Se a Roma la Lega e il MoVimento 5 Stelle governano apparentemente d'accordo, non lo stesso si può dire del Comune di Chioggia, retto dal secondo e con la prima all'opposizione. Non manca di farlo notare il consigliere leghista Marco Dolfin, che commenta la mancata attribuzione anche al litorale clodiense dei fondi del Ministero dell'Interno per la sicurezza sulle spiagge: «Probabilmente al presidente del consiglio Endri Bullo e al sindaco Alessandro Ferro non è ancora passata l'arrabbiatura per non essere stati invitati, e quindi aver perso l'occasione di mettersi in mostra -come spesso accade- in occasione della presenza dei parlamentari della Lega sulla battigia per controllare il fenomeno del commercio illegale, qualche settimana fa». Nota Dolfin: «Oggi i due hanno deciso di voler accusare la Lega di far solo passerella e pubblicità sul tema, visto che con il bando Spiagge Sicure il Ministero dell'Interno ha stanziato 2.5 milioni di cui non rientra fra i beneficiari il Comune di Chioggia, tanto da far scattare l'ira e la polemica gratuita con accuse». Al sindaco e al presidente del consiglio comunale, l'esponente dell'opposizione risponde così: «Leggendo bene il bando, si scopre che il Ministero ha emanato tanto di circolare alle Prefetture l'11 luglio, scaduta il 23 di questo stesso mese. In essa stava scritto che il Comune di Chioggia, superando le 500mila presenze secondo i dati Istat, rientrava a pieno titolo nella ripartizione. Ma non è colpa del Ministero se il Comune di Chioggia non è stato inserito tra i beneficiari: da fonti veneziane ho appreso che la circolare della Prefettura non è mai stata inviata al Comune di Chioggia.
Eppure l'ufficio territoriale di governo avrebbe dovuto coordinare tutti i progetti, ma ne ha scelto solo tre, come dal limite imposto a ogni provincia. Sono i tre Comuni con maggiori presenze». Secondo Dolfin, nessuno dalla Prefettura ha avvisato il Comune: «Forse avremmo potuto avere qualche chance, con progetti validi presentati in tema. Sempre ammesso che ne avessero, ma ho forti dubbi, dato che a Palazzo per mesi solo la ruota panoramica è stata al centro delle attenzioni». Il consigliere leghista considera che «Vedendo cosa è successo con la OGD, di progetti non se ne vedranno da qui al prossimo anno. Dunque, inviterei il presidente Bullo e il sindaco Ferro -prima di accusare parlamentari e ministero- a chiedere lumi a chi di dovere, ovvero la Prefettura, e pretendere di essere considerati. Troppo semplice accusare di passerelle o slogan chi è venuto a controllare il fenomeno sulla battigia, mai venuti prima a Sottomarina». I parlamentari Vallotto, Fogliani, Andreuzza e Bazzaro - riferisce Dolfin - già da domani cercheranno di apportare novità in merito al bando, per non creare Comuni di serie A e di serie B. Infine l'attacco diretto al presidente dell'assemblea cittadina: «Bullo fa spesso la vittima, ma questo atteggiamento è assai ingrato e inopportuno. Spero sia stata solo la calura di questi giorni, o la presenza assidua alle sagre o gli altrettanti giri con la ruota panoramica a portare gli amministratori del M5S a tali affermazioni».
martedì 31 luglio 2018
lunedì 30 luglio 2018
CHIOGGIA ESCLUSA DAI FONDI MINISTERIALI PER IL PROGETTO SPIAGGE SICURE. IL COMUNE: "DEVONO CAMBIARE LE PRIORITÀ DEI CRITERI ADOTTATI"
Il litorale di Chioggia è stato escluso dal riparto dei fondi messi a disposizione dal Ministero dell'Interno nell'ambito del progetto estivo Spiagge Sicure. Lo sanciscono i criteri adottati dal Viminale, che attribuiscono denaro suppletivo per le esigenze di polizia locale a 54 Comuni lungo tutto il territorio nazionale: tra esso, il numero delle presenze turistiche nelle strutture ricettive di ogni località conta più della reale presenza dei venditori illegale dislocati nel territorio. Per la precisione, i quattro criteri fissati nella circolare del Ministero dell’Interno datata 11 luglio 2018, erano: ubicazione del Comune (non capoluogo di provincia) sulla costa; popolazione del Comune non superiore ai 50mila abitanti;
numero di presenze annue all’interno delle strutture ricettive non inferiore ai 500mila, in base ai dati statistici Istat relativi all’anno 2016 e, infine, significativa presenza del fenomeno, comprovato attraverso dati statistici relativi all’attività di contrasto, come ad esempio verbali di contestazione, sequestri di merce e altra documentazione utile, con data anteriore a quella della circolare.
«Prendiamo atto di questi criteri – commenta il sindaco di Chioggia Alessandro Ferro – e ci dispiace che i Comuni finanziabili da questo progetto del Ministero dell’Interno siano solamente tre per provincia. La Prefettura ha fatto il suo lavoro: secondo la scala di priorità ministeriale, ha inviato la circolare ai Comuni con più presenze nei campeggi, case vacanza e hotel ovvero Cavallino-Treporti, Jesolo, San Michele al Tagliamento. Per la provincia di Venezia, Caorle era la quarta, mentre Chioggia la quinta di questa classifica. Il tema vero è determinare se la presenza totale dei turisti negli esercizi ricettivi per comune di destinazione è proporzionale alla gravità del fenomeno in questione. Ci auguriamo che questa scala di valori del Ministero dell’Interno sia rivista il prima possibile».
Fa eco il presidente del consiglio comunale Endri Bullo: «Dall’anno scorso tante operazioni sono state compiute con successo, dall’introduzione del servizio stewarding in collaborazione con le associazioni di categoria delle spiagge, ai quasi quotidiani sequestri delle forze dell’ordine. La città di Chioggia è stata più volte menzionata dalla Prefettura come esempio virtuoso per l’impegno profuso per arginare il commercio irregolare, che è evidente e lo sta diventando sempre di più: vista l’attenzione che questa amministrazione sta dando al problema, ho già ricevuto delle minacce dai venditori e denunciato la cosa ai carabinieri».
Infine il vicesindaco Marco Veronese: «Non possono essere solo le presenze dei turisti a creare le criticità, è l’entità che deve essere assolutamente prioritaria per il Ministero dell’Interno. I verbali di contestazione, le operazioni della Polizia Locale e della Guardia di Finanza in merito ai sequestri, le iniziative intraprese a carico del Comune e delle associazioni di categoria, l’attenzione della stampa nazionale su Chioggia sono parametri da tenere in considerazione per primi nella scala di priorità per i finanziamenti».
«Prendiamo atto di questi criteri – commenta il sindaco di Chioggia Alessandro Ferro – e ci dispiace che i Comuni finanziabili da questo progetto del Ministero dell’Interno siano solamente tre per provincia. La Prefettura ha fatto il suo lavoro: secondo la scala di priorità ministeriale, ha inviato la circolare ai Comuni con più presenze nei campeggi, case vacanza e hotel ovvero Cavallino-Treporti, Jesolo, San Michele al Tagliamento. Per la provincia di Venezia, Caorle era la quarta, mentre Chioggia la quinta di questa classifica. Il tema vero è determinare se la presenza totale dei turisti negli esercizi ricettivi per comune di destinazione è proporzionale alla gravità del fenomeno in questione. Ci auguriamo che questa scala di valori del Ministero dell’Interno sia rivista il prima possibile».
Fa eco il presidente del consiglio comunale Endri Bullo: «Dall’anno scorso tante operazioni sono state compiute con successo, dall’introduzione del servizio stewarding in collaborazione con le associazioni di categoria delle spiagge, ai quasi quotidiani sequestri delle forze dell’ordine. La città di Chioggia è stata più volte menzionata dalla Prefettura come esempio virtuoso per l’impegno profuso per arginare il commercio irregolare, che è evidente e lo sta diventando sempre di più: vista l’attenzione che questa amministrazione sta dando al problema, ho già ricevuto delle minacce dai venditori e denunciato la cosa ai carabinieri».
Infine il vicesindaco Marco Veronese: «Non possono essere solo le presenze dei turisti a creare le criticità, è l’entità che deve essere assolutamente prioritaria per il Ministero dell’Interno. I verbali di contestazione, le operazioni della Polizia Locale e della Guardia di Finanza in merito ai sequestri, le iniziative intraprese a carico del Comune e delle associazioni di categoria, l’attenzione della stampa nazionale su Chioggia sono parametri da tenere in considerazione per primi nella scala di priorità per i finanziamenti».
sabato 28 luglio 2018
PARTE IL PROGETTO SPRAR PER LA GESTIONE DEI MIGRANTI: PARTNER DEL COMUNE SARÀ LA CO.GE.S. DI MESTRE
Più volte annunciato, il progetto SPRAR per la gestione dei migranti a Chioggia comincia a prendere forma. L'amministrazione infatti ha dato mandato alla stazione unica appaltante della Città Metropolitana di Venezia di individuare il soggetto partner per mettere in pratica il sistema di protezione dei richiedenti asilo, secondo un modello che già funziona in diversi Comuni della zona: a Mira, ad esempio, la cifra delle presenze è scesa da 160 a 96. Lo strumento consentirà di fissare un numero definitivo per gli ospiti nel territorio, e il loro affidamento a un solo soggetto individuato dall'ente pubblico che ne sarà corresponsabile, evitando così gli accordi privatistici fra la Prefettura e i proprietari degli immobili, come invece è avvenuto finora ad esempio a Sant'Anna e a Brondolo oppure la mala gestione della ex base militare di Conetta (proprio in questi giorni tolta alla chiacchieratissima Edeco).
Al bando hanno partecipato tre realtà, e l'individuazione è caduta sulla Co.Ge.S. “Don Lorenzo Milani” con sede a Mestre: il contratto fra il Comune di Chioggia e la cooperativa avrà durata triennale, per un valore di 1.159mila euro. CoGeS avrà il compito di integrare i rifugiati, avviandoli al lavoro, al rispetto delle leggi italiane e all'apprendimento della lingua. L'adesione chioggiotta allo SPRAR era stato approvata -non senza polemiche- dal consiglio comunale il 12 maggio 2017, e rappresenta uno dei fiori all'occhiello dell'operato ai Servizi Sociali retto dall'allora assessora Patrizia Trapella, dimessasi il 5 giugno scorso e non ancora rimpiazzata.
