Il capogruppo del Partito Democratico Jonatan Montanariello, neoeletto al consiglio regionale veneto, interviene in merito all'approvazione del bilancio di previsione 2020-2022 e del documento unico di programmazione da parte del consiglio comunale di Chioggia, lo scorso lunedì. «Si è chiuso il cerchio di questa amministrazione - commenta Montanariello - in quanto al suo interno ci sono chiaramente le reali indicazioni di cosa si è fatto e di cosa ci si prefigge di fare.
Traendo una valutazione di fine mandato della giunta Ferro, non serve un osservatore politico per prendere atto che questa amministrazione ha praticamente disatteso quasi per intero il proprio programma elettorale. Dopo cinque anni ci viene riconsegnata una città isolata nei rapporti con gli altri territori, in cui non si è stati in grado a far fronte e porre rimedio alle continue uscite dei dipendenti pubblici e degli agenti di polizia locale, creando spesso lungaggini amministrative e malcontento nei cittadini, i quali giustamente pretendono efficienza e maggior sicurezza anche con la presenza sul territorio delle forze dell’ordine. L’unica amministrazione che non ha saputo neppure assumere i vigili stagionali».
Prosegue Montanariello: «Chioggia è una città dove da anni non si vedeva un tesoretto cosi importante a sua disposizione, grazie all’allentamento del patto di stabilità e dal rifinanziamento della Legge Speciale. Condizioni che a poco sono servite, visto che chi ha amministrato è stato politicamente incapace di predisporre progetti per poi spendere le risorse messe a disposizione. È stata lasciata perdere la riqualificazione dell’area Arena Duse, condannando al degrado un’area urbana centrale, senza contare la vicenda ancora attuale del centro minori "La Barca"».
Il consigliere del PD percepisce «maggior senso d’abbandono e trascuratezza, distacco delle istituzioni nei confronti del cittadino e dell’allungamento dei tempi della burocrazia. Un’amministrazione fallimentare su tutti i fronti, politico e tecnico, che passerà alla storia per la maggior sostituzione di assessori dovuta spesso a beghe interne, oltre che per i proclami enunciati, spesso vuoti e infondati».
L'approvazione del bilancio di previsione - continua l'esponente democratico - è «la ciliegina sulla torta, con l'aumento delle tasse promosso dalla maggioranza, che rinnega la paternità dell'azione nonostante abbia votato il proprio stesso bilancio. Aumentare le tasse in un momento delicato come questo dimostra l’incapacità politica di un’amministrazione miope alle esigenze dei propri cittadini, che per fortuna se ne sono accorti. Ora la giunta prenda coscienza e con dignità politica faccia un passo indietro, dimettendosi».
mercoledì 30 settembre 2020
IL RAGIONIERE GENERALE MARIO VERONESE IN QUIESCENZA DA OGGI: L'OMAGGIO DI COLLEGHI E POLITICI PER LO STORICO DIRIGENTE DEL COMUNE
Ultimo giorno di lavoro oggi per il dottor Mario Veronese, storico dirigente al settore Finanze e Bilancio del Comune di Chioggia. Nel corso della sua carriera il Ragioniere generale, riservato e competente, ha sempre portato a termine la propria missione con efficacia, a volte anche togliendo "le castagne dal fuoco" a qualche amministrazione, e sempre con l'obiettivo di gestire in oculatezza le casse dell'ente.
In queste ore al dirigente stanno arrivando i messaggi di gratitudine di colleghi ed esponenti politici: il comandante della Polizia Locale, Michele Tiozzo, tributa «sincero affetto e infinita stima all'amico Mario Veronese», decano tra i dirigenti. «Una figura d'altri tempi - scrive il comandante Tiozzo - una vita passata completamente al servizio dell'ente locale, per il quale ha rappresentato il custode e garante della stabilità attraverso le generazioni.
Esempio per tutti di dedizione assoluta all'istituzione e incondizionato senso del dovere. C'è rammarico per non poter più contare sulla sua costante presenza, la sua straordinaria esperienza e professionalità. Il distacco sarà duro, come per noi colmare il vuoto umano che lascia. Grazie infinite».
Fa eco l'ex sindaco Fortunato Guarnieri: «Con i suoi suggerimenti e pure i suoi "no!" è stato fondamentale durante i dieci anni di mia amministrazione nell'ottenere risultati straordinari. Un grande lavoratore che ha rinunciato a molte ferie, operando giorno e notte anche quando ammalato. Una persona seria e onesta, per me un vero amico: grazie Mario».
Nelle scorse settimane il dottor Veronese ha "chiuso" la sua carriera municipale querelando il presidente del consiglio comunale Endri Bullo e il capogruppo del Movimento 5 Stelle Paolo Bonfà per diffamazione, in merito alle dichiarazioni da loro rilasciate riguardo il presunto ruolo del dirigente uscente nella mancata assunzione di alcuni agenti stagionali per la polizia locale. Il Comune peraltro ha avviato la procedura concorsuale per assumere un nuovo dirigente al settore Finanze e Bilancio.
In queste ore al dirigente stanno arrivando i messaggi di gratitudine di colleghi ed esponenti politici: il comandante della Polizia Locale, Michele Tiozzo, tributa «sincero affetto e infinita stima all'amico Mario Veronese», decano tra i dirigenti. «Una figura d'altri tempi - scrive il comandante Tiozzo - una vita passata completamente al servizio dell'ente locale, per il quale ha rappresentato il custode e garante della stabilità attraverso le generazioni.
Esempio per tutti di dedizione assoluta all'istituzione e incondizionato senso del dovere. C'è rammarico per non poter più contare sulla sua costante presenza, la sua straordinaria esperienza e professionalità. Il distacco sarà duro, come per noi colmare il vuoto umano che lascia. Grazie infinite».
Fa eco l'ex sindaco Fortunato Guarnieri: «Con i suoi suggerimenti e pure i suoi "no!" è stato fondamentale durante i dieci anni di mia amministrazione nell'ottenere risultati straordinari. Un grande lavoratore che ha rinunciato a molte ferie, operando giorno e notte anche quando ammalato. Una persona seria e onesta, per me un vero amico: grazie Mario».
