mercoledì 17 luglio 2019
SARÀ DI GIANNI SCARPA LA PRIMA “SPIAGGIA DI TOLLERANZA” D’ITALIA? L'ANPI: «NOI STIAMO CON LINA MERLIN»
Gianni Scarpa ne ha fatta un'altra delle sue. Il 67enne ex bagnino della spiaggia Punta Canna, verso le foci del Brenta a Sottomarina, era già assurto alle cronache nazionali per i cartelli di chiara impostazione fascista che aveva affisso allo stabilimento due estati fa, e che sono stati fatti rimuovere dalla Questura. Dopo aver pensato ad abbandonare la città, e dopo che i gestori dello stabilimento avevano annunciato di licenziarlo, stamane il Corriere del Veneto in edicola riporta la notizia che nelle intenzioni del vulcanico personaggio ci sarebbe l'apertura della prima "spiaggia di tolleranza" italiana in un terreno di sua proprietà familiare, che non c'entra con lo stabilimento Punta Canna: «Me ne sono andato e là ho lasciato tutto in mano ai ragazzi, io andrò in pensione dopo morto...».
All'esterno, infatti, Scarpa ha affisso uno dei suoi celebri cartelli, il quale reca la scritta "Basta portare soldi ai casini in Austria! Grazie al nuovo governo e una cordata di imprenditori leghisti veneti, qui sorgerà la prima casa di tolleranza d'Italia per uomini e donne. Legge Merlin addio!". Scarpa infatti si dice in contatto con alcuni finanziatori, interessati a importare il business del sesso a pagamento che già alligna fuori confine: della cosa -secondo il promotore- sarebbero favorevoli Salvini, Giorgia Meloni, lo stesso Berlusconi e pure il grillino Di Maio.
Affinché i sogni o i progetti diventino realizzabili occorre, prima di tutto, che il Parlamento abroghi la legge Merlin in vigore dal 1958, dal nome della senatrice di origine chioggiotta che fu madre del provvedimento di chiusura delle case chiuse. A Roma giace infatti un disegno di legge di matrice leghista, senza contare i pronunciamenti più volte emersi in seno al Consiglio Regionale veneto: gli stessi 5 Stelle, con la consigliera locale Erika Baldin, si sono fatti interpreti testuali della volontà di riaprire le case quale soluzione alla prostituzione per strada e all'irresponsabilità fiscale del "mestiere più antico del mondo".
Di opinione opposta invece l'ANPI, che attraverso una nota stigmatizza il «tentativo di farsi pubblicità a scapito dell'etica»: secondo il comitato locale dell'Associazione Partigiani, Scarpa «almeno i limiti della legge, se non dell’intelligenza e del decoro, non li può infrangere: per quanto giacciano in Parlamento due disegni di legge che abrogherebbero la legge di civiltà del 1958, l’azione della senatrice chioggiotta Lina Merlin è ancora diritto vigente e la difenderemo con tutte le nostre forze.
L'uso del corpo femminile (e maschile, come negli intendimenti dell’ipotesi al cartellone) per il piacere altrui dietro pagamento di denaro è una delle forme più abiette e immorali di dominio tribale, antistorica, vile e negatrice di ogni educazione all’affettività e alla sessualità. Avvisiamo Gianni Scarpa che siamo quasi nel 2020, e non nel 1930, anche in Italia». Si attendono ora altre prese di posizione da partiti, sindacati e associazioni non solo femministe.
All'esterno, infatti, Scarpa ha affisso uno dei suoi celebri cartelli, il quale reca la scritta "Basta portare soldi ai casini in Austria! Grazie al nuovo governo e una cordata di imprenditori leghisti veneti, qui sorgerà la prima casa di tolleranza d'Italia per uomini e donne. Legge Merlin addio!". Scarpa infatti si dice in contatto con alcuni finanziatori, interessati a importare il business del sesso a pagamento che già alligna fuori confine: della cosa -secondo il promotore- sarebbero favorevoli Salvini, Giorgia Meloni, lo stesso Berlusconi e pure il grillino Di Maio.
Affinché i sogni o i progetti diventino realizzabili occorre, prima di tutto, che il Parlamento abroghi la legge Merlin in vigore dal 1958, dal nome della senatrice di origine chioggiotta che fu madre del provvedimento di chiusura delle case chiuse. A Roma giace infatti un disegno di legge di matrice leghista, senza contare i pronunciamenti più volte emersi in seno al Consiglio Regionale veneto: gli stessi 5 Stelle, con la consigliera locale Erika Baldin, si sono fatti interpreti testuali della volontà di riaprire le case quale soluzione alla prostituzione per strada e all'irresponsabilità fiscale del "mestiere più antico del mondo".
Di opinione opposta invece l'ANPI, che attraverso una nota stigmatizza il «tentativo di farsi pubblicità a scapito dell'etica»: secondo il comitato locale dell'Associazione Partigiani, Scarpa «almeno i limiti della legge, se non dell’intelligenza e del decoro, non li può infrangere: per quanto giacciano in Parlamento due disegni di legge che abrogherebbero la legge di civiltà del 1958, l’azione della senatrice chioggiotta Lina Merlin è ancora diritto vigente e la difenderemo con tutte le nostre forze.
L'uso del corpo femminile (e maschile, come negli intendimenti dell’ipotesi al cartellone) per il piacere altrui dietro pagamento di denaro è una delle forme più abiette e immorali di dominio tribale, antistorica, vile e negatrice di ogni educazione all’affettività e alla sessualità. Avvisiamo Gianni Scarpa che siamo quasi nel 2020, e non nel 1930, anche in Italia». Si attendono ora altre prese di posizione da partiti, sindacati e associazioni non solo femministe.
2 commenti:
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Chioggia non aveva certo bisogno di queste pagliacciate.
RispondiEliminaFiniamo sui giornali sempre per prese di posizione emblematiche del nostro livello culturale, civile, scolastico ecc...
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