Molto attesa la seduta della III commissione consiliare, questa mattina in municipio, avente a oggetto la presentazione e la discussione del piano sociosanitario della Regione Veneto per il periodo 2019-2023. Il direttore generale della ULSS 3 Serenissima Giuseppe dal Ben era accompagnato da numerosi fra dirigenti sanitari e primari dell’ospedale di Chioggia, e ha diviso la propria esposizione in due parti: la prima concernente i nove capitoli del piano, la seconda un focus sulla sanità a Chioggia. Mancano tuttavia ancora le schede ospedaliere, però fra bisogni e governance, domanda e offerta, risorse e ricerca i consiglieri hanno ricevuto un quadro dettagliato della situazione, quanto ai posti letto per ogni mille abitanti, le scelte riguardanti le strutture “hub” (cinque in Veneto) e “spoke” (tra cui Chioggia), il Distretto Sanitario quale gestore delle cronicità. Quanto ai numeri del personale, dal Ben ha ribadito che «la ULSS fa il massimo possibile, ma c’è una programmazione a monte che manifesta ogni giorno la propria insufficienza, e non tiene conto dell’evoluzione. Si spera nella futura autonomia regionale». Quanto all’innovazione, il dg ha considerato che strumenti quali ad esempio il robot DaVinci -che la ULSS 3 è stata la prima ad usare, all’ospedale di Mestre- non possono essere portati a Chioggia per risolvere solo due o dieci casi l’anno.
Quanto al quadro locale, dal Ben ha snocciolato molte cifre: il 24% dei pazienti chioggiotti ha più di 65 anni, poco meno di 7mila sono i ricoveri annuali al nosocomio clodiense, sono in corso procedure concorsuali per i nuovi primariati di Urologia e Oculistica (dove peraltro venerdì scorso sono stati eseguiti due importanti interventi per patologie della retina). Stanno aumentando gli accessi al pronto soccorso, 30mila l’anno e già +3.2% nei primi nove mesi del 2018: le attese medie sono sotto le 3 ore, solo Mestre va oltre. Ben 303mila le prestazioni specialistiche in 12 mesi nel Distretto, dove la copertura vaccinale è molto buona ma «sugli screening e nella salute mentale non siamo messi bene», ha ammesso il direttore generale. Funziona abbastanza, invece, la rete integrata: «L'ospedale non verrà toccato», assicurano i vertici ULSS.
Parlando invece dell’annosa questione dell’hospice e dell’ospedale di comunità, Giuseppe dal Ben ha rievocato l’iter: avrebbe dovuto realizzarlo la casa di riposo nel 2012, ma le cose non sono andate avanti e provvisoriamente era stata istituita una corsia dell’ospedale. Una revisione regionale ha fermato il processo, essendo che l’area era poi stata utilizzata per i lavori di ampliamento degli ambulatori. Ora la ULSS 3 avanza l’ipotesi Villa Verde: «Non è il massimo – dice il dg – altrimenti ci sarebbe la parte nord dell’ospedale, verso la scuola De’ Conti, anche attraverso espropri. Ma ci vogliono risorse, e l’Unità Sanitaria può arrivare fino a un certo punto». Dal Ben ha quindi invitato il sindaco Ferro a valutare la possibilità di investire nell’hospice e nell’ospedale di comunità parte dei 39 milioni recentemente sbloccati dal patto di stabilità.
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