Nelle scorse settimane il dottor Veronese ha "chiuso" la sua carriera municipale querelando il presidente del consiglio comunale Endri Bullo e il capogruppo del Movimento 5 Stelle Paolo Bonfà per diffamazione, in merito alle dichiarazioni da loro rilasciate riguardo il presunto ruolo del dirigente uscente nella mancata assunzione di alcuni agenti stagionali per la polizia locale. Il Comune peraltro ha avviato la procedura concorsuale per assumere un nuovo dirigente al settore Finanze e Bilancio.
martedì 29 settembre 2020
IL M5S: «FAREMO DI TUTTO PER EVITARE L'AUMENTO DELL'ADDIZIONALE IRPEF, IN QUATTRO ANNI MAI AUMENTATA UN'IMPOSTA»
L'aumento dell'addizionale IRPEF nel Comune di Chioggia non è definitivo. Lo sostiene una nota del Movimento 5 Stelle, che lo definisce «un atto dovuto per garantire l'equilibrio del bilancio triennale. Cercheremo ogni soluzione per scongiurarlo». Il capogruppo Paolo Bonfà ritiene che «in 4 anni il M5S non ha mai aumentato una imposta nei confronti dei cittadini, nemmeno del dovuto tasso di inflazione, e già equivale ad un abbassamento delle stesse. Anzi con le varianti verdi e con la riduzione dell'IMU per i terreni edificabili in cui non risulta possibile costruire, il Movimento ha sempre dimostrato grande attenzione ad evitare l'aumento di imposte per i cittadini.
Questo reiterato gioco di creare inutili allarmi, dipingendo una città in maniera lontana dalla realtà, allo scopo di ricreare una verginità per i passati protagonisti della politica cittadina, è solamente un inutile tentativo di far dimenticare il degrado e l'abbandono del passato subìto dalla città per mano delle precedenti amministrazioni. A chi dice “bastava far questo" o "bastava far quello”, rispondiamo che -se fosse stato così facile- perché non lo hanno fatto loro, avanzando alcuni emendamenti? Ricordo - conclude Bonfà - che questa amministrazione ha già scongiurato la chiusura di SST, la quale nel 2016 presentava un buco di circa 3 milioni».
Questo reiterato gioco di creare inutili allarmi, dipingendo una città in maniera lontana dalla realtà, allo scopo di ricreare una verginità per i passati protagonisti della politica cittadina, è solamente un inutile tentativo di far dimenticare il degrado e l'abbandono del passato subìto dalla città per mano delle precedenti amministrazioni. A chi dice “bastava far questo" o "bastava far quello”, rispondiamo che -se fosse stato così facile- perché non lo hanno fatto loro, avanzando alcuni emendamenti? Ricordo - conclude Bonfà - che questa amministrazione ha già scongiurato la chiusura di SST, la quale nel 2016 presentava un buco di circa 3 milioni».
DEPOSITO DI GPL, SPUNTA UN EMENDAMENTO CHE STRALCEREBBE IL BLOCCO: NESSUNO SE NE ATTRIBUISCE LA PATERNITÀ, IL GOVERNO È CERTO CHE NON PASSERÀ
Mistero a Roma per un emendamento al decreto "agosto", spuntato oltre il termine consentito, il quale ove fosse approvato annullerebbe gli effetti dei commi 24, 25, 26 in seno all'articolo 95, ovvero quelli che bloccano l'entrata in funzione del deposito di gpl in Val da Rio. L'emendamento figura tra quelli presentati dai senatori Eugenio Comincini e Donatella Conzatti, del gruppo di Italia Viva, e sarà discusso in aula nella seduta del prossimo 5 ottobre, in sede di conversione del decreto legge.
Contattato dal comitato No Gpl, il senatore Comincini nega di essere stato l'artefice della riscrittura, che mette in difficoltà lo stesso partito di Matteo Renzi nei confronti dei partner di governo: PD e Movimento 5 Stelle, infatti, confermano la linea dello stop anche attraverso i loro esponenti di governo, come i ministri d'Incà e de Micheli, e il sottosegretario Martella.
La senatrice Conzatti, dal canto suo, non ha ancora risposto alle sollecitazioni del comitato: il pressing è giunto anche ai vertici della formazione politica, con le deputate Sara Moretto e Maria Elena Boschi che hanno manifestato la loro opposizione all'impianto.
Contattato dal comitato No Gpl, il senatore Comincini nega di essere stato l'artefice della riscrittura, che mette in difficoltà lo stesso partito di Matteo Renzi nei confronti dei partner di governo: PD e Movimento 5 Stelle, infatti, confermano la linea dello stop anche attraverso i loro esponenti di governo, come i ministri d'Incà e de Micheli, e il sottosegretario Martella.
La senatrice Conzatti, dal canto suo, non ha ancora risposto alle sollecitazioni del comitato: il pressing è giunto anche ai vertici della formazione politica, con le deputate Sara Moretto e Maria Elena Boschi che hanno manifestato la loro opposizione all'impianto.
lunedì 28 settembre 2020
BILANCIO DI PREVISIONE E DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE APPROVATI DAL CONSIGLIO COMUNALE DI CHIOGGIA PER IL 2020-2022
Il consiglio comunale ha approvato nella seduta odierna il bilancio di previsione e il Documento Unico di Programmazione, il quale individua le aree e gli obiettivi strategici che l’amministrazione comunale si è data per realizzare il programma di mandato. «Credo che mai come quest’anno sia stata così lunga e complessa la redazione del bilancio triennale di previsione, in quanto tutta l'impalcatura elaborata a inizio anno è stata stravolta dall'emergenza sanitaria – ha spiegato Daniele Stecco, assessore al Bilancio e ai Tributi, illustrando i documenti in consiglio – per cui diversi capitoli di entrata hanno subito forti riduzioni e, dall’altra parte, abbiamo avuto la necessità di spendere di più per gli interventi di emergenza da realizzare.
Proprio per la risposta a queste difficoltà vorrei ringraziare fin da ora tutto il personale del Comune coinvolto nei lavori. I cambiamenti sono evidenti a partire dalla sezione strategica del Documento Unico di Programmazione, dove vengono riportati la nuova programmazione europea 2021-2027, la programmazione regionale, gli obiettivi individuati dal governo nazionale e i principali interventi di maggior interesse per il Comune, contenuti dai decreti legge “Cura Italia” e “Rilancio” allo scopo contrastare la crisi sanitaria ed economica».
