La prima seduta del consiglio comunale post-emergenza Covid, di nuovo in municipio a Chioggia, è cominciata stamane con un minuto di silenzio chiesto dal presidente Endri Bullo per commemorare le 36 vittime del virus in città. È stato il sindaco Alessandro Ferro a fornire i dati attuali, che fortunatamente non vedono più alcun positivo nel territorio comunale, né alcuna persona in isolamento per essere stata in contatto con pazienti positivi. Sono stati 244 i casi complessivi accertati finora, di cui 208 negativizzati e appunto 36 deceduti, mentre 576 le persone messe in stato di isolamento domiciliare.
Cuore della sessione odierna è stata l'approvazione del bilancio consuntivo per il 2019, avvenuta con 14 favorevoli e la contrarietà del PD, della Lega e dei due consiglieri del gruppo misto. Il rendiconto riscontra 76milioni e 500mila euro di avanzo, provenienti in gran parte dalla legge speciale. Grandi risultati sono stati ottenuti anche riguardo il recupero dell'evasione dell'IMU.
Prima, gli assessori hanno risposto alle interpellanze: purtroppo non vi sono novità positive per il sottopassaggio del Clodì, in quanto l'azienda appaltatrice versa in stato di difficoltà economica dopo quella sanitaria, e ha rallentato i lavori che avrebbero dovuto iniziare poco dopo Pasqua. Per quanto riguarda invece l'incrocio a raso tra la Romea e l'abitato di Brondolo, l'ANAS ha commissionato un progetto a uno studio ingegneristico, di concerto con gli uffici dei Lavori Pubblici del Comune di Chioggia.
Nel ribadire la prossima attivazione della videosorveglianza anche in piazza Europa, atta a fronteggiare gli schiamazzi notturni dei più giovani, la giunta ha affrontato anche la questione relativa al rincaro delle rette nella scuola per l'infanzia Sacra Famiglia di Sottomarina: all'interrogazione di Marcellina Segantin (Chioggia Viva) che chiedeva sostegni alle famiglie, ha risposto l'assessora Isabella Penzo, la quale ha riferito che dall'istituto è giunta ai genitori una ulteriore comunicazione che prevede il ritocco al ribasso delle rette preventivate. Segantin chiede comunque al Comune di aiutare la possibilità di trovare un'altra collocazione a chi resta fuori.
martedì 30 giugno 2020
lunedì 29 giugno 2020
ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI VIAREGGIO, ERIKA BALDIN (M5S): «SIA UN MONITO PER FERMARE IL DEPOSITO DI GPL A CHIOGGIA»
Ricorre oggi, 29 giugno, l'undicesimo anniversario della strage alla stazione di Viareggio, quando la fuoriuscita di gas da una cisterna contenente gpl ha provocato la morte di 32 persone e il ferimento di 25. La consigliera regionale del M5S Erika Baldin ricorda l'evento, con un monito per il futuro: «Oggi è un anniversario che non può non farci paura. Anzi. Deve farci paura, perché il timore arrivi là dove la burocrazia e il buon senso non riescono. Spero che in molti, a Chioggia, a Roma, in Regione, si segnino questa data e non la dimentichino, quale monito di ciò che rischiamo con l'impianto di stoccaggio del gpl in località Val da Rio».
Prosegue Baldin: «Il deposito di Chioggia è un impianto sbagliato, realizzato nel posto sbagliato, con un iter sbagliato. Nessuno si permetta di snobbare il richiamo all'anniversario della strage di Viareggio con una semplice alzata di spalle, elencando le differenze tra i due scenari. Basta infatti una sola analogia che vale per tutte, la più pericolosa: la presenza del gpl. A Chioggia la portata dell'impianto dovrebbe essere di circa 9mila metri cubi di gas, senza contare l'andirivieni delle navi gasiere in entrata e delle autobotti cariche in uscita»
Conclude l'esponente stellata: «A Viareggio sono bastati 32 mc (la capacità della cisterna esplosa) per provocare una strage spaventosa. Qui la dimensione è enormemente maggiore, per una struttura che, secondo eminenti studiosi e diverse norme, è da considerare a rischio di incidente rilevante. Non vogliamo nemmeno pensare a un 29 giugno anche per Chioggia. Per fugare ogni pericolo, continuiamo a lottare per togliere di mezzo questa bomba innescata a poche centinaia di metri dal centro cittadino».
Prosegue Baldin: «Il deposito di Chioggia è un impianto sbagliato, realizzato nel posto sbagliato, con un iter sbagliato. Nessuno si permetta di snobbare il richiamo all'anniversario della strage di Viareggio con una semplice alzata di spalle, elencando le differenze tra i due scenari. Basta infatti una sola analogia che vale per tutte, la più pericolosa: la presenza del gpl. A Chioggia la portata dell'impianto dovrebbe essere di circa 9mila metri cubi di gas, senza contare l'andirivieni delle navi gasiere in entrata e delle autobotti cariche in uscita»
Conclude l'esponente stellata: «A Viareggio sono bastati 32 mc (la capacità della cisterna esplosa) per provocare una strage spaventosa. Qui la dimensione è enormemente maggiore, per una struttura che, secondo eminenti studiosi e diverse norme, è da considerare a rischio di incidente rilevante. Non vogliamo nemmeno pensare a un 29 giugno anche per Chioggia. Per fugare ogni pericolo, continuiamo a lottare per togliere di mezzo questa bomba innescata a poche centinaia di metri dal centro cittadino».
IL PIANO URBANISTICO PER LA ZONA DEI GHEZZI IN VISIONE PER 10 GIORNI NELLA SEGRETERIA GENERALE DEL COMUNE: POSSIBILE DEPOSITARE OSSERVAZIONI
Il dirigente del settore Urbanistica del Comune di Chioggia, architetto Gianni Favaretto, ha pubblicato stamane nell'albo pretorio dell'ente l'avviso che il piano attuativo per la zona dei Ghezzi a Sottomarina è depositato alla segreteria generale del Comune e della Città Metropolitana, in libera visione per dieci giorni consecutivi a partire da oggi.
Fino a 20 giorni successivi alla scadenza di questo deposito, sarà possibile presentare osservazioni e opposizioni all'ufficio Protocollo del Comune o della Città Metropolitana, eventualmente corredate da planimetria o documenti ritenuti utili.
Fino a 20 giorni successivi alla scadenza di questo deposito, sarà possibile presentare osservazioni e opposizioni all'ufficio Protocollo del Comune o della Città Metropolitana, eventualmente corredate da planimetria o documenti ritenuti utili.
domenica 28 giugno 2020
MARTEDÌ MATTINA IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNATO NELLA SESSIONE DI BILANCIO TORNA IN SALA CONSILIARE, MA SENZA PUBBLICO: SOLO DIRETTA STREAMING
Torna a riunirsi, nella storica sala consiliare del municipio di Chioggia, il consiglio comunale in carica, che è stato convocato per martedì mattina 30 giugno dalle ore 9. L'assemblea cittadina riscopre così la normalità della seduta in presenza, dopo alcune sessioni svolte a distanza: non sarà comunque possibile al pubblico accedere alla sala, ma i lavori saranno trasmessi in diretta streaming nel sito istituzionale dell'ente.
