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giovedì 28 luglio 2016

BENIAMINO CAPON: SI E' COSTITUITO L'ASSOCIAZIONE : " COMITATAO PER IL NO "

Nel mese di luglio, è stata costituita a Chioggia, l’associazione, senza scopo di lucro, denominata Comitato per il no “Chioggia-Sottomarina”. Tra i soci fondatori hanno aderito all’iniziativa il coordinatore e il vice coordinatore di Forza Italia Chioggia, Vincenzo Boscolo e Serena De Perini, il presidente del Club Forza Silvio “Chioggia-Sottomarina”, Alfredo Nordio, il delegato provinciale di Forza Italia, Emiliano Boscolo e il Consigliere Comunale di Forza Italia, Beniamino Boscolo, nominato presidente. L’Associazione si propone di favorire e promuovere il dibattito sulla riforma costituzionale promossa nella XVII legislatura e per denunciarne l’illegittimità e l’inadeguatezza sotto il profilo tecnico/ politico, in quanto colpisce irrimediabilmente il principio della rappresentanza politica e gli equilibri del sistema istituzionale. Quindi, divulgare quali sono le ragioni del “no” nell’ambito della prossima consultazione referendaria, convocata ad ottobre. Il Comitato per il no “Chioggia-Sottomarina” è affiliato, quindi, al comitato omologo nazionale che coordina e fornisce informazioni sulla riforma costituzionale c.d. Renzi-Boschi della seconda parte della Costituzione” ed è disciplinato da uno Statuto e Regolamento interno all’organizzazione. “Questo comitato è aperto” – afferma il presidente Beniamino Boscolo - “a tutti coloro che vogliono partecipare, innanzitutto, per informarsi e per documentarsi su quelli che saranno i temi del prossimo referendum e per capire quali sono le ragioni del nostro no a questa riforma. Oltre a diffondere materiale informativo, da settembre sarà organizzato un ciclo di incontri formativi.” Il presidente

giovedì 14 luglio 2016

GILBERTO BOSCOLO TROVA UNA COLLOCAZIONE: NOMINATO SEGRETARIO PARTICOLARE DEL SINDACO


Molti si chiedevano, all'indomani della vittoria elettorale del M5S a Chioggia, quale ruolo avrebbe ricoperto Gilberto Boscolo, tra i fondatori del MoVimento a Chioggia e consigliere comunale nell'ultima legislatura. Chi prevedeva una carica da assessore, chi fantasticava proiettandolo al Parlamento tra due anni. Niente di tutto questo, almeno per ora: il 35enne esponente stellato è stato nominato segretario particolare del sindaco Alessandro Ferro, con una determina in data di ieri, nel giro di un giorno dal decreto di individuazione. In presenza della copertura finanziaria, il provvedimento ha ricevuto il visto di regolarità contabile da parte del ragioniere generale Mario Veronese.

La posizione -tecnicamente "istruttore amministrativo, categoria C, posizione economica C1"- si configura come contratto a tempo determinato per le esigenze dell'ufficio gabinetto del sindaco, attraverso individuazione diretta e personale, secondo l'art.108 del regolamento comunale vigente, che prevede la possibilità di istituire uffici posti alle dirette dipendenze degli organi politici, cui possono essere preposti collaboratori assunti con durata non superiore a quella residuale del mandato del sindaco in carica.



Gilberto Boscolo andrà a percepire 12.700 euro per i cinque mesi e mezzo rimanenti nel 2016, che andranno a regime nei prossimi anni, salendo a 23.860 euro ogni dodici mesi. Ai quali andranno aggiunti gli oneri previdenziali (4mila euro fino a fine anno, 7300 euro in seguito) e il saldo Irap per il personale a tempo determinato.

Per questa posizione, finora, alcuni sindaci succedutisi allo scranno più alto del palazzo municipale si sono avvalsi di risorse interne, ovvero di dipendenti comunali il cui contratto preesisteva al mandato politico pro tempore, altri invece avevano provveduto ad assunzioni dall'esterno. Quindi Ferro opera in tal senso precisamente come questi ultimi suoi predecessori: tale circostanza stride con la volontà, più volte sbandierata in campagna elettorale, di non addivenire a consulenze pagate per ricoprire ruoli pubblici, essendo già sufficienti appunto le risorse interne, da valorizzare e rimotivare.

mercoledì 6 luglio 2016

PRIMI INTOPPI PER FERRO: LA NEOASSESSORA TRAPELLA E IL CRIMINALE DI GUERRA SERBO, IL NUMERO DI DONNE IN GIUNTA SECONDO STATUTO


immagine tratta da Il Giornale

A poche ore dalla nomina della giunta, le scelte di Alessandro Ferro e del MoVimento 5 Stelle di Chioggia fanno già discutere. Suscita scalpore la notizia che la neoassessora al sociale, all'istruzione e alla cultura Patrizia Trapella, di mestiere avvocata, sia stata legata sentimentalmente e abbia sposato un cittadino serbo-bosniaco, di nome Goran Jelisić, definito "l'Adolf Hitler serbo" e condannato dal tribunale dell'Aja a 40 anni (poi ridotti a 30) per sedici capi d'imputazione, tra cui omicidio, saccheggi e crimini di guerra. Trapella era il suo legale, e -come riporta un articolo del Resto del Carlino datato 2009- aveva chiesto per Jelisić la revisione della sentenza, che però non è arrivata. Il rapporto tra i due si è interrotto dopo qualche tempo, ma nel suo perdurare l'avvocato Trapella definì il suo assistito «un dono di Dio», facendosi tatuare il nome indelebile sull'avambraccio, così come il serbo si fece incidere le lettere che compongono il nome Patrizia. La Corte però non ha creduto alla buona fede della sua istanza di revisione del processo. Magari questa vicenda non costituisce requisito sufficiente all'abbandono della carica, ma non si può negare che crei qualche imbarazzo in seno ai Cinque Stelle: a spegnere l'incendio ci penserà il vicesindaco Marco Veronese, di professione vigile del fuoco?