Continua l'assessore Stecco: «Inoltre nel nuovo DUP 2020-2022 e quindi il relativo bilancio sono presenti diverse novità rispetto agli ultimi bilanci, in quanto abbiamo recepito alcune disposizioni entrate in vigore con la legge di bilancio per il 2020, come ad esempio l’accorpamento dell’IMU e della TASI, l’istituzione della local tax che ingloba la COSAP e l’imposta sulla pubblicità, i nuovi criteri ARERA per determinare i nuovi costi del servizio di igiene ambientale e relativa determinazione della TARI, nonché lo stanziamento dei fondi erogati dal Governo per fronteggiare l’emergenza».
Stecco ricorda cosa ha fatto l’amministrazione già dai primi giorni della pandemia: «Innanzitutto abbiamo sospeso tutti gli adempimenti amministrativi con il Comune, rimandando il pagamento della TARI, le rateizzazioni in corso, la COSAP, la sospensione per 3 mesi dell’imposta di soggiorno, rendere gratuiti tutti i parcheggi della città, sospendere le rete degli asili, la sospensione del pagamento delle concessione delle associazioni sportive che utilizzano spazi e palestre del Comune, tutto questo per aiutare il cittadino nei mesi più difficili.
Poi come previsto dal decreto legge “Cura Italia” abbiamo iniziato ad applicare l’avanzo disponibile a fronte dell’emergenza, per esempio adeguando le scuole a fronte della riapertura avvenuta a settembre, e proprio per essere pronti abbiamo compiuto diverse variazioni di bilancio d’urgenza, perché con l’approvazione del bilancio a settembre non c’erano i tempi necessari per adeguare tutte le scuole, oppure le risorse per la vigilanza del mercato, nonché mettere a disposizione le risorse necessarie (600mila euro) per coprire il minor gettito della TARI da parte dell’utenza non domestica che ha subito la sospensione delle attività economiche».
Nel dettaglio, per il 2020 si prevede nel capitolo delle entrate un valore presunto di circa 180 milioni, con un incremento sostanziale rispetto al 2019 (dovuto all'incremento del Fondo Pluriennale Vincolato per gli interventi stanziati dall'amministrazione negli ultimi anni, che vedranno quest’anno buona parte dei lavori, e per i trasferimenti correnti che sono previsti da altri enti, come i fondi FEAMP). Per il 2021 e il 2022 sono previsti circa 125 milioni ogni anno.
Proprio per la risposta a queste difficoltà vorrei ringraziare fin da ora tutto il personale del Comune coinvolto nei lavori. I cambiamenti sono evidenti a partire dalla sezione strategica del Documento Unico di Programmazione, dove vengono riportati la nuova programmazione europea 2021-2027, la programmazione regionale, gli obiettivi individuati dal governo nazionale e i principali interventi di maggior interesse per il Comune, contenuti dai decreti legge “Cura Italia” e “Rilancio” allo scopo contrastare la crisi sanitaria ed economica».
Continua l'assessore Stecco: «Inoltre nel nuovo DUP 2020-2022 e quindi il relativo bilancio sono presenti diverse novità rispetto agli ultimi bilanci, in quanto abbiamo recepito alcune disposizioni entrate in vigore con la legge di bilancio per il 2020, come ad esempio l’accorpamento dell’IMU e della TASI, l’istituzione della local tax che ingloba la COSAP e l’imposta sulla pubblicità, i nuovi criteri ARERA per determinare i nuovi costi del servizio di igiene ambientale e relativa determinazione della TARI, nonché lo stanziamento dei fondi erogati dal Governo per fronteggiare l’emergenza».
Stecco ricorda cosa ha fatto l’amministrazione già dai primi giorni della pandemia: «Innanzitutto abbiamo sospeso tutti gli adempimenti amministrativi con il Comune, rimandando il pagamento della TARI, le rateizzazioni in corso, la COSAP, la sospensione per 3 mesi dell’imposta di soggiorno, rendere gratuiti tutti i parcheggi della città, sospendere le rete degli asili, la sospensione del pagamento delle concessione delle associazioni sportive che utilizzano spazi e palestre del Comune, tutto questo per aiutare il cittadino nei mesi più difficili.
Poi come previsto dal decreto legge “Cura Italia” abbiamo iniziato ad applicare l’avanzo disponibile a fronte dell’emergenza, per esempio adeguando le scuole a fronte della riapertura avvenuta a settembre, e proprio per essere pronti abbiamo compiuto diverse variazioni di bilancio d’urgenza, perché con l’approvazione del bilancio a settembre non c’erano i tempi necessari per adeguare tutte le scuole, oppure le risorse per la vigilanza del mercato, nonché mettere a disposizione le risorse necessarie (600mila euro) per coprire il minor gettito della TARI da parte dell’utenza non domestica che ha subito la sospensione delle attività economiche».
Nel dettaglio, per il 2020 si prevede nel capitolo delle entrate un valore presunto di circa 180 milioni, con un incremento sostanziale rispetto al 2019 (dovuto all'incremento del Fondo Pluriennale Vincolato per gli interventi stanziati dall'amministrazione negli ultimi anni, che vedranno quest’anno buona parte dei lavori, e per i trasferimenti correnti che sono previsti da altri enti, come i fondi FEAMP). Per il 2021 e il 2022 sono previsti circa 125 milioni ogni anno.
CONSIGLIO REGIONALE, SLITTA LA PROCLAMAZIONE DEGLI ELETTI: IL M5S CONFIDA NEL RICORSO PER IL QUORUM. E IN CONSIGLIO COMUNALE A CHIOGGIA...
A una settimana dallo svolgimento delle elezioni regionali e dallo spoglio delle schede, la commissione elettorale della Regione Veneto non ha ancora comunicato l'ufficialità del risultato e degli eletti. Se quanto ai numeri non vi sono dubbi, col trionfo di Zaia capace di conquistare tre quarti dei voti, diverso è il discorso per l'attribuzione dei seggi in consiglio: e la questione riguarda da vicino due dei candidati veneti.
Si tratta, infatti, di Jonatan Montanariello del Partito Democratico e di Erika Baldin del Movimento 5 Stelle: il primo, che stando al calcolo è riuscito a strappare la seconda posizione utile nella lista del PD per sedere in consiglio, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali dopo il voto. La cautela in questo caso può essere giustificata dall'intenzione del M5S di presentare un ricorso al TAR, chiedendo di essere ammesso al riparto dei seggi che spettano alle opposizioni, in forza del 3.3% conquistato dal candidato presidente Enrico Cappelletti.
