENTI ALLE SCHEDE REGIONALI: ATTESA PER I POSTI LETTO E I PRIMARIATI

Buone notizie dalla Regione Veneto. L'assessora alla Sanità Manuela Lanzarin ha presentato oggi alla V commissione consiliare di palazzo Ferro Fini le bozze di modifica alle schede ospedaliere, che verranno formalizzate domani: l'ospedale di Chioggia torna a essere classificato come "spoke" rispetto all'hub di Mestre, e quindi non più "ospedale di base". Accanto a Chioggia, simile ripristino dovrebbe avvenire per gli ospedali di Villafranca (Verona), Montebelluna e Castelfranco (Treviso), mentre per il Civile di Venezia procede la modifica legislativa adeguata a corrispondere alle indicazioni nazionali. Pare quindi avere successo la mobilitazione congiunta dell'amministrazione comunale (martedì scorso il sindaco Ferro e l'assessore Frizziero sono stati auditi in commissione regionale), del PD, del comitato per la difesa della sanità pubblica nel Veneziano e del Movimento 5 Stelle.
La consigliera Erika Baldin, nel sottolineare la positività dell'evenienza, attende «ulteriori buone notizie perché si parla di una decina di apicalità in varie ULSS ad essere ripristinate. Continuiamo a lavorare per una sanità eccellente, la salute va messa al primo posto». La città resta quindi in attesa di conoscere se potrà recuperare i due primariati di Nefrologia e laboratorio Analisi, oltre ai 55 posti letto tagliati in prima istanza dalle schede ospedaliere, e allo sviluppo dell'hospice e dell'ospedale di comunità, di cui è parola già dal penultimo piano sociosanitario quadriennale.
Dal canto suo, il capogruppo del Partito Democratico Jonatan Montanariello manifesta la propria soddisfazione per l'evitato declassamento: «Bisogna opporsi a scelte sbagliate che vengono imposte dall’alto, e nonostante qualcuno si sia svegliato in ritardo dopo gli appelli per creare un’unità di intenti, probabilmente ciò ha risvegliato le coscienze anestetizzate dalle rassicurazioni di qualcuno». Il riferimento è all'amministrazione locale e alla consigliera Baldin: «Siamo profondamente delusi di essere stati tacciati come cassandre, e derubricati come litigiosi perché quanto sostenevamo stava in realtà per accadere. C'è il rammarico di doverci scontrare sempre con chi -invece di rappresentare la città nelle sedi opportune- punta il dito verso il prossimo: alla luce di quanto accaduto pesano come un macigno le parole di Erika Baldin il 20 dicembre 2018: “A differenza di quello che qualcuno va paventando, l'ospedale di Chioggia non corre nessuna penalizzazione, e ciò è stato da me personalmente appurato nel corso delle mie verifiche e dell'interessamento con gli addetti alla pianificazione sanitaria"». Secondo l'esponente democratico, «questa situazione ancora una volta ha dimostrato quanto importante sia non essere isolati come territorio ed essere degnamente rappresentati nelle sedi più opportune, per poter dare a Chioggia quel peso specifico che merita di avere»: per Montanariello «si sta creando un importante vuoto nei livelli istituzionali dove storicamente Chioggia vantava un’importante rappresentanza, di uno spessore che ci era invidiato in giro, a differenza di quello che oggi sta accadendo».
In mattinata sono arrivate le parole dell'amministrazione comunale: «Si presuppone la tutela, se non l'implementazione, di alcuni servizi, l'assegnazione dei primariati ad oggi deserti e l'adeguamento conseguente dei posti letto previsti dalla programmazione regionale», ha detto il sindaco Ferro. Fa eco l'assessore Frizziero: «Sembra logico che l'ospedale di Chioggia mantenga il suo ruolo di spoke, in quanto unico presidio ospedaliero di primo livello nell'ambito del Distretto numero 4, costituito dall'ambito territoriale dei Comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona». Sindaco e assessore si erano resi latori delle osservazioni contenute nell'ordine del giorno firmato da tutte le forze politiche presenti nel consiglio comunale per la salvaguardia del servizio sanitario clodiense: il testo sottolineava le specificità condivise con Venezia, legate al territorio e alla laguna, compresa la distanza e le difficoltà infrastrutturali per raggiungere l'hub di riferimento a Mestre.

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