Al bando hanno partecipato tre realtà, e l'individuazione è caduta sulla Co.Ge.S. “Don Lorenzo Milani” con sede a Mestre: il contratto fra il Comune di Chioggia e la cooperativa avrà durata triennale, per un valore di 1.159mila euro. CoGeS avrà il compito di integrare i rifugiati, avviandoli al lavoro, al rispetto delle leggi italiane e all'apprendimento della lingua. L'adesione chioggiotta allo SPRAR era stato approvata -non senza polemiche- dal consiglio comunale il 12 maggio 2017, e rappresenta uno dei fiori all'occhiello dell'operato ai Servizi Sociali retto dall'allora assessora Patrizia Trapella, dimessasi il 5 giugno scorso e non ancora rimpiazzata.
venerdì 27 luglio 2018
IL COMUNE HA APPROVATO L'AFFIDAMENTO DEGLI INCARICHI ALLA SOCIETÀ PARTECIPATA SST PER IL PERIODO 2019-2033
Il consiglio comunale ha approvato l’affidamento a SST (società in house a capitale pubblico detenuto dal Comune di Chioggia) della gestione dei servizi appartenenti a cinque aree. Si tratta della mobilità, dei servizi cimiteriali, del mercato ittico, della gestione del servizio tributi e della manutenzione di alcuni beni comunali. «La Società di Servizi Territoriali gestirà questi servizi in maniera diretta per il quindicennio 2019-2033 – spiega l’assessore alle partecipate Daniele Stecco – in un’ottica di continuità, economicità e investimento a lungo termine, per rispondere in maniera sempre più attenta ed efficace alle esigenze dei cittadini e degli utenti. Gli obiettivi esplicitati nel piano industriale presentato dalla ditta al Comune, comprendono il raggiungimento e il mantenimento di standard qualitativi elevati, la garanzia di un equilibrio economico-finanziario e un accrescimento del valore del patrimonio dell'ente locale, della soddisfazione della cittadinanza e degli organi di controllo. Gli investimenti da parte di SST nel quindicennio saranno di 800 mila euro: investimenti che avrebbero potuto essere ben più sostanziosi se non ci fosse un così grande debito da risanare. Ogni anno infatti SST dovrà versare 180 mila euro nelle casse comunali. Questa situazione – ricorda amareggiato l’assessore Stecco – la ereditiamo dalle precedenti amministrazioni».
Emanuele Mazzaro, amministratore unico di SST, aggiunge con soddisfazione: «Il nuovo affidamento dei servizi da parte dell’amministrazione comunale per i prossimi 15 anni è per tutti i dipendenti dell’azienda motivo di grande orgoglio; personalmente è il coronamento di un percorso durato due anni ed iniziato con il mandato conferitomi dall’amministrazion. Tengo particolarmente a ringraziare tutta la giunta e i consiglieri comunali per la fiducia accordataci. Abbiamo un compito importante per i prossimi 15 anni: migliorare ed implementare gli attuali servizi pubblici della città cercando, al contempo, di essere sempre più vicini alle esigenze della cittadinanza; garantiremo importanti investimenti in tutti i settori, in particolare nell’area mobilità-parcheggi, nella gestione del mercato ittico e nella gestione dei servizi cimiteriali secondo un preciso piano industriale e cronoprogramma. Siamo certi che non deluderemo le aspettative che l’amministrazione ha riposto su di noi».
Emanuele Mazzaro, amministratore unico di SST, aggiunge con soddisfazione: «Il nuovo affidamento dei servizi da parte dell’amministrazione comunale per i prossimi 15 anni è per tutti i dipendenti dell’azienda motivo di grande orgoglio; personalmente è il coronamento di un percorso durato due anni ed iniziato con il mandato conferitomi dall’amministrazion. Tengo particolarmente a ringraziare tutta la giunta e i consiglieri comunali per la fiducia accordataci. Abbiamo un compito importante per i prossimi 15 anni: migliorare ed implementare gli attuali servizi pubblici della città cercando, al contempo, di essere sempre più vicini alle esigenze della cittadinanza; garantiremo importanti investimenti in tutti i settori, in particolare nell’area mobilità-parcheggi, nella gestione del mercato ittico e nella gestione dei servizi cimiteriali secondo un preciso piano industriale e cronoprogramma. Siamo certi che non deluderemo le aspettative che l’amministrazione ha riposto su di noi».
giovedì 26 luglio 2018
IL SINDACO FERRO: "NELL'OGD LE DECISIONI SONO STATE PRESE A MAGGIORANZA, NON RIMETTIAMO IN DISCUSSIONE LA QUOTA"
La telenovela OGD conosce un nuovo episodio con le ultime dichiarazioni del sindaco Ferro, che ribatte a sua volta alle accuse delle quattro associazioni fuoriuscite. «Il tavolo dell’OGD, a cui siedono tutte le associazioni, nelle scelte e nella programmazione si è sempre espresso democraticamente, votando», ricorda il primo cittadino. «Anche la quota è stata accettata in questo modo, con votazione democratica; abbiamo già perso fin troppo tempo, ovvero mesi, per definirla: prima 305 euro, poi 2500, 500 ed infine 1000 euro. Ed ora si vorrebbe discuterne nuovamente? È ora di passare ai fatti, di partire, di rimboccarsi le maniche e fare programmazione e pianificazione turistica seriamente, con chi ha a cuore questa città. La mia porta è sempre aperta a chi vuol costruire e collaborare, le chiacchiere però lasciamole fuori. Mi spiace che la progettualità si areni su queste questioni. Io non mi sottrarrò al dialogo con tutte le sigle e lo ribadirò anche al prossimo incontro di lunedì: l’OGD ha ancora tutte le potenzialità per lavorare bene per il territorio. Il piano promo-commerciale deve partire, a maggior ragione oggi che ha il nuovo manager».
VENERDÌ MATTINA CONSIGLIO COMUNALE: ALL'ORDINE DEL GIORNO L'ASSESTAMENTO DI BILANCIO, SST, PERMESSI IN DEROGA
Avrà luogo domani mattina dalle ore 9.30 la seduta del consiglio comunale. All'ordine del giorno l'assestamento di bilancio e la salvaguardia degli equilibri di cassa per l'esercizio in corso, l'approvazione del piano di sviluppo della società partecipata SST con il nuovo affidamento dei servizi, il piano acque del Comune e la convenzione con Cavarzere per il canile. Inoltre, i consiglieri valuteranno il permesso di costruire in deroga a un impianto di trasformazione ittica che intende ampliare la propria struttura. Tra le istanze delle opposizioni, si parlerà della fermata di linea 11 all'isola dell'Unione (suggerita da Beniamino Boscolo e Marco Dolfin), del rilancio di Isolaverde chiesto dal Partito Democratico, e del porto all'isola Saloni.
PONTE SULLA FOSSETTA, DOLFIN: "QUANDO PENSA IL COMUNE DI INTERVENIRE?"
La situazione del ponte sul canale Fossetta preoccupa molti cittadini, fra i quali il consigliere comunale leghista Marco Dolfin. «Ma quando si pensa di intervenire?», si chiede l'esponente dell'opposizione. «È possibile capire se l'amministrazione aspetta che arrivi la Fata Turchina a fare una vera magia, ripristinando il tutto? Sono ormai passati alcuni mesi da quando la giunta ha deciso di chiudere, per problemi di sicurezza statica dell'intero ponte (stava cedendo il basamento dei piloni), lasciando il solo transito al passaggio di bici e moto, e niente più. Però dal momento della chiusura ad oggi non si è visto alcun tecnico nè operai intenti al lavoro! Il nulla, tutto abbandonato, sembra un ponte fantasma, interdetto da muretti di cemento con tanto di divieti di transito posti in prossimità delle rampe di salita».
E pensare, continua Dolfin, che durante i lavori del consiglio comunale del 6 giugno, in risposta ad un ordine del giorno in materia, il sindaco assicurava che a brevissimo la struttura sarebbe stata riaperta con l'osservanza di alcuni accorgimenti, come l'introduzione di un semaforo provvisorio, il senso unico alternato e il divieto di transito ai mezzi superiori a 3.5 tonnellate. Disposizioni già previste dalla polizia locale un anno fa, per ovviare al problema in corso, «ma che nessuno all'interno dell'amministrazione ha tenuto in valida considerazione». Seppur considerata un'arteria secondaria, la sua chiusura procura grandi disagi non solo a chi vive il quartiere della Fossetta o vi lavora, ma anche all'intera cittadinanza visto che funge da raccordo assai prezioso e alternativo di collegamento tra Borgo San Giovanni e Ridotto Madonna. Conclude Dolfin: «Interverranno prima della fine dell'estate, almeno con le prescrizioni annunciate in consiglio?».
E pensare, continua Dolfin, che durante i lavori del consiglio comunale del 6 giugno, in risposta ad un ordine del giorno in materia, il sindaco assicurava che a brevissimo la struttura sarebbe stata riaperta con l'osservanza di alcuni accorgimenti, come l'introduzione di un semaforo provvisorio, il senso unico alternato e il divieto di transito ai mezzi superiori a 3.5 tonnellate. Disposizioni già previste dalla polizia locale un anno fa, per ovviare al problema in corso, «ma che nessuno all'interno dell'amministrazione ha tenuto in valida considerazione». Seppur considerata un'arteria secondaria, la sua chiusura procura grandi disagi non solo a chi vive il quartiere della Fossetta o vi lavora, ma anche all'intera cittadinanza visto che funge da raccordo assai prezioso e alternativo di collegamento tra Borgo San Giovanni e Ridotto Madonna. Conclude Dolfin: «Interverranno prima della fine dell'estate, almeno con le prescrizioni annunciate in consiglio?».
mercoledì 25 luglio 2018
LE CATEGORIE TURISTICHE USCITE DALL'OGD: "IL SINDACO È INADEGUATO A GESTIRE I RAPPORTI CON L'ECONOMIA DELLA CITTÀ"
Le quattro associazioni uscite dalla OGD per il turismo clodiense non le mandano a dire al sindaco Ferro, che le aveva accusate di non aver ancora pagato la quota annua all'organizzazione. «Restiamo allibiti dalla replica del sindaco, perché ancora una volta dimostra la sua inadeguatezza nel gestire i rapporti con le categorie economiche della città», dicono i presidenti di Ascom Alessandro Da Re, di Gebis Fabrizio Boscolo Nale, di Cisa Camping Luciano Serafini e del consorzio di promozione turistica Con Chioggia Sì, Silvia Vianello. Che proseguono: «Noi mettiamo in discussione l'operatività dell'organo e non c'è da essere fieri di aver approvato il calendario delle manifestazioni a luglio! Il sindaco non ha fatto niente per impedire che l'OGD degenerasse in questo modo, soprattutto nella conciliazione dei rapporti, nelle scelte e nella programmazione. Noi chiediamo solo che tutte le associazioni possano tornare a sedere al tavolo, anche le più piccole tagliate fuori dal contributo richiesto troppo esoso, e che tutte le proposte vengano valutate in maniera oggettiva per il bene della città e non a seconda dei rapporti interni alla giunta. Per questo confidiamo che almeno il nuovo manager nominato resti estraneo a questi beceri scontri politici a colpi di maggioranza e sia davvero una figura super partes che pensi solo ed esclusivamente al bene del territorio». Ascom, Gebis, Cisa e Con Chioggia Sì ricordano che «nessuno ci può accusare di non pensare al bene di Chioggia e Sottomarina, visto che ci siamo impegnati per le manifestazioni estive nonostante i ritardi di approvazione: il progetto sicurezza e l’arredo del verde sul lungomare sono state fatti comunque a nostre spese. Abbiamo dimostrato e continueremo a dimostrare quanto ci teniamo alla nostra città».