Non c'è solo questo incidente storico, ad agitare la prima uscita esterna della nuova amministrazione. Lo Statuto comunale approvato nella precedente legislatura, all'articolo 5 comma 2d, dice che il Comune deve "attuare specifiche azioni positive volte ad evitare le discriminazioni a carico delle donne, e promuovere altresì la rappresentanza di genere del 50% di entrambi i sessi nella Giunta e negli organi collegiali, nonché negli enti, aziende ed istituzioni indipendenti". La disposizione venne promulgata su impulso dell'allora assessora alle pari opportunità, Silvia Vianello.
Ora, con le nomine degli assessori Boscolo Bielo, Stecco e Veronese, e delle assessore Trapella e D'Este, anche a non considerare la presenza del sindaco Alessandro Ferro il rapporto è di 60% per i maschi, 40% per le femmine. Se si include nella giunta anche il primo cittadino, il rapporto diventa di 66% a 33%, ovvero due terzi: ben lontano dalla parità invocata dallo Statuto. Per quanto il verbo "promuovere" dia labili certezze, c'è un solo modo per equilibrare la situazione: nominare un'altra assessora donna, ripartendo così le deleghe in modo da dividerle fra sei assessori anziché cinque, con minori incombenze per ciascuno. Ferro seguirà questo input?

venerdì 1 luglio 2016

RESA DEI CONTI NEL PD: SEGRETARI DIMISSIONARI, È GUERRA ALLA VECCHIA GUARDIA DI LUCIO TIOZZO


Atmosfera da fine dell'impero romano in calle Padovani, storica sede che fu del PCI e poi del PDS prima di venire ereditata dal PD. Le elezioni perdute lo scorso 5 giugno, pur nel risultato accettabile -in fase di ricostruzione- della candidata sindaca Barbara Penzo, hanno scoperchiato il vaso di Pandora di tensioni acuite nel tempo: tra gli stracci che volano, a scricchiolare è il sistema di potere imperniato per molti anni attorno alla figura di Lucio Tiozzo.

In un clima di antipolitica dilagante, che rende difficile scamparla contro il MoVimento 5 Stelle, intanto si sono dimessi i segretari territoriali dei democratici: ancora prima del ballottaggio, Antonio Duse ha rimesso il proprio mandato relativo al circolo di Sottomarina («atto dovuto, l'intento è inserire persone nuove, e ne abbiamo»). Sul tavolo stanno anche le dimissioni di Valentina Agatea, segretaria uscente del circolo di Chioggia, e soprattutto del segretario dell'unione comunale, il giovane Federico Resler: dimissioni non ancora rientrate, nonostante gli inviti al ritiro, in attesa della riunione metropolitana di stasera in cui si discuterà anche del caso Chioggia.

Dal 5 giugno a oggi si sono susseguite diverse riunioni, alcune delle quali sospese: testimoni parlano di toni pesanti da una parte e dall'altra, in cui il livello della polemica con Tiozzo e la vecchia guardia ha investito la gestione degli ultimi dieci anni, dalla sconfitta contro Romano Tiozzo alla scelta dell'alleanza con l'Udc nel nome di Giuseppe Casson, dal mancato siluramento del sindaco dopo l'affaire Vianello alla defenestrazione del PD dalla guida della città nel gennaio 2015, fino alle elezioni regionali dello scorso anno con la sconfitta di Mauro Mantovan e alla recente delusione delle amministrative, con il partito che porta a casa solo il seggio di Jonatan Montanariello -tra i bocciati celebri, Daniel Tiozzo, nipote di Lucio e già presidente del consiglio comunale- oltre a quello attribuito di diritto alla candidata sindaca Penzo.

Quello che emerge, forse per la prima volta in maniera compiuta e articolata, è che c'è un gruppo di persone non più disposte a continuare su questa linea: se Lucio Tiozzo ritiene senza mezzi termini che la fronda sia agitata proprio dalla segretaria Agatea, il gruppo che ha avanzato le proprie rimostranze ribatte che l'esperto politico clodiense non sia più lucido come quando amministrava, e che il ritorno alla politica politicante ne abbia rivelato i limiti fino a far cadere il palco. Il tutto sommato a gregari ritenuti non all'altezza, mentre chi ostenta mani libere senza debiti di gratitudine viene messo in un angolo.

Certo è che i “dissidenti” non intendono abbandonare il PD, come invece avevano fatto prima del voto esponenti di primo piano quali Silvia Vianello, Domenico Zanni e Romina Compini. C'è attesa anche per conoscere la posizione di Barbara Penzo, che finora non si è esposta in attacchi alla gerenza storica cui in qualche modo è considerata legata, mentre più “libero” viene ritenuto l'altro consigliere Montanariello.

Che la situazione sia molto movimentata e fluida non lo nega nessuno, tra serate difficili e forze nuove che incombono a reclamare spazio, nonostante il rischio di dividersi in fazioni balcaniche come la Jugoslavia dopo la morte di Tito. La maretta non è un segreto -pare ci siano state addirittura minacce di passare alle vie di fatto tra l'ex consigliere regionale ed Elso Resler, egli pure di estrazione socialista e con un passato in Regione- anche se ancora non sono uscite prese di posizione ufficiali, nell'arduo tentativo di salvaguardare gli equilibri interni, secondo la più classica delle tradizioni a sinistra: «Vediamo come va a finire», è il commento sconsolato dei più, mentre si cercano gli ultimi capri espiatori.

"C'eravamo tanto amati"...