Nel sopralluogo di giovedì in città, i tre commissari Unesco, Bernhard Furrer, Réka Viragos, Tobia Salathé, hanno visitato il deposito di Gpl a Punta Colombi, prima della riunione tenutasi presso la sala Lampadari del Municipio, in cui si è parlato anche di Forte San Felice.
Se il sindaco Alessandro Ferro sostiene che «il porto di Chioggia deve restare commerciale e crocieristico, e uno sviluppo industriale non è contemplato, né immaginabile nel futuro», l'assessore all'Ambiente Marco Veronese spiega: «Come da richiesta degli stessi commissari, invieremo a breve un dossier all'UNESCO, che va ad aggiungersi alla nostra lettera del 2017 in cui segnalavamo il tema.
In questo documento espliciteremo l'iter cronologico che ha permesso la presenza dell'impianto di gpl in Val da Rio, a partire dal 2009 in cui si parlava di bunkeraggio da 1350 metri cubi di gasolio e olii minerali destinato al rifornimento dei pescherecci. Ribadiamo che non vogliamo essere estromessi dal sito patrimonio mondiale dell'umanità, ma anche Chioggia, che per il 33% insiste nella laguna di Venezia, va salvaguardata. Ora ci aspettiamo una presa di posizione più decisa anche da parte del governo».
venerdì 31 gennaio 2020
A GIORNI L'ORDINANZA DEL SINDACO DI CHIOGGIA PER LA SPIAGGIA SMOKE-FREE, PREVISTE ANCHE LE "ISOLE FUMATORI"
Il sindaco Alessandro Ferro torna a parlare della spiaggia "smoke free" per la prossima estate. «Sulla scia dell’iniziativa già lanciata tempo fa da Bibione - esordisce il primo cittadino - il tema è stato approfondito ancora in occasione dell'ultima Conferenza dei Sindaci della costa veneta, che si è tenuta lo scorso mercoledì ad Eraclea. È mia intenzione a breve emettere la relativa ordinanza ed è per questo che oggi ho voluto anticipare agli stabilimenti e alle associazioni di categoria delle spiagge i passi salienti, come l'identificazione di apposite “isole fumatori”, da delimitare e segnalare con appositi cartelli, con estensione variabile a seconda degli spazi di ciascun stabilimento balneare. Gli operatori, molti dei quali hanno già aderito alla campagna dello scorso anno “Respira il mare”, si sono dimostrati disponibili, per salvaguardare le persone dal fumo passivo e proteggere il mare e il suolo dai mozziconi di sigaretta».
Anche la spiaggia libera dovrà prevedere un'isola fumatori e l'ordinanza di prossima emanazione vieterà il fumo anche nelle aree destinate al gioco dei bambini site nei parchi e giardini pubblici, come nelle aree all'aperto di pertinenza delle scuole. «Le spiagge di Sottomarina e Isolaverde stanno andando incontro a molte novità - conclude il sindaco Ferro - che reputo positive, dalla possibilità di ospitare i matrimoni, alla presenza dei risciò turistici, fino alla possibilità di installare tensostrutture nel periodo invernale per l'intrattenimento, aspetto a cui stiamo lavorando con l'obiettivo di estendere la stagione turistica balneare».
Anche la spiaggia libera dovrà prevedere un'isola fumatori e l'ordinanza di prossima emanazione vieterà il fumo anche nelle aree destinate al gioco dei bambini site nei parchi e giardini pubblici, come nelle aree all'aperto di pertinenza delle scuole. «Le spiagge di Sottomarina e Isolaverde stanno andando incontro a molte novità - conclude il sindaco Ferro - che reputo positive, dalla possibilità di ospitare i matrimoni, alla presenza dei risciò turistici, fino alla possibilità di installare tensostrutture nel periodo invernale per l'intrattenimento, aspetto a cui stiamo lavorando con l'obiettivo di estendere la stagione turistica balneare».
giovedì 30 gennaio 2020
CASE DEMANIALI LUNGO IL LUSENZO A SOTTOMARINA, LE COMMISSIONI DELLA CAMERA APPROVANO IL PROVVEDIMENTO: MARTEDI LA PAROLA ALL'AULA
È ripreso alla Camera dei Deputati l'iter per il trasferimento delle aree demaniali lungo il Lusenzo a Sottomarina, dove nell'ultimo secolo sono state costruite abitazioni chiamate a versare cartelle arretrate per migliaia di euro. C'erano stati infatti alcuni intoppi, dovuti alla necessità di spostare le risorse economiche dal bilancio 2019 a quello 2020, alla mancata assegnazione alla commissione in sede deliberante del provvedimento -che costringe ad affidarlo all'aula plenaria della Camera, ritardandone l'approvazione- e alla presentazione di alcuni emendamenti, i quali obbligano a "fare la spola" ritornando al Senato.
Tuttavia il governo ha accantonato la nuova copertura per il provvedimento (disegno di legge Bottici) già passato alla commissione Bilancio e a quella Finanze, rispettivamente in sede consultiva e referente. Martedì il ddl sarà all'esame dell'aula di Montecitorio, e i principali partiti della maggioranza, PD e Movimento 5 Stelle, stanno facendo pressioni per una calendarizzazione veloce anche a Palazzo Madama per il voto finale.
Tuttavia il governo ha accantonato la nuova copertura per il provvedimento (disegno di legge Bottici) già passato alla commissione Bilancio e a quella Finanze, rispettivamente in sede consultiva e referente. Martedì il ddl sarà all'esame dell'aula di Montecitorio, e i principali partiti della maggioranza, PD e Movimento 5 Stelle, stanno facendo pressioni per una calendarizzazione veloce anche a Palazzo Madama per il voto finale.
VITTORIO NOVO È IL NUOVO SEGRETARIO UIL PENSIONATI PER CHIOGGIA, CAVARZERE E BASSO POLESINE
Nella sede di calle Scopici a Chioggia si è presentato stamane il nuovo segretario della UIL Pensionati Vittorio Novo, attuale responsabile della struttura territoriale UILP che copre le sedi di Chioggia, Cavarzere, Porto Viro, Taglio di Po, Porto Tolle e Villadose.
Da tempo attivo nel sindacato, Novo sostituisce Fabio Osti che è diventato responsabile regionale: nel ringraziare i volontari che tengono aperte e gestiscono le strutture e i CAAF, il neosegretario ricorda che la UIL Pensionati (attraverso il patronato ITAL) espleta anche le pratiche INPS.
«Spesso il pensionato, specie con la minima – sostiene Vittorio Novo – è il cittadino più debole. Aumentano i poveri, aumentano gli stipendi dei lavoratori dipendenti ma non le pensioni». Il sindacato UIL Pensionati di Chioggia è reduce dalla battaglia vittoriosa per ottenere i 12 posti dell’ospedale di comunità, in attesa dei 5 di hospice.
«Spesso il pensionato, specie con la minima – sostiene Vittorio Novo – è il cittadino più debole. Aumentano i poveri, aumentano gli stipendi dei lavoratori dipendenti ma non le pensioni». Il sindacato UIL Pensionati di Chioggia è reduce dalla battaglia vittoriosa per ottenere i 12 posti dell’ospedale di comunità, in attesa dei 5 di hospice.
mercoledì 29 gennaio 2020
MARCO DOLFIN (LEGA) DENUNCIA IL «SILENZIO» DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE QUANTO AL VGATE: «IL SINDACO SI FACCIA INTERPRETE DELLE CATEGORIE»
Il consigliere Marco Dolfin torna sul percorso del VGate, il terminal intermodale per il porto che un consorzio veneziano facente capo allo spedizioniere Alessandro Santi ha progettato 3 miglia al largo di Isolaverde. «È assurdo e vergognoso - esordisce Dolfin - che l'amministrazione 5 Stelle e il sindaco Ferro non si siano ancora espressi da un anno a questa parte, mentre qualche giorno fa il presidente dell'Autorità Portuale di Sistema Pino Musolino non ha esitato ad annunciare pubblicamente che il progetto è ottimo e potrebbe diventare il nuovo porto di Venezia, quale soluzione al ridotto pescaggio per via del Mose e al traffico dei container con la Cina».