In materia interviene anche il consigliere comunale del Partito Democratico Jonatan Montanariello: «Dopo più di un anno che sostengo l’immobilità nella gestione del comparto turistico e l’inefficacia di imporsi sulle scelte legate agli eventi, finalmente adesso anche altri ne prendono atto. Non sono nuovo a valutare negativamente l'organismo di gestione per le questioni che non quadravano, e che per primo ho portato in aula con una mozione e con delle richieste di commissioni, richieste alla quale si era pretesa più volte la presenza dei vertici del consorzio, che non si sono mai presentati in aula nemmeno quando si chiedeva pubblicamente di spiegare il bilancio da loro presentato allo scopo di giustificare, per trasparenza, i contributi pubblici che gli erano stati erogati». Montanariello ricorda «le innumerevoli battaglie per far emergere la poca efficienza di questo strumento, cominciando dalle piccole cose come il banner espositivo che dopo anni era ancora targato provincia di Venezia, ente ormai soppresso. Per non parlare poi di tutte le volte in cui ho segnalato la commistione che c’era tra l’organismo di gestione ed il consorzio a cui è affidata la guida: infatti nelle fiere non ci si è mai presentati con il simbolo della città di Chioggia o con un logo che rappresentasse tutti, ma sempre con il simbolo del consorzio. Domande fondamentali per un amministratore, sapere se la partecipazione a quelle fiere era pagata dai cittadini con soldi pubblici, oppure erano presenti soggetti privati e quindi legittimamente presentatisi con i propri loghi. Aspetto che qualcuno mi venga a dire quali risultati ha raggiunto l'OGD, ovvero i contratti finalizzati nelle fiere. Inoltre: perché in alcune foto si vede il personale IAT presente alle fiere? Vorremmo capire se fosse lì a lavorare per lo stesso e quindi oppure era lì per l’OGD, e quindi pagato da chi?».
In materia interviene anche il consigliere comunale del Partito Democratico Jonatan Montanariello: «Dopo più di un anno che sostengo l’immobilità nella gestione del comparto turistico e l’inefficacia di imporsi sulle scelte legate agli eventi, finalmente adesso anche altri ne prendono atto. Non sono nuovo a valutare negativamente l'organismo di gestione per le questioni che non quadravano, e che per primo ho portato in aula con una mozione e con delle richieste di commissioni, richieste alla quale si era pretesa più volte la presenza dei vertici del consorzio, che non si sono mai presentati in aula nemmeno quando si chiedeva pubblicamente di spiegare il bilancio da loro presentato allo scopo di giustificare, per trasparenza, i contributi pubblici che gli erano stati erogati». Montanariello ricorda «le innumerevoli battaglie per far emergere la poca efficienza di questo strumento, cominciando dalle piccole cose come il banner espositivo che dopo anni era ancora targato provincia di Venezia, ente ormai soppresso. Per non parlare poi di tutte le volte in cui ho segnalato la commistione che c’era tra l’organismo di gestione ed il consorzio a cui è affidata la guida: infatti nelle fiere non ci si è mai presentati con il simbolo della città di Chioggia o con un logo che rappresentasse tutti, ma sempre con il simbolo del consorzio. Domande fondamentali per un amministratore, sapere se la partecipazione a quelle fiere era pagata dai cittadini con soldi pubblici, oppure erano presenti soggetti privati e quindi legittimamente presentatisi con i propri loghi. Aspetto che qualcuno mi venga a dire quali risultati ha raggiunto l'OGD, ovvero i contratti finalizzati nelle fiere. Inoltre: perché in alcune foto si vede il personale IAT presente alle fiere? Vorremmo capire se fosse lì a lavorare per lo stesso e quindi oppure era lì per l’OGD, e quindi pagato da chi?».
martedì 24 luglio 2018
IL SINDACO: "LE ASSOCIAZIONI USCITE DALL'OGD NON HANNO ANCORA VERSATO LA QUOTA ASSOCIATIVA DI MILLE EURO"
Il sindaco e l'assessora d'Este rispondono alle tre associazioni di categoria Ascom, Gebis e Cisa Camping, che assieme al consorzio di promozione turistica Con Chioggia Sì hanno abbandonato la OGD, cabina di regia del turismo cittadino. «L’OGD aveva tutte le potenzialità per lavorare bene per il territorio e le avrebbe ancora - dice Alessandro Ferro – se a tre anni dalla sua nascita non persistessero frizioni più o meno latenti tra gli associati. Ho seguito l’iter fin dalle prime fasi, in alternanza con l’assessora Angela d’Este: dalla creazione nel 2016 all’entrata di nuovi soggetti a novembre 2017, fino all’accelerata degli ultimi mesi con la stipula del regolamento, l’istituzione della cabina di regia e la nomina del manager, scelta che è stata democraticamente votata al tavolo di confronto, come previsto dal regolamento (anch’esso votato dagli operatori). Siamo in democrazia e ad ogni associazione spetta un voto. Ho fatto molto affinché la progettualità dell’OGD e il suo piano promo-commerciale partisse, dialogando a più riprese anche con le singole sigle. Non mi si può accusare di una gestione fallimentare, proprio quando è stato individuato il nuovo manager. Chi avanza critiche ed esce dalla cabina di regia ad oggi non ha ancora versato la quota associativa, scesa a mille euro più IVA, anche questa votata e approvata al tavolo di confronto (in un passaggio da alcune associazioni era stato proposto di versare duemilacinquecento euro più IVA). Ricordo che la quota serve a sostenere le spese di funzionamento dell’OGD, ufficio turistico IAT del lungomare compreso».
Aggiunge l'assessora al turismo Angela d'Este: «Non posso non nascondere la mia amarezza sull’uscita dall’OGD di alcune sigle, visto che ho cercato di tutelare le “piccole”, ma importantissime, sigle sin dal primo giorno. In una città come Chioggia che vive e si crogiola nei contrasti, nei conflitti e nella polemica non mi stupisce affatto questo epilogo. Stupisce invece l’attacco di ieri alla delibera per gli eventi, visto e considerato che l’amministrazione quando possibile ha sempre sostenuto le iniziative proposte da Ascom. In questi due anni il rapporto con Ascom e i suoi collaboratori è sempre stato proficuo e ha portato a grandi risultati, e spiace molto che questo attacco personale venga portato proprio dopo l’approvazione della delibera. Per quanto riguarda il mio futuro non si preoccupino le associazioni di categoria: sarò sempre disponibile al dialogo e agli incontri, esattamente come da due anni a questa parte. Si concentrino piuttosto tutte a superare questa anacronistica e sinceramente inutile faida».
Aggiunge l'assessora al turismo Angela d'Este: «Non posso non nascondere la mia amarezza sull’uscita dall’OGD di alcune sigle, visto che ho cercato di tutelare le “piccole”, ma importantissime, sigle sin dal primo giorno. In una città come Chioggia che vive e si crogiola nei contrasti, nei conflitti e nella polemica non mi stupisce affatto questo epilogo. Stupisce invece l’attacco di ieri alla delibera per gli eventi, visto e considerato che l’amministrazione quando possibile ha sempre sostenuto le iniziative proposte da Ascom. In questi due anni il rapporto con Ascom e i suoi collaboratori è sempre stato proficuo e ha portato a grandi risultati, e spiace molto che questo attacco personale venga portato proprio dopo l’approvazione della delibera. Per quanto riguarda il mio futuro non si preoccupino le associazioni di categoria: sarò sempre disponibile al dialogo e agli incontri, esattamente come da due anni a questa parte. Si concentrino piuttosto tutte a superare questa anacronistica e sinceramente inutile faida».
DOMANI NUOVO TAVOLO TECNICO A MESTRE PER LA LINEA 80. L'ASSESSORE STECCO: "SE NON AVREMO RISPOSTE CERTE SAREMO OBBLIGATI AD ALTRE AZIONI"
Domani l’assessore ai trasporti del Comune di Chioggia Daniele Stecco sarà al secondo tavolo tecnico ospitato a Mestre, negli uffici della Città Metropolitana, per fare il punto della situazione sulla linea 80 Venezia–Chioggia, gestita dalla società italo-tedesca “Arriva Veneto” recentemente subentrata all’Actv per questa tratta. Al tavolo partecipano il Comune di Chioggia, la Città Metropolitana, l’azienda e una rappresentanza delle organizzazioni sindacali. «Come amministrazione ci siamo attivati fin da subito per far fronte ai disagi dei passeggeri», dice il sindaco Alessandro Ferro. «Segnalazioni che continuiamo a raccogliere e a monitorare. Da giugno stiamo partecipando a tutti i tavoli congiunti necessari, affinché e i disagi vengano superati quanto prima. Il dialogo è la strada da percorrere, ma con assoluta determinazione. Sulla linea 85, vorrei aggiungere, è necessario che venga implementata: un collegamento diretto e puntuale tra Chioggia e l’aeroporto è imprescindibile dallo sviluppo della città». L'assessore Stecco anticipa gli intendimenti che l'amministrazione porterà al tavolo: «Non mancherò di far presente disservizi vecchi e nuovi, come la necessità di ripristinare gli orari di partenza da piazzale Roma ai minuti 25 e 55 di ogni ora, in coincidenza con i vaporetti e con i turni di diversi lavoratori, nonché il potenziamento delle corse negli orari di punta, comprese quelle notturne. Lo scorso venerdì, ad esempio, la corsa delle 23.35 è saltata e la successiva, partita oltre la mezzanotte, era troppo affollata, con i passeggeri che hanno avvisato i carabinieri. Come amministrazione, in maniera compatta fra tutte le forze politiche, siamo da sempre disposti a dialogare con gli enti coinvolti, e gli incontri a cui abbiamo partecipato lo dimostrano. Ma entro i primi di settembre tutti i problemi di questa linea devono essere superati, per evitare il collasso del servizio, in concomitanza anche con l’avvio dell’anno scolastico. Ho già anticipato all’ultimo incontro dal Prefetto che siamo ben disposti a collaborare, ma vogliamo risultati concreti e se dal tavolo di domani non riceveremo risposte certe dall’azienda non perderemo altro tempo e saremo obbligati a fare altre azioni».
