La Regione Veneto risponde al sindaco Alessandro Ferro, che ha ricordato oggi come a un anno dall'acqua alta del novembre 2019 i privati e le imprese di Chioggia non abbiano ancora visto un euro di ristoro. «È il Consiglio dei Ministri a non aver ancora adottato alcuna deliberazione in merito - si legge in una nota di palazzo Balbi - da quando il commissario (il presidente della giunta regionale Luca Zaia, ndr) il 17 agosto scorso ha fornito la quantificazione del fabbisogno corrispondente ai primi aiuti.
All’interno della quantificazione complessiva, sono stati richiesti a beneficio del territorio clodiense un milione e 670mila euro, dei quali poco più di un milione per le aziende e 633mila euro per le utenze private. L'ordinanza della Protezione Civile non attribuisce al presidente della Regione di assegnare i primi aiuti in questa direzione. La precisa successione delle richieste commissariali, nel rigoroso rispetto dei tempi, evidenzia come il lavoro degli uffici regionali sia mirato alla più rapida soddisfazion delle esigenze dei cittadini, che restano in attesa dei necessari provvedimenti a livello centrale».
Commenta il consigliere regionale chioggiotto Marco Dolfin: «È inutile che il sindaco continui ad aizzare esercenti e negozianti contro chi non ha competenze dirette, in questo caso la Regione. Ed è molto grave che dopo 4 anni e mezzo Ferro dimostri di non sapere nemmeno di chi sia la competenza diretta: chieda lumi ai suoi ministri a Roma, prima di rivolgere accuse infondate. Anzi, la città stava pure perdendo 900mila euro, sempre relativi ai risarcimenti, perché il Comune di Chioggia non aveva allegato tutta la documentazione richiesta! Solo grazie alla lungimiranza degli uffici regionali, che sono poi entrati in contatto con quelli comunali, ha fatto sì che il provvedimento prendesse l'avvio giusto».
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