All'ordine del giorno sette argomenti, incentrati sull'approvazione del rendiconto di gestione per l'esercizio 2019; in parallelo, sarà anche ratificata la delibera di giunta numero 94 dello scorso 16 giugno che comporta una variazione d'urgenza al bilancio 2020 per l'applicazione dell'avanzo 2019 all'emergenza da Covid. Infine, i consiglieri nomineranno e determineranno il compenso dei componenti l'organo di revisione economico-finanziaria per il triennio 2020-2023.
All'ordine del giorno sette argomenti, incentrati sull'approvazione del rendiconto di gestione per l'esercizio 2019; in parallelo, sarà anche ratificata la delibera di giunta numero 94 dello scorso 16 giugno che comporta una variazione d'urgenza al bilancio 2020 per l'applicazione dell'avanzo 2019 all'emergenza da Covid. Infine, i consiglieri nomineranno e determineranno il compenso dei componenti l'organo di revisione economico-finanziaria per il triennio 2020-2023.
sabato 27 giugno 2020
PRESENTATO IL PIANO DEI GHEZZI, CAMBIERÀ L'ASSETTO DI SOTTOMARINA E DEL LUSENZO: SPIRAGLI DI SOLUZIONE PER VIA ALTEA. IL 28 LUGLIO VIA AL FUTURO LUNGOMARE
È stato presentato questa mattina, nell'auditorium San Nicolò a Chioggia, il piano di sviluppo dell'area dei Ghezzi a Sottomarina, che si estende dalle immediate adiacenze dell'ospedale fino all'intersezione con la riva di via San Marco e campo Cannoni. A fare gli onori di casa l'amministrazione comunale, con gli assessori Marco Veronese al demanio e all'ambiente, e Alessandra Penzo all'urbanistica e lavori pubblici, oltre al dirigente di quest'ultimo settore, Gianni Favaretto. Il progetto è stato redatto dal presidente del consorzio Terre dei Ghezzi, l'architetto Nico Boscolo Agostini, che parimenti ne ha illustrato i contenuti.
Il piano prevede circa 216mila metri quadrati di intervento, di cui 180mila dati al Comune per gli spazi pubblici. Tra questi, 77mila metri quadri saranno adibiti a verde pubblico sopra 1300 metri lineari di lingua di terra lungo la parte ovest («quasi il doppio del corso del Popolo», ha precisato il progettista); inoltre 20mila mq di parcheggi, 27mila mq di strada, 4185 mq di pista ciclabile prolungata fino all'ospedale. Sarà rispettato l'indice edificatorio del 25%, di cui il 40% rappresentato da edilizia convenzionata. La viabilità e l'urbanizzazione riguarderanno la zona est, con condomìni a pettine che partiranno da 4 e 5 piani per scalare a 1-2 piani verso la laguna.
Trattandosi di nuove costruzioni, non vigerà il "piano casa" che consente di rialzare, valido solo per immobili già eretti. L'assessora Alessandra Penzo ha assicurato che il tracciato della strada pubblica sarà il primo lotto d'intervento, in anticipo rispetto a qualsiasi edificio: ora c'è tempo dieci giorni per le osservazioni degli interessati, che saranno vagliate nei successivi 20 giorni da parte degli uffici tecnici comunali, prima della procedura di valutazione ambientale strategica da parte della Regione. Il nuovo piano particolareggiato dei centri storici, ha specificato l'architetto Favaretto, consente di evitare il ricorso alla commissione di Salvaguardia dopo l'adozione da parte della giunta regionale.
L'architetto Boscolo, «convinto ciclista» come si è definito, ha teso a rassicurare i presenti: il tasso edilizio non sarà come nella zona dei nuovi comparti di Sottomarina, dove si era partiti dal 40% per arrivare al 70%, mentre nella parte a sud (verso la scuola de' Conti e l'ospedale) saranno realizzati impianti sportivi con pista di atletica proprio al servizio della cittadella scolastica. Nel percorso anche campielli, luoghi di aggregazione all'aperto e una darsena prevista dal Piano Regolatore Generale del 2009, che non taglierà a metà la riva bensì sarà possibile scavalcarla attraverso un nuovo ponte.
Restano in ballo le criticità già sollevate dai residenti di via Altea, Aralia e Ardisia: una di essi, la professoressa Giovanna Canini, le ha esplicitate in platea ottenendo il riscontro dall'assessora, che ha risposto come «lo snodo a nord è un problema e lo sappiamo». Alle viste, quindi, una possibile revisione di questa parte del progetto.
La responsabile dei Lavori Pubblici ha anche difeso la scelta di affidarsi a un tecnico esterno («avessimo impiegato il dirigente Favaretto, sarebbe stato occupato per due anni interi solo in questo») e ha ribadito che l'architetto Agostini non ha lavorato da solo, bensì ci sia stato un dialogo lungo con il consorzio che egli stesso rappresenta e un tavolo di concertazione vigilato con l'amministrazione, che ha fornito le linee guida. «Nessuna norma prevede una discussione preventiva all'adozione del piano - ha commentato la stessa Penzo - ma per trasparenza abbiamo indetto una seduta di commissione consiliare di modo da discutere il progetto con le opposizioni».
Due appunti importanti: le attività commerciali esistenti (come i cantieri nautici Sparissi e le cartiere Bariga) saranno passibili di spostamento ma verranno interpellate dal Comune nel momento dell'iter consentito dalla legge. Infine, il 28 luglio l'amministrazione presenterà alla cittadinanza il piano di riqualificazione ambientale del futuro lungomare, redatto dall'architetto Mauro Zamengo di Noale: «Lasceremo ai posteri un nuovo arredo urbano, degno del 2020», ha concluso Alessandra Penzo.
Il piano prevede circa 216mila metri quadrati di intervento, di cui 180mila dati al Comune per gli spazi pubblici. Tra questi, 77mila metri quadri saranno adibiti a verde pubblico sopra 1300 metri lineari di lingua di terra lungo la parte ovest («quasi il doppio del corso del Popolo», ha precisato il progettista); inoltre 20mila mq di parcheggi, 27mila mq di strada, 4185 mq di pista ciclabile prolungata fino all'ospedale. Sarà rispettato l'indice edificatorio del 25%, di cui il 40% rappresentato da edilizia convenzionata. La viabilità e l'urbanizzazione riguarderanno la zona est, con condomìni a pettine che partiranno da 4 e 5 piani per scalare a 1-2 piani verso la laguna.
Trattandosi di nuove costruzioni, non vigerà il "piano casa" che consente di rialzare, valido solo per immobili già eretti. L'assessora Alessandra Penzo ha assicurato che il tracciato della strada pubblica sarà il primo lotto d'intervento, in anticipo rispetto a qualsiasi edificio: ora c'è tempo dieci giorni per le osservazioni degli interessati, che saranno vagliate nei successivi 20 giorni da parte degli uffici tecnici comunali, prima della procedura di valutazione ambientale strategica da parte della Regione. Il nuovo piano particolareggiato dei centri storici, ha specificato l'architetto Favaretto, consente di evitare il ricorso alla commissione di Salvaguardia dopo l'adozione da parte della giunta regionale.