Quello di domani pomeriggio alla Città Metropolitana è il quinto incontro in ordine di tempo in merito alla linea 80 e altri ne seguiranno a stretto giro in Prefettura: il 14 giugno si è tenuto il primo colloquio tra l’amministrazione comunale e la Regione del Veneto per esporre il tema in seconda commissione (politiche del territorio, ivi compresi i trasporti). La Regione in quella occasione si era impegnata a scrivere alla Città Metropolitana, al fine di sollecitare Arriva Veneto all’accoglimento delle richieste dei passeggeri: l’amministrazione comunale ancora si raccomanda che la Regione ottemperi alla promessa. Sempre a giugno, il 26, si è svolto dal Prefetto un incontro tra l’amministrazione comunale, Arriva Veneto, Città Metropolitana e i sindacati, per avviare con questi ultimi una procedura di raffreddamento allo scopo di scongiurare eventuali scioperi. Il 4 luglio in calendario c’era il primo tavolo tecnico con tutti gli enti coinvolti negli uffici della Città Metropolitana (il secondo sarà domani), mentre il 10 luglio si è organizzato il secondo colloquio con il Prefetto: un terzo –e probabilmente ultimo– sarà convocato i primi di agosto.
Intanto la consigliera regionale Erika Baldin ricorda che «ogni giorno arrivano lamentele da dipendenti, pendolari e commercianti: la linea 80 sta facendo arrabbiare un gran numero di persone e chi è nella stanza dei bottoni fa finta di non sentire». L'esponente del M5S ha già sollecitato la giunta regionale veneta in argomento, ma «come sempre nessuno si è degnato di dare una risposta. Che invece serve, e deve essere immediata. Questo servizio ha portato all'esasperazione i cittadini e la politica deve agire, sono settimane che cerchiamo di farlo capire a chi ha il dovere di intervenire, ma non c'è stato verso di ricevere neppure una promessa vaga. I chioggiotti queste cose non le scordano. Non vale nascondersi dietro la vergognosa scusa secondo la quale sarebbe troppo tardi per sistemare le cose, non lo accetteremo».
Quello di domani pomeriggio alla Città Metropolitana è il quinto incontro in ordine di tempo in merito alla linea 80 e altri ne seguiranno a stretto giro in Prefettura: il 14 giugno si è tenuto il primo colloquio tra l’amministrazione comunale e la Regione del Veneto per esporre il tema in seconda commissione (politiche del territorio, ivi compresi i trasporti). La Regione in quella occasione si era impegnata a scrivere alla Città Metropolitana, al fine di sollecitare Arriva Veneto all’accoglimento delle richieste dei passeggeri: l’amministrazione comunale ancora si raccomanda che la Regione ottemperi alla promessa. Sempre a giugno, il 26, si è svolto dal Prefetto un incontro tra l’amministrazione comunale, Arriva Veneto, Città Metropolitana e i sindacati, per avviare con questi ultimi una procedura di raffreddamento allo scopo di scongiurare eventuali scioperi. Il 4 luglio in calendario c’era il primo tavolo tecnico con tutti gli enti coinvolti negli uffici della Città Metropolitana (il secondo sarà domani), mentre il 10 luglio si è organizzato il secondo colloquio con il Prefetto: un terzo –e probabilmente ultimo– sarà convocato i primi di agosto.
Intanto la consigliera regionale Erika Baldin ricorda che «ogni giorno arrivano lamentele da dipendenti, pendolari e commercianti: la linea 80 sta facendo arrabbiare un gran numero di persone e chi è nella stanza dei bottoni fa finta di non sentire». L'esponente del M5S ha già sollecitato la giunta regionale veneta in argomento, ma «come sempre nessuno si è degnato di dare una risposta. Che invece serve, e deve essere immediata. Questo servizio ha portato all'esasperazione i cittadini e la politica deve agire, sono settimane che cerchiamo di farlo capire a chi ha il dovere di intervenire, ma non c'è stato verso di ricevere neppure una promessa vaga. I chioggiotti queste cose non le scordano. Non vale nascondersi dietro la vergognosa scusa secondo la quale sarebbe troppo tardi per sistemare le cose, non lo accetteremo».
COMUNE, ECCO LA NUOVA PIANTA ORGANICA: 54 POSTI IN MENO, MA SERVONO 18 DIPENDENTI PER COMPIERLA
Una delibera di giunta dello scorso 18 luglio ha approvato il nuovo piano triennale dei fabbisogni di personale per il Comune di Chioggia, che tra le altre fattispecie non prevede stabilizzazioni dei rapporti in corso a tempo determinato. Il provvedimento segue le linee di indirizzo pubblicate a maggio dal dipartimento Funzione Pubblica del governo: viene messo in disparte il tradizionale concetto di dotazione organica, inteso come contenitore che condiziona le scelte sul reclutamento in ragione dei posti disponibili e delle figure professionali, contemplate. Secondo la nuova impostazione, ciò si traduce di fatto nella definizione di una dotazione di spesa potenziale massima per l’attuazione del piano triennale dei fabbisogni di personale. I principi guida sono il contenimento della spesa e la determinazione del budget per eventuali assunzioni, che a Chioggia ammonta quasi a un milione di euro: lo scopo è mantenere l'attuale livello dei servizi offerti ai cittadini. Quanto alle prescrizioni, l'amministrazione clodiense è in regola, avendo mantenuto al 20.32% il rapporto tra le spese per il personale e quelle correnti. Sono nove i rapporti di lavoro cessati nel 2017, dieci nel 2018 e saranno tre nel 2019, considerati i sei nuovi assunti tra cui quattro agenti di polizia locale. Ancorché ridotta, la pianta organica approvata manca tuttavia di 18 lavoratori per completare il quadro: il settore più ridimensionato risultano i Lavori Pubblici, passati da una previsione di 54 a 32 dipendenti, di cui 29 al lavoro. Seguono Urbanistica (da 37 a 26 elementi, impiegati al momento in 23), Affari Generali da 65 a 56 con 54 effettivi, Finanze e Risorse Umane da 31 a 27 -21 in servizio- mentre i Servizi alla Persona saranno garantiti da 39 funzionari anziché 48, solo tre mancano all'appello. Infine rimane invariata la Promozione del Territorio, pur carente di un ulteriore possibile profilo professionale.
lunedì 23 luglio 2018
OGD, TRE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA E UN CONSORZIO SBATTONO LA PORTA: "TROPPA POLITICA, PROGRAMMIAMO PER CONTO NOSTRO"
C'è maretta nella OGD, l'organizzazione per la gestione della destinazione che da due anni dovrebbe costituire la cabina di regia per pianificare le stagioni turistiche a Chioggia e a Sottomarina, secondo la legge regionale per il turismo. Ben tre delle principali associazioni di categoria che vi partecipano, infatti, hanno deciso di uscire dall'organizzazione: si tratta dei commercianti di Ascom, dei gestori degli stabilimenti balneari riuniti in Gebis e dei proprietari di campeggi sotto la sigla Cisa Camping, supportati nell'iniziativa dal consorzio di promozione turistica Con Chioggia Sì. La clamorosa decisione arriva dopo che queste realtà hanno «preso atto del totale fallimento di quello che doveva essere l'organo di gestione delle risorse in campo turistico, voluto dalla giunta Casson tre anni fa».
Tale decisione è stata comunicata alla presidenza dell'OGD con una lettera, in cui si legge: “Dopo il rodaggio iniziale, l'ente avrebbe dovuto agire in autonomia pensando esclusivamente agli interessi turistici, storici e culturali della città. Invece è diventato un luogo di scontro tra associazioni, dove la politica è entrata dalla porta principale, anziché starne fuori come doveva essere in origine”. I presidenti di Ascom, Gebis, Cisa e Con Chioggia Sì notano come la delibera della giunta comunale in tema di manifestazioni estive quest'anno sia arrivata a luglio, in piena stagione avviata, grazie alla buona volontà di Ascom e Gruppo Turismo: “A che serve un organo del genere che non sa fare programmazione? A questo punto andiamo avanti per conto nostro”, sta scritto nella secca nota.
Secondo Da Re, Boscolo Nale, Serafini e Silvia Vianello, il declino definitivo è iniziato quando il sindaco Ferro ha accettato, su proposta di alcuni, che tutte le associazioni facenti parte del tavolo tecnico (organo consultivo senza nessun potere a differenza della cabina di regia) versassero una quota di mille euro ciascuna: “Inizialmente facevano parte venti associazioni, ma con tale richiesta di contributo l'amministrazione comunale ha tagliato fuori le più piccole, che non possono permetterselo”. Parliamo di realtà come Hyla che cura la documentazione per la Bandiera Blu, oppure il gruppo Egolabor impegnato nell'ospitalità, che avrebbero avuto il diritto di continuare a sedere al tavolo e poter dire la loro.
La situazione in seno all'OGD è poi peggiorata quando si sono create contrapposizioni di carattere politico: secondo i firmatari della lettera (che ne addebitano la responsabilità al sindaco) si sono venute formando una sorta di maggioranza e opposizione, come fosse un consiglio comunale, dove qualsiasi cosa viene proposta dalla “minoranza” è sistematicamente bocciata dalla “maggioranza”, in contrasto con la logica super partes. “Valuteremo se rimanere anche al tavolo di confronto soprattutto per solidarietà con le associazioni più piccole tagliate fuori dal contributo”, dicono i quattro organismi, che contestano anche la nomina del manager dell'OGD: “Non è stata condivisa né votata al tavolo, come invece è previsto dal regolamento, ma decisa in maniera rocambolesca”.
Infine, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: la volontà dell'assessora al turismo Angela d'Este di dedicarsi al suo referato solo part-time perché ha ottenuto un nuovo incarico in Regione. “Ci chiediamo davvero come sia possibile - concludono i presidenti - che Chioggia abbia un assessore al turismo e alle attività produttive part time. Impensabile che una città a forte vocazione turistica non abbia un referente a tempo pieno, come aveva ammesso il sindaco quando fu eletto. Questo è inoltre il risultato di aver scelto assessori da fuori Comune, senza alcun attaccamento al territorio e pronti ad andarsene secondo la loro convenienza. Eppure proprio l'assessora D'Este, prima di essere delegittimata dallo stesso sindaco alla presidenza dell'OGD ci aveva chiesto di condividere un percorso comune, ora il tavolo non è condiviso ed è sparito pure l'assessore, decretando il fallimento della giunta 5 Stelle in ambito turistico”.