Nelle prospettive, il VGate dovrebbe ruotare attorno all'asse Venezia-Ravenna, anche dato l'investimento ingente della società promotrice: ora il progetto ha concluso la fase di scoping e va verso la valutazione d'impatto ambientale. «Ma il Comune di Chioggia quali intenzioni ha? È d'accordo con Musolino oppure no? Questo silenzio non è per niente positivo, anzi fa preludere che si arrivi a un progetto esecutivo calato dall'alto».
Dolfin sostiene di essere l'unico ad essersi mosso, organizzando la scorsa settimana un incontro pubblico con l'assessora regionale Elisa de Berti e la deputata del territorio Ketty Fogliani, membro della commissione Trasporti della Camera, oltre alle categorie economiche interessate alla vicenda: «Proprio queste ultime hanno manifestato la propria contrarietà all'ipotesi - prosegue l'esponente della minoranza - dal momento che vedono ricadute assai negative. L'amministrazione dovrebbe farsi interprete di un incontro fra le associazioni di categoria e la società del VGate: il territorio ha già subìto un affronto simile con il deposito di gpl».
Dolfin nota che «ad oggi, a parte il progetto, non vi è alcuna garanzia riguardo le infrastrutturr promesse, dal raddoppio della Romea alla ferrovia» e intende avanzare la convocazione di un consiglio comunale aperto. Vale la pena di ricordare che una seduta del consiglio comunale si era già espressa un anno fa, e un incontro tra i promotori del VGate e l'amministrazione locale -con spiegazione anche grafica del progetto- era avvenuta in sede di commissione consiliare.
Nelle prospettive, il VGate dovrebbe ruotare attorno all'asse Venezia-Ravenna, anche dato l'investimento ingente della società promotrice: ora il progetto ha concluso la fase di scoping e va verso la valutazione d'impatto ambientale. «Ma il Comune di Chioggia quali intenzioni ha? È d'accordo con Musolino oppure no? Questo silenzio non è per niente positivo, anzi fa preludere che si arrivi a un progetto esecutivo calato dall'alto».
Dolfin sostiene di essere l'unico ad essersi mosso, organizzando la scorsa settimana un incontro pubblico con l'assessora regionale Elisa de Berti e la deputata del territorio Ketty Fogliani, membro della commissione Trasporti della Camera, oltre alle categorie economiche interessate alla vicenda: «Proprio queste ultime hanno manifestato la propria contrarietà all'ipotesi - prosegue l'esponente della minoranza - dal momento che vedono ricadute assai negative. L'amministrazione dovrebbe farsi interprete di un incontro fra le associazioni di categoria e la società del VGate: il territorio ha già subìto un affronto simile con il deposito di gpl».
Dolfin nota che «ad oggi, a parte il progetto, non vi è alcuna garanzia riguardo le infrastrutturr promesse, dal raddoppio della Romea alla ferrovia» e intende avanzare la convocazione di un consiglio comunale aperto. Vale la pena di ricordare che una seduta del consiglio comunale si era già espressa un anno fa, e un incontro tra i promotori del VGate e l'amministrazione locale -con spiegazione anche grafica del progetto- era avvenuta in sede di commissione consiliare.
PARCHEGGIO SCAMBIATORE, PASTICCIO E COLPO DI SCENA: COMPUTO SBAGLIATO, I POSTI AUTO NON RADDOPPIANO. SALTA IL PROGETTO?
Colpo di scena ieri pomeriggio durante la seduta della V commissione consiliare Bilancio, presieduta da Beniamino Boscolo e richiesta dai consiglieri di opposizione Marco Dolfin e Marcellina Segantin. Il tema, quanto mai attuale, era il parcheggio scambiatore di imminente realizzazione sul lato ovest dell'isola dell'Unione: ma nuovi rilievi topografici, differenti rispetto al primo progetto, recano un computo metrico errato e pertanto il ricavo di posti auto rispetto alle previsioni diventerebbe sensibilmente inferiore.
La scoperta è stata verificata dall'architetto Marcellina Segantin, consigliera di ChioggiaViva, che nel sito della Stazione appaltante in seno alla Città Metropolitana di Venezia ha riscontrato le quattro versioni del progetto: la prima impresa vincitrice dell'appalto (la FIRMAT di Roma) aveva rinunciato all'opera proprio per via dell'errore nelle dimensioni della struttura.
Anche il consigliere di maggioranza Daniele Padoan aveva espresso dubbi relativi al numero di posti macchina in più che verrebbero ottenuti rispetto all'attuale parcheggio a raso, e ieri ha chiesto lumi all'avvocato Mazzaro, amministratore della società partecipata SST, presente in aula: anche a quest'ultimo non quadravano i 74 presunti esuberi. Tanto che l'ingegner Lucio Napetti del settore Lavori Pubblici ha menzionato una relazione la quale dà conto di soli 40 aumenti.
Al che l'assessora Alessandra Penzo ha chiesto venisse verbalizzato che i dati non collimano con quelli in suo possesso, pari al raddoppio o quasi dei posti auto esistenti: «Se i risultati delle verifiche avviate daranno numeri completamente diversi - ribadisce Penzo - ci vedremo costretti a riconsiderare tutto il progetto, anche bloccando la stipula del contratto previsto per il fine settimana». Lo stesso gruppo di maggioranza del M5S si è reso disponibile a votare, assieme alle opposizioni, un ordine del giorno per avviare la sospensione del progetto, per quanto propedeutico all'instaurazione della zona a traffico limitato nel centro storico di Chioggia.
«Alla fine - chiosa il presidente della commissione, Beniamino Boscolo - abbiamo scoperto che con un milione e 400mila euro si doveva costruire un parcheggio a due piani per avere solo 30 o 34 posti in più, perdendo i 120 posti a raso esistenti e una decina d'altri a ridosso. Imbarazzo dell'amministrazione». Senza contare l'impatto paesaggistico della struttura, contro la quale si erano espresse recentemente la segretaria del Partito Democratico Barbara Penzo e l'attivista Carla Neri dell'associazione Insieme ArTe - Amare Chioggia.
La scoperta è stata verificata dall'architetto Marcellina Segantin, consigliera di ChioggiaViva, che nel sito della Stazione appaltante in seno alla Città Metropolitana di Venezia ha riscontrato le quattro versioni del progetto: la prima impresa vincitrice dell'appalto (la FIRMAT di Roma) aveva rinunciato all'opera proprio per via dell'errore nelle dimensioni della struttura.
Anche il consigliere di maggioranza Daniele Padoan aveva espresso dubbi relativi al numero di posti macchina in più che verrebbero ottenuti rispetto all'attuale parcheggio a raso, e ieri ha chiesto lumi all'avvocato Mazzaro, amministratore della società partecipata SST, presente in aula: anche a quest'ultimo non quadravano i 74 presunti esuberi. Tanto che l'ingegner Lucio Napetti del settore Lavori Pubblici ha menzionato una relazione la quale dà conto di soli 40 aumenti.