L'architetto Boscolo, «convinto ciclista» come si è definito, ha teso a rassicurare i presenti: il tasso edilizio non sarà come nella zona dei nuovi comparti di Sottomarina, dove si era partiti dal 40% per arrivare al 70%, mentre nella parte a sud (verso la scuola de' Conti e l'ospedale) saranno realizzati impianti sportivi con pista di atletica proprio al servizio della cittadella scolastica. Nel percorso anche campielli, luoghi di aggregazione all'aperto e una darsena prevista dal Piano Regolatore Generale del 2009, che non taglierà a metà la riva bensì sarà possibile scavalcarla attraverso un nuovo ponte.
Restano in ballo le criticità già sollevate dai residenti di via Altea, Aralia e Ardisia: una di essi, la professoressa Giovanna Canini, le ha esplicitate in platea ottenendo il riscontro dall'assessora, che ha risposto come «lo snodo a nord è un problema e lo sappiamo». Alle viste, quindi, una possibile revisione di questa parte del progetto.
La responsabile dei Lavori Pubblici ha anche difeso la scelta di affidarsi a un tecnico esterno («avessimo impiegato il dirigente Favaretto, sarebbe stato occupato per due anni interi solo in questo») e ha ribadito che l'architetto Agostini non ha lavorato da solo, bensì ci sia stato un dialogo lungo con il consorzio che egli stesso rappresenta e un tavolo di concertazione vigilato con l'amministrazione, che ha fornito le linee guida. «Nessuna norma prevede una discussione preventiva all'adozione del piano - ha commentato la stessa Penzo - ma per trasparenza abbiamo indetto una seduta di commissione consiliare di modo da discutere il progetto con le opposizioni».
Due appunti importanti: le attività commerciali esistenti (come i cantieri nautici Sparissi e le cartiere Bariga) saranno passibili di spostamento ma verranno interpellate dal Comune nel momento dell'iter consentito dalla legge. Infine, il 28 luglio l'amministrazione presenterà alla cittadinanza il piano di riqualificazione ambientale del futuro lungomare, redatto dall'architetto Mauro Zamengo di Noale: «Lasceremo ai posteri un nuovo arredo urbano, degno del 2020», ha concluso Alessandra Penzo.
JONATAN MONTANARIELLO INCALZA L'AMMINISTRAZIONE PER LA LINEA DI AUTOBUS DIRETTA ALL'OSPEDALE DI MESTRE
Nei giorni scorsi Cittadinanzattiva aveva rilanciato la richiesta di una linea di autobus diretta verso l'ospedale all'Angelo di Mestre, per la quale ha raccolto oltre 700 firme. Il capogruppo del PD Jonatan Montanariello incalza ora l'amministrazione comunale: «Ogni volta che si parla di istituire una linea di trasporto pubblico per collegare Chioggia e Sottomarina all’ospedale dell’Angelo di Mestre, pare siano sempre tutti quanti d’accordo - nota il consigliere - ma ad oggi però questa amministrazione continua a paventare ottimismo nei propositi, pessimismo nei fatti.
Trascorso il momento dell’aula, poco si è conosciuto di quanto sia stato concretamente fatto dal sindaco e dall’amministrazione stessa. Se Cittadinanzattiva rilancia, significa che le cose si sono mosse davvero poco». Il Partito Democratico presenterà quindi un ordine del giorno al consiglio comunale, il quale chiede che il primo cittadino entro 30 giorni inviti i riferimenti della Città Metropolitana e dalla Regione per comprendere se via sia la volontà di finanziare questo servizio, da parte di chi e come: «Il sindaco inviti in assemblea tutti i suoi colleghi dei Comuni interessati da questo servizio - conclude Jonatan Montanariello - per cercare di fare massa critica ed ottenerlo nel minor tempo possibile».
Trascorso il momento dell’aula, poco si è conosciuto di quanto sia stato concretamente fatto dal sindaco e dall’amministrazione stessa. Se Cittadinanzattiva rilancia, significa che le cose si sono mosse davvero poco». Il Partito Democratico presenterà quindi un ordine del giorno al consiglio comunale, il quale chiede che il primo cittadino entro 30 giorni inviti i riferimenti della Città Metropolitana e dalla Regione per comprendere se via sia la volontà di finanziare questo servizio, da parte di chi e come: «Il sindaco inviti in assemblea tutti i suoi colleghi dei Comuni interessati da questo servizio - conclude Jonatan Montanariello - per cercare di fare massa critica ed ottenerlo nel minor tempo possibile».
venerdì 26 giugno 2020
SABATO MATTINA IL COMUNE PRESENTERÀ ALLA CITTÀ IL PIANO PER LA ZONA DEI GHEZZI. IL PD: «PROGETTO DA STRAVOLGERE, SIAMO ANCORA IN TEMPO»
Si infiamma la bagarre politica attorno al piano dei Ghezzi, che sarà presentato dall'amministrazione comunale domani mattina, sabato 27 giugno, alle ore 10.30 nell'auditorium di calle San Nicolò, alla presenza degli assessori Veronese e Alessandra Penzo, del dirigente Favaretto e di Nico Boscolo Agostini, architetto e presidente del consorzio urbanistico Terre dei Ghezzi.
Il progetto, già stigmatizzato dai residenti di via Altea, via Aralia e via Ardisia, incrocia la contrarietà del Partito Democratico, che ieri pomeriggio ha convocato alla pista rosa di Borgo San Giovanni un'assemblea pubblica aperta ai cittadini e agli interessati. Circa 60 i partecipanti, tra platea e gradinate, con associazioni ambientaliste e pochi tecnici del settore; nel mentre all'altro canestro i ragazzini giocavano sotto l'occhio benevolo della polizia.
Le osservazioni del PD sono state protocollate ufficialmente ieri mattina, e si sostanziano nel fatto che - secondo Barbara Penzo - «il piano non migliora né riqualifica, e nemmeno consente di raggiungere gli obiettivi fissati dalla città in termini di viabilità, verde, abitazioni di cui non c'è bisogno».
Secondo i democratici, il percorso seguito non è legittimo: «Viene presentato un piano attuativo - prosegue la consigliera di opposizione - ma esso prevede una variante, e quindi avrebbe dovuto passare per il consiglio comunale, non solo essere approvato dalla giunta». Penzo rileva che il progetto è stato accolto dal Comune senza grandi modifiche rispetto a quanto presentato dal consorzio privato, senza quindi una mediazione che ne bilanciasse gli interessi.
Saranno costruiti edifici a scalare, anche di 16 metri in altezza, una «serie chiusa in se stessa di isolati urbani avulsi dai contesti, dal tessuto esistente, dal paesaggio». In pratica, nell'opinione del Partito Democratico clodiense, «l'ennesimo quartiere dormitorio privo di integrazione e anche di edilizia convenzionata».
Ribadisce il capogruppo consiliare Jonatan Montanariello: «Non si può pensare che un pezzo così importante della comunità venga stravolto, lasciando solo il tempo di osservazioni tecniche, come se stessimo costruendo un piccolo comparto periferico. In quel piano viene prospettata la nascita di centinaia di case con una sola strada, che da dietro l’ospedale arriverà all’altezza del cantiere degli Sparissi.
Sono spariti i corridoi verdi ciclopedonali previsti dal piano regolatore: il piano casa insegna in maniera violenta come diventa più facile vedere un palazzo che sale verso l’alto, che un albero che viene piantato».