Ma la legge, secondo il politologo Paolo Feltrin, parla chiaro: la soglia del 3%, necessaria per accedere al consiglio, va intesa riferita alla lista e non al candidato presidente. Il Movimento grillino, in questo caso, avendo raggiunto il 2.7% è destinato a non avere rappresentanti nella massima assemblea veneta: ma nell'ipotesi (lontana) in cui venisse accolto il ricorso, il seggio spetterebbe proprio ad Erika Baldin, quale capolista stellata nella provincia con la maggior percentuale di consensi.
Ecco come le vicende dei due politici chioggiotti sono destinate a intersecarsi. Peraltro Montanariello ha già fatto sapere di essere disponibile a rimettere il mandato di consigliere comunale a Chioggia, se la prima dei non eletti (Martina Varagnolo, che ora abita e lavora a Milano) intendesse subentrare con profitto.
Non così invece Marco Dolfin: l'esponente leghista, neoeletto nelle file della maggioranza di Zaia, è intenzionato a rimanere anche nel consiglio comunale per gli otto mesi che rimangono alla fine della legislatura, dal momento che la norma glielo consente e che ricominciare da zero con un altro consigliere (il primo dei non eletti nel Carroccio è Marcello Gorini) comporterebbe il tempo dovuto per l'analisi di tutte le pratiche aperte, conosciute invece benissimo dallo stesso Dolfin.
Si tratta, infatti, di Jonatan Montanariello del Partito Democratico e di Erika Baldin del Movimento 5 Stelle: il primo, che stando al calcolo è riuscito a strappare la seconda posizione utile nella lista del PD per sedere in consiglio, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali dopo il voto. La cautela in questo caso può essere giustificata dall'intenzione del M5S di presentare un ricorso al TAR, chiedendo di essere ammesso al riparto dei seggi che spettano alle opposizioni, in forza del 3.3% conquistato dal candidato presidente Enrico Cappelletti.
Ma la legge, secondo il politologo Paolo Feltrin, parla chiaro: la soglia del 3%, necessaria per accedere al consiglio, va intesa riferita alla lista e non al candidato presidente. Il Movimento grillino, in questo caso, avendo raggiunto il 2.7% è destinato a non avere rappresentanti nella massima assemblea veneta: ma nell'ipotesi (lontana) in cui venisse accolto il ricorso, il seggio spetterebbe proprio ad Erika Baldin, quale capolista stellata nella provincia con la maggior percentuale di consensi.
Ecco come le vicende dei due politici chioggiotti sono destinate a intersecarsi. Peraltro Montanariello ha già fatto sapere di essere disponibile a rimettere il mandato di consigliere comunale a Chioggia, se la prima dei non eletti (Martina Varagnolo, che ora abita e lavora a Milano) intendesse subentrare con profitto.
Non così invece Marco Dolfin: l'esponente leghista, neoeletto nelle file della maggioranza di Zaia, è intenzionato a rimanere anche nel consiglio comunale per gli otto mesi che rimangono alla fine della legislatura, dal momento che la norma glielo consente e che ricominciare da zero con un altro consigliere (il primo dei non eletti nel Carroccio è Marcello Gorini) comporterebbe il tempo dovuto per l'analisi di tutte le pratiche aperte, conosciute invece benissimo dallo stesso Dolfin.
IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA A MAGGIORANZA L'AUMENTO DELL'ADDIZIONALE IRPEF, MA IL M5S IN AULA NON HA I NUMERI PER L'IMMEDIATA ESEGUIBILITÀ
Questa mattina il consiglio comunale di Chioggia, con i voti della maggioranza, ha votato l'aumento dell'addizionale IRPEF da parte del Comune per il prossimo anno. Il provvedimento era già stato anticipato il 1° agosto dall'assessore alle Finanze Daniele Stecco, dal momento che l'ente non aveva certezze riguardo l'arrivo di fondi dal governo e quindi va garantito l'equilibrio finanziario per tutto il triennio.
Senonché, durante la lunga seduta odierna dedicata ai tributi comunali e al bilancio di previsione, al M5S è venuto a mancare il quorum per l'immediata eseguibilità del provvedimento: sono 13, infatti, i voti necessari per mettere in pratica il dispositivo fin da subito, e in aula al momento i banchi della maggioranza contavano solo 12 persone.
L'aumento è stato contestato tra gli altri sia da Marcellina Segantin di ChioggiaViva che da Beniamino Boscolo di Forza Italia, i quali ritengono «non credibili» le intenzioni dichiarate dal sindaco Alessandro Ferro, che sarebbero volte a intraprendere ogni soluzione per scongiurare proprio questo aumento. «Prima creano il problema - commenta Boscolo - e poi promettono di risolverlo».
L'esponente della minoranza, nel merito, ritiene che «l'aumento dell'addizionale IRPEF per il 2021, che prevede introiti da 2milioni e 200mila euro a 4 milioni e 5mila euro (oltre al raddoppio degli introiti dalla tassa di soggiorno da 600mila euro a un milione e 100mila euro) sia una cosa vergognosa e grave, se si considera che l'aumento stesso è orizzontale, quindi colpisce allo stesso modo fasce deboli e benestanti».
Beniamino Boscolo rileva come nel 2021 aumenteranno le spese legate ai servizi istituzionali del Comune (+608mila euro) e quelle per i servizi al territorio (+800mila), le quali a suo avviso potrebbero anche essere più limitate: «Il rischio - conclude il capogruppo di Forza Italia - è di rendere più povera la popolazione e di dover aumentare i servizi sociali conseguenti, erogati dall'ente a queste persone. In un periodo di crisi è sbagliato aumentare le tasse».
Senonché, durante la lunga seduta odierna dedicata ai tributi comunali e al bilancio di previsione, al M5S è venuto a mancare il quorum per l'immediata eseguibilità del provvedimento: sono 13, infatti, i voti necessari per mettere in pratica il dispositivo fin da subito, e in aula al momento i banchi della maggioranza contavano solo 12 persone.
L'aumento è stato contestato tra gli altri sia da Marcellina Segantin di ChioggiaViva che da Beniamino Boscolo di Forza Italia, i quali ritengono «non credibili» le intenzioni dichiarate dal sindaco Alessandro Ferro, che sarebbero volte a intraprendere ogni soluzione per scongiurare proprio questo aumento. «Prima creano il problema - commenta Boscolo - e poi promettono di risolverlo».
