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mercoledì 2 ottobre 2019

SECONDO PONTE SUL BRENTA, CHIOGGIAVIVA: "VARIANTE APPROVATA CON LA NOSTRA PRESENZA. MA QUALE LOBBY, UNA FIGURACCIA DI SINDACO E MAGGIORANZA"

Ha avuto prevedibili strascichi la mancata eseguibilità immediata, votata l'altra sera dal consiglio comunale, della variante urbanistica per l'esproprio dei terreni interessati dalla costruzione del secondo ponte sul Brenta. Ieri il presidente di Ascot Giorgio Bellemo aveva parlato di «lobby» per motivare l'allontanarsi dall'aula dei due consiglieri di Chioggia Viva dopo che gli stessi -pur astenendosi- avevano consentito l'approvazione della variante: oggi rispondono appunto Leonardo Ranieri e Marcellina Segantin. «A chi ha adombrato un secondo fine nel nostro comportamento - esordisce Ranieri - dico che è stata la nostra presenza a garantire l'approvazione del provvedimento, dal momento che tutta la minoranza era uscita dall'aula e nemmeno il sindaco era presente, come del resto tutta la giunta a parte l'assessore Stecco. Anzi, se si contano 12 voti favorevoli significa che mancavano anche due esponenti della maggioranza!».
Ranieri motiva l'astensione con il fatto di «non aver compreso chiaramente quale fosse il fine della variante in questione», e rigetta le accuse di lobbismo: «Per me il secondo ponte sul Brenta può essere fatto anche domani, sono a favore e non coltivo interessi. Ogni azienda cerca spazio per sé, ma ho sempre detto che bisognava trovare una soluzione. Solo che se non ho chiara una cosa -ovvero se si potesse procedere all'esproprio senza approvare la variante urbanistica- allora mi astengo. Lo stesso Beniamino Boscolo ha detto in aula che io avevo centrato il punto nel mio intervento». Quindi Chioggia Viva «per senso di responsabilità» ha garantito il numero legale all'approvazione, ma non all'immediata eseguibilità: «Il sindaco avrebbe potuto essere decisivo - nota Ranieri - mentre le minoranze, con i consiglieri del PD, di Chioggia è Libera e del gruppo misto sono uscite dall'aula per far fare brutta figura alla maggioranza. Per questo mi secca l'uscita di Giorgio Bellemo, che conosco troppo bene e con cui ci siamo scritti anche durante il consiglio».
Fa eco la capogruppo Marcellina Segantin: «Approvare la variante è un atto politico che spetta alla maggioranza, io astenendomi semmai la faccio passare, mentre altri delle opposizioni (pure a favore del ponte) si sono dileguati. Noi non abbiamo fatto così. Piuttosto è scandaloso che il sindaco stesso non l'abbia votata, è uscito un minuto prima della votazione e ha fatto rimanere in sala il dirigente Favaretto fino alle ore 21. Dovevamo garantire noi il numero legale? Siamo consapevoli della nostra azione, ma è stata la reazione a un comportamento altrui, con mancanza di rispetto anche per il lavoro dei dirigenti e degli uffici». Segantin ribadisce: «Il ponte va fatto, con tutto quello che implica. Anche se non è di poco conto togliere diritti acquisiti a chi sta programmando la propria attività, ci hanno spiegato che la variante riavvia il procedimento». La capogruppo di Chioggia Viva è amareggiata dal fatto che «la presentazione dei miei due ordini del giorno riguardo il teatro Astra e il Kursaal non aveva nessuno davanti, nemmeno l'assessora Alessandra Penzo, che probabilmente non sapeva quale risposta dare senza dire in streaming che le cose sono ferme, e che si rischia di perdere i finanziamenti per il teatro Astra. Se presento un ordine del giorno, è per impegnare la giunta. Per questo ho ritirato la mozione relativa all'acquisto del Kursaal».

4 commenti:

  1. Mah, che confusione!
    Piuttosto una curiosità a proposito di Chioggia Viva: si è più saputo niente di quanti soldi ha speso per quella faraonica campagna elettorale? Se non ricordo male la candidata di Chioggia Viva era stata l'unica a non aver detto con una certa precisione durante la campagna elettorale quanti soldi stavano spendendo. Come cittadino mi farebbe piacere conoscere l'esatto importo.

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  2. Abbiamo un sindaco direi fantasma!!!!

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  3. E’ l’amministrazione in carica che dovrebbe chiarire perché i suoi consiglieri se ne sono andati prima della votazione e non la Segantin e gli altri dell’opposizione.
    Chi porta un provvedimento in Consiglio comunale ha poi l’onere di sostenerlo e se non lo fa qualcosa non torna.

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  4. Quello che tutti si domandano è perché il sindaco Ferro non ha votato.

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