In conclusione, Barbara Penzo parla di progetto «da stravolgere» e lancia un appello all'amministrazione a 5 Stelle a correggere la rotta, dal momento che ora il piano dovrà essere sottoposto alla Valutazione Ambientale Strategica.
Il progetto, già stigmatizzato dai residenti di via Altea, via Aralia e via Ardisia, incrocia la contrarietà del Partito Democratico, che ieri pomeriggio ha convocato alla pista rosa di Borgo San Giovanni un'assemblea pubblica aperta ai cittadini e agli interessati. Circa 60 i partecipanti, tra platea e gradinate, con associazioni ambientaliste e pochi tecnici del settore; nel mentre all'altro canestro i ragazzini giocavano sotto l'occhio benevolo della polizia.
Le osservazioni del PD sono state protocollate ufficialmente ieri mattina, e si sostanziano nel fatto che - secondo Barbara Penzo - «il piano non migliora né riqualifica, e nemmeno consente di raggiungere gli obiettivi fissati dalla città in termini di viabilità, verde, abitazioni di cui non c'è bisogno».
Secondo i democratici, il percorso seguito non è legittimo: «Viene presentato un piano attuativo - prosegue la consigliera di opposizione - ma esso prevede una variante, e quindi avrebbe dovuto passare per il consiglio comunale, non solo essere approvato dalla giunta». Penzo rileva che il progetto è stato accolto dal Comune senza grandi modifiche rispetto a quanto presentato dal consorzio privato, senza quindi una mediazione che ne bilanciasse gli interessi.
Saranno costruiti edifici a scalare, anche di 16 metri in altezza, una «serie chiusa in se stessa di isolati urbani avulsi dai contesti, dal tessuto esistente, dal paesaggio». In pratica, nell'opinione del Partito Democratico clodiense, «l'ennesimo quartiere dormitorio privo di integrazione e anche di edilizia convenzionata».
Ribadisce il capogruppo consiliare Jonatan Montanariello: «Non si può pensare che un pezzo così importante della comunità venga stravolto, lasciando solo il tempo di osservazioni tecniche, come se stessimo costruendo un piccolo comparto periferico. In quel piano viene prospettata la nascita di centinaia di case con una sola strada, che da dietro l’ospedale arriverà all’altezza del cantiere degli Sparissi.
Sono spariti i corridoi verdi ciclopedonali previsti dal piano regolatore: il piano casa insegna in maniera violenta come diventa più facile vedere un palazzo che sale verso l’alto, che un albero che viene piantato».
In conclusione, Barbara Penzo parla di progetto «da stravolgere» e lancia un appello all'amministrazione a 5 Stelle a correggere la rotta, dal momento che ora il piano dovrà essere sottoposto alla Valutazione Ambientale Strategica.
mercoledì 24 giugno 2020
MONTANARIELLO (PD) CHIEDE UNA FIGURA DI RACCORDO AL SETTORE LAVORI PUBBLICI: «IMPOSSIBILE CHE NON SAPPIANO DOVE COLLOCARE I SEGNALI STRADALI»
Il capogruppo del PD Jonatan Montanariello presenterà, alla prima seduta utile del consiglio comunale, un ordine del giorno per discutere l'operato del settore Lavori Pubblici. «Che navigano a vista non è più un segreto per l'amministrazione e la città - commenta Montanariello - abbiamo potuto "ammirare" strade chiuse senza permesso, strade asfaltate eliminando i segnali presenti senza preoccuparsi di realizzare quelli nuovi, agenti di polizia locale che devono intervenire perché su alcune strade diventa difficile capire chi può transitare e se sia possibile comminare le multe...».
L'esponente dell'opposizione mette nel mirino strada Madonna Marina: «A proposito di segnali inesistenti, ci sono imprese che non hanno più i posti auto loro riservati, le uscite dai vicoli laterali non hanno più la garanzia di un transito privo di pericoli. Via Arnica, ad esempio, purtroppo ormai è la barzelletta cittadina».
La risposta data ai cittadini - riferisce Montanariello - è: «Aspettate qualche settimana», senza contare il particolare momento storico. «Per settimane ho contattato gli uffici - afferma il consigliere democratico - nessuno sapeva nemmeno di cosa stessi parlando. Per poi scoprire, durante un incontro causale, un dipendente dei Lavori Pubblici che andava a controllare il rifacimento delle strisce pedonali in lungomare, e mi confermava che nemmeno lui era a conoscenza di queste situazioni».
L'ordine del giorno è mirato ad esprimere la volontà politica di nominare una figura terza a sovrintendere il settore Lavori Pubblici, di modo che ci sia un maggior coordinamento e collegare i "pezzi" che, secondo Montanariello, sempre più spesso dimostrano di non essere in rete tra loro. Questa figura potrebbe essere politica o un tecnico esterno.
L'esponente dell'opposizione mette nel mirino strada Madonna Marina: «A proposito di segnali inesistenti, ci sono imprese che non hanno più i posti auto loro riservati, le uscite dai vicoli laterali non hanno più la garanzia di un transito privo di pericoli. Via Arnica, ad esempio, purtroppo ormai è la barzelletta cittadina».
La risposta data ai cittadini - riferisce Montanariello - è: «Aspettate qualche settimana», senza contare il particolare momento storico. «Per settimane ho contattato gli uffici - afferma il consigliere democratico - nessuno sapeva nemmeno di cosa stessi parlando. Per poi scoprire, durante un incontro causale, un dipendente dei Lavori Pubblici che andava a controllare il rifacimento delle strisce pedonali in lungomare, e mi confermava che nemmeno lui era a conoscenza di queste situazioni».
L'ordine del giorno è mirato ad esprimere la volontà politica di nominare una figura terza a sovrintendere il settore Lavori Pubblici, di modo che ci sia un maggior coordinamento e collegare i "pezzi" che, secondo Montanariello, sempre più spesso dimostrano di non essere in rete tra loro. Questa figura potrebbe essere politica o un tecnico esterno.
LE MINORANZE CONSILIARI CHIEDONO SIA CONVOCATA UNA SEDUTA DI COMMISSIONE PER TRATTARE IL TEMA DELLE OPERE PUBBLICHE IN STATO DI DEGRADO
Il consigliere di Forza Italia, Beniamino Boscolo, ha chiesto assieme agli altri capigruppo dell'opposizione che sia convocata una seduta di commissione consiliare per trattare il tema del degrado di vari edifici pubblici a Sottomarina e a Chioggia, a causa dell'abbandono e dell'incuria. Si parla -tra gli altri- della "barca" del centro minori, del Kursaal, dell'arena Duse, del parcheggio in via Marco Polo, dell'area ex Cichito, del teatro Astra, dell'ex Macello e di palazzo Ravagnan.
«Dopo quattro anni di proclami e cambi di assessorato ai Lavori Pubblici e Urbanistica - sostiene Beniamino Boscolo - è il momento di fare chiarezza e dire le cose come stanno. L'immobilità della giunta grillina è degradante, per molti spazi siamo ancora all'anno zero, con nessuna risposta né concretezza». La richiesta di una commissione, quindi, per analizzare puntualmente le singole questioni ma anche per offrire suggerimenti.