L'esponente della minoranza, nel merito, ritiene che «l'aumento dell'addizionale IRPEF per il 2021, che prevede introiti da 2milioni e 200mila euro a 4 milioni e 5mila euro (oltre al raddoppio degli introiti dalla tassa di soggiorno da 600mila euro a un milione e 100mila euro) sia una cosa vergognosa e grave, se si considera che l'aumento stesso è orizzontale, quindi colpisce allo stesso modo fasce deboli e benestanti».
Beniamino Boscolo rileva come nel 2021 aumenteranno le spese legate ai servizi istituzionali del Comune (+608mila euro) e quelle per i servizi al territorio (+800mila), le quali a suo avviso potrebbero anche essere più limitate: «Il rischio - conclude il capogruppo di Forza Italia - è di rendere più povera la popolazione e di dover aumentare i servizi sociali conseguenti, erogati dall'ente a queste persone. In un periodo di crisi è sbagliato aumentare le tasse».
sabato 26 settembre 2020
IL COMITATO CITTADINO DI SANT'ANNA PORGE LA PROPRIA "LISTA DELLA SPESA" AI CONSIGLIERI REGIONALI NEOELETTI: PONTI SUL BRENTA E VARIANTE ALLA ROMEA
Giorni fa, durante un dialogo post elettorale con Chioggia Azzurra, il neoconsigliere regionale Marco Dolfin aveva detto che non sarebbe andato a Venezia con la "lista della spesa" da parte del territorio. Un elenco simile invece lo ha stilato il comitato cittadino di Sant'Anna, che a Dolfin e al collega Montanariello ricorda le esigenze della frazione: «Siamo soddisfatti dell'esito che vi ha visto entrare nell'emiciclo - afferma il comitato in una nota, rivolgendosi ai due politici - e siamo certi che con il loro impegno i problemi della zona saranno portati a un livello più alto di attenzione, dove finora non si era riusciti».
Prioritaria, per i residenti di Sant'Anna, la questione del ponte sul fiume Brenta: il comitato è corrucciato dal non aver avuto riscontri dopo aver interpellato il sindaco. Serve una pista ciclabile (sostenuta peraltro dallo stesso Montanariello) e accelerare la costruzione del secondo ponte, che giace bloccato da cinque anni - si legge- «a causa degli interessi economici di uno sparuto gruppetto di imprenditori turistici»: il comitato ricorda che il secondo ponte era nel programma del Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali, mentre «a otto mesi dalle prossime consultazioni l'opera non è nemmeno iniziata».
Sant'Anna chiede che la Romea venga messa in sicurezza da parte di ANAS, la quale non avrebbe ancora scelto uno dei progetti di variante ad est oppure ad ovest: «Sono tutti argomenti - conclude il comunicato - che di fatto bloccano da anni (se non compromettono) il normale sviluppo della realtà territoriale a sud del Brenta. Speriamo che i nuovi consiglieri lavorino in sinergia con la cittadinanza che rappresentano, anche nelle frazioni».
Prioritaria, per i residenti di Sant'Anna, la questione del ponte sul fiume Brenta: il comitato è corrucciato dal non aver avuto riscontri dopo aver interpellato il sindaco. Serve una pista ciclabile (sostenuta peraltro dallo stesso Montanariello) e accelerare la costruzione del secondo ponte, che giace bloccato da cinque anni - si legge- «a causa degli interessi economici di uno sparuto gruppetto di imprenditori turistici»: il comitato ricorda che il secondo ponte era nel programma del Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali, mentre «a otto mesi dalle prossime consultazioni l'opera non è nemmeno iniziata».
Sant'Anna chiede che la Romea venga messa in sicurezza da parte di ANAS, la quale non avrebbe ancora scelto uno dei progetti di variante ad est oppure ad ovest: «Sono tutti argomenti - conclude il comunicato - che di fatto bloccano da anni (se non compromettono) il normale sviluppo della realtà territoriale a sud del Brenta. Speriamo che i nuovi consiglieri lavorino in sinergia con la cittadinanza che rappresentano, anche nelle frazioni».
ENDRI BULLO (M5S): «DEVIARE IL TRAFFICO PESANTE DALLA ROMEA ALL'AUTOSTRADA»
Deviare il traffico pesante dalla Romea all'autostrada. È l'istanza mossa da Endri Bullo, presidente del consiglio comunale di Chioggia, all'indomani della notizia che fissa al prossimo 1° ottobre l'avvio del cantiere al ponte translagunare delle Trezze: «Solo così riuscirebbero a diminuire gli immancabili disagi - nota Bullo - poiché il Ministero, ANAS e la Regione Veneto per decenni non hanno provveduto ad adeguare la situazione viaria, come hanno invece fatto per altre zone. Ora devono farsi carico di deviare verso le autostrade, mediante un pedaggio agevolato, il traffico pesante che attraversa il territorio».
Bullo avanza da anni l'ipotesi in ogni riunione: «Ora diventa oltremodo necessaria, visto che in occasione di questi inevitabili lavori la situazione sarà molto critica per alcuni mesi. L’amministrazione comunale attende da due anni di veder adempiuta la promessa dell’ex assessora regionale De Berti, cioè il Veneto convochi un tavolo condiviso fra gli enti interessati, per discutere delle soluzioni da adottare al fine di risolvere problemi viabilistici che aumentano di giorno in giorno. La Romea è vecchia di sessant'anni, e da allora nessun adeguamento viario è stato perseguito, mentre il traffico è notevolmente aumentato».
Negli ultimi vent'anni, continua il presidente del consiglio comunale di Chioggia, molti interventi si sono susseguiti altrove in regione, grazie a diversi piani varati per i trasporti: «Hanno risolto molti dei problemi, ma l'unico territorio totalmente dimenticato è stato quello chioggiotto. Ora che il presidente Zaia si accinge al suo terzo mandato, dovrebbe ricordarsi che anche Chioggia è nel Veneto: e magari potrebbe ricordaglielo quel consigliere chioggiotto (il riferimento è a Marco Dolfin, ndr) che prima -sia dai banchi del consiglio comunale che nei media- ha sempre manifestato vistosamente per questi problemi. Così, adesso che siede nella maggioranza del consiglio regionale, ha la possibilità di smuovere chi è stato sempre immobile.
