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lunedì 9 luglio 2018

ARRIVANO I FONDI DALLA LEGGE SPECIALE PER VENEZIA. IL M5S: LI SPENDEREMO IN MANUTENZIONE DI SCUOLE, PONTI E STRADE

È imminente l’arrivo nelle casse del Comune di 1.5 milioni di euro della Legge Speciale per la Laguna di Venezia. Il capogruppo consiliare del M5S, Paolo Bonfà, aveva già indicato come saranno spesi questi soldi: «Non ripeteremo gli errori del passato, investendo in nuove opere e cattedrali nel deserto. Il denaro sarà speso per la sistemazione del patrimonio e per il miglioramento generale della città. Confermiamo la volontà di destinare i fondi in opere di manutenzione straordinaria delle strutture che ne hanno maggiormente bisogno: immobili, scuole, ponti e, per quanto possibile, delle strade. Una grossa parte sarà destinata al rilancio di riva Vena e calle S. Giacomo, con l’istituzione di finanziamenti a fondo perduto per incentivare i piccoli imprenditori che vorrebbero aprire nuove attività a Chioggia o ampliare quelle esistenti, riqualificando al tempo stesso una zona da riconsegnare alla città e ai turisti. Puntiamo anche a finanziare un sistema efficiente di videosorveglianza per il controllo dei centri storici, in particolare degli angoli più nascosti, per garantire la sicurezza».
Aggiunge il consigliere Daniele Padoan, presidente della commissione Lavori Pubblici e Urbanistica: «Le cose da sistemare sono tante, abbiamo già molte idee specifiche, ma sarebbe bello ed importante se le piccole imprese e gli artigiani della città si facessero avanti presentando dei propri progetti -supportati dal prospetto economico- che potrebbero poi essere presi in considerazione dall’amministrazione, visto che i lavori di piccolo importo si possono affidare senza particolari formalità. In questo modo i fondi per la Legge Speciale avrebbero una valenza doppia, perché oltre a venire utilizzati per il miglioramento della città, contribuirebbero anche al sostegno e rilancio delle tante piccole imprese locali in difficoltà economiche, e soprattutto a creare nuove possibilità di lavoro. Si tratterebbe di un vero esempio di democrazia diretta, con le imprese locali che, offrendo i loro progetti, partecipano così in maniera attiva alla gestione amministrativa della città, in netta contrapposizione con quanto fatto in passato, quando questi soldi (oltre ad essere utilizzati per grandi opere inutili o incompiute) finivano spesso a grandi imprenditori non locali».

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