«Dopo quattro anni di proclami e cambi di assessorato ai Lavori Pubblici e Urbanistica - sostiene Beniamino Boscolo - è il momento di fare chiarezza e dire le cose come stanno. L'immobilità della giunta grillina è degradante, per molti spazi siamo ancora all'anno zero, con nessuna risposta né concretezza». La richiesta di una commissione, quindi, per analizzare puntualmente le singole questioni ma anche per offrire suggerimenti.
VERTENZA PER LE CASE EX DEMANIALI LUNGO IL LUSENZO DI SOTTOMARINA, LUNEDÌ 29 ASSEMBLEA CON IL COMUNE PER LE PRATICHE DEL PASSAGGIO DI PROPRIETÀ
È convocata per lunedì 29 giugno alle ore 11, nell'auditorium di calle San Nicolò a Chioggia, l’assemblea a cui sono invitati i residenti delle case ex demaniali che si affacciano sulla laguna del Lusenzo a Sottomarina, e per le quali il parlamento ha approvato la legge numero 17 del 20 febbraio scorso. Gli interessati potranno quindi avviare l’iter per regolarizzare la piena proprietà degli immobili, acquistando il solo terreno sopra il quale tali immobili vennero costruiti.
«L’iter che l’amministrazione praticherà ricalca quello già percorso per l’ex Forte di Brondolo – spiega il vicesindaco e assessore al Demanio, Marco Veronese – e pertanto, sulla scorta dell'esperienza precedente, le procedure dovrebbero essere snelle e veloci. La vera fatica è stata quella che ha visto i cittadini protagonisti in tutti questi anni, uniti per superare un pasticcio burocratico iniziato cent’anni fa.
La politica in questa occasione ha dato il meglio di sé, come hanno espresso gli stessi abitanti, perché ha saputo ascoltare le loro istanze e approvare il disegno di legge all’unanimità. Ricordo con grande soddisfazione i sorrisi degli abitanti a seguito dell'approvazione della legge Bottici-Vanin e la visita a Sottomarina del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà».
Con riferimento alle misure di contenimento della diffusione del Covid-19, i partecipanti all'assemblea di lunedì 29 giugno dovranno confermare la presenza indicando nome e cognome all'indirizzo mail marco.veronese@chioggia.org entro e non oltre sabato 27. Nell'auditorium si potrà accedere solo muniti di mascherina e seguendo le necessarie indicazioni in loco.
«L’iter che l’amministrazione praticherà ricalca quello già percorso per l’ex Forte di Brondolo – spiega il vicesindaco e assessore al Demanio, Marco Veronese – e pertanto, sulla scorta dell'esperienza precedente, le procedure dovrebbero essere snelle e veloci. La vera fatica è stata quella che ha visto i cittadini protagonisti in tutti questi anni, uniti per superare un pasticcio burocratico iniziato cent’anni fa.
La politica in questa occasione ha dato il meglio di sé, come hanno espresso gli stessi abitanti, perché ha saputo ascoltare le loro istanze e approvare il disegno di legge all’unanimità. Ricordo con grande soddisfazione i sorrisi degli abitanti a seguito dell'approvazione della legge Bottici-Vanin e la visita a Sottomarina del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà».
Con riferimento alle misure di contenimento della diffusione del Covid-19, i partecipanti all'assemblea di lunedì 29 giugno dovranno confermare la presenza indicando nome e cognome all'indirizzo mail marco.veronese@chioggia.org entro e non oltre sabato 27. Nell'auditorium si potrà accedere solo muniti di mascherina e seguendo le necessarie indicazioni in loco.
BUS, TRENI E VAPORETTI A PIENI POSTI? ZAIA CHIEDE A ROMA DI POTERLO CONSENTIRE. DOLFIN (LEGA): INTANTO ARRIVA VENETO PREPARI CORSE BIS PER LA LINEA 80
Nel corso della conferenza stampa quotidiana di ieri, il presidente della giunta regionale Luca Zaia aveva ventilato l'ipotesi di confliggere con i decreti governativi, promuovendo un'ordinanza che in sostanza consentirebbe agli autobus e ai treni (e, vien dato di pensare, anche ai vaporetti lagunari) di tornare a viaggiare a pieno carico, occupando cioè anche i posti obbligati a rimanere vacanti durante l'emergenza da Covid.
Nell'attesa dell'eventuale emanazione del provvedimento, il capogruppo leghista al consiglio comunale di Chioggia, Marco Dolfin, ricorda l'attuale situazione lungo la linea 80 tra Sottomarina e Venezia, gestita da Arriva Veneto: «Continuano quotidianamente i disservizi - nota Dolfin, che è pure lavoratore pendolare - con tanti passeggeri che rimangono a terra nonostante debbano recarsi nel capoluogo per lavoro. Io stesso sono rimasto appiedato, in attesa di una corriera per il ritorno».
Fonte dei disservizi è, secondo l'esponente della minoranza, l'applicazione letterale delle direttive del governo, che riducono appunto la capienza: «Solo chi riesce a salire alle prime fermate è sicuro di arrivare a destinazione - osserva Marco Dolfin - per gli altri è una lotteria, mettendo in difficoltà anche le aziende. La tensione è già alta, con rivolte e blocchi di alcune corse da parte dei colleghi o dei pendolari inviperiti dai ritardi».
La Lega chiede al governo risposte per ripristinare la normalità nel trasporto pubblico locale: «Fin tanto che non arriveranno - conclude il consigliere chioggiotto - Arriva Veneto dovrebbe inserire alcune corse bis, almeno nelle fasce orarie più frequentate. E se non è in grado di garantire il servizio, lo dica subito almeno sapremo a chi rivolgerci. Comune e Città Metropolitana sono avvisati, se continuerà di questo passo andremo dal Prefetto».
Nell'attesa dell'eventuale emanazione del provvedimento, il capogruppo leghista al consiglio comunale di Chioggia, Marco Dolfin, ricorda l'attuale situazione lungo la linea 80 tra Sottomarina e Venezia, gestita da Arriva Veneto: «Continuano quotidianamente i disservizi - nota Dolfin, che è pure lavoratore pendolare - con tanti passeggeri che rimangono a terra nonostante debbano recarsi nel capoluogo per lavoro. Io stesso sono rimasto appiedato, in attesa di una corriera per il ritorno».
Fonte dei disservizi è, secondo l'esponente della minoranza, l'applicazione letterale delle direttive del governo, che riducono appunto la capienza: «Solo chi riesce a salire alle prime fermate è sicuro di arrivare a destinazione - osserva Marco Dolfin - per gli altri è una lotteria, mettendo in difficoltà anche le aziende. La tensione è già alta, con rivolte e blocchi di alcune corse da parte dei colleghi o dei pendolari inviperiti dai ritardi».
La Lega chiede al governo risposte per ripristinare la normalità nel trasporto pubblico locale: «Fin tanto che non arriveranno - conclude il consigliere chioggiotto - Arriva Veneto dovrebbe inserire alcune corse bis, almeno nelle fasce orarie più frequentate. E se non è in grado di garantire il servizio, lo dica subito almeno sapremo a chi rivolgerci. Comune e Città Metropolitana sono avvisati, se continuerà di questo passo andremo dal Prefetto».