Al che l'assessora Alessandra Penzo ha chiesto venisse verbalizzato che i dati non collimano con quelli in suo possesso, pari al raddoppio o quasi dei posti auto esistenti: «Se i risultati delle verifiche avviate daranno numeri completamente diversi - ribadisce Penzo - ci vedremo costretti a riconsiderare tutto il progetto, anche bloccando la stipula del contratto previsto per il fine settimana». Lo stesso gruppo di maggioranza del M5S si è reso disponibile a votare, assieme alle opposizioni, un ordine del giorno per avviare la sospensione del progetto, per quanto propedeutico all'instaurazione della zona a traffico limitato nel centro storico di Chioggia.
«Alla fine - chiosa il presidente della commissione, Beniamino Boscolo - abbiamo scoperto che con un milione e 400mila euro si doveva costruire un parcheggio a due piani per avere solo 30 o 34 posti in più, perdendo i 120 posti a raso esistenti e una decina d'altri a ridosso. Imbarazzo dell'amministrazione». Senza contare l'impatto paesaggistico della struttura, contro la quale si erano espresse recentemente la segretaria del Partito Democratico Barbara Penzo e l'attivista Carla Neri dell'associazione Insieme ArTe - Amare Chioggia.
BANDO COMUNALE PER 18 AUTORIZZAZIONI AL COMMERCIO ESTIVO LUNGO LA BATTIGIA, SOLO 6 QUELLE PER SETTORI NON ALIMENTARI
Anche quest'anno il Comune di Chioggia conferma le 18 autorizzazioni al commercio su area demaniale marittima per la stagione estiva a Sottomarina e Isolaverde. Di queste, 12 riguardano la somministrazione di generi alimentari e solo 6 quelle riservate al settore non alimentare: il bando, approvato dalla giunta, prevede l'invio della domanda al servizio Commercio del Comune fra il 1° febbraio e il 15 marzo, mentre i nulla osta con validità annuale saranno rilasciati entro il 30 aprile, previo pagamento dei diritti di istruttoria pari a 225 euro.
I richiedenti entreranno in una graduatoria che terrà conto dell’anzianità di esercizio, appartenenza a consorzi di tutela alimentare (con vendita di prodotti a km zero o comunque fabbricati in Italia), disponibilità di magazzini per il ricovero della merce, accorgimenti ambientali per gli imballaggi e i veicoli di trasporto. Vigerà inoltre il divieto di cessione dell’autorizzazione, e l’impossibilità di riservare un solo tratto di arenile preferenziale per ogni singolo operatore concessionario.
Il giro di vite era iniziato già nel 2019, quando la giunta ha chiamato in causa anche la revoca di quattro autorizzazioni su 18 per gravi violazioni avvenute nell’estate precedente: allora c'era stata una caduta sistematica della domanda per i titoli ascrivibili al settore alimentare, quando dei 14 assegnabili solo 9 erano stati rilasciati. Trova quindi difficile comprensione il fatto che siano rimaste invariate le maglie per i concessionari alimentari.
Non sono pochi quanti ritengono che l’intero disposto del bando potrebbe portare all’ulteriore esplosione del fenomeno del commercio irregolare, trattandosi per lo più di capi d’abbigliamento, giocattoli e accessori, impossibilitati a concorrere per vie regolari sopra i 6 che verranno autorizzati, specie nel permanere delle carenze di organico per quanto riguarda la polizia locale.
I richiedenti entreranno in una graduatoria che terrà conto dell’anzianità di esercizio, appartenenza a consorzi di tutela alimentare (con vendita di prodotti a km zero o comunque fabbricati in Italia), disponibilità di magazzini per il ricovero della merce, accorgimenti ambientali per gli imballaggi e i veicoli di trasporto. Vigerà inoltre il divieto di cessione dell’autorizzazione, e l’impossibilità di riservare un solo tratto di arenile preferenziale per ogni singolo operatore concessionario.
Il giro di vite era iniziato già nel 2019, quando la giunta ha chiamato in causa anche la revoca di quattro autorizzazioni su 18 per gravi violazioni avvenute nell’estate precedente: allora c'era stata una caduta sistematica della domanda per i titoli ascrivibili al settore alimentare, quando dei 14 assegnabili solo 9 erano stati rilasciati. Trova quindi difficile comprensione il fatto che siano rimaste invariate le maglie per i concessionari alimentari.
Non sono pochi quanti ritengono che l’intero disposto del bando potrebbe portare all’ulteriore esplosione del fenomeno del commercio irregolare, trattandosi per lo più di capi d’abbigliamento, giocattoli e accessori, impossibilitati a concorrere per vie regolari sopra i 6 che verranno autorizzati, specie nel permanere delle carenze di organico per quanto riguarda la polizia locale.
martedì 28 gennaio 2020
SUPERMERCATO ALDI AI BAGNI CLODIA, GIORGIO BELLEMO (ASCOT): «IL COMUNE POTEVA NORMARE DIVERSAMENTE, IO NON LO AVREI COSTRUITO»
Anche il presidente dei concessionari balneari di Sottomarina riuniti in ASCOT, Giorgio Bellemo, interviene in merito alla futura apertura di un supermercato ALDI all'altezza dei bagni Clodia, che tante polemiche anche politiche ha destato la scorsa settimana. «Come categoria, non posso che essere favorevole a chi investe sulla spiaggia - esordisce Bellemo - ma vedo che si sta facendo confusione. L'intervento in questione non ricade nel piano della balneazione, bensì nel piano attrezzato del lungomare, nato nel 2004 con la giunta Guarnieri e approvato definitivamente nel 2010».
Il piano prevede insediamenti commerciali in quella zona: «A suo tempo - prosegue il presidente di ASCOT - avevamo criticato questa scelta, non certo per scontro tra associazioni. Anche alla presente amministrazione comunale abbiamo chiesto per tre volte dal 2016 di mettere mano al piano per la balneazione e a quello attrezzato del lungomare, ma non abbiamo ottenuto risposta».
Secondo Giorgio Bellemo, i bagni Clodia - Lido di Padova mettono in cantiere un intervento che il piano attrezzato del lungomare prevede possa essere fatto, anche ricorrendo al piano casa regionale, dal momento che annovera modifiche alle fondamente ordinarie: «Ma il Comune - è il parere di ASCOT - può normare diversamente, escludendo alcune zone dall'applicazione dei piani casa, che hanno devastato Sottomarina dal punto di vista edilizio.
Solo che non si blocca tutto dopo che i buoi sono scappati dalla stalla». La domanda dei bagni Clodia infatti reca la data dell'ottobre 2018, e il permesso per costruire è stato rilasciato nel settembre 2019: «Magari per tutti gli altri casi in spiaggia - chiosa Bellemo - ci fosse un tempo così breve per il rilascio di provvedimenti edilizi, in alcuni casi si raggiungono anche tre anni. Serve certezza per poter operare, così come occorrono serenità e intelligenza nelle scelte urbanistiche dell'ente pubblico, che sono evidentemente mancate. Avrei consentito un supermercato in quell'area? Probabilmente no», è la conclusione del presidente dei concessionari balneari.
Il piano prevede insediamenti commerciali in quella zona: «A suo tempo - prosegue il presidente di ASCOT - avevamo criticato questa scelta, non certo per scontro tra associazioni. Anche alla presente amministrazione comunale abbiamo chiesto per tre volte dal 2016 di mettere mano al piano per la balneazione e a quello attrezzato del lungomare, ma non abbiamo ottenuto risposta».
