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sabato 1 settembre 2018

FEDERALISMO DEMANIALE, CAOS CONCESSIONI IN ZONA REDUCI: DUE IMPRESE RISCHIANO IL RITIRO DELLA LICENZA, IL COMUNE NON PROVVEDE AGLI AFFITTI

Una patata bollente sta per scoppiare riguardo la zona Reduci di Sottomarina. Nei giorni scorsi infatti la Guardia di Finanza ha chiesto un parere all'Agenzia del Demanio, relativamente a due concessioni che nel frattempo sono passate ultimamente di mano: in seguito al recepimento del federalismo demaniale, in atto dal gennaio 2016 e con strascichi alla fine dell'anno scorso, queste attività -rispettivamente una pizzeria e un negozio, rilevati nel 2018- sarebbero senza titolo per rimanere dove sono, e quindi rischiano di essere chiuse. Secondo l'Agenzia del Demanio infatti, i nuovi gestori sono subentrati agli originari titolari quando ormai le stesse concessioni erano venute meno, con il passaggio dallo Stato al Comune: quest'ultimo avrebbe dovuto stipulare nuovi contratti di locazione con ogni impresa. Contratti che non sono mai stati firmati.
La revoca di queste due licenze pare sia questione di giorni, e ora l'allarme riguarda circa trenta attività fra alberghi, stabilimenti balneari, parcheggi, edicole, negozi presenti da decenni nell'area e che ora confidano negli effetti della delibera comunale di proroga che li riconosce validi almeno fino al 2020, data di scadenza della maggior parte delle vecchie concessioni. I lotti erano stati messi a bando dal Demanio nel giugno 2017: due mesi dopo l'amministrazione deliberò di trasferire l'area nella propria potestà, per poi valorizzarli e venderli entro il febbraio 2019. Secondo Giorgio Bellemo, presidente di Ascot, è in corso una “guerra” di interpretazioni: «Il Comune già sapeva che queste attività non godevano più della concessione demaniale, per questo occorreva sublocare previo parere della giunta. Nel 2017 ho inviato una lettera al Comune offrendo di acquisire la zona Reduci o di averla in affitto, ma non ho ottenuto risposta». Un altro nodo è quello della valorizzazione, imposta al Comune nell'ambito appunto del federalismo demaniale: dovrebbe scadere appunto tre anni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ovvero nel febbraio 2019. In tal senso, o vengono realizzate le opportune opere o il Comune dovrà restituire l'area al Demanio che la metterebbe di nuovo a bando per i concessionari privati. Solo che allo stato delle cose alcuni lotti sono praticamente abbandonati a se stessi.

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