lunedì 26 agosto 2019
SECONDO PONTE SUL BRENTA E SBARRAMENTO CONTRO IL CUNEO SALINO: IL COMUNE NON ESPROPRIA I TERRENI, FINANZIAMENTI MINISTERIALI A RISCHIO
Agricoltura e turismo assieme per il secondo ponte sul fiume Brenta e lo sbarramento contro il cuneo salino. Una conferenza stampa convocata oggi pomeriggio nella sede di Ascot in lungomare svela il rischio che il finanziamento di 13 milioni, ottenuto dal Ministero per le Politiche Agricole, possa andare perduto per l’inerzia del Comune di Chioggia nell’effettuare gli espropri fondiari previsti: il presidente del consorzio di bonifica Adige Euganeo, Michele Zanato, ha ricordato il percorso compiuto dal 1999 -anno in cui è stato rilevato il problema del cuneo salino alla foce del Brenta- fino a questi giorni. «Il finanziamento data indietro di dieci anni – osserva Zanato – e alla fine del 2017 l’Avvocatura dello Stato ha detto che si può partire con la gara d’appalto».
Nel progetto, il Comune contribuisce con 3 milioni e altrettanti vengono stanziati dalla Regione: «L’esproprio dei terreni su cui insisterebbe il ponte doveva partire nel novembre 2018 – ricorda il presidente del consorzio Adige Euganeo – e terminare lo scorso mese di aprile, ma non ci sono notizie dal Comune. Ho chiesto appuntamento al sindaco venti giorni fa, è stato promesso per mercoledì 28 ma ancora non ho conferme. Il Ministero chiede se impegnamo quel denaro, altrimenti lo trattiene e lo adopera altrove. E pensare che si sta parlando di un’opera che avrebbe già dovuto essere terminata nel 2012».
Dal canto suo Giuseppe Boscolo Palo, presidente di Chioggia Ortomercato del Veneto e del consorzio di tutela del Radicchio di Chioggia IGP, rammenta una sua comunicazione a Zanato già nel luglio 2017 per denunciare lentezze: «Il Comune era già allora a conoscenza di dover agire, ed è stato ribadito anche da una commissione consiliare nei mesi scorsi. Il problema è oggettivo, e non ha colori politici: se ci sono ritardi per fare questo benedetto ponte, almeno venga avviato il processo di sbarramento del cuneo salino, che sta contaminando le falde compromettendo l’attività agricola su 22mila ettari. Non è una provocazione».
Le categorie del turismo, con Giuliano Boscolo dell’Associazione Albergatori di Sottomarina e Giorgio Bellemo di Ascot, appoggiano la battaglia dell’ambiente agricolo: «Non c’è motivo per non fare il ponte – dice quest’ultimo – dopo aver superato in giudizio le resistenze di alcuni imprenditori in passato (il riferimento è a Marino Masiero, “convitato di pietra” della riunione, ndr). La nostra idea è raggiungere i lidi ferraresi da Chioggia attraverso un secondo ponte alla foce del Brenta e un altro analogo alla foce dell’Adige, anche ciclopedonali».
A margine della conferenza interviene in materia anche il capogruppo del Partito Democratico, Jonatan Montanariello, che critica la giunta Ferro: «Il Comune è inadempiente, proprio il primo beneficiario dell’opera se ne sta fregando. Perdere anche questa partita sarebbe uno smacco troppo umiliante per il territorio e i cittadini, se così fosse varrebbe la pena auto-commissariarci con la speranza che chiunque venga sia più capace di chi oggi amministra. Non dimentichiamo cosa è accaduto dai mesi scorsi, con la manutenzione dell'unico ponte sul Brenta che causa rallentamenti e lunghe code su tutta la strada Romea. Il sindaco concluda la sua latitanza politica, ritorni dalle vacanze estive e con un po’ di timido coraggio provi ad affrontare il problema». Il PD chiede con urgenza la convocazione di una seduta della commissione consiliare competente: «L’amministrazione – chiude Montanariello - dia immediatamente conto delle sue reali intenzioni, onde scongiurare l’impressione che qualcuno voglia privilegiare gli storici antagonisti di questa triste vicenda».
