mercoledì 12 giugno 2019
ERIKA BALDIN (M5S): SÌ ALLE NAVI DA CROCIERA COMPATIBILI A CHIOGGIA, RIMUOVENDO IL DEPOSITO DI GPL. TONINELLI PRESTO IN CITTÀ?
Ieri il consiglio regionale veneto ha approvato una mozione che impegna l’ente a essere parte attiva nella ricerca di una soluzione all’approdo delle grandi navi a Venezia, mantenendo però il capoluogo quale home port. Al voto non ha partecipato il Movimento 5 Stelle: la consigliera regionale Erika Baldin conferma che il M5S non vuole le grandi navi a Venezia, «va preservata anche se gli interessi di Zaia e di Brugnaro sono altri, ovvero mantenerle dove sono, cioè alla Marittima nonostante lo specchietto per le allodole di Marghera».
L’esponente stellata rivendica, assieme all’amministrazione comunale, di aver suggerito la soluzione Chioggia: «Il ministro Toninelli – continua Baldin – sarà in città nei prossimi giorni, e farà il giro dei luoghi interessati». Secondo il Movimento, se sarà scelta Chioggia con il terminal di Val da Rio importante sarà definire prima il numero, lo scaglionamento temporale e soprattutto il tonnellaggio degli scafi: «Diciamo no ai giganti del mare all’interno della città – prosegue la consigliera – ma solo navi compatibili». Condizione sine qua non, la realizzazione preventiva delle infrastrutture: la nuova ferrovia, la messa in sicurezza della Romea e naturalmente l’eliminazione del deposito di gpl dalla location prescelta.
L’esponente stellata rivendica, assieme all’amministrazione comunale, di aver suggerito la soluzione Chioggia: «Il ministro Toninelli – continua Baldin – sarà in città nei prossimi giorni, e farà il giro dei luoghi interessati». Secondo il Movimento, se sarà scelta Chioggia con il terminal di Val da Rio importante sarà definire prima il numero, lo scaglionamento temporale e soprattutto il tonnellaggio degli scafi: «Diciamo no ai giganti del mare all’interno della città – prosegue la consigliera – ma solo navi compatibili». Condizione sine qua non, la realizzazione preventiva delle infrastrutture: la nuova ferrovia, la messa in sicurezza della Romea e naturalmente l’eliminazione del deposito di gpl dalla location prescelta.
4 commenti:
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considerando che una nave da crocera di 300 metri è grande quanto il centro storico di chioggia, il ministro dovrebbe autorizzare lo scavo dei canali fino a 10 metri ed il rifacimento di tutte le banchine, la rimozione del gpl e la romea commerciale.
RispondiEliminaSe toninelli e il governo approvano una legge in tal senso con la copertura finanziaria, giuro voto cinque stelle per tutta la vita
anche io
EliminaLa barzelletta della Erika:
RispondiElimina«Diciamo no ai giganti del mare all’interno della città, ma solo navi compatibili. Condizione sine qua non, la realizzazione preventiva delle infrastrutture: la nuova ferrovia, la messa in sicurezza della Romea e naturalmente l’eliminazione del deposito di GPL dalla location prescelta»
Vale a dire, con queste premesse, a Chioggia non si farà un tubo.
La soluzione “alla Toninelli” prevede di spostare solo le GRANDI NAVI da crociera da Venezia a Chioggia. Contrariamente a quello che dice la Baldin, quelle di piccolo cabotaggio resterebbero quindi a Venezia.
LA RIDICOLA RICHIESTA di un milione di € della SOCOGAS
RispondiElimina55 giorni di sospensione per una durata dei lavori pari a giorni 1095 (TRE ANNI) sono un’inezia in termine di danni.
Ancora più ridicola è la richiesta per “danno d’immagine”. In quanto all’immagine, tutta la città di Chioggia è stata danneggiata da quell’obbrobrioso impianto di GPL. Non solo all’immagine, ma anche economicamente Chioggia è stata danneggiata nelle sue attività commerciali come il porto, le crociere, il polo ittico, il turismo.
E poi c’è anche qualcuno in città che gli dà anche corda sulla viabilità, pretendendo dal comune corsie o bretelle stradali per l’accesso all’impianto. Se dipendesse da me: DEVONO ACCEDERVI CON L’ELICOTTERO!
La Socogas sta mostrando i muscoli solo per intimorire la cittadinanza, ma non ci riuscirà. Anzi, quest’azione unificherà ancor di più lo spirto dei cittadini clodiensi per fare fronte comune affinché I PERMESSI PER LA MESSA IN ESERCIZIO DELL’IMPIANTO NON VENGANO DATI.