Secondo Giorgio Bellemo, i bagni Clodia - Lido di Padova mettono in cantiere un intervento che il piano attrezzato del lungomare prevede possa essere fatto, anche ricorrendo al piano casa regionale, dal momento che annovera modifiche alle fondamente ordinarie: «Ma il Comune - è il parere di ASCOT - può normare diversamente, escludendo alcune zone dall'applicazione dei piani casa, che hanno devastato Sottomarina dal punto di vista edilizio.
Solo che non si blocca tutto dopo che i buoi sono scappati dalla stalla». La domanda dei bagni Clodia infatti reca la data dell'ottobre 2018, e il permesso per costruire è stato rilasciato nel settembre 2019: «Magari per tutti gli altri casi in spiaggia - chiosa Bellemo - ci fosse un tempo così breve per il rilascio di provvedimenti edilizi, in alcuni casi si raggiungono anche tre anni. Serve certezza per poter operare, così come occorrono serenità e intelligenza nelle scelte urbanistiche dell'ente pubblico, che sono evidentemente mancate. Avrei consentito un supermercato in quell'area? Probabilmente no», è la conclusione del presidente dei concessionari balneari.
lunedì 27 gennaio 2020
IL CONSIGLIO COMUNALE DI CHIOGGIA HA ATTRIBUITO ALL'UNANIMITÀ LA CITTADINANZA ONORARIA ALLA SENATRICE LILIANA SEGRE, VITTIMA DEI LAGER NAZISTI
Con singolare coincidenza di date rispetto all'originaria presentazione dell'ordine del giorno, nella ricorrenza della Giornata della Memoria il consiglio comunale di Chioggia ha attribuito la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, 89 anni, ebrea perseguitata dai nazisti e deportata nei campi di sterminio, dove perse la famiglia. Nella seduta odierna sono stati 18 i voti unanimi che hanno accolto l'istanza della consigliera del Partito Democratico Barbara Penzo, a fronte di zero contrari e altrettanti astenuti.
Durante l'esposizione delle motivazioni di voto, la consigliera del Movimento 5 Stelle Daniela Sassi ha citato vari discorsi della senatrice e neo-cittadina, specie in merito all'empatia contro l'indifferenza montante di questi tempi, mentre Marcellina Segantin di ChioggiaViva ha auspicato l'arrivo a Chioggia di Liliana Segre quale testimonianza vivente a memoria delle future generazioni. Negli scorsi giorni, però, la stessa senatrice ha comunicato la sua decisione di interrompere le visite alle città e alle comunità dalla prossima primavera, per via dell'età avanzata e della conseguente maggior fatica ad attraversare un "tour de force".
Durante l'esposizione delle motivazioni di voto, la consigliera del Movimento 5 Stelle Daniela Sassi ha citato vari discorsi della senatrice e neo-cittadina, specie in merito all'empatia contro l'indifferenza montante di questi tempi, mentre Marcellina Segantin di ChioggiaViva ha auspicato l'arrivo a Chioggia di Liliana Segre quale testimonianza vivente a memoria delle future generazioni. Negli scorsi giorni, però, la stessa senatrice ha comunicato la sua decisione di interrompere le visite alle città e alle comunità dalla prossima primavera, per via dell'età avanzata e della conseguente maggior fatica ad attraversare un "tour de force".
GIOVEDÌ I COMMISSARI DELL'UNESCO A CHIOGGIA. IL VICESINDACO VERONESE: «CHIEDEREMO CHE FORTE SAN FELICE ENTRI A FAR PARTE DEL PATRIMONIO UNESCO»
Domani, martedì 28 gennaio, il Comune di Chioggia è tra i convocati all'incontro a Ca' Farsetti, sede del Comune di Venezia, del comitato di pilotaggio del sito UNESCO "Venezia e la sua Laguna", in vista della 43^ sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale di fine giugno a Fuzhou in Cina.
«La laguna resta "sorvegliata speciale" – spiega il vicesindaco di Chioggia e assessore all'ambiente Marco Veronese – e il pericolo di finire nella lista nera dei siti a rischio non è ancora scongiurato. È chiaro che il Comune di Chioggia, come Venezia e gli altri Comuni della gronda lagunare, spera in un esito positivo, ma gli argomenti sul tavolo (che sono molti) devono essere portati avanti e risolti. Non si discuta però solo di sovraffollamento turistico, di esodo dei residenti da Venezia, di grandi navi e "buffer zone", ma anche del deposito di gpl, questione fondamentale per la città: può esistere nella laguna sud, che non ha mai avuto a che fare con impianti industriali?
Il porto di Chioggia da commerciale dovrà diventare industriale? Noi diciamo di no, e lo ribadiremo anche ai commissari UNESCO, che giovedì saranno a Chioggia. Chiederemo anche che Forte San Felice entri a far parte del patrimonio UNESCO, per essere maggiormente tutelato e conosciuto. Chioggia fa parte per il 33% della laguna di Venezia, le sue interpellanze devono essere ascoltate».
«La laguna resta "sorvegliata speciale" – spiega il vicesindaco di Chioggia e assessore all'ambiente Marco Veronese – e il pericolo di finire nella lista nera dei siti a rischio non è ancora scongiurato. È chiaro che il Comune di Chioggia, come Venezia e gli altri Comuni della gronda lagunare, spera in un esito positivo, ma gli argomenti sul tavolo (che sono molti) devono essere portati avanti e risolti. Non si discuta però solo di sovraffollamento turistico, di esodo dei residenti da Venezia, di grandi navi e "buffer zone", ma anche del deposito di gpl, questione fondamentale per la città: può esistere nella laguna sud, che non ha mai avuto a che fare con impianti industriali?
Il porto di Chioggia da commerciale dovrà diventare industriale? Noi diciamo di no, e lo ribadiremo anche ai commissari UNESCO, che giovedì saranno a Chioggia. Chiederemo anche che Forte San Felice entri a far parte del patrimonio UNESCO, per essere maggiormente tutelato e conosciuto. Chioggia fa parte per il 33% della laguna di Venezia, le sue interpellanze devono essere ascoltate».
domenica 26 gennaio 2020
BEN 19 ARGOMENTI NEL CONSIGLIO COMUNALE DI LUNEDÌ POMERIGGIO E SERA, QUASI TUTTI ORDINI DEL GIORNO PROMOSSI DALLE OPPOSIZIONI
Seduta del consiglio comunale in programma lunedì dalle ore 16.30 a Chioggia. All'ordine del giorno ben 19 argomenti, tra cui le modifiche al regolamento del Museo civico e numerose mozioni presentate tempo fa dalle minoranze: dal ripescaggio di oggetti vaganti in laguna al progetto orti urbani, dalla cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre al futuro dell'arena Duse, dal freddo riscontrato nelle aule della scuola Giuseppe Olivi di Borgo San Giovanni fino ai licenziamenti del personale (anche chioggiotto) in servizio alla casa di riposo Stella Maris del Lido di Venezia.
sabato 25 gennaio 2020
RIPASCIMENTO NELLE SPIAGGE DI SOTTOMARINA E ISOLAVERDE, IL VICESINDACO VERONESE: «I FONDI DELLA REGIONE NON SONO SUFFICIENTI»
Il vicesindaco del Comune di Chioggia, Marco Veronese, trova non sufficienti i fondi stanziati dalla Regione Veneto per ristorare la città dai danni causati dal maltempo dello scorso novembre, in particolare per il ripascimento degli arenili. «Le risorse stanziate sono importanti -dice Veronese, che è anche assessore al Demanio e all'Ambiente- ma non sufficienti, serve fare di più. Per Sottomarina sono previsti 2 milioni e mezzo, mentre per Isolaverde 900mila euro di contributi, fondamentali per attivarsi nel fronteggiare il dissesto idrogeologico, ma ancora pochi purtroppo per rispondere alle esigenze del litorale e degli operatori balneari, che hanno subìto ingenti danni».