Tale decisione è stata comunicata alla presidenza dell'OGD con una lettera, in cui si legge: “Dopo il rodaggio iniziale, l'ente avrebbe dovuto agire in autonomia pensando esclusivamente agli interessi turistici, storici e culturali della città. Invece è diventato un luogo di scontro tra associazioni, dove la politica è entrata dalla porta principale, anziché starne fuori come doveva essere in origine”. I presidenti di Ascom, Gebis, Cisa e Con Chioggia Sì notano come la delibera della giunta comunale in tema di manifestazioni estive quest'anno sia arrivata a luglio, in piena stagione avviata, grazie alla buona volontà di Ascom e Gruppo Turismo: “A che serve un organo del genere che non sa fare programmazione? A questo punto andiamo avanti per conto nostro”, sta scritto nella secca nota.
Secondo Da Re, Boscolo Nale, Serafini e Silvia Vianello, il declino definitivo è iniziato quando il sindaco Ferro ha accettato, su proposta di alcuni, che tutte le associazioni facenti parte del tavolo tecnico (organo consultivo senza nessun potere a differenza della cabina di regia) versassero una quota di mille euro ciascuna: “Inizialmente facevano parte venti associazioni, ma con tale richiesta di contributo l'amministrazione comunale ha tagliato fuori le più piccole, che non possono permetterselo”. Parliamo di realtà come Hyla che cura la documentazione per la Bandiera Blu, oppure il gruppo Egolabor impegnato nell'ospitalità, che avrebbero avuto il diritto di continuare a sedere al tavolo e poter dire la loro.
La situazione in seno all'OGD è poi peggiorata quando si sono create contrapposizioni di carattere politico: secondo i firmatari della lettera (che ne addebitano la responsabilità al sindaco) si sono venute formando una sorta di maggioranza e opposizione, come fosse un consiglio comunale, dove qualsiasi cosa viene proposta dalla “minoranza” è sistematicamente bocciata dalla “maggioranza”, in contrasto con la logica super partes. “Valuteremo se rimanere anche al tavolo di confronto soprattutto per solidarietà con le associazioni più piccole tagliate fuori dal contributo”, dicono i quattro organismi, che contestano anche la nomina del manager dell'OGD: “Non è stata condivisa né votata al tavolo, come invece è previsto dal regolamento, ma decisa in maniera rocambolesca”.
Infine, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: la volontà dell'assessora al turismo Angela d'Este di dedicarsi al suo referato solo part-time perché ha ottenuto un nuovo incarico in Regione. “Ci chiediamo davvero come sia possibile - concludono i presidenti - che Chioggia abbia un assessore al turismo e alle attività produttive part time. Impensabile che una città a forte vocazione turistica non abbia un referente a tempo pieno, come aveva ammesso il sindaco quando fu eletto. Questo è inoltre il risultato di aver scelto assessori da fuori Comune, senza alcun attaccamento al territorio e pronti ad andarsene secondo la loro convenienza. Eppure proprio l'assessora D'Este, prima di essere delegittimata dallo stesso sindaco alla presidenza dell'OGD ci aveva chiesto di condividere un percorso comune, ora il tavolo non è condiviso ed è sparito pure l'assessore, decretando il fallimento della giunta 5 Stelle in ambito turistico”.
sabato 21 luglio 2018
FARMACIE DOPO LE SENTENZE DEL TAR, IL SINDACO FERRO: "BENIAMINO CREA ALLARMI INGIUSTIFICATI, BASTAVA UNA DELIBERA DI GIUNTA"
C'è irritazione in Comune per le dichiarazioni del consigliere forzista Beniamino Boscolo riguardo le due sentenze del TAR relative alle farmacie clodiensi. Il disposto reca in capo all'amministrazione la responsabilità di operare attraverso una delibera di giunta anziché del consiglio, secondo una giurisprudenza consolidata del Consiglio di Stato, senza che vi siano conseguenze per le imprese mediche coinvolte: «Il consigliere Beniamino Boscolo prima di gridare "al fuoco al fuoco", paventando fantomatici risarcimenti danni per spostamenti illegittimi, dovrebbe prima essere sicuro che il fuoco ci sia», afferma il sindaco Alessandro Ferro. Che continua: «È sufficiente infatti leggere con attenzione tutta la sentenza del TAR per scoprire che non c'è una riga e nemmeno una parola che evochi presunti danni, ma semplicemente il Tribunale precisa che il consiglio ha deliberato su una materia di competenza della giunta e che sarà quindi sufficiente convalidare con una nuova delibera di giunta la zonizzazione delle farmacie, cosa per la quale gli uffici sono già al lavoro affinché il provvedimento arrivi quanto prima sul tavolo della giunta stessa».
Secondo Ferro, «la delibera di consiglio è stata fatta solo per un eccesso di zelo e di trasparenza, portando in discussione il provvedimento in consiglio quando invece sarebbe stato sufficiente una delibera di giunta e per di più a porte chiuse». Caustica la chiosa del primo cittadino: «Sarà stata forse per la calura di questi giorni, ma questo mi pare un evidente caso di opposizione strumentale e allarmistica che rispedisco doverosamente al mittente». Per l'approvazione del piano farmacie il Comune aveva seguito l’iter procedimentale delineato in tema da una importante sentenza del Consiglio di Stato del settembre 2014; procedura utilizzata, in questi ultimi anni, da numerosi Comuni italiani. Nei primi giorni della prossima settimana sarà velocemente adottata, in ottemperanza di tali ultime sentenze, una deliberazione di giunta che approverà -con effetto ex tunc, cioè senza modificare i diritti delle farmacie che si sono sinora adeguate al nuovo piano- la pianta organica dislocata nel territorio comunale senza introdurre alcun elemento innovativo a quelli attuali. L'assessora al commercio Angela d'Este annuncia tuttavia una seduta di commissione: «Le sentenze bisognerebbe saperle leggere, o quantomeno avere l’accortezza di farsele spiegare da chi di competenza. Il consigliere Boscolo e tutti i firmatari della richiesta di commissione saranno accontentati quanto prima. Avranno una dettagliata spiegazione delle sentenze, dell’infondatezza totale delle dichiarazioni rilasciate alla stampa e in più percepiranno anche il gettone di presenza».
Secondo Ferro, «la delibera di consiglio è stata fatta solo per un eccesso di zelo e di trasparenza, portando in discussione il provvedimento in consiglio quando invece sarebbe stato sufficiente una delibera di giunta e per di più a porte chiuse». Caustica la chiosa del primo cittadino: «Sarà stata forse per la calura di questi giorni, ma questo mi pare un evidente caso di opposizione strumentale e allarmistica che rispedisco doverosamente al mittente». Per l'approvazione del piano farmacie il Comune aveva seguito l’iter procedimentale delineato in tema da una importante sentenza del Consiglio di Stato del settembre 2014; procedura utilizzata, in questi ultimi anni, da numerosi Comuni italiani. Nei primi giorni della prossima settimana sarà velocemente adottata, in ottemperanza di tali ultime sentenze, una deliberazione di giunta che approverà -con effetto ex tunc, cioè senza modificare i diritti delle farmacie che si sono sinora adeguate al nuovo piano- la pianta organica dislocata nel territorio comunale senza introdurre alcun elemento innovativo a quelli attuali. L'assessora al commercio Angela d'Este annuncia tuttavia una seduta di commissione: «Le sentenze bisognerebbe saperle leggere, o quantomeno avere l’accortezza di farsele spiegare da chi di competenza. Il consigliere Boscolo e tutti i firmatari della richiesta di commissione saranno accontentati quanto prima. Avranno una dettagliata spiegazione delle sentenze, dell’infondatezza totale delle dichiarazioni rilasciate alla stampa e in più percepiranno anche il gettone di presenza».
FORTE SAN FELICE: IL COMUNE A ROMA E A VENEZIA PER PRESENTARE LA VARIANTE URBANISTICA DEGLI IMMOBILI MILITARI DISMESSI
Il vicesindaco Marco Veronese e l’assessora all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici Elga Messina, assieme al coordinatore tecnico dell’ufficio Urbanistica del Comune di Chioggia, hanno partecipato venerdì 13 luglio al quarto tavolo tecnico sul Forte San Felice, in questa occasione ospitato nella sede del Ministero della Difesa in Roma. Finora gli incontri hanno permesso di affinare la conoscenza degli immobili, delle criticità conseguenti all’abbandono e delle operazioni necessarie per recuperarlo e per farlo rivivere con attività non solo per la città, ma anche di più ampio respiro. «In questa occasione – spiega il vicesindaco – l’amministrazione comunale ha presentato alla Task Force dismissione immobili militari del Ministero della Difesa la variante urbanistica degli immobili militari dismessi: sia per le dimensioni dell’area, che per il numero degli edifici, vi è infatti la necessità di ampliare le attuali destinazioni d’uso previste dal Piano Regolatore Generale e differenziare le attività che verranno ospitate, per determinare lo sviluppo di una sinergia di funzioni tutte orientate a partecipare alla valorizzazione storico-culturale complessiva del Forte, affinché possa svolgere un ruolo di risorsa culturale ed economica in dialogo con la città.
Possiamo pensare a strutture turistico ricettive utili a sostenere la gestione del Forte e anche ad attività commerciali come bar e caffè, ristoranti e negozi in grado di generare i necessari rientri economici e sempre in sinergia con le aree e attività pubbliche, come il complesso museale che si sta immaginando con il MiBAC e il Polo museale del Veneto e gli altri soggetti partecipanti al tavolo come ad esempio la Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Venezia e Laguna e il Demanio. Il Ministero della Difesa ha ben 36 protocolli d’intesa aperti in tutta Italia, ma ha fatto i complimenti in particolare alla nostra delegazione per la precisione e la cura nella documentazione presentata». Gli edifici interessati dalla variante sono quelli più recenti, di minor pregio e con i maggiori problemi di recupero (ovvero gli alloggi militari e del custode, il trinceramento ovest e la caserma francese) lasciando quelli di maggiore interesse storico a finalità collettiva. Tra questi ultimi rientrano il portale dell’architetto Tirali, il nucleo più antico del castello della Luppa, la polveriera di costruzione veneziana e la Blockhaus austriaca».