E un aiuto potrebbe averlo dall’altro consigliere chioggiotto eletto in Regione (Jonatan Montanariello, ndr), il quale pur essendo in opposizione è sempre stato suo alleato nelle richieste di soluzioni. Entrambi ora hanno la possibilità di sollecitare da vicino i veri responsabili del disastro infrastrutturale in cui versa il territorio: l’amministrazione comunale di Chioggia - conclude Endri Bullo - sarà comunque attiva, come sempre, nel sollecitare, incontrare gli enti interessati e vigilare affinché ogni soluzione che porti ai benefici attesi venga attuata».
Bullo avanza da anni l'ipotesi in ogni riunione: «Ora diventa oltremodo necessaria, visto che in occasione di questi inevitabili lavori la situazione sarà molto critica per alcuni mesi. L’amministrazione comunale attende da due anni di veder adempiuta la promessa dell’ex assessora regionale De Berti, cioè il Veneto convochi un tavolo condiviso fra gli enti interessati, per discutere delle soluzioni da adottare al fine di risolvere problemi viabilistici che aumentano di giorno in giorno. La Romea è vecchia di sessant'anni, e da allora nessun adeguamento viario è stato perseguito, mentre il traffico è notevolmente aumentato».
Negli ultimi vent'anni, continua il presidente del consiglio comunale di Chioggia, molti interventi si sono susseguiti altrove in regione, grazie a diversi piani varati per i trasporti: «Hanno risolto molti dei problemi, ma l'unico territorio totalmente dimenticato è stato quello chioggiotto. Ora che il presidente Zaia si accinge al suo terzo mandato, dovrebbe ricordarsi che anche Chioggia è nel Veneto: e magari potrebbe ricordaglielo quel consigliere chioggiotto (il riferimento è a Marco Dolfin, ndr) che prima -sia dai banchi del consiglio comunale che nei media- ha sempre manifestato vistosamente per questi problemi. Così, adesso che siede nella maggioranza del consiglio regionale, ha la possibilità di smuovere chi è stato sempre immobile.
E un aiuto potrebbe averlo dall’altro consigliere chioggiotto eletto in Regione (Jonatan Montanariello, ndr), il quale pur essendo in opposizione è sempre stato suo alleato nelle richieste di soluzioni. Entrambi ora hanno la possibilità di sollecitare da vicino i veri responsabili del disastro infrastrutturale in cui versa il territorio: l’amministrazione comunale di Chioggia - conclude Endri Bullo - sarà comunque attiva, come sempre, nel sollecitare, incontrare gli enti interessati e vigilare affinché ogni soluzione che porti ai benefici attesi venga attuata».
venerdì 25 settembre 2020
LUNEDÌ SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE PER APPROVARE IL BILANCIO DI PREVISIONE E LE TARIFFE DEI TRIBUTI
Saranno 12 gli argomenti all'ordine del giorno della seduta del consiglio comunale di Chioggia, convocata per lunedì 28 settembre dalle ore 9.30. Tra essi spiccano l'approvazione del Documento Unico di Programmazione e del bilancio di previsione finanziaria per il triennio 2020-2022, curiosamente poste alla fine: non è improbabile che, come accaduto altre volte, la maggioranza chieda l'inversione e quindi il loro anticipo. Tra gli altri temi in discussione e votazione, l'addizionale IRPEF, le aliquote dell'IMU, le tariffe della TARI, il regolamento per la gestione delle entrate proprie e dei rapporti con il contribuente. La seduta sarà accessibile in sala ai soli giornalisti, ma trasmessa in diretta streaming nel sito dell'ente.
DUE ELETTI IN REGIONE, LE ASSOCIAZIONI DEI BALNEARI: «LA CAMPAGNA "VOTA CHIOGGIOTTO" HA FUNZIONATO»
L'elezione al consiglio regionale dei chioggiotti Marco Dolfin e Jonatan Montanariello è stata applaudita anche dalle associazioni di categoria legate al turismo balneare. Gianni Boscolo Moretto di GEBIS e Giorgio Bellemo di ASCOT hanno esternato alle telecamere di Chioggia Azzurra le proprie impressioni: «La città ha risposto in maniera esemplare - dice Moretto - e la conferma viene anche da coloro che non ce l'hanno fatta, come Elena Zennaro il cui risultato era per me inaspettato». C'è fiducia attorno ai due eletti, quali portatori delle istanze cittadine: «Le categorie saranno loro di supporto - conclude Gianni Moretto - già i due consigliere regionali sono "determinati" di loro».
Anche Giorgio Bellemo si sofferma su coloro che, pur avendo ottenuto un buon risultato personale, sono rimasti fuori: «Beniamino Boscolo ed Erika Baldin hanno pagato le difficoltà di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle, ma i risultati della campagna "vota chioggiotto" si sono visti. Tanto che i candidati provenienti da fuori città non hanno pescato molto. C'è stato uno scatto di reni, come a dire "vogliamo contare", finalmente. C'è bisogno di rappresentanti capaci, dovendo pensare anche al resto della Regione. Le associazioni di categoria, appunto saranno di stimolo: auspicando sia un inizio, che dovrà riverberarsi nella futura azione amministrativa, mandando qualcuno anche in Parlamento». Non v'è dubbio che se Dolfin e Montanariello faranno bene, tra cinque anni Chioggia sarà un punto di riferimento trasversale per tutta l'area metropolitana.
Anche Giorgio Bellemo si sofferma su coloro che, pur avendo ottenuto un buon risultato personale, sono rimasti fuori: «Beniamino Boscolo ed Erika Baldin hanno pagato le difficoltà di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle, ma i risultati della campagna "vota chioggiotto" si sono visti. Tanto che i candidati provenienti da fuori città non hanno pescato molto. C'è stato uno scatto di reni, come a dire "vogliamo contare", finalmente. C'è bisogno di rappresentanti capaci, dovendo pensare anche al resto della Regione. Le associazioni di categoria, appunto saranno di stimolo: auspicando sia un inizio, che dovrà riverberarsi nella futura azione amministrativa, mandando qualcuno anche in Parlamento». Non v'è dubbio che se Dolfin e Montanariello faranno bene, tra cinque anni Chioggia sarà un punto di riferimento trasversale per tutta l'area metropolitana.
mercoledì 23 settembre 2020
IL NEOCONSIGLIERE REGIONALE MARCO DOLFIN: «NON ANDRÒ A PALAZZO FERRO FINI CON LA "LISTA DELLA SPESA" PER CHIOGGIA»
Questa mattina, in piazza Todaro a Sottomarina, Chioggia Azzurra ha dialogato con il neoconsigliere regionale Marco Dolfin proprio mentre stava passando l'altoparlante che declamava il ringraziamento della Lega alla città. «Sì, tante persone si sono messe a disposizione - esordisce l'esponente leghista - e riconosciute nella mia candidatura, anche al di là della forza stessa della Lega. Questo è stato il prologo al buon risultato, per raggiungere il quale c'è stato tanto lavoro ed entusiasmo fin dall'inizio. Ringrazio davvero tutti, anche Ilaria Turatti con la quale abbiamo fatto campagna assieme a Cavarzere e Chioggia».