In settimana il Comune ha organizzato un incontro con le associazioni di categoria GEBIS e ASCOT per mettere gli operatori al corrente della situazione: «In questa occasione abbiamo presentato quanto comunicatoci dal direttore dell'unità operativa del Genio Civile di Venezia Salvatore Patti, ovvero che i metri cubi previsti non copriranno tutte le esigenze e quindi per ulteriori interventi sarà necessario stipulare specifici protocolli d'intesa tra Comune, Regione e operatori».
I lavori di dragaggio e ripascimento delle spiagge inizieranno a marzo, per concludersi entro fine maggio 2020: un'azione che «non dovrà configgere con l’attività di allevamento di vongole e mitili – conclude Marco Veronese – come ha assicurato proprio ieri l’assessore alla pesca della Regione Veneto Giuseppe Pan ai rappresentanti del settore ittico e della molluschicoltura».
Sempre in primavera, all'Isola Verde verranno realizzate le dune sabbiose (i cosiddetti “cordoni dunali”) a protezione dell'abitato, per ostacolare l’avvicinamento delle onde più grandi e impedire il danneggiamento e l’inondazione delle zone interne, mentre nel 2021 grazie al piano nazionale di mitigazione idrogeologica, sono stati inseriti interventi sulla scogliera soffolta, che prevederà nuovi pennelli emersi a difesa del litorale dalle mareggiate.
In settimana il Comune ha organizzato un incontro con le associazioni di categoria GEBIS e ASCOT per mettere gli operatori al corrente della situazione: «In questa occasione abbiamo presentato quanto comunicatoci dal direttore dell'unità operativa del Genio Civile di Venezia Salvatore Patti, ovvero che i metri cubi previsti non copriranno tutte le esigenze e quindi per ulteriori interventi sarà necessario stipulare specifici protocolli d'intesa tra Comune, Regione e operatori».
I lavori di dragaggio e ripascimento delle spiagge inizieranno a marzo, per concludersi entro fine maggio 2020: un'azione che «non dovrà configgere con l’attività di allevamento di vongole e mitili – conclude Marco Veronese – come ha assicurato proprio ieri l’assessore alla pesca della Regione Veneto Giuseppe Pan ai rappresentanti del settore ittico e della molluschicoltura».
Sempre in primavera, all'Isola Verde verranno realizzate le dune sabbiose (i cosiddetti “cordoni dunali”) a protezione dell'abitato, per ostacolare l’avvicinamento delle onde più grandi e impedire il danneggiamento e l’inondazione delle zone interne, mentre nel 2021 grazie al piano nazionale di mitigazione idrogeologica, sono stati inseriti interventi sulla scogliera soffolta, che prevederà nuovi pennelli emersi a difesa del litorale dalle mareggiate.
venerdì 24 gennaio 2020
SUPERMERCATO AI BAGNI CLODIA, DOLFIN (LEGA): «IL COMUNE PIANGA SE STESSO E NON LA REGIONE, NON HA MODIFICATO IL PIANO ATTREZZATO DEL LUNGOMARE»
Fa ancora discutere il supermercato che la catena tedesca ALDI aprirà al parcheggio dei bagni Clodia, vicinissimo alla spiaggia di Sottomarina. Il consigliere leghista Marco Dolfin, pur dicendosi assai contrario all'opera poiché «altamente impattante in termini logistici, viabilistici, ambientali», critica l'amministrazione comunale 5 Stelle: «Dopo quattro anni questa maggioranza non sa ancora comprendere le differenze tra i vari piani urbanistici, oltre alle norme tecniche di attuazione valide per l'arenile e per il lungomare!», afferma Dolfin con riferimento alle dichiarazioni del gruppo di maggioranza.
«Come si fa - continua Dolfin - a dire che la colpa è della Regione, quando siamo in presenza di un Piano Attrezzato del Lungomare che vede a capo direttamente il Comune? Cosa c'entra il Piano Casa? Fra l'altro si tratta di uno stabile abbattuto, già presente in loco da anni. E proprio il Comune ha rilasciato il permesso di costruire, non certo la Regione! I 5 Stelle si assumano le responsabilità del caso, senza dare la colpa sempre agli altri».
Prosegue l'esponente dell'opposizione: «Chi amministra una città deve sapere cosa sono i regolamenti e quali debbano essere rivisti, se non sono ritenuti validi. Proprio il Piano Attrezzato del Lungomare è stato più volte al centro di richieste di modifica negli ultimi quattro anni, ma ahimé non ho visto l'amministrazione adoperarsi per cambiare tali norme. Che si diano una mossa dunque, prima di accusare gli altri, visto che la colpa è loro. E se la richiesta dell'impresa è conforme ai piani e ai regolamenti c'è ben poco da fare, altro che presentare ordini del giorno in consiglio».
«Come si fa - continua Dolfin - a dire che la colpa è della Regione, quando siamo in presenza di un Piano Attrezzato del Lungomare che vede a capo direttamente il Comune? Cosa c'entra il Piano Casa? Fra l'altro si tratta di uno stabile abbattuto, già presente in loco da anni. E proprio il Comune ha rilasciato il permesso di costruire, non certo la Regione! I 5 Stelle si assumano le responsabilità del caso, senza dare la colpa sempre agli altri».
Prosegue l'esponente dell'opposizione: «Chi amministra una città deve sapere cosa sono i regolamenti e quali debbano essere rivisti, se non sono ritenuti validi. Proprio il Piano Attrezzato del Lungomare è stato più volte al centro di richieste di modifica negli ultimi quattro anni, ma ahimé non ho visto l'amministrazione adoperarsi per cambiare tali norme. Che si diano una mossa dunque, prima di accusare gli altri, visto che la colpa è loro. E se la richiesta dell'impresa è conforme ai piani e ai regolamenti c'è ben poco da fare, altro che presentare ordini del giorno in consiglio».
PIANO PARTICOLAREGGIATO DEI CENTRI STORICI, I RILIEVI DEI TECNICI: «DIFFICILE RISTRUTTURARE». PALAZZO GRANAIO DIVENTERÀ UNA PINACOTECA?
Una notevole massa di cittadini, tecnici e portatori di interesse ha convenuto, ieri nel tardo pomeriggio, all'ex scuola Principe Amedeo in calle Cesare Battisti a Chioggia, per la presentazione del nuovo piano particolareggiato dei centri storici a cura del Comune. Dopo gli interventi del sindaco Alessandro Ferro e del dirigente al settore Urbanistica, architetto Gianni Favaretto, la parola ai professionisti che hanno rilevato la difficoltà secondo il piano di spostare pareti e scale interne negli immobili classificati "unità edilizie storiche". Lo stesso dicasi per intervenire sui tetti. Lo scopo del piano, ha ricordato l'amministrazione, è mantenere viva la città di Chioggia e dare nuova luce al centro storico di Sottomarina.
la playlist video degli interventi:
Dalla consigliera di opposizione Marcellina Segantin sono state espresse alcune critiche: «Il piano particolareggiato ha tante lacune - ha esordito l'esponente di ChioggiaViva, che è anche architetto - poiché frutto di un'analisi del territorio svolta prima del 2000. Alcuni vincoli dovrebbero essere rivisti, dal momento che non pochi edifici sono andati nel frattempo disabitati o degradati. Perciò il PP non risponde più alle esigenze della città». Segantin fa riferimento alla difficile possibilità di cambiare destinazione d'uso ad alcuni primi piani in corso del Popolo, per esigenze commerciali: «Le persone stanno scappando dal centro storico di Chioggia perché è difficile ristrutturare, urgono norme di decoro urbano anche per uniformare le tende e gli ombrelloni dei locali».