PIANO DEI GHEZZI, ASSEMBLEA PUBBLICA DEL PD DI CHIOGGIA GIOVEDÌ POMERIGGIO ALLA PISTA ROSA
Il Partito Democratico di Chioggia ha indetto un'assemblea pubblica per giovedì 25 giugno, dalle ore 17.30, nella pista rosa adiacente il Lusenzo in località Borgo San Giovanni. Tema dell'incontro è il nuovo piano comunale per la zona dei Ghezzi, da poco approvato dall'amministrazione comunale, che nelle parole dei promotori dell'iniziativa «può stravolgere completamente l'equilibrio e il futuro di una parte importante della città». Il PD chiede a chi parteciperà di indossare le mascherine di protezione individuale.
martedì 23 giugno 2020
RIPASCIMENTO SOSPESO A ISOLAVERDE: LE SPIAGGE VALUTANO UN ESPOSTO CONTRO LE PRESSIONI DI ISAMAR. COMUNE E ASCOT ATTACCANO LA REGIONE
Lo stop al ripascimento a Isolaverde sta conoscendo esiti politici e forse anche giudiziari. La decisione di interrompere definitivamente il flusso notturno della sabbia da Porto Caleri per rinfoltire l'arenile della zona turistica alle foci del Brenta, assunta per non recare disturbo ai clienti del villaggio Isamar, non va giù infatti agli operatori degli stabilimenti, già provati dal ritardo con cui sono partiti i lavori: non essendo stato raggiunto alcun accordo, i titolari delle concessioni relative ai bagni Capannina, Ultima Spiaggia, Sol Leone, Tamerici e Spiaia stanno valutando di presentare un esposto alla Procura della Repubblica a stretto giro. «La costa non esiste più - spiega Alessandro Sfriso del Sol Leone sulle colonne della Nuova Venezia - e quel poco di sabbia che c'è l'abbiamo portata noi operatori».
Frattanto il Genio Civile ha scritto al Comune per annunciare ufficialmente la sospensione, e il sindaco Alessandro Ferro risponde alla Regione Veneto per mettersi dalla parte degli stabilimenti penalizzati dal ritardo e dallo stop: «Sono allibito dal comportamento della Regione stessa - afferma il primo cittadino - che coglie le lamentele di un singolo operatore e blocca il necessario per gli altri. La Regione da anni ha occhi e orecchie per tutti tranne che per le località di Sottomarina e Isolaverde, che pure fanno parte del G20 delle spiagge italiane per numero di presenze». Ferro chiede che il presidente della giunta veneta Luca Zaia venga in zona a rendersi conto della situazione: «È inaccettabile essere abbandonati in questo modo.
Assieme all'assessore al Demanio, Marco Veronese, continueremo i colloqui con gli operatori per trovare una soluzione condivisa, ad esempio il ripascimento diurno a singole celle. Rimandare tutto a settembre è inaudito». Fa eco duramente Giorgio Bellemo, presidente di ASCOT, che parla di situazione drammatica e ricorda che Jesolo ha completato da tempo il proprio ripascimento: «Eppure quando vengono qui i rappresentanti delle categorie, che sono jesolani, fingono di interessarsi di Chioggia, ma non è così. Credo ci sia una strategia regionale per affossare Chioggia e il litorale meridionale, chioggiotto e polesano». Bellemo ironizza riguardo l'eternità di un "sindaco" di Isolaverde (Pagnan di Isamar, ndr) e dà appuntamento ai politici regionali nella prossima campagna elettorale...
Frattanto il Genio Civile ha scritto al Comune per annunciare ufficialmente la sospensione, e il sindaco Alessandro Ferro risponde alla Regione Veneto per mettersi dalla parte degli stabilimenti penalizzati dal ritardo e dallo stop: «Sono allibito dal comportamento della Regione stessa - afferma il primo cittadino - che coglie le lamentele di un singolo operatore e blocca il necessario per gli altri. La Regione da anni ha occhi e orecchie per tutti tranne che per le località di Sottomarina e Isolaverde, che pure fanno parte del G20 delle spiagge italiane per numero di presenze». Ferro chiede che il presidente della giunta veneta Luca Zaia venga in zona a rendersi conto della situazione: «È inaccettabile essere abbandonati in questo modo.
Assieme all'assessore al Demanio, Marco Veronese, continueremo i colloqui con gli operatori per trovare una soluzione condivisa, ad esempio il ripascimento diurno a singole celle. Rimandare tutto a settembre è inaudito». Fa eco duramente Giorgio Bellemo, presidente di ASCOT, che parla di situazione drammatica e ricorda che Jesolo ha completato da tempo il proprio ripascimento: «Eppure quando vengono qui i rappresentanti delle categorie, che sono jesolani, fingono di interessarsi di Chioggia, ma non è così. Credo ci sia una strategia regionale per affossare Chioggia e il litorale meridionale, chioggiotto e polesano». Bellemo ironizza riguardo l'eternità di un "sindaco" di Isolaverde (Pagnan di Isamar, ndr) e dà appuntamento ai politici regionali nella prossima campagna elettorale...
lunedì 22 giugno 2020
TURISMO, CONTE (LEGA): DALL'UNIONE EUROPEA NUOVO SCHIAFFO AL SETTORE BALNEARE, BOCCIATO UN EMENDAMENTO ALLA DIRETTIVA BOLKESTEIN
L'eurodeputata della Lega Rosanna Conte attacca l'Unione Europea, rea a suo dire di aver voltato le spalle al turismo adriatico. «Ho votato contro, al pari dell’intera delegazione della Lega - spiega Conte - a una risoluzione del Parlamento europeo relativa al turismo e ai trasporti, che avrebbe dovuto affrontare la crisi in corso e le prospettive di rilancio.
Questa risoluzione avrebbe potuto invertire il trend, visto che dall'Europa non arriva niente, ma a parte evidenziare alcuni problemi ed elementi condivisibili, il testo che ne è uscito è un esercizio di retorica senza soluzioni tangibili. A peggiorare il quadro ci sono poi alcune ipotesi come la volontà di promuovere un brand turistico dell'Unione Europea anziché valorizzare le specificità nazionali, o la richiesta di un certificato di sostenibilità turistica e di sigilli europei per la sicurezza dei viaggi, senza che siano chiari i criteri e i meccanismi sopra i quali sarebbero fondati.
Avevamo provato a migliorare il testo, spingendo per focalizzare i sostegni alle imprese, ai lavoratori, ai consumatori, ma invano. Inoltre il Parlamento europeo, con i voti del PD e del M5S, ha detto no all'emendamento leghista alla risoluzione comune per il settore del turismo costiero, con cui chiedevamo l’esclusione delle concessioni balneari dalla direttiva dei servizi, la famigerata Bolkestein.
Insomma, dall’Europa -e grazie anche alle forze di governo italiane- è arrivato un altro schiaffo al turismo adriatico. Si pensi che secondo quanto stima la stessa Commissione europea nella sua offerta per il Recovery fund, il comparto avrebbe bisogno di 161 miliardi di investimenti aggiuntivi, val a dire quasi 5 volte di quelli di cui ha giustamente bisogno il settore della sanità. Ma al momento non ne sono stati proprio stanziati, senza un piano per il settore, per le ripartenze delle attività, per impedire la concorrenza sleale alla faccia della solidarietà europea sancita nei trattati. Il danno è stato fatto anche se ora le frontiere interne all'Unione sono state riaperte».