L'esito (oltre 3mila voti nell'area metropolitana, più di 2700 solo in città) è stato anche superiore alle aspettative: la Lega a Chioggia e a Cavarzere ha superato la lista Zaia, che non aveva rappresentanti locali. «Bisogna ricordare però - continua Dolfin - che la lista Zaia è sostanzialmente fatta di leghisti e simpatizzanti». Il consigliere regionale insiste spesso nella sintonia all'interno dell'area meridionale della provincia: «Pur avendo ben governato, è stata non di rado posposta rispetto ad altre zone. Sarà mio compito portarne la voce e trovare soluzioni ai suoi problemi endemici».
Marco Dolfin però non ha intenzione di andare in Regione con la "lista della spesa": «Sarà il caso di concentrarsi su alcuni dei temi. Per esempio il lavoro nei trasporti mi porta ad avere una particolare sensibilità, anche assieme al collega Montanariello che sarà tra i banchi dell'opposizione. Ma bisognerà occuparsi del territorio a 360 gradi, finalmente rappresentarlo quando si parla di pesca, turismo, agricoltura... Essere in maggioranza mi dà una responsabilità in più - conclude - e di certo starò attento a non fare figuracce con le attribuzioni delle competenze in capo all'ente. Da qui inizia anche la campagna per le elezioni comunali del 2021: la partita non è finita, continuerà fino a dare a Chioggia un sindaco di orientamento differente rispetto all'attuale».
L'esito (oltre 3mila voti nell'area metropolitana, più di 2700 solo in città) è stato anche superiore alle aspettative: la Lega a Chioggia e a Cavarzere ha superato la lista Zaia, che non aveva rappresentanti locali. «Bisogna ricordare però - continua Dolfin - che la lista Zaia è sostanzialmente fatta di leghisti e simpatizzanti». Il consigliere regionale insiste spesso nella sintonia all'interno dell'area meridionale della provincia: «Pur avendo ben governato, è stata non di rado posposta rispetto ad altre zone. Sarà mio compito portarne la voce e trovare soluzioni ai suoi problemi endemici».
Marco Dolfin però non ha intenzione di andare in Regione con la "lista della spesa": «Sarà il caso di concentrarsi su alcuni dei temi. Per esempio il lavoro nei trasporti mi porta ad avere una particolare sensibilità, anche assieme al collega Montanariello che sarà tra i banchi dell'opposizione. Ma bisognerà occuparsi del territorio a 360 gradi, finalmente rappresentarlo quando si parla di pesca, turismo, agricoltura... Essere in maggioranza mi dà una responsabilità in più - conclude - e di certo starò attento a non fare figuracce con le attribuzioni delle competenze in capo all'ente. Da qui inizia anche la campagna per le elezioni comunali del 2021: la partita non è finita, continuerà fino a dare a Chioggia un sindaco di orientamento differente rispetto all'attuale».
RIENTRA LA CRISI DI GIUNTA, GLI ASSESSORI VOTANO LA DELIBERA PROMOSSA DAL SINDACO FERRO PER ASSUMERE E TRASFERIRE PERSONALE AGLI UFFICI
Torna il sereno in giunta, dopo che sabato mattina l'organo di governo cittadino aveva bocciato una delibera promossa dallo stesso sindaco Alessandro Ferro, relativa all'assunzione di un segretario particolare del sindaco e del trasferimento di un dipendente di categoria C all'ufficio del Giudice di Pace, dove avrà il ruolo di cancelliere. Questa mattina a mezzogiorno la giunta si è di nuovo riunita, il sindaco ha ripresentato il provvedimento e stavolta gli assessori lo hanno approvato all'unanimità.
«C'erano dettagli tecnici da discutere con questi ultimi - afferma il primo cittadino - e ora tali questioni sono state risolte. Venerdì avevo ritenuto di portare all'attenzione della giunta il provvedimento, a torto o a ragione: andrà approfondito come mai alcuni argomenti di normale amministrazione escano dagli uffici prima che vengano emessi atti formali».
Conclude il sindaco Ferro: «La mia leadership in giunta non è in discussione. Le discussioni ci sono e ci saranno, come in consiglio comunale, non sono una novità per questa città e basta saperle affrontare. I miei detrattori si mettano il cuore in pace: piaccia o no, concluderò il mio mandato la prossima primavera e continuerò a lavorare per il bene della città». Sta di fatto che finora mai la giunta del Movimento 5 Stelle aveva bocciato un provvedimento promosso dal sindaco, che suonava come un atto di sfiducia specie per il suo contenuto.
«C'erano dettagli tecnici da discutere con questi ultimi - afferma il primo cittadino - e ora tali questioni sono state risolte. Venerdì avevo ritenuto di portare all'attenzione della giunta il provvedimento, a torto o a ragione: andrà approfondito come mai alcuni argomenti di normale amministrazione escano dagli uffici prima che vengano emessi atti formali».
Conclude il sindaco Ferro: «La mia leadership in giunta non è in discussione. Le discussioni ci sono e ci saranno, come in consiglio comunale, non sono una novità per questa città e basta saperle affrontare. I miei detrattori si mettano il cuore in pace: piaccia o no, concluderò il mio mandato la prossima primavera e continuerò a lavorare per il bene della città». Sta di fatto che finora mai la giunta del Movimento 5 Stelle aveva bocciato un provvedimento promosso dal sindaco, che suonava come un atto di sfiducia specie per il suo contenuto.
martedì 22 settembre 2020
"SFIDUCIA" IN GIUNTA, DOLFIN CHIEDE LE DIMISSIONI DEL SINDACO. E BELLEMO (ASCOT): «FERRO È COME L'ULTIMO IMPERATORE CINESE, NON CONTA PIÙ NIENTE»
Non tardano a farsi sentire sul piano locale gli esiti del voto regionale che ha terremotato il Veneto. La debacle del sindaco di Chioggia Alessandro Ferro, che sabato scorso non è riuscito a far approvare una delibera dalla giunta per l'assunzione e il trasferimento di personale, non è sfuggita a Marco Dolfin, capogruppo consiliare della Lega e probabilissimo neoconsigliere regionale: «Che nessuno ora venga a dire che la colpa è di qualche dirigente - afferma Dolfin - quando invece l'ennesima figuraccia è solo dell'amministrazione 5 Stelle, che ancora una volta dimostra tutti i suoi limiti gestionali, organizzativi, amministrativi oltre che politici».
