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martedì 27 agosto 2019

SECONDO PONTE SUL BRENTA, IL COMUNE: "IL PROVVEDITORATO ALLE OPERE PUBBLICHE HA ATTESO I RICORSI, INCONGRUITÀ NEL PIANO PARTICELLARE"

Il Comune di Chioggia "scarica" al Provveditorato alle Opere Pubbliche, ex Magistrato alle Acque, il "barile" degli espropri per quanto riguarda i terreni dove andrebbe tracciato il secondo ponte alla foce del Brenta, necessario per sbarrare la strada al cuneo salino. «L’iter di realizzazione del progetto - ha detto il sindaco Alessandro Ferro - ha subito dei ritardi imputabili principalmente ai molti ricorsi presentati dai privati in merito all’intervento, a seguito dei quali il Provveditorato (che è il soggetto attuatore) ha ritenuto opportuno attendere il pronunciamento dell’Avvocatura Generale dello Stato, nonché l’esito degli stessi che si è prolungato negli anni. Puntare in questi ultimi mesi il dito sull'amministrazione quale unico soggetto responsabile è facile ma inopportuno, e mi auguro che al tavolo tecnico di domani con il presidente Zanato, che ho fissato personalmente alcune settimane fa, questo venga evidenziato e si prosegua tutti con serenità e nella massima collaborazione».
Continua l'assessora ai lavori pubblici Alessandra Penzo: «L'iter si è rivelato particolarmente tortuoso anche perché gli uffici comunali avevano rilevato alcune incongruità nel piano particellare di esproprio allegato al progetto, ed è stato chiesto al Provveditorato alle Opere Pubbliche di praticare una verifica, la quale ha confermato il rilievo evidenziato dal Comune e ha portato ad un aggiornamento del piano particellare stesso. Le recenti esternazioni ci rammaricano – conclude l'assessore Penzo – mi auguro che di fronte ad un tavolo di confronto si possa trovare un accordo per iniziare al più presto il cantiere, data la conferma dell’impegno di spesa delle somme relative a quanto di competenza del Comune di Chioggia».

1 commento:

  1. E ti pareva. Immancabilmente la colpa dei mancati espropri il sindaco Ferro la attribuisce ad altri. Film già visto.

    Stando alle parole del presidente del consorzio Adige Euganeo, «L’esproprio dei terreni su cui insisterebbe il ponte doveva partire nel novembre 2018 e terminare lo scorso mese di aprile….» Nove mesi sono più che sufficienti per chiarire e correggere il piano particellare degli espropri.

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