Questa risoluzione avrebbe potuto invertire il trend, visto che dall'Europa non arriva niente, ma a parte evidenziare alcuni problemi ed elementi condivisibili, il testo che ne è uscito è un esercizio di retorica senza soluzioni tangibili. A peggiorare il quadro ci sono poi alcune ipotesi come la volontà di promuovere un brand turistico dell'Unione Europea anziché valorizzare le specificità nazionali, o la richiesta di un certificato di sostenibilità turistica e di sigilli europei per la sicurezza dei viaggi, senza che siano chiari i criteri e i meccanismi sopra i quali sarebbero fondati.
Avevamo provato a migliorare il testo, spingendo per focalizzare i sostegni alle imprese, ai lavoratori, ai consumatori, ma invano. Inoltre il Parlamento europeo, con i voti del PD e del M5S, ha detto no all'emendamento leghista alla risoluzione comune per il settore del turismo costiero, con cui chiedevamo l’esclusione delle concessioni balneari dalla direttiva dei servizi, la famigerata Bolkestein.
Insomma, dall’Europa -e grazie anche alle forze di governo italiane- è arrivato un altro schiaffo al turismo adriatico. Si pensi che secondo quanto stima la stessa Commissione europea nella sua offerta per il Recovery fund, il comparto avrebbe bisogno di 161 miliardi di investimenti aggiuntivi, val a dire quasi 5 volte di quelli di cui ha giustamente bisogno il settore della sanità. Ma al momento non ne sono stati proprio stanziati, senza un piano per il settore, per le ripartenze delle attività, per impedire la concorrenza sleale alla faccia della solidarietà europea sancita nei trattati. Il danno è stato fatto anche se ora le frontiere interne all'Unione sono state riaperte».
RIMBORSI PER L'ACQUA ALTA, BENIAMINO BOSCOLO: «VENEZIA INCASSA, CHIOGGIA ANCORA IN ALTO MARE CON 542 CITTADINI CHE ATTENDONO DA SETTE MESI»
Sono trascorsi oltre 7 mesi dall'acqua alta eccezionale di novembre, in mezzo c'è stata anche l'epidemia di Covid, ma il grosso dei rimborsi per le devastazioni perate dalla marea pare sia arrivato solo a Venezia e non anche a Chioggia. Lo denuncia Beniamino Boscolo, consigliere comunale di Forza Italia, che accende un faro sull'attuale situazione: «Nel capoluogo sono già arrivati alla sesta tranche dei pagamenti, in laguna sud invece siamo in alto mare, e non si capisce perché. Questo ritardo non è giustificabile».
Anche Chioggia, tuttavia, aveva approvato i criteri e i termini per la ricognizione dei danni subiti, necessaria a presentare le domande di rimborso: sono 542 i privati che attendono quasi 5 milioni di euro, dei 15 calcolati dal Comune a dicembre all'interno del quadro che vede anche il ripristino degli edifici pubblici. «La Regione aveva fornito indicazioni puntuali - prosegue Beniamino Boscolo - ma siamo al punto di partenza. Commercianti ed esercenti sono già fiaccati dai mesi di chiusura per il virus».
Conclude l'esponente della minoranza: «L'assessora Cavazzana afferma che il sostegno ai privati sarà possibile solo dopo l'erogazione dei fondi per il patrimonio pubblico. Ma come mai a Venezia sono riusciti a fare l'uno e l'altro, e a Chioggia no? Temo non siano sufficienti le lettere di cortesia istituzionale tra enti e burocrazie».
Anche Chioggia, tuttavia, aveva approvato i criteri e i termini per la ricognizione dei danni subiti, necessaria a presentare le domande di rimborso: sono 542 i privati che attendono quasi 5 milioni di euro, dei 15 calcolati dal Comune a dicembre all'interno del quadro che vede anche il ripristino degli edifici pubblici. «La Regione aveva fornito indicazioni puntuali - prosegue Beniamino Boscolo - ma siamo al punto di partenza. Commercianti ed esercenti sono già fiaccati dai mesi di chiusura per il virus».
Conclude l'esponente della minoranza: «L'assessora Cavazzana afferma che il sostegno ai privati sarà possibile solo dopo l'erogazione dei fondi per il patrimonio pubblico. Ma come mai a Venezia sono riusciti a fare l'uno e l'altro, e a Chioggia no? Temo non siano sufficienti le lettere di cortesia istituzionale tra enti e burocrazie».
domenica 21 giugno 2020
IL CORSO DEL POPOLO ACCOGLIE RESIDENTI E TURISTI PER LA CENA E LA PASSEGGIATA SERALE: MA ANCORA NIENTE ISOLA PEDONALE, AL VIA SOLO DAL 1° LUGLIO
Molti commercianti, esercenti e passanti hanno lamentato sabato il mancato anticipo dell'isola pedonale serale in corso del Popolo, che inizierà come sempre solo il 1° luglio. Tanti erano i chioggiotti e i turisti che volevano godersi una passeggiata in piazza senza che transitassero le automobili. «Auto e moto rovinano il contesto - commenta il capogruppo leghista Marco Dolfin - però il Comune è stato capace di vessare i banchi del mercato perché davano fastidio a qualche ristoratore. Ma questi ultimi sono contenti di vedere auto e moto tra i tavolini?».
L'esponente della minoranza ritiene che sia «vergognoso che ancora una volta il corso del Popolo sia pieno di frequentatori, ma non possono stare tranquilli percbé le auto fanno lo slalom in una piazza ridotta a viavai e parcheggi che creano disturbo in special modo ai turisti».
Dolfin chiede che siano anticipati al 1° giugno i termini per l'estensione serale dell'isola pedonale da San Giacomo a Vigo: «Stiamo offrendo l'immagine di una città sgangherata e indecorosa, ne va della realtà storico-culturale e anche turistica, perché chi viene qua si ritrova dentro un'autostrada, con la paura di essere falciato, e deciderà di spostarsi altrove». E un giorno, sperando presto, si dovrà seriamente iniziare a parlare di pedonalizzazione del corso (per intero) e delle calli di Chioggia.
L'esponente della minoranza ritiene che sia «vergognoso che ancora una volta il corso del Popolo sia pieno di frequentatori, ma non possono stare tranquilli percbé le auto fanno lo slalom in una piazza ridotta a viavai e parcheggi che creano disturbo in special modo ai turisti».
Dolfin chiede che siano anticipati al 1° giugno i termini per l'estensione serale dell'isola pedonale da San Giacomo a Vigo: «Stiamo offrendo l'immagine di una città sgangherata e indecorosa, ne va della realtà storico-culturale e anche turistica, perché chi viene qua si ritrova dentro un'autostrada, con la paura di essere falciato, e deciderà di spostarsi altrove». E un giorno, sperando presto, si dovrà seriamente iniziare a parlare di pedonalizzazione del corso (per intero) e delle calli di Chioggia.
sabato 20 giugno 2020
BILANCIO DELL'AUTORITÀ PORTUALE, NELLO SCONTRO CON ZAIA E BRUGNARO IL COMUNE DI CHIOGGIA E I LAVORATORI SOSTENGONO IL PRESIDENTE MUSOLINO
I lavoratori portuali di Chioggia e il Comune stanno con Pino Musolino. Il terremoto causato dalla mancata approvazione del bilancio consuntivo 2019 da parte del comitato di gestione dell'Autorità Portuale, con il voto negativo dei rappresentanti della Regione e della Città Metropolitana, sta addensando nuvole nere verso il futuro degli scali di Venezia e di Chioggia.
