La situazione del Porto di Chioggia, con le difficoltà del traffico mercantile, la questione gpl e la governance in seguito alle nuove nomine in A.S.Po. sarà al centro di un colloquio fra l'amministrazione comunale e il presidente dell'Autorità di sistema portuale dell'Alto Adriatico, Pino Musolino. Il rendez-vous avverrà il prosssimo martedì 31 ottobre. Molti i temi che verranno affrontati: la modifica del piano regolatore portuale, lo scavo dei canali di accesso, l’impianto gpl e, non ultima, la situazione anomala di A.S.Po., istituita nel lontano 1979 con compiti di programmazione, coordinamento e promozione delle opere e dell’attività portuale, e che -si legge in una nota del Comune- "negli anni trascorsi dalla sua istituzione ad oggi ha proferito molte delle sue energie alla realizzazione delle infrastrutture e poche nel ruolo di promozione dell’attività portuale, provocando un lento ma inesorabile declino del traffico di merci. Non è stata prodiga nemmeno nel suo compito di programmazione, tanto che ad oggi vige ancora un piano regolatore portuale, il cosiddetto piano Gottardo, assolutamente vetusto ed obsoleto, risalente addirittura al 1984". Il vicesindaco con delega per il porto, Marco Veronese, commenta: «La Camera di Commercio ha provveduto in fretta e furia alla nomina del presidente di A.S.Po. in piena ed assoluta autonomia, senza nemmeno consultare l’amministrazione comunale che auspicava di essere resa partecipe della decisione. Si è trattato di un vero e proprio sgarro fatto alla città, ma del resto -visti i precedenti comportamenti- questo non ci meraviglia.
Il giorno 31 chiederò al presidente dell’Autorità portuale di Venezia e Chioggia di procedere con le attività di sua competenza, come lo scavo dei canali, e di sollecitare Roma a emanare una legge che faccia chiarezza su chi deve gestire le aree del nostro porto come logica conseguenza della riforma delle autorità portuali, avvenuta nell’estate del 2016». Questa frammentazione della gestione del Porto -continua Veronese- ha finora «provocato, e continuerà a provocare, solamente inconcepibili ritardi e inaccettabili decisioni. Come ad esempio la realizzazione dell’impianto gpl e il calo dei traffici portuali». Nel frattempo il Comune chiederà, tramite il rappresentante nel consiglio d'amministrazione dell'Azienda Speciale per il Porto, di modificare lo statuto, prevedendo che il cda sia composto anche da un rappresentante delle imprese che lavorano nel porto e da persone con specifiche competenze nella portualità, come avviene a Venezia con il comitato di gestione. E soprattutto che la loro nomina, in particolare quella del presidente, venga preceduta per il futuro da una consultazione con l’amministrazione comunale. «Se il governo dovesse finalmente decidere di dare la piena autonomia alla nuova Autorità portuale -continua il vicesindaco- allora A.S.Po. non avrebbe più ragione di esistere».
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