Positivo l'incontro di stamane in municipio a Chioggia tra il sindaco Alessandro Ferro e Michele Zanato, presidente del consorzio di bonifica Adige Euganeo, incentrato sulle questioni relative al secondo ponte alla foce del Brenta e allo sbarramento del cuneo salino. Nei giorni scorsi proprio Zanato si era fatto promotore di una iniziativa per mettere in guardia del rischio di perdere i 13 milioni di finanziamento dal Ministero delle Politiche Agricole, erogato dieci anni fa: il primo cittadino ha assicurato che a stretto giro -già nella seduta di oggi o di domani- verrà approvata una delibera di giunta per procedere con gli espropri del caso.
Seguirà l'approvazione di una delibera da parte del consiglio comunale entro la fine di settembre, quindi un incontro congiunto al Ministero assieme proprio al consorzio di bonifica, per chiedere la conferma dei fondi e scongiurare la loro revoca. Quindi si potrà procedere con la reiterazione del vincolo di esproprio dei terreni, completato con le delibere di approvazione della variante urbanistica: a tal punto, il Provveditorato alle Opere Pubbliche (ex Magistrato alle Acque) eseguirà materialmente l'opera di costruzione del secondo ponte sul Brenta.
«Non c'è una data certa per l'esecuzione dei lavori - dice il sindaco - aspetto prima l'esito dell'incontro al Ministero. Sono comunque sereno, l'incontro è andato bene, la questione si protrae da anni per i numerosi ricorsi e quindi respingo le accuse mosse in capo all'amministrazione per i ritardi, non sono giustificate dal fatto che la cartellina è in mano ora a noi. Accusare il Comune è inopportuno e inadeguato. Crediamo nella bontà e nella necessità dell'opera, che abbiamo rifinanziato, per la tutela dell'agricoltura dal cuneo salino ma anche quale viabilità aggiuntiva sia per i turisti (unendo Sottomarina a Isolaverde) sia per i cittadini migliorando quella esistente, visto che un solo ponte non basta quando sono necessarie manutenzioni come nei mesi scorsi».
Soddisfazione è stata espressa dal presidente Zanato: «Era importante che le cose venissero fatte. L'opera nasce per non creare 20mila ettari di deserto attorno a Chioggia e a Sottomarina, non sarebbero un bel biglietto da visita. In anni siccitosi come questi, con i cambiamenti climatici in corso, potrebbe succedere che il cuneo salino risalga ulteriormente dalla foce del fiume e bruci letteralmente le campagne».
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