Assieme alle questioni oggettive poste dagli studi tecnici, ieri si è parlato anche del palazzo Granaio, il cui restauro è tornato a procedere spedito in sinergia con la Soprintendenza alle Belle Arti: nelle intenzioni del Comune, lo stabile trecentesco sarebbe destinato ad accogliere i dipinti della pinacoteca civica e a incamerare mostre artistiche temporanee. Segantin si è detta d'accordo, anche allo scopo di prolungare la stagione turistica. «Se ci sono idee ulteriori siamo qua - ha detto il sindaco Ferro a chi ha suggerito di traslocarvi gli uffici del giudice di pace - ma bisogna essere consapevoli che una diversa destinazione rallenterebbe i tempi della sua riconsegna».
la playlist video degli interventi:
Dalla consigliera di opposizione Marcellina Segantin sono state espresse alcune critiche: «Il piano particolareggiato ha tante lacune - ha esordito l'esponente di ChioggiaViva, che è anche architetto - poiché frutto di un'analisi del territorio svolta prima del 2000. Alcuni vincoli dovrebbero essere rivisti, dal momento che non pochi edifici sono andati nel frattempo disabitati o degradati. Perciò il PP non risponde più alle esigenze della città». Segantin fa riferimento alla difficile possibilità di cambiare destinazione d'uso ad alcuni primi piani in corso del Popolo, per esigenze commerciali: «Le persone stanno scappando dal centro storico di Chioggia perché è difficile ristrutturare, urgono norme di decoro urbano anche per uniformare le tende e gli ombrelloni dei locali».
Assieme alle questioni oggettive poste dagli studi tecnici, ieri si è parlato anche del palazzo Granaio, il cui restauro è tornato a procedere spedito in sinergia con la Soprintendenza alle Belle Arti: nelle intenzioni del Comune, lo stabile trecentesco sarebbe destinato ad accogliere i dipinti della pinacoteca civica e a incamerare mostre artistiche temporanee. Segantin si è detta d'accordo, anche allo scopo di prolungare la stagione turistica. «Se ci sono idee ulteriori siamo qua - ha detto il sindaco Ferro a chi ha suggerito di traslocarvi gli uffici del giudice di pace - ma bisogna essere consapevoli che una diversa destinazione rallenterebbe i tempi della sua riconsegna».
DARSENA SAN FELICE, DOPO L'ASSOLUZIONE DALLA CORTE DEI CONTI GUARNIERI PASSA ALL'INCASSO: «ECCO I NOMI DEI RESPONSABILI, IL COMUNE SI RIVALGA»
Caso darsena San Felice, Guarnieri incassa l'assoluzione e rilancia per vedersi riconosciuto l'onore personale e politico. Questa mattina l'ex sindaco di Chioggia e il suo legale, l'avvocato Massimo Carlin di Portogruaro, hanno tenuto una conferenza stampa nei locali del Granso Stanco a Sottomarina per fare il punto della situazione dopo il proscioglimento del primo da parte della Corte dei Conti, avvenuto a fine 2019. «Questa sentenza - ha detto l'avvocato Carlin - è stata una grande soddisfazione professionale, anche perché otto anni fa non era scontata: solitamente in questi casi la Corte procede per sequestri, blocchi di stipendi e beni personali. La decisione sposta invece di qualche grado la lettura politica chioggiotta degli ultimi 20 anni».
Dal canto suo Guarnieri ricorda il rapporto collaborativo che a un certo punto è subentrato con i gerenti della darsena: «Noi dell'amministrazione - ricorda l'ex sindaco - non eravamo contro la sua realizzazione, ma contrastavamo solo il piano per come ci era stato presentato all'inizio, con l'occupazione del murazzo e l'introduzione di cemento in laguna». Tanto che le parti sono state consorti in Tribunale contro un rilievo fatto dal Ministero dell'Ambiente, e assieme addivennero alla firma di un accordo di transazione il 10 settembre 2001 -esposto dallo stesso Guarnieri durante la conferenza- allo scopo di estinguere la causa pendente e non ricorrere oltre in giudizio.
Nel patto stava l'approvazione del piano particolareggiato, concretizzata poi dal commissario ad acta chiesto alla Regione Veneto dalla società che ha costruito la darsena, dal momento che l'amministrazione pubblica -a quel tempo passata al sindaco Romano Tiozzo- non stava procedendo a dar seguito all'accordo: «Non si trattava di un organo esterno all'ente - rileva l'avvocato Carlin - bensì di un organo straordinario del Comune, che ha operato per conto di esso».
Il problema sta nel fatto che questa transazione non era stata depositata in giudizio, e solo l'esposto di Guarnieri ha messo la questione sotto una luce differente: «All'inizio del 2009 - racconta l'avvocato Carlin - il Consiglio di Stato emise un avviso di perenzione della causa, ovvero chiese agli avvocati se i rispettivi clienti avessero intenzione di proseguirla. E valeva il silenzio-assenso». I legali della darsena (contravvenendo all'accordo siglato mesi prima) risposero che questo interesse c'era ancora, così venne fissata l'udienza del Consiglio di Stato che diede ragione al Porto San Felice, obbligando il Comune al risarcimento dei danni per la perdita di un contributo, che l'amministrazione Casson fissò in un milione e 900mila euro, poi effettivamente versato.
Si chiede ora Guarnieri: perché non è stato fatto valere l'accordo stragiudiziale? «Il soggetto leso sono io - ribatte l'ex primo cittadino - sia dal punto di vista politico, che di uomo pubblico. Per questo voglio essere ristorato pubblicamente ed economicamente. Ho inviato una lettera all'amministrazione comunale, che ha subìto un danno grave e ingiusto, per farle recuperare ciò che ha dovuto cedere in maniera distorta». Si tratta di quasi due milioni che, in anni di patto di stabilità e blocco delle uscite, avrebbero fatto comodo al Comune: «Lo stesso Romano Tiozzo - aggiunge Guarnieri - affermò falsamente di aver dovuto alzare le tasse per via di un esborso che nemmeno ha poi effettuato, avendolo pagato la giunta Casson». Ma dal Comune di oggi, nessuna risposta a questa lettera.
Infine, Fortunato Guarnieri mette sul banco dei responsabili l'allora avvocato del Comune, Giorgio Orsoni (in seguito anche sindaco di Venezia), che pareva non essere al corrente dell'accordo di transazione, e anche il difensore della controparte, che nel 2009 ha firmato la ripresa del ricorso al Consiglio di Stato -già esperito nel 2001- contravvenendo così all'accordo tra le parti.
