Si è svolto martedì 19 giugno un importante incontro per discutere de temi inerenti la mitigazione del Mo.S.E. In tal sede è
stata analizzata la relazione tecnica elaborata dal dirigente ai Lavori Pubblici Stefano Penzo -in collaborazione con il Dirigente del settore Urbanista Gianni Favaretto e il funzionario Riccardo Bruni, che è stata da tutti condivisa e che è stata inviata oggi al Consorzio Venezia Nuova. La realizzazione dell’opera, che ha quale obiettivo tutelare il fragile paesaggio lagunare, ha però incontrato resistenze da parte di istituzioni, comunità lagunari e ambientalisti, modificato in misura significativa l’ecosistema e mutato lo scenario naturale di riferimento dell’attività di pesca. Non va trascurato il fatto - si legge in premessa - che da molto tempo cittadini e turisti non usufruiscono più interamente di uno dei luoghi più belli e caratteristici della laguna Sud, la diga nei pressi del Forte San Felice.
Proprio per ragioni ambientali, economiche e sociali l’amministrazione comunale ritiene necessarie che siano adottate delle misure intese a “mitigare” e “compensare” l’area lagunare, oggetto dei lavori di realizzazione del Mo.S.E. Nove sono gli interventi di richiesti al fine di coniugare le immancabili esigenze di ripristino architettonico ed ambientale, con l’altrettanto necessaria attenzione e cura per chi di quell’ambiente fa parte integrante: in primis l’inserimento dell’opera all’interno del territorio, attraverso un ampio itinerario ciclabile che colleghi Cavallino-Treporti al Delta del Po, passando per Lido di Venezia, l’isola di Pellestrina, l’oasi di Ca' Roman e Chioggia, un percorso ciclopedonale di notevole importanza. Altro aspetto importante è relativo al ripascimento strutturale, attraverso un sabbiadotto, delle spiagge di Sottomarina e Isolaverde. Viene chiesta inoltre una concreta risposta al problema del proliferare delle alghe, attraverso il completamento delle opere di vivificazione e riqualificazione ambientale e turistica del bacino del Lusenzo, e la realizzazione di percorsi ciclopedonali di collegamento al centro storico di Chioggia, che consentirebbe di dar seguito al processo di recupero ambientale e turistico dell’area del Lusenzo interno.
Non di minor importanza è la realizzazione del nuovo mercato ittico all’ingrosso: essendo necessario un escavo stimato di circa 200mila metri cubi di sedimenti dovuto al dragaggio dei fondali del Lusenzo, gli stessi sedimenti scavati potrebbero essere utilizzati per bonificare o ricavare spazi alla costruzione del nuovo mercato ittico. Per quanto riguarda invece l’area della diga nei pressi del Forte San Felice, sarebbe opportuno -oltre alla realizzazione di un punto di sosta e di ristoro per la mobilità lenta- che il percorso lungo la diga, dal mare al Forte, debba essere non solo ripristinato, ma anche riqualificato. Essendo in atto un percorso di recupero dell’oasi e del Forte San Felice, considerato patrimonio identitario della città di Chioggia oltre ad essere uno dei maggiori siti storici, è necessario che l’edificio denominato “bitta” venga ridimensionato, in modo da garantire la giusta ed equilibrata percezione del paesaggio tra mare e laguna. Ultimo intervento richiesto al Consorzio, ma non per questo di minore importanza, è lo scavo dei canali sino al porto.
Non più tardi di poche settimane fa si era svolto un sopralluogo degli amministratori alla struttura del Mose: «Ci ha fatto rendere conto - afferma il sindaco Alessandro Ferro - dell’impatto della struttura nell’ambiente, e di quanto siano necessarie opere di mitigazione che sulla carta possono sembrare secondarie, ma che in realtà risultano indispensabili, nessuna esclusa. Ora il nostro impegno sarà quello fare in modo che vengano portate a termine». Aggiunge l'assessora ai Lavori Pubblici Elga Messina: «Auspichiamo che tutti gli interventi di mitigazione richiesti potranno essere realizzati, ma sono consapevole che Chioggia, i chioggiotti e tutti coloro che visitano il territorio debbano avere la possibilità di poter vivere sino in fondo le meraviglie della laguna, del mare e dei monumenti storici. Se il Mo.S.E. deve servire per proteggere l’ambiente lagunare, questa opera deve diventare un’occasione per aggiungere nuovi servizi per la cittadinanza e per i turisti».
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