Numerosa e interessata la partecipazione all'incontro, organizzato mercoledì pomeriggio dalla Lega, all'albergo Le Tegnùe di Sottomarina, per l'illustrazione della legge regionale "Piano Casa Veneto 2050". A introdurre la questione al pubblico intervenuto, quasi tutti operatori e professionisti nell'ambito edilizio ed urbanistico, è stato il capogruppo consiliare Marco Dolfin: «Chioggia ha dimostrato di utilizzare questo strumento fin da subito, anche con qualche polemica – ha detto Dolfin – e oggi lo potrà fare, a maggior ragione, grazie alle nuove direttive ed indicazioni dettate dal nuovo Piano di tutela del territorio e della sostenibilità ambientale».
Il relatore Francesco Calzavara, presidente della 2^ commissione consiliare regionale, ha spiegato la filosofia della legge: un intervento legislativo che non vuole essere “temporaneo” come i precedenti piani casa, ma dettare norme organiche per consentire il rilancio dell'attività edilizia su base regionale, rinnovando il patrimonio abitativo esistente. La legge è appena stata approvata, ma la sua applicazione non sarà semplice e immediata: anche per questo è in corso una serie di incontri nei territori, per ascoltare pareri e suggerimenti degli operatori ed introdurre eventuali modifiche. Il confronto con la realtà chioggiotta, però, ha destato qualche perplessità tra i professionisti: in particolare l'architetto Silvio Tomaz ha osservato che, nella particolare situazione di Chioggia e Sottomarina, dove lo spazio fisico per ampliare i fabbricati sta solo verso l'alto, l'applicazione delle nuove norme sarà a dir poco difficile.
Quello della sopraelevazione, è stato anche osservato, è un limite anche per i condomìni i cui residenti, ai piani inferiori, non potranno usufruire dell'ampliamento pur essendo detentori di alcune quote del nuovo spazio fabbricabile. Si pone, quindi, il problema di una possibile cessione a terzi di quelle quote, in maniera simile a quanto previsto ad esempio per i ruderi di campagna. La consigliera Marcellina Segantin ha evidenziato l'incongruenza che a suo parere «impedirebbe al possessore di una casa a un solo piano di sopraelevare l'abitazione, poiché supererebbe il limite del 50% in più di altezza, mentre il fabbricato di quattro piani potrebbe essere alzato di ulteriori due senza incorrere in tale limite». L'incontro di mercoledì è stato comunque un primo passo: l'esperienza pratica di applicazione delle norme, tra qualche mese, potrà fornire ulteriori suggerimenti.
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