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giovedì 3 settembre 2020

I PETROLIERI AL SENATO: «STRALCIATE LO STOP AL DEPOSITO DI GPL, È INCOSTITUZIONALE»

Torna a fare notizia la scelta del governo di inserire nel decreto "agosto" lo stop al deposito di gpl in Val da Rio, in quanto impattante in una zona protetta dall'UNESCO come la laguna di Venezia. Nelle scorse ore due importanti associazioni di categoria, come Assocostieri che raggruppa i titolari dei depositi di idrocarburi lungo il perimetro nazionale, e Assopetroli che mette assieme i distributori di carburante, hanno scritto alla commissione Bilancio del Senato per ventilare lo stralcio della norma in questione dal decreto -che dev'essere convertito in legge entro i primi dieci giorni di ottobre- in quanto contiene appunto questa disposizione definita "ad civitatem".
Secondo le due organizzazioni, il decreto introduce disposizioni gravemente penalizzanti per il settore del gpl in Italia e, in particolare, per un’opera infrastrutturale strategica, peraltro già autorizzata e realizzata, come quella che fa capo a Costa Bioenergie. Dal momento che sussiste un'unica fattispecie con quelle caratteristiche, il provvedimento sarebbe anticostituzionale dal momento che verrebbero a mancare i criteri di generalità ed astrazione della legge, violando anche i princìpi europei di non discriminazione, e quelli di ragionevolezza che impongono di trattare in maniera eguale situazioni simili.
I ricorrenti postulano che non vi sia danno per le zone tutelate dall'UNESCO da un deposito di mero stoccaggio e non di lavorazione del gas, in specie considerando come nella stessa laguna di Venezia sussistano impianti che trattano altri prodotti infiammabili e pericolosi (il riferimento è a Porto Marghera). La decisione governativa viene definita «atto di mero arbitrio politico, pretestuoso e in contraddizione con la strategicità del deposito secondo i ministeri»: per Assopetroli e Assocostieri allo stop mancano anche i requisiti di necessità e urgenza, dopo l'autorizzazione arrivata già nel 2015. Infine, l'indennizzo di 29 milioni sarebbe insufficiente a garantire il legittimo affidamento dell'impresa, fondato sopra sentenze amministrative passate in giudicato.

1 commento:

  1. …“nella stessa laguna di Venezia sussistano impianti che trattano altri prodotti infiammabili e pericolosi (il riferimento è a Porto Marghera)….”
    Ma dai, con che coraggio si fanno simili affermazioni. Se è vero che a Porto Marghera esistono impianti che trattano prodotti petroliferi, è altrettanto vero che detti impianti sono ben distanti dal centro storico di Venezia., al contrario di quello di Chioggia che dista 250 metri in linea d’aria col centro storico

    Comunque non c’è solo la questione UNESCO, ma tutta una trafila di norme calpestate in quel famigerato Decreto, ad iniziare nella trasformazione di un mero stoccaggio di nafta per bunkeraggio navi con un deposito costiero di GPL a servizio di tutto il nord Italia. Si potrebbe continuare con la necessaria variante al Piano Portuale per recepire quanto approvato col Decreto Interministeriale. Ed ancora, il parere negativo della Capitaneria di Porto per il passaggio delle navi gasiere.
    Insomma carne al fuoco ce né molta, senza dimenticare che in procura di Venezia tuttora esistono aperti diversi fascicoli.

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