«È un atto che colpisce tutti i lavoratori - commenta il vicesindaco Marco Veronese - poiché approvando il bilancio con l'avanzo di amministrazione sarebbe possibile pagare lo stipendio ai portuali chioggiotti. Il Comune difende a spada tratta questi lavoratori, e sostiene la scelta del presidente Musolino affinché i dipendenti beneficino di 60 euro al giorno».
Fa eco Massimo Naccari, presidente della Compagnia Lavoratori Portuali di Chioggia: «Esprimo tutto lo sdegno possibile per quanto accaduto ieri in Autorità di Sistema, per l'assoluto cinismo e il mero calcolo politico con cui si profilano conseguenze drammatiche per l'intera comunità portuale e soprattutto per i lavoratori.
Chiediamo una modifica della legge che regola la vita nei porti, che non può essere ostaggio della più bieca politica, la quale come in questo caso blocca un processo di risanamento e rilancio che solo grazie a questa Autorità è stato possibile avviare. Scelte così drammatiche devono assolutamente essere motivate, pena l'immediata decadenza dal ruolo di amministratori».
Naccari spera che l'Autorità voglia quantificare il danno subìto: «Siamo e saremo al fianco del presidente Musolino - afferma il presidente della CLP - senza se e senza ma, per una portualità pulita senza ricatti esterni che niente hanno a che fare con il nostro lavoro». Tra le richieste dei portuali di Chioggia, anche il fatto che la componente di rappresentanza della Città Metropolitana nel comitato di gestione osservi criteri di alternanza nell'arco dello stesso mandato presidenziale, spettando per due anni a Venezia e per due anni a Chioggia.
«È un atto che colpisce tutti i lavoratori - commenta il vicesindaco Marco Veronese - poiché approvando il bilancio con l'avanzo di amministrazione sarebbe possibile pagare lo stipendio ai portuali chioggiotti. Il Comune difende a spada tratta questi lavoratori, e sostiene la scelta del presidente Musolino affinché i dipendenti beneficino di 60 euro al giorno».
Fa eco Massimo Naccari, presidente della Compagnia Lavoratori Portuali di Chioggia: «Esprimo tutto lo sdegno possibile per quanto accaduto ieri in Autorità di Sistema, per l'assoluto cinismo e il mero calcolo politico con cui si profilano conseguenze drammatiche per l'intera comunità portuale e soprattutto per i lavoratori.
Chiediamo una modifica della legge che regola la vita nei porti, che non può essere ostaggio della più bieca politica, la quale come in questo caso blocca un processo di risanamento e rilancio che solo grazie a questa Autorità è stato possibile avviare. Scelte così drammatiche devono assolutamente essere motivate, pena l'immediata decadenza dal ruolo di amministratori».
Naccari spera che l'Autorità voglia quantificare il danno subìto: «Siamo e saremo al fianco del presidente Musolino - afferma il presidente della CLP - senza se e senza ma, per una portualità pulita senza ricatti esterni che niente hanno a che fare con il nostro lavoro». Tra le richieste dei portuali di Chioggia, anche il fatto che la componente di rappresentanza della Città Metropolitana nel comitato di gestione osservi criteri di alternanza nell'arco dello stesso mandato presidenziale, spettando per due anni a Venezia e per due anni a Chioggia.
VENDITE ILLEGALI IN SPIAGGIA: BENIAMINO BOSCOLO, «PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE. BISOGNA MULTARE SUBITO I CLIENTI E SEQUESTRARE TUTTA LA MERCE»
Nonostante le difficoltà di un'estate che inizia con gli strascichi del Covid-19, non mancano lungo l'arenile di Sottomarina i primi appostamenti dei venditori non autorizzati di vestiti e cianfrusaglie. Lo rileva Beniamino Boscolo, capogruppo comunale di Forza Italia, che chiede al Comune e alle forze dell'ordine un intervento preventivo atto a stroncare il fenomeno.
«Questi individui - esordisce il consigliere - non pagano le tasse, non si curano dell'igienizzazione, non controllano le distanze tra le persone. Inoltre si tratta di un mercato che viene gestito dalla criminalità organizzata, muove affari ingenti e fa concorrenza sleale a chi commercia seguendo le regole, oggi in difficoltà più di ieri».
Boscolo chiede: «Ma l'amministrazione a 5 Stelle di Chioggia se n'è accorta? Forse è più importante e facile multare gli ambulanti in centro storico, o comminare multe alle auto, o vessare i turisti con la tassa di soggiorno, o ancora fare ordinanze antifumo senza condividerle ma solo per multare clienti o concessionari... la lista è lunga».
Nessun controllo, nessuna multa: «Non è bastato ai negozianti il danno economico del Covid, il rischio di sanzioni per essere perfettamente in regola - rileva l'esponente della minoranza - mancava il permissivismo dell'amministrazione nei confronti della concorrenza sleale di questo commercio illegale lungo la battigia di Sottomarina».
Forza Italia era intervenuta all'inizio del mandato della giunta Ferro, scrivendo a tutti i soggetti responsabili per intervenire in maniera coordinata, e ogni anno si era ripetutamente espressa per sollecitare azioni di contrasto all'illegalità diffusa, con suggerimenti e critiche: «Quest’anno, ormai per tradizione - conclude Beniamino Boscolo - richiediamo il tempestivo intervento dell'amministrazione comunale coordinata con le forze dell'ordine. Nel caso la nostra richiesta cada nel vuoto, ci preoccuperemo di preparare un ordine del giorno da discutere in consiglio comunale».
«Questi individui - esordisce il consigliere - non pagano le tasse, non si curano dell'igienizzazione, non controllano le distanze tra le persone. Inoltre si tratta di un mercato che viene gestito dalla criminalità organizzata, muove affari ingenti e fa concorrenza sleale a chi commercia seguendo le regole, oggi in difficoltà più di ieri».
Boscolo chiede: «Ma l'amministrazione a 5 Stelle di Chioggia se n'è accorta? Forse è più importante e facile multare gli ambulanti in centro storico, o comminare multe alle auto, o vessare i turisti con la tassa di soggiorno, o ancora fare ordinanze antifumo senza condividerle ma solo per multare clienti o concessionari... la lista è lunga».
Nessun controllo, nessuna multa: «Non è bastato ai negozianti il danno economico del Covid, il rischio di sanzioni per essere perfettamente in regola - rileva l'esponente della minoranza - mancava il permissivismo dell'amministrazione nei confronti della concorrenza sleale di questo commercio illegale lungo la battigia di Sottomarina».
Forza Italia era intervenuta all'inizio del mandato della giunta Ferro, scrivendo a tutti i soggetti responsabili per intervenire in maniera coordinata, e ogni anno si era ripetutamente espressa per sollecitare azioni di contrasto all'illegalità diffusa, con suggerimenti e critiche: «Quest’anno, ormai per tradizione - conclude Beniamino Boscolo - richiediamo il tempestivo intervento dell'amministrazione comunale coordinata con le forze dell'ordine. Nel caso la nostra richiesta cada nel vuoto, ci preoccuperemo di preparare un ordine del giorno da discutere in consiglio comunale».
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