In ogni caso anche gli edifici a cui verrà ampliata la destinazione d’uso rimarranno in proprietà del Ministero della Difesa, che li renderà disponibili ai privati mediante l’emissione di un bando pubblico ed il convenzionamento a tempo determinato. Giovedì 19 luglio invece si è tenuto un incontro tra l’amministrazione comunale, gli enti firmatari del protocollo d’intesa di gennaio e la Regione del Veneto, il cui supporto sarà fondamentale per l’approvazione della variante urbanistica. In questa occasione il direttore del Polo Museale del Veneto Daniele Ferrara ha presentato una proposta per la futura valorizzazione di Forte San Felice, frutto anche dell’incontro pubblico del 4 luglio in Municipio con le associazioni, gli enti coinvolti e i cittadini. D’accordo con il Ministero della Difesa e con il Comune, si individua una soluzione nella figura di un unico concessionario/gestore in grado di stabilire relazioni con il territorio (dialogando e recependo le richieste dei cittadini) e di articolare le attività più remunerative con quelle più prettamente culturali, coinvolgendo nella loro gestione e svolgimento altri soggetti competenti nei vari ambiti dalle arti alle scienze. Tali elementi potranno confluire in un bando di gara.
Possiamo pensare a strutture turistico ricettive utili a sostenere la gestione del Forte e anche ad attività commerciali come bar e caffè, ristoranti e negozi in grado di generare i necessari rientri economici e sempre in sinergia con le aree e attività pubbliche, come il complesso museale che si sta immaginando con il MiBAC e il Polo museale del Veneto e gli altri soggetti partecipanti al tavolo come ad esempio la Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Venezia e Laguna e il Demanio. Il Ministero della Difesa ha ben 36 protocolli d’intesa aperti in tutta Italia, ma ha fatto i complimenti in particolare alla nostra delegazione per la precisione e la cura nella documentazione presentata». Gli edifici interessati dalla variante sono quelli più recenti, di minor pregio e con i maggiori problemi di recupero (ovvero gli alloggi militari e del custode, il trinceramento ovest e la caserma francese) lasciando quelli di maggiore interesse storico a finalità collettiva. Tra questi ultimi rientrano il portale dell’architetto Tirali, il nucleo più antico del castello della Luppa, la polveriera di costruzione veneziana e la Blockhaus austriaca».
In ogni caso anche gli edifici a cui verrà ampliata la destinazione d’uso rimarranno in proprietà del Ministero della Difesa, che li renderà disponibili ai privati mediante l’emissione di un bando pubblico ed il convenzionamento a tempo determinato. Giovedì 19 luglio invece si è tenuto un incontro tra l’amministrazione comunale, gli enti firmatari del protocollo d’intesa di gennaio e la Regione del Veneto, il cui supporto sarà fondamentale per l’approvazione della variante urbanistica. In questa occasione il direttore del Polo Museale del Veneto Daniele Ferrara ha presentato una proposta per la futura valorizzazione di Forte San Felice, frutto anche dell’incontro pubblico del 4 luglio in Municipio con le associazioni, gli enti coinvolti e i cittadini. D’accordo con il Ministero della Difesa e con il Comune, si individua una soluzione nella figura di un unico concessionario/gestore in grado di stabilire relazioni con il territorio (dialogando e recependo le richieste dei cittadini) e di articolare le attività più remunerative con quelle più prettamente culturali, coinvolgendo nella loro gestione e svolgimento altri soggetti competenti nei vari ambiti dalle arti alle scienze. Tali elementi potranno confluire in un bando di gara.
MONTANARIELLO (PD): IL PRESIDENTE DELL'IPAB VENGA A RELAZIONARE IN CONSIGLIO COMUNALE SUGLI INTRUSI ALLA CASA DI RIPOSO
Il consigliere comunale del PD Jonatan Montanariello commenta la notizia dell'intrusione di alcuni individui nella casa di riposo di Sottomarina. «Incredibile ciò che sta avvenendo. Forse per qualcuno sarà una cosa buffa, ma al di là del rammarico che come cittadino ed amministratore provo per queste persone meno fortunate di noi -che si trovano nelle condizioni di dover ricorrere a certi stratagemmi- sono seriamente preoccupato per la sicurezza degli ospiti dell'IPAB e per i suoi operatori». Continua l'esponente dell'opposizione: «Se i non addetti ai lavori riescono ad entrare negli spazi della struttura, vuol dire che possono entrare in contatto con gli ospiti anche nei servizi igienici. E se a differenza di queste persone bisognose si intrufola all’interno anche qualche malintenzionato per raggiungere gli ospiti ricoverati, o gli effetti personali degli operatori?».
Montanariello giudica «gravissimo» quanto avvenuto, e ritiene «indispensabile che il presidente e il consiglio di amministrazione relazionino immediatamente al consiglio comunale, anche in merito all'esistenza di una portineria o di una sorveglianza». Il consigliere democratico reputa che «le nomine del sindaco all’interno della casa di riposo non brillano proprio, come dovrebbe invece essere per le stelle. Mi aspetto una presa di posizione del sindaco, magari anche mettere in discussione i vertici dell'IPAB. Chiederò subito una seduta, e mi riserverò di segnalare anche l’accaduto alla Regione Veneto dato che è la responsabile della struttura. La tutela degli anziani è fondamentale e non si può far finta che non sia accaduto nulla», conclude il rappresentante della minoranza.
Montanariello giudica «gravissimo» quanto avvenuto, e ritiene «indispensabile che il presidente e il consiglio di amministrazione relazionino immediatamente al consiglio comunale, anche in merito all'esistenza di una portineria o di una sorveglianza». Il consigliere democratico reputa che «le nomine del sindaco all’interno della casa di riposo non brillano proprio, come dovrebbe invece essere per le stelle. Mi aspetto una presa di posizione del sindaco, magari anche mettere in discussione i vertici dell'IPAB. Chiederò subito una seduta, e mi riserverò di segnalare anche l’accaduto alla Regione Veneto dato che è la responsabile della struttura. La tutela degli anziani è fondamentale e non si può far finta che non sia accaduto nulla», conclude il rappresentante della minoranza.
venerdì 20 luglio 2018
DUE SENTENZE DEL T.A.R. ANNULLANO LE AUTORIZZAZIONI DI SPOSTAMENTO PER DUE FARMACIE. BENIAMINO BOSCOLO: "CI RIMETTERÀ IL COMUNE?"
È notizia di questi giorni che due sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto hanno annullato le autorizzazioni che consentivano lo spostamento di due farmacie ubicate nel territorio comunale di Chioggia. Si tratta precisamente della San Michele, installatasi a Ridotto Madonna (poco oltre la chiesa della Navicella) anziché nel centro della frazione di Brondolo, e della San Marco, traslata da corso del Popolo in Chioggia a via Marco Polo a Sottomarina. La vicenda è ricostruita dal consigliere di Forza Italia Beniamino Boscolo: «Era il 20 dicembre dello scorso anno quando la proposta di delibera "Approvazione delle nuove zone di influenza delle farmacie" approdava in consiglio comunale. Un provvedimento bollato dall'assessora d'Este come "argomento strettamente tecnico" e quindi avulso da decisioni politiche».
Commenta Boscolo: «Nulla di più sbagliato! Ma la maggioranza grillina, supina e impreparata, almeno aveva una giustificazione per approvarla senza discutere e senza leggere il provvedimento. Alle nostre preoccupazioni relative alla legittimità dell'atto e alla presenza di ricorsi al TAR delle farmacie di Sottomarina, ci erano state assicurate le "sostanziali prospettive di vittoria"; anzi, era stata rincarata la dose, dicendo che votando la deliberazione l'amministrazione comunale si sarebbe presentata all'udienza di primavera con una posizione di forza. E anche qui la maggioranza stellata ha avuto modo di ribadire la propria convinzione in favore della delibera. Nulla di più errato! Due sentenze ora annullano la delibera consiliare 201/2017».
Le conseguenze sono facili da intuire: «Ora però che quest'ultima viene annullata da un giudice - argomenta l'esponente dell'opposizione - le farmacie San Michele e San Marco, nel caso in cui non si trovi una soluzione, dovranno tornare al loro posto. Questo è un disagio enorme, perché conosciamo i costi e le spese dell'apertura di un negozio, figurarsi di una farmacia. Ma il Comune le ha autorizzate, e quindi hanno fatto bene a trasferirsi. Ora chiederanno sicuramente i danni e i costi dello spostamento al consiglio comunale, o meglio a chi era presente e ha votato favorevolmente. Alla luce delle due sentenze del 16 luglio scorso - conclude Beniamino Boscolo - è fondamentale, nell'interesse dei consiglieri comunali di maggioranza presenti (solo loro erano in aula a votare favorevolmente, l'opposizione era uscita e anche qualcuno del Movimento 5 Stelle era assente) apprendere le future decisioni dell'amministrazione in argomento, conoscere quali scenari si prospetteranno e a quali conseguenze andrà incontro l'amministrazione stessa».
Commenta Boscolo: «Nulla di più sbagliato! Ma la maggioranza grillina, supina e impreparata, almeno aveva una giustificazione per approvarla senza discutere e senza leggere il provvedimento. Alle nostre preoccupazioni relative alla legittimità dell'atto e alla presenza di ricorsi al TAR delle farmacie di Sottomarina, ci erano state assicurate le "sostanziali prospettive di vittoria"; anzi, era stata rincarata la dose, dicendo che votando la deliberazione l'amministrazione comunale si sarebbe presentata all'udienza di primavera con una posizione di forza. E anche qui la maggioranza stellata ha avuto modo di ribadire la propria convinzione in favore della delibera. Nulla di più errato! Due sentenze ora annullano la delibera consiliare 201/2017».
Le conseguenze sono facili da intuire: «Ora però che quest'ultima viene annullata da un giudice - argomenta l'esponente dell'opposizione - le farmacie San Michele e San Marco, nel caso in cui non si trovi una soluzione, dovranno tornare al loro posto. Questo è un disagio enorme, perché conosciamo i costi e le spese dell'apertura di un negozio, figurarsi di una farmacia. Ma il Comune le ha autorizzate, e quindi hanno fatto bene a trasferirsi. Ora chiederanno sicuramente i danni e i costi dello spostamento al consiglio comunale, o meglio a chi era presente e ha votato favorevolmente. Alla luce delle due sentenze del 16 luglio scorso - conclude Beniamino Boscolo - è fondamentale, nell'interesse dei consiglieri comunali di maggioranza presenti (solo loro erano in aula a votare favorevolmente, l'opposizione era uscita e anche qualcuno del Movimento 5 Stelle era assente) apprendere le future decisioni dell'amministrazione in argomento, conoscere quali scenari si prospetteranno e a quali conseguenze andrà incontro l'amministrazione stessa».
"CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO": IL PD DI CHIOGGIA E DEL POLESINE UNITO PER SALVARE LA TRATTA FERROVIARIA VERSO ROVIGO
Ieri sera si è tenuto a Badia Polesine un incontro del comitato “Ci scusiamo per il disagio”, promosso dai circoli del Partito Democratico che vengono attraversati dalle tratte ferroviarie Chioggia–Rovigo e Rovigo–Verona, a cui hanno partecipato la capogruppo Barbara Penzo ed altri rappresentanti del PD clodiense. Questa iniziativa è stata utile ad assemblare le firme raccolte e rilanciare una serie di appuntamenti allo scopo di sostenere e potenziare il servizio ferroviario di questo territorio. È stata l’occasione anche per raccogliere le adesioni di tutti i Comuni i quali hanno approvato un ordine del giorno, che si progetta di presentare in modo unitario all’assessora regionale alla mobilità Elisa De Berti. Secondo i democratici Chioggia, che ha tanti problemi di collegamento infrastrutturale con il territorio veneto (vedi Romea), non può permettersi di perdere il servizio ferroviario utile sia agli studenti che ai lavoratori, e in prospettiva anche per le attività portuali. Il PD invitiamo il sindaco e tutta l’amministrazione comunale a una maggiore attenzione e impegno politico attorno al tema in questione.
giovedì 19 luglio 2018
L'ASSESSORA ANGELA D'ESTE TORNA A LAVORARE IN REGIONE, MA RESTA NELLA GIUNTA DI CHIOGGIA
Come anticipato da indiscrezioni della scorsa settimana, l'assessora Angela d'Este torna a lavorare alla Regione Veneto, dove già aveva prestato opera negli anni scorsi. La titolare della delega al turismo comunque non abbandona la giunta clodiense: «Grazie all’inaspettato scorrimento in avanti della graduatoria di un concorso a cui ho partecipato ancora nel 2010, di recente ho accettato un lavoro a tempo indeterminato in Regione del Veneto», spiega d'Este. Che continua: «La mia presenza a Chioggia è comunque garantita tutti i martedì e giovedì pomeriggio –giorni in cui gli uffici comunali sono aperti– e anche i venerdì; inoltre usufruirò dei permessi per la partecipazione alle riunioni di consigli, giunte e commissioni secondo quanto disciplinato dall’articol 79 del decreto legislativo 267/2000. L’amministrazione comunale sta rivedendo alcuni referati e sono a disposizione per trovare delle soluzioni condivise, perché so benissimo che il ruolo di assessora al commercio e al turismo è molto impegnativo, specie in una città come Chioggia». Di recente l'assessora di origine buranella era stata criticata dalle opposizioni e anche da alcuni operatori turistici per una presunta "latitanza".
martedì 17 luglio 2018
INCONTRO AL VERTICE TRA L'ANAS E I COMUNI VENETI INTERESSATI DALLA STRADA ROMEA
Nel pomeriggio di ieri Anas e Regione del Veneto hanno presentato un piano per la messa in sicurezza della strada Statale Romea. Si è svolto a Mestre un incontro con tutti i rappresentanti dei Comuni veneti attraversati dal tracciato della strada 309, durante il quale Anas (nella persona della capo compartimento Veneto, ingegner Gabriella Manginelli) e Regione Veneto (con l’assessora ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti Elisa De Berti), hanno esposto il piano di messa in sicurezza. Per il Comune di Chioggia erano presenti il sindaco Alessandro Ferro, il presidente del consiglio comunale Endri Bullo e l’assessora ai Lavori Pubblici Elga Messina. Il piano è suddiviso in quattro annualità: si è partiti già in questi giorni con asfaltature in tutto il tratto veneto e l’allargamento della sezione stradale in alcuni tratti; la messa in sicurezza delle intersezioni a raso; la creazione di piazzole di sosta e di piazzole per le fermate degli autobus;
l’installazione di una nuova segnaletica e di barriere fonoassorbenti. «Siamo soddisfatti che questi primi interventi stiano procedendo celermente – dice il sindaco Alessandro Ferro – anche se manteniamo alcune perplessità sul piano complessivo previsto nel territorio di Chioggia. Anas dopo un anno ripropone di realizzare la variante ad est, nel tratto Cavanella/Sant’Anna di Chioggia, senza dare un riscontro tecnico alle ipotesi già presentate di varianti ad ovest, secondo noi più efficaci per risolvere i problemi di traffico e di sicurezza». Il presidente del consiglio comunale Endri Bullo aggiunge: «In questa occasione era necessario ribadire che gli interlocutori di riferimento per Anas e Regione sono le amministrazioni comunali e non altri soggetti, seppur attenti agli sviluppi della strada 309; mi riferisco in particolare
all’incontro avvenuto a Roma ad inizio anno tra l’amministratore delegato di Anas Gianni Vittorio Armani e il Comitato Romea. Anche la Regione e la stessa Anas hanno sottolineato la necessaria centralità dei Comuni. È da 60 anni – conclude Endri Bullo – che la città di Chioggia attende soluzioni concrete alternative alla Romea, che la tolgano dal totale isolamento con le altre località». Conclude l’assessora Elga Messina: «Variante est a parte, le proposte progettuali di Anas sono condivisibili e – in accordo con l’ente – attualmente sotto esame dei tecnici comunali per verificare se possono essere migliorate. Invitiamo Anas ad un’ulteriore riflessione sul cronoprogramma del piano quadriennale: per esempio quanto allo snodo di Brondolo, che è stato calendarizzato al terzo anno, ma andrebbe anticipato e coordinato con il Comune».
lunedì 16 luglio 2018
INCONTRO A VENEZIA TRA IL VICESINDACO VERONESE E IL MINISTRO PER I BENI CULTURALI BONISOLI
Il vicesindaco Marco Veronese ha incontrato sabato 14 luglio a Venezia il ministro ai Beni Culturali Alberto Bonisoli. Oltre ai problemi veneziani, sono stati poste importanti questioni che riguardano Chioggia, ovvero il deposito di gpl e la riqualificazione del Forte S.Felice. «Ho portato all'attenzione del ministro la vicenda del deposito - spiega Veronese - evidenziando che prossimamente il Consiglio di Stato discuterà il procedimento relativo all'ordinanza del Comune, nella quale si evidenziava la mancanza dell'autorizzazione paesaggistica per la costruzione, senza dimenticare che la laguna di Venezia rientra tra i siti riconosciuti dall'Unesco«. Della battaglia per fermare il deposito, il Movimento 5 Stelle si era fatto promotore già durante la campagna elettorale per le comunali del 2016, e ora che amministra sta tentando ora tutte le strade possibili per ostacolarne l'avanzamento. «Abbiamo anche discusso del futuro del Forte San Felice - conclude il vicesindaco - per una possibile cessione della gestione del sito al Ministero dei Beni Culturali dopo la ristrutturazione. Al riguardo di entrambi i temi, il ministro ha assicurato che organizzerà tavoli di confronto».
sabato 14 luglio 2018
I DEPUTATI DELLA LEGA IERI A SOTTOMARINA PER PARLARE DEI VENDITORI ILLEGALI E DELLA BOLKENSTEIN
Una delegazione di parlamentari della Lega ieri si è presentata sull'arenile di Sottomarina per visionare con mano il fenomeno del commercio illegale. Accompagnati dal consigliere comunale Marco Dolfin, i deputati hanno incontrato il presidente di Ascot, Giorgio Bellemo, per conferire soprattutto in merito alla direttiva Bolkenstein, che riguarda le concessioni balneari e non solo: l'impegno del Carroccio è legato anche all'attività del ministro per il Turismo, Gian Marco Centinaio. Quanto alla contraffazione, l'onorevole Giorgia Andreuzza ha anticipato la creazione di una consulta in materia, e anche alcuni dispositivi di legge per evitare che le imprese italiane delocalizzino: «Il governo del cambiamento sta dando segnali, e Sottomarina può essere leader a livello nazionale nel turismo», ha detto Andreuzza alle telecamere di Chioggia Azzurra. Anche Sergio Vallotto, già segretario provinciale leghista, stigmatizza i venditori irregolari: «Si tratta di un'invasione, occupano la battigia e ne impediscono la normale fruizione da parte dei turisti, oltre a impattare sull'indotto». Vallotto conferma che è alle viste un pacchetto di norme relative alle località litoranee per aiutare i Comuni e le polizie locali a far cessare l'ondata, anche finanziando nuove assunzioni. Dal canto suo Ketty Fogliani, l'ex vicesindaca di Portogruaro eletta nel collegio di Chioggia, è orgogliosa di potersi curare del territorio anche dopo le elezioni: «Siamo combattivi e al fianco delle associazioni di categoria», mentre lo stesso Bellemo auspica che anche i parlamentari degli altri partiti vengano a Sottomarina a vedere le questioni che stanno a cuore agli operatori.
venerdì 13 luglio 2018
RUOTA PANORAMICA, IL COMUNE FA CHIAREZZA: "LA GIOSTRA ECCEDE DI TRE METRI, GLI ORGANIZZATORI AVEVANO RIFIUTATO L'ARENA"
"La giusta distanza" non è solo il titolo di un bel film del compianto Carlo Mazzacurati, ma anche il leitmotiv delle schermaglie che da giorni oppongono il Comune di Chioggia all'impresa polesana Rides Solutions, organizzatrice della ruota panoramica allo stabilimento InDiga. Oggi i massimi vertici comunali -il sindaco Alessandro Ferro e il suo vice Marco Veronese- rompono il silenzio e spiegano come sono andate le cose: «Tutti noi vogliamo vedere la ruota panoramica attiva – commenta il sindaco - ma questo non può prescindere dal rispetto delle leggi e dai relativi tempi di attuazione, giuste distanze comprese. Le polemiche montate in questi giorni sono esagerate. Gli uffici comunali si sono adoperati nei tempi corretti: la Rides Solutions, scegliendo questa delicata collocazione sull’arenile in area demaniale (e scartando la nostra proposta dell’area dell’arena), era al corrente fin da subito che l’iter sarebbe stato particolarmente complesso». Fa eco Veronese, che è anche assessore al Demanio: «Come ufficio Demanio avevamo dato parere positivo all’installazione, ma nel rispetto degli articoli 24 comma 2 e 85 bis del Codice della Navigazione. La prescrizione, contenuta anche nel piano dell’arenile, era chiara fin da subito: bisognava rispettare la distanza di 10 metri dai piedi della giostra ai margini della diga. Cosa che non è stata fatta».
La commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo infatti, dopo aver raccolto tutti i documenti e i pareri di numerosi uffici competenti per la particolare area demaniale, il 5 luglio scorso ha verificato che la giostra così collocata non rispettava le giuste distanze, oltrepassando di circa tre metri l’area di rispetto: fatto che non consente a qualsiasi ufficio di procedere. E ne ha dato subito comunicazione all'azienda che, in maniera ufficiale, oggi ha comunicato agli uffici che lo spostamento della giostra è in atto: a breve la stessa dovrà produrre una planimetria aggiornata e altre integrazioni, come ad esempio per le vie di fuga. Cosa succederà ora? Dopo la comunicazione di spostamento di "Around Chioggia" da parte della Rides Solutions, verranno prodotte le poche integrazioni necessarie e l’istruttoria ripartirà con la convocazione veloce della commissione pubblici spettacoli, che darà quindi il pronunciamento definitivo.