Dolfin si chiede «se sia normale che un sindaco sia "sfiduciato" dalla sua stessa maggioranza a tal punto. Ma da tempo, anche in giunta, viaggiano a compartimenti stagni, con gruppi e gruppetti come in consiglio comunale, dove tre o quattro esponenti fanno il bello e il cattivo tempo». Il leghista vede in casa M5S «una lotta intestina, di divisioni che oltre a paralizzare la macchina comunale getta ricadute negative sulla città».
Scontata la richiesta di dimissioni: «A questo punto il sindaco dovrebbe capire che la fiducia nei suoi confronti è arrivata ai minimi termini, forse un passo indietro sarebbe auspicabile per tutti, soprattutto per l'interesse della città. Come si potrà deliberare un bilancio previsionale a breve termine, quando il dirigente preposto viene accusato dalla maggioranza? Era peraltro già accaduto con il responsabile dei Lavori Pubblici, messo sotto "consiglio di disciplina" per non aver rispettato le loro direttive...».
Secondo Marco Dolfin, «a Palazzo non si capisce più chi governa e dirige. Dalla gestione del patrimonio pubblico ("Barca", Turati) alle accuse al dirigente, fino alla sfiducia al sindaco: dovrebbero avere la consapevolezza di comprendere che ormai non c'è più niente da salvare e che l'ultima dimostrazione di serietà dovrebbe essere le dimissioni del sindaco e di tutta la giunta, per mancanze e divisioni interne. Il voto comunale anticipato è l'unica soluzione per la città».
Dal canto suo Giorgio Bellemo, presidente dei concessionari balneari riuniti in ASCOT, paragona il sindaco all'ultimo imperatore cinese Pu Yi, immortalato dall'indimenticabile film di Bernardo Bertolucci: «Non comanda più niente dentro la città dorata - ironizza Bellemo - e non sa cosa accade all'esterno. Se sfiducia la scelta del segretario personale, io manderei a casa la giunta senza ripresentare il provvedimento. Ma questa giunta ormai è un'agenzia immobiliare, non ha applicato il loro stesso programma elettorale del 2016».
Dolfin si chiede «se sia normale che un sindaco sia "sfiduciato" dalla sua stessa maggioranza a tal punto. Ma da tempo, anche in giunta, viaggiano a compartimenti stagni, con gruppi e gruppetti come in consiglio comunale, dove tre o quattro esponenti fanno il bello e il cattivo tempo». Il leghista vede in casa M5S «una lotta intestina, di divisioni che oltre a paralizzare la macchina comunale getta ricadute negative sulla città».
Scontata la richiesta di dimissioni: «A questo punto il sindaco dovrebbe capire che la fiducia nei suoi confronti è arrivata ai minimi termini, forse un passo indietro sarebbe auspicabile per tutti, soprattutto per l'interesse della città. Come si potrà deliberare un bilancio previsionale a breve termine, quando il dirigente preposto viene accusato dalla maggioranza? Era peraltro già accaduto con il responsabile dei Lavori Pubblici, messo sotto "consiglio di disciplina" per non aver rispettato le loro direttive...».
Secondo Marco Dolfin, «a Palazzo non si capisce più chi governa e dirige. Dalla gestione del patrimonio pubblico ("Barca", Turati) alle accuse al dirigente, fino alla sfiducia al sindaco: dovrebbero avere la consapevolezza di comprendere che ormai non c'è più niente da salvare e che l'ultima dimostrazione di serietà dovrebbe essere le dimissioni del sindaco e di tutta la giunta, per mancanze e divisioni interne. Il voto comunale anticipato è l'unica soluzione per la città».
Dal canto suo Giorgio Bellemo, presidente dei concessionari balneari riuniti in ASCOT, paragona il sindaco all'ultimo imperatore cinese Pu Yi, immortalato dall'indimenticabile film di Bernardo Bertolucci: «Non comanda più niente dentro la città dorata - ironizza Bellemo - e non sa cosa accade all'esterno. Se sfiducia la scelta del segretario personale, io manderei a casa la giunta senza ripresentare il provvedimento. Ma questa giunta ormai è un'agenzia immobiliare, non ha applicato il loro stesso programma elettorale del 2016».
lunedì 21 settembre 2020
SI VOTA FINO ALLE ORE 15, IERI A CHIOGGIA AI SEGGI IL 44.88% DEGLI AVENTI DIRITTO
Sono stati 18mila 154 i chioggiotti che hanno votato, fino alle ore 23 di ieri, per le elezioni del consiglio regionale. La percentuale rispetto agli aventi diritto ammonta al 44.88%, in linea con quanto avviene nell'area metropolitana di Venezia.
Non è possibile un raffronto con le precedenti regionali del 2015, in quanto allora si votò in unica giornata: oggi invece i seggi sono aperti fino alle ore 15, dopo di che verranno prima scrutinate le schede per il referendum costituzionale, quindi quelle del voto politico-amministrativo.
Anche stamane l'afflusso degli elettori è stato continuo, e non vengono segnalati ulteriori disagi nei 50 seggi dislocati lungo il territorio clodiense, presidiati dai volontari della Protezione Civile che smistano eventuali file.
Non è possibile un raffronto con le precedenti regionali del 2015, in quanto allora si votò in unica giornata: oggi invece i seggi sono aperti fino alle ore 15, dopo di che verranno prima scrutinate le schede per il referendum costituzionale, quindi quelle del voto politico-amministrativo.
Anche stamane l'afflusso degli elettori è stato continuo, e non vengono segnalati ulteriori disagi nei 50 seggi dislocati lungo il territorio clodiense, presidiati dai volontari della Protezione Civile che smistano eventuali file.
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