Dal canto suo Guarnieri ricorda il rapporto collaborativo che a un certo punto è subentrato con i gerenti della darsena: «Noi dell'amministrazione - ricorda l'ex sindaco - non eravamo contro la sua realizzazione, ma contrastavamo solo il piano per come ci era stato presentato all'inizio, con l'occupazione del murazzo e l'introduzione di cemento in laguna». Tanto che le parti sono state consorti in Tribunale contro un rilievo fatto dal Ministero dell'Ambiente, e assieme addivennero alla firma di un accordo di transazione il 10 settembre 2001 -esposto dallo stesso Guarnieri durante la conferenza- allo scopo di estinguere la causa pendente e non ricorrere oltre in giudizio.
Nel patto stava l'approvazione del piano particolareggiato, concretizzata poi dal commissario ad acta chiesto alla Regione Veneto dalla società che ha costruito la darsena, dal momento che l'amministrazione pubblica -a quel tempo passata al sindaco Romano Tiozzo- non stava procedendo a dar seguito all'accordo: «Non si trattava di un organo esterno all'ente - rileva l'avvocato Carlin - bensì di un organo straordinario del Comune, che ha operato per conto di esso».
Il problema sta nel fatto che questa transazione non era stata depositata in giudizio, e solo l'esposto di Guarnieri ha messo la questione sotto una luce differente: «All'inizio del 2009 - racconta l'avvocato Carlin - il Consiglio di Stato emise un avviso di perenzione della causa, ovvero chiese agli avvocati se i rispettivi clienti avessero intenzione di proseguirla. E valeva il silenzio-assenso». I legali della darsena (contravvenendo all'accordo siglato mesi prima) risposero che questo interesse c'era ancora, così venne fissata l'udienza del Consiglio di Stato che diede ragione al Porto San Felice, obbligando il Comune al risarcimento dei danni per la perdita di un contributo, che l'amministrazione Casson fissò in un milione e 900mila euro, poi effettivamente versato.
Si chiede ora Guarnieri: perché non è stato fatto valere l'accordo stragiudiziale? «Il soggetto leso sono io - ribatte l'ex primo cittadino - sia dal punto di vista politico, che di uomo pubblico. Per questo voglio essere ristorato pubblicamente ed economicamente. Ho inviato una lettera all'amministrazione comunale, che ha subìto un danno grave e ingiusto, per farle recuperare ciò che ha dovuto cedere in maniera distorta». Si tratta di quasi due milioni che, in anni di patto di stabilità e blocco delle uscite, avrebbero fatto comodo al Comune: «Lo stesso Romano Tiozzo - aggiunge Guarnieri - affermò falsamente di aver dovuto alzare le tasse per via di un esborso che nemmeno ha poi effettuato, avendolo pagato la giunta Casson». Ma dal Comune di oggi, nessuna risposta a questa lettera.
Infine, Fortunato Guarnieri mette sul banco dei responsabili l'allora avvocato del Comune, Giorgio Orsoni (in seguito anche sindaco di Venezia), che pareva non essere al corrente dell'accordo di transazione, e anche il difensore della controparte, che nel 2009 ha firmato la ripresa del ricorso al Consiglio di Stato -già esperito nel 2001- contravvenendo così all'accordo tra le parti.
ESENZIONE DELL'IMU DAI TERRENI, IL M5S RISPONDE A BENIAMINO BOSCOLO: «ERA LUI ASSESSORE QUANDO SONO STATI RESI EDIFICABILI»
Il Movimento 5 Stelle di Chioggia risponde all'interrogazione che il consigliere di Forza Italia Beniamino Boscolo presenterà alla prossima seduta di lunedì, relativa all'esenzione dall'IMU sui terreni edificabili. «Boscolo segna un clamoroso autogoal - sostiene in una nota il gruppo consiliare di maggioranza - nel tentativo di denigrare l’amministrazione 5 Stelle. Egli si aspetta che venga azzerata l’IMU sui terreni edificabili, sapendo bene che è impossibile, quando invece il M5S ha fatto esattamente ciò che ha promesso in campagna elettorale, cioè ridurla del 30% sui terreni edificabili, ma senza possibilità effettiva di essere edificati.
L'amministrazione ha inoltre approvato due varianti "verdi", secondo le quali i terreni edificabili potevano ritornare agricoli. Ma il consigliere - continua la nota del M5S - pare aver dimenticato che il Piano Regolatore Generale che ha reso edificabili tutti i terreni in questione è stato approvato dalla giunta di Romano Tiozzo, nella quale lui stesso era assessore al bilancio: memoria corta o ennesima distrazione? Tacere sarebbe meglio».
L'amministrazione ha inoltre approvato due varianti "verdi", secondo le quali i terreni edificabili potevano ritornare agricoli. Ma il consigliere - continua la nota del M5S - pare aver dimenticato che il Piano Regolatore Generale che ha reso edificabili tutti i terreni in questione è stato approvato dalla giunta di Romano Tiozzo, nella quale lui stesso era assessore al bilancio: memoria corta o ennesima distrazione? Tacere sarebbe meglio».
SUPERMERCATO AL CLODIA, IL M5S AVANZA UN ORDINE DEL GIORNO PER VIETARE IN SPIAGGIA FUTURE COSTRUZIONI NON RICREATIVE: «COLPA DEL PIANO CASA»
Ha fatto scalpore la notizia, pubblicata ieri da Chioggia Azzurra, del prossimo supermercato ALDI nel parcheggio dei bagni Clodia a Sottomarina. Il gruppo consiliare di maggioranza del M5S ha presentato ieri un ordine del giorno alla prossima seduta del consiglio comunale (in programma lunedì 27 dalle ore 16.30), nel quale chiede di modificare urgentemente gli strumenti urbanistici che regolano l’arenile e le zone adiacenti, estendendo le tutele del piano particolareggiato alla gran parte del lungomare.
In particolare, i consiglieri stellati vogliono che vengano totalmente vietate nuove costruzioni, compresi i cambi d'uso di quelle esistenti, con destinazione diversa da turistico-ricreativa, escludendo anche la destinazione turistico-ricettiva. Inoltre, il M5S di Chioggia è favorevole a che siano permessi solo piccoli ampliamenti delle costruzioni esistenti, ove strettamente necessari allo sviluppo delle attività turistico-ricreative esistenti, seguendo i principi della reversibilità edilizia e solo se ben inseriti dal punto di vista paesaggistico. Quindi, secondo l'ordine del giorno devono essere utilizzati solo ed esclusivamente materiali a basso impatto ambientale e compatibili con l’ambiente costiero e marino; infine, i grillini chiedono che vengano messi in atto tutti gli accorgimenti atti ad impedire il sorgere di nuove costruzioni le quali, in relazione alla destinazione d’uso, niente hanno a che vedere con la naturale destinazione turistico-ricreativa della spiaggia di Sottomarina.
Commenta il consigliere Daniele Padoan, presidente della commissione consiliare Lavori Pubblici ed Urbanistica, nonché primo firmatario dell’ordine del giorno: «Esso non è conseguenza diretta del nuovo supermercato che sorgerà in zona Clodia, casomai la notizia ne è stata il “casus belli”. Con l’ultimo provvedimento in zona “ex Valentino” ci siamo resi conto che il piano particolareggiato dell’arenile e la variante al PRG “parco del Lungomare” devono essere modificati per rendere coerente ciò che sarà possibile fare in spiaggia con la sua naturale destinazione turistico-ricreativa».
Quanto alla realizzazione del supermercato ALDI, secondo Padoan «è solo uno dei tanti frutti del piano casa regionale, che, in quanto norma sovraordinata, supera le limitazioni dettate dal PRG e relativi piani attuativi. L’amministrazione comunale non ha avuto, né poteva avere, alcun ruolo nel permesso di costruire, che gli uffici tecnici hanno dovuto rilasciare per non incorrere in pesanti ricorsi da parte dell'impresa. Ringraziamo ancora una volta Zaia e le sue politiche per il territorio, che a parole promuove la limitazione del consumo di suolo, ma nei fatti confonde la possibilità di ampliare casa con quella di creare supermercati in spiaggia».