«Stop alle polemiche», dicono gli amministratori locali. «Il tema non è quindi il ritardo degli uffici, che lavorano tutti in un’unica direzione e devono seguire le procedure corrette, ma una distanza che inconsapevolmente non è stata rispettata fin dall’inizio. La nota positiva? È la prima volta che si tratta in merito ad un’installazione temporanea in un’area così complessa come quella demaniale. Per il futuro i tanti uffici competenti avranno già dei pareri formulati merito e l’istruttoria potrà essere sicuramente meno complessa».
La commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo infatti, dopo aver raccolto tutti i documenti e i pareri di numerosi uffici competenti per la particolare area demaniale, il 5 luglio scorso ha verificato che la giostra così collocata non rispettava le giuste distanze, oltrepassando di circa tre metri l’area di rispetto: fatto che non consente a qualsiasi ufficio di procedere. E ne ha dato subito comunicazione all'azienda che, in maniera ufficiale, oggi ha comunicato agli uffici che lo spostamento della giostra è in atto: a breve la stessa dovrà produrre una planimetria aggiornata e altre integrazioni, come ad esempio per le vie di fuga. Cosa succederà ora? Dopo la comunicazione di spostamento di "Around Chioggia" da parte della Rides Solutions, verranno prodotte le poche integrazioni necessarie e l’istruttoria ripartirà con la convocazione veloce della commissione pubblici spettacoli, che darà quindi il pronunciamento definitivo.
«Stop alle polemiche», dicono gli amministratori locali. «Il tema non è quindi il ritardo degli uffici, che lavorano tutti in un’unica direzione e devono seguire le procedure corrette, ma una distanza che inconsapevolmente non è stata rispettata fin dall’inizio. La nota positiva? È la prima volta che si tratta in merito ad un’installazione temporanea in un’area così complessa come quella demaniale. Per il futuro i tanti uffici competenti avranno già dei pareri formulati merito e l’istruttoria potrà essere sicuramente meno complessa».
giovedì 12 luglio 2018
IL PD: "SULLA LEGGE SPECIALE IL SINDACO RICONOSCA L'IMPEGNO DEL GOVERNO GENTILONI"
Una nota del Partito Democratico di Chioggia critica l'amministrazione comunale a guida Cinque Stelle, riguardo i fondi della Legge Speciale. «Nel mese di marzo di quest’anno - ricordano i democratici - in una intervista rilasciata a un mensile locale, il sindaco Ferro si lamentava del fatto che non fossero ancora arrivati i fondi della Legge Speciale per Venezia e Chioggia, promessi dal governo Gentiloni. Il primo cittadino in quell’occasione accusava quel governo di aver fatto delle promesse e di non averle poi mantenute. Invece è di questi giorni la notizia dell’arrivo all’amministrazione comunale di 1.5 milioni di euro della Legge Speciale; avremmo apprezzato maggiore onestà intellettuale da parte del sindaco nel riconoscere che, invece, quegli impegni si stavano concretizzando». Adesso, secondo il PD, si tratta di utilizzarli «velocemente e nel modo più corretto per evitare, come abbiamo letto in questi giorni, mirabolanti interventi da parte di autorevoli
rappresentanti della maggioranza a 5 Stelle. Condividiamo l’idea che queste risorse debbano essere utilizzate per sistemare gli elementi più deteriorati della città (masegni, fondamenta, viabilità, arredo urbano), questo però nel rispetto degli indirizzi della Legge Speciale per Venezia e Chioggia». Conclude il comunicato di calle Padovani: «Cari consiglieri di maggioranza, niente propaganda facile, ma impegni concreti onde evitare la figuraccia che state facendo in questo momento sul fronte della ruota panoramica».
RUOTA PANORAMICA: LE OPPOSIZIONI CHIEDONO UNA COMMISSIONE. "SOLO IL CONSIGLIO COMUNALE PUÒ FARLA APRIRE IN DEROGA AL PIANO DELL'ARENILE"
La ruota panoramica in diga, ancora ferma al palo, fa parlare anche la politica clodiense. In particolar modo gli esponenti dell'opposizione di destra, che hanno protocollato una richiesta di commissione consiliare allo scopo di controllare gli atti della faccenda: Beniamino Boscolo in particolare accusa la maggioranza di «silenzio assordante» e sostiene che chi ha spinto l'impresa Rides Solutions a investire a Chioggia (sia esso il sindaco, gli assessori o gli uffici) si deve prendere la responsabilità e fare in modo che la struttura apra finalmente al pubblico. «Ma nel gruppo consiliare del M5S sono tutti d'accordo che la ruota funzioni?», si chiede Boscolo: «Se non c'è trasparenza non c'è onestà».
Rincara la dose il leghista Marco Dolfin: «Il Comune dica di aver sbagliato e sottovalutato la pratica, l'amministrazione si è mossa nella maniera più sbagliata. Gli uffici hanno giocato a palla avvelenata, la pratica è rimbalzata, manca il parere definitivo. Senza contare l'atteggiamento del dirigente al settore Urbanistica, architetto Gianni Favaretto, che prima ha riscontrato “problemi ostativi”, poi si è dichiarato incompetente (forse per via della licenza relativa a meno di 90 giorni, ndr), infine pensa a una deroga al piano dell'arenile». Ma secondo Dolfin, l'unica soluzione per acconsentire alla deroga è un passaggio del consiglio comunale, «unico ente autorizzato a discutere modifiche al piano dell'arenile»: l'assemblea cittadina non risulta convocata, lo stesso Beniamino Boscolo specifica che è necessaria l'ipotesi di una delibera di giunta, per poi convocare le sedute di commissione e consiglio.
«Altre strade non ci sono, tantomeno veloci», dicono i due consiglieri di minoranza, che si mettono nei panni degli imprenditori mortificati. Di questo passo, neanche la prossima settimana potrebbe arrivare l'autorizzazione all'esercizio, in specie se la vertenza riguarda le discrasie tra le misure: 9.60 metri dalla diga come sostiene Rides Solutions, o 5 metri e mezzo come sta scritto nell'esposto presentato da un'attività quasi confinante? Ieri il Comune via posta certificata ha chiesto il ripristino dei 10 metri legali, ma l'ultimo atto della vicenda è distante.
Rincara la dose il leghista Marco Dolfin: «Il Comune dica di aver sbagliato e sottovalutato la pratica, l'amministrazione si è mossa nella maniera più sbagliata. Gli uffici hanno giocato a palla avvelenata, la pratica è rimbalzata, manca il parere definitivo. Senza contare l'atteggiamento del dirigente al settore Urbanistica, architetto Gianni Favaretto, che prima ha riscontrato “problemi ostativi”, poi si è dichiarato incompetente (forse per via della licenza relativa a meno di 90 giorni, ndr), infine pensa a una deroga al piano dell'arenile». Ma secondo Dolfin, l'unica soluzione per acconsentire alla deroga è un passaggio del consiglio comunale, «unico ente autorizzato a discutere modifiche al piano dell'arenile»: l'assemblea cittadina non risulta convocata, lo stesso Beniamino Boscolo specifica che è necessaria l'ipotesi di una delibera di giunta, per poi convocare le sedute di commissione e consiglio.
«Altre strade non ci sono, tantomeno veloci», dicono i due consiglieri di minoranza, che si mettono nei panni degli imprenditori mortificati. Di questo passo, neanche la prossima settimana potrebbe arrivare l'autorizzazione all'esercizio, in specie se la vertenza riguarda le discrasie tra le misure: 9.60 metri dalla diga come sostiene Rides Solutions, o 5 metri e mezzo come sta scritto nell'esposto presentato da un'attività quasi confinante? Ieri il Comune via posta certificata ha chiesto il ripristino dei 10 metri legali, ma l'ultimo atto della vicenda è distante.
mercoledì 11 luglio 2018
IL PARTITO DEMOCRATICO DI CHIOGGIA: "A QUANDO UN NUOVO ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI, PESCA E AGRICOLTURA?"
Dal 5 luglio scorso, in corrispondenza delle dimissioni dell'assessora Patrizia Trapella, nella giunta di Chioggia manca chi si occupa dei referati alle Politiche Sociali, alla Pesca e all'Agricoltura. Il Partito Democratico rileva che "in questo modo settori strategici dal punto di vista economico ed occupazionale della città sono lasciati allo sbando. C’è in discussione la vicenda della nuova gestione del mercato ortofrutticolo, la questione del fermo pesca e la gestione
strutturale della marineria; inoltre c’è stato il rinnovo del Presidente del GAC senza la presenza di un assessore che possa dialogare e fungere da interfaccia con la marineria e il comparto agricolo. Di non secondaria importanza sono le politiche sociali che riguardano i concittadini più fragili, dai problemi legati alla casa, agli sfratti, al sostegno alle famiglie in difficoltà economica, dei minori e molto altro. Comprendiamo che il sindaco in queste ore sia tormentato dalla vicenda tragicomica della ruota panoramica, con tutti i risvolti negativi che la stessa sta creando alle imprese che molto hanno investito in questo progetto, e alla perdita di credibilità dell’amministrazione comunale. Ma dedicare un po’ di tempo a settori importanti pensiamo debba essere un elemento prioritario del sindaco e della sua giunta. Ancora una volta non si dica che è colpa delle passate amministrazioni", conclude la nota del PD clodiense.
CONFERMATO IL NO DELLA SALVAGUARDIA AL PIANO PARTICOLAREGGIATO. IL COMUNE: ANDIAMO AVANTI LO STESSO
La commissione di Salvaguardia ha respinto il piano particolareggiato per i centri storici presentato dal Comune di Chioggia già nel 2013, e l'Avvocatura dello Stato ha confermato tale parere. Questo perché le astensioni espresse due mesi fa in seno alla commissione vengono considerate come voti contrari. Ma l'ente può comunque procedere, dal momento che – secondo l'ingegner Pierdomenico Pregnolato, che della Salvaguardia fa parte – il responso è ritenuto obbligatorio ma non vincolante. Già il sindaco Ferro avrebbe anticipato il proposito di andare avanti col PPA, dal momento che una riscrittura integrale lo avrebbe azzerato, facendo partire un nuovo lunghissimo iter burocratico. Nell'interesse del Comune, tuttavia, dovranno essere considerate le criticità che la commissione di Salvaguardia ha segnalato, ovvero i troppi passaggi tecnici (addirittura analisi chimiche) cui incappa chi fosse interessato ad apportare restauri o modifiche agli edifici, anche per le case sottoposte a vincoli urbanistici e storici.
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