Nel progetto, il Comune contribuisce con 3 milioni e altrettanti vengono stanziati dalla Regione: «L’esproprio dei terreni su cui insisterebbe il ponte doveva partire nel novembre 2018 – ricorda il presidente del consorzio Adige Euganeo – e terminare lo scorso mese di aprile, ma non ci sono notizie dal Comune. Ho chiesto appuntamento al sindaco venti giorni fa, è stato promesso per mercoledì 28 ma ancora non ho conferme. Il Ministero chiede se impegnamo quel denaro, altrimenti lo trattiene e lo adopera altrove. E pensare che si sta parlando di un’opera che avrebbe già dovuto essere terminata nel 2012».
Dal canto suo Giuseppe Boscolo Palo, presidente di Chioggia Ortomercato del Veneto e del consorzio di tutela del Radicchio di Chioggia IGP, rammenta una sua comunicazione a Zanato già nel luglio 2017 per denunciare lentezze: «Il Comune era già allora a conoscenza di dover agire, ed è stato ribadito anche da una commissione consiliare nei mesi scorsi. Il problema è oggettivo, e non ha colori politici: se ci sono ritardi per fare questo benedetto ponte, almeno venga avviato il processo di sbarramento del cuneo salino, che sta contaminando le falde compromettendo l’attività agricola su 22mila ettari. Non è una provocazione».
Le categorie del turismo, con Giuliano Boscolo dell’Associazione Albergatori di Sottomarina e Giorgio Bellemo di Ascot, appoggiano la battaglia dell’ambiente agricolo: «Non c’è motivo per non fare il ponte – dice quest’ultimo – dopo aver superato in giudizio le resistenze di alcuni imprenditori in passato (il riferimento è a Marino Masiero, “convitato di pietra” della riunione, ndr). La nostra idea è raggiungere i lidi ferraresi da Chioggia attraverso un secondo ponte alla foce del Brenta e un altro analogo alla foce dell’Adige, anche ciclopedonali».
A margine della conferenza interviene in materia anche il capogruppo del Partito Democratico, Jonatan Montanariello, che critica la giunta Ferro: «Il Comune è inadempiente, proprio il primo beneficiario dell’opera se ne sta fregando. Perdere anche questa partita sarebbe uno smacco troppo umiliante per il territorio e i cittadini, se così fosse varrebbe la pena auto-commissariarci con la speranza che chiunque venga sia più capace di chi oggi amministra. Non dimentichiamo cosa è accaduto dai mesi scorsi, con la manutenzione dell'unico ponte sul Brenta che causa rallentamenti e lunghe code su tutta la strada Romea. Il sindaco concluda la sua latitanza politica, ritorni dalle vacanze estive e con un po’ di timido coraggio provi ad affrontare il problema». Il PD chiede con urgenza la convocazione di una seduta della commissione consiliare competente: «L’amministrazione – chiude Montanariello - dia immediatamente conto delle sue reali intenzioni, onde scongiurare l’impressione che qualcuno voglia privilegiare gli storici antagonisti di questa triste vicenda».
2 commenti:
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La questione primaria è di fermare l’intrusione del cuneo salino, la strada sovrastante viene dopo.
RispondiEliminaQuindi è giusto quello che ha detto il presidente di Chioggia Ortomercato del Veneto Giuseppe Boscolo Palo, si possono dare corso da subito ai lavori dello sbarramento, il resto (gli espropri e la strada) avverrà in seguito.
E mettiamocelo bene in testa, quella strada sovrastante lo sbarramento non risolverà la viabilità in entrata ed in uscita per Isola Verde se prima non verrà fatta la grande rotatoria a Est della S.S. Romea 309 (all’altezza del lavaggio delle auto, per intenderci) già prevista nel Piano Regolatore Generale comunale.
Per ultimo, in relazione alla viabilità di Isola Verde, si DEVE realizzare la bretella stradale che immette in via Nazioni Unite, alle foci del Brenta. La qual cosa si può realizzare da subito a prescindere dai lavori dello sbarramento.
Concordo su tutto quello che hai scritto però se al momento il ponte/sbarramento fosse realizzato anche se non ci fosse la rotonda la viabilità sarebbe di gran lunga migliore soprattutto d'estate. Pensa solo alla sicurezza dei residenti diCa'Lino/Isola Verde quando c'è un emergenza del 118. E siamo ancora pratricamente fermi con il rischio di perdere il finanziamento a causa soprattutto degli interessi privati di un singolo che con lo sbarramento non avrebbe avuto alcun danno considerato che ci sono già due ponti: quello della Romea e il ponte ferroviario
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