In particolare, i consiglieri stellati vogliono che vengano totalmente vietate nuove costruzioni, compresi i cambi d'uso di quelle esistenti, con destinazione diversa da turistico-ricreativa, escludendo anche la destinazione turistico-ricettiva. Inoltre, il M5S di Chioggia è favorevole a che siano permessi solo piccoli ampliamenti delle costruzioni esistenti, ove strettamente necessari allo sviluppo delle attività turistico-ricreative esistenti, seguendo i principi della reversibilità edilizia e solo se ben inseriti dal punto di vista paesaggistico. Quindi, secondo l'ordine del giorno devono essere utilizzati solo ed esclusivamente materiali a basso impatto ambientale e compatibili con l’ambiente costiero e marino; infine, i grillini chiedono che vengano messi in atto tutti gli accorgimenti atti ad impedire il sorgere di nuove costruzioni le quali, in relazione alla destinazione d’uso, niente hanno a che vedere con la naturale destinazione turistico-ricreativa della spiaggia di Sottomarina.
Commenta il consigliere Daniele Padoan, presidente della commissione consiliare Lavori Pubblici ed Urbanistica, nonché primo firmatario dell’ordine del giorno: «Esso non è conseguenza diretta del nuovo supermercato che sorgerà in zona Clodia, casomai la notizia ne è stata il “casus belli”. Con l’ultimo provvedimento in zona “ex Valentino” ci siamo resi conto che il piano particolareggiato dell’arenile e la variante al PRG “parco del Lungomare” devono essere modificati per rendere coerente ciò che sarà possibile fare in spiaggia con la sua naturale destinazione turistico-ricreativa».
Quanto alla realizzazione del supermercato ALDI, secondo Padoan «è solo uno dei tanti frutti del piano casa regionale, che, in quanto norma sovraordinata, supera le limitazioni dettate dal PRG e relativi piani attuativi. L’amministrazione comunale non ha avuto, né poteva avere, alcun ruolo nel permesso di costruire, che gli uffici tecnici hanno dovuto rilasciare per non incorrere in pesanti ricorsi da parte dell'impresa. Ringraziamo ancora una volta Zaia e le sue politiche per il territorio, che a parole promuove la limitazione del consumo di suolo, ma nei fatti confonde la possibilità di ampliare casa con quella di creare supermercati in spiaggia».
giovedì 23 gennaio 2020
SEDE DELLA POLIZIA LOCALE IN PRECARIE CONDIZIONI, IL CONSIGLIERE MARCO DOLFIN PRESENTA UN ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
Il consigliere comunale della Lega Marco Dolfin ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, dove segnala la situazione della sede della polizia locale all'isola Saloni di Chioggia. «A distanza di nemmeno un anno dal trasloco il 14 febbraio 2019 - esordisce Dolfin - siamo all'impasse totale. Autorevoli tecnici pagati dal Comune, come l'ingegner Edoardo dal Cin (responsabile del servizio prevenzione e protezione) dichiarano a verbale che alcune stanze della struttura, a servizio del personale, sono da evacuare nell'interesse della salute e sicurezza. Nonostante questo, tutto rimane com'era, anche dopo la seduta di commissione che ho fatto convocare lo scorso dicembre».
Prosegue l'esponente leghista: «Nessuno si è mosso. Ma se qualcuno pensava che si continuasse a lanciare solo proclami o segnali di fumo, da amministratore rispondo che ritengo doveroso segnalare -attraverso immagini e documenti ottenuti dall'accesso agli atti- la questione alle autorità competenti: si parla di un bene pubblico, va chiarita la situazione e se esistono ancora o meno i requisiti per poter operare nella sede. Non stavo scherzando, quando dicevo che sarei andato a fondo di una questione che ho seguìto fin dal primo istante, quando ancora non era stato effettuato il trasloco e già emergevano problemi strutturali. Nonostante sopralluoghi, articoli e promesse, nessuno si è degnato di ascoltare, ma l'amministrazione brindava in posa il giorno del taglio del nastro», conclude Dolfin.
Prosegue l'esponente leghista: «Nessuno si è mosso. Ma se qualcuno pensava che si continuasse a lanciare solo proclami o segnali di fumo, da amministratore rispondo che ritengo doveroso segnalare -attraverso immagini e documenti ottenuti dall'accesso agli atti- la questione alle autorità competenti: si parla di un bene pubblico, va chiarita la situazione e se esistono ancora o meno i requisiti per poter operare nella sede. Non stavo scherzando, quando dicevo che sarei andato a fondo di una questione che ho seguìto fin dal primo istante, quando ancora non era stato effettuato il trasloco e già emergevano problemi strutturali. Nonostante sopralluoghi, articoli e promesse, nessuno si è degnato di ascoltare, ma l'amministrazione brindava in posa il giorno del taglio del nastro», conclude Dolfin.
mercoledì 22 gennaio 2020
BENIAMINO BOSCOLO: IL 2020 DEV'ESSERE L'ANNO DELL'ESENZIONE IMU A CHIOGGIA
Il capogruppo di Forza Italia al consiglio comunale, Beniamino Boscolo, ha pronta un'interrogazione all'assessore alle finanze Daniele Stecco relativa alla riduzione IMU prevista già nel 2017. Allora la giunta, nel rispondere a un'altra interrogazione, aveva dichiarato di voler ridurre progressivamente la tassazione dell'IMU sui terreni edificabili, auspicando di arrivare al 2020 con una esenzione. «Quello che fino ad oggi è riuscita a fare - commenta Boscolo - è stata la riduzione del 30%, solo per un certo tipo di terreni e solo per piccole porzioni di territorio in frazione: un beneficio per pochi!».
Continua l'esponente dell'opposizione: «Non penso bisogni ricordare a questa amministrazione che centinaia di proprietari stanno pagando per qualcosa che non c'è. Mi riferisco ai piani attuativi e alla pianificazione urbanistica, sintomo di una politica miope. Parlo di estesi comparti (area ZTO C/2) di piccoli appezzamenti di pensionati, ex agricoltori o ereditieri che in piena crisi economica si sono visti ridurre il valore dei terreni e quindi la svendita ai grandi costruttori non risulterebbe neanche risarcitoria».
Beniamino Boscolo chiede di quantificare «quel famoso 30% di riduzione, gridato ai quattro venti come panacea dei grillini, ma che invece è risultato inesistente per quasi tutti i proprietari e ad ottenere l'esenzione dell'IMU come promesso».
Continua l'esponente dell'opposizione: «Non penso bisogni ricordare a questa amministrazione che centinaia di proprietari stanno pagando per qualcosa che non c'è. Mi riferisco ai piani attuativi e alla pianificazione urbanistica, sintomo di una politica miope. Parlo di estesi comparti (area ZTO C/2) di piccoli appezzamenti di pensionati, ex agricoltori o ereditieri che in piena crisi economica si sono visti ridurre il valore dei terreni e quindi la svendita ai grandi costruttori non risulterebbe neanche risarcitoria».
Beniamino Boscolo chiede di quantificare «quel famoso 30% di riduzione, gridato ai quattro venti come panacea dei grillini, ma che invece è risultato inesistente per quasi tutti i proprietari e ad ottenere l'esenzione dell'IMU come promesso».
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