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sabato 4 aprile 2020

VIRUS, PAOLO BONFÀ (M5S) POLEMIZZA CON LA REGIONE PER LA GESTIONE DELLE CASE DI RIPOSO: «COMBATTE UNA GUERRA MONDIALE CON LA FIONDA»

Pare non aver termine la polemica tra il Movimento 5 Stelle di Chioggia e le autorità sanitarie, in primis la Regione Veneto e quindi l'ULSS 3 Serenissima, durante l'emergenza da Coronavirus. Prima la gestione del "cluster" di Valli, ora il focus è puntato sulle case di riposo per anziani: nel Centro Servizi di Sottomarina sono stati due i decessi, oltre ad altri casi di positività tra gli ospiti. «L'intervento della Regione è stato fallace e tardivo», commenta il capogruppo consiliare Paolo Bonfà: non stiamo parlando di numeri e statistiche, stiamo parlando di persone e volti. Le case di riposo del territorio erano polveriere, e non si è prestata la dovuta attenzione».
Bonfà si riferisce soprattutto all'approvvigionamento di mascherine FFP2, visiere, camici monouso e altri dispositivi di protezione individuale, indispensabili a tutelare il personale e gli utenti: «Ancora troppe strutture non ne sono sufficientemente dotate - continua il consigliere del M5S - mettendo a rischio chi è materialmente in prima linea». Secondo le linee guida, se si riscontra una positività di un ospite ( in caso di evidenti sintomi) esso viene trasferito altrove, e quindi - secondo Bonfà - non sarebbe mai stato previsto l'utilizzo dei dispositivi all'interno delle strutture.
«È evidente - sottolinea Paolo Bonfà - che se gli ospiti delle strutture venivano trasferiti alla comparsa dei sintomi, i casi conclamati non sarebbero risultati mai presenti nelle case di riposo. Non si è tenuto conto che chi veniva trasferito aveva soggiornato nelle strutture sino a evidenti sintomi della presenza del virus. Ai nuovi ingressi non è stato eseguito il tampone, il solo triage non poteva rivelare un'eventuale positività al virus».
Accusa l'esponente stellato: «Pochissime strutture hanno svolto attività formazione sull'impiego dei dispositivi, e i lavoratori che sono stati posti a una precedente quarantena (per contatti con persone risultate positive ai tamponi) sono rientrati in prima linea senza essere sottoposti a loro volta a un nuovo tampone per accertarne le condizioni di salute».
Secondo il consigliere, non si tratta di colpe da imputare al personale delle case di riposo, nè alla gestione locale delle stesse: «I dirigenti, i responsabili dell'operatività e il personale delle case di riposo, a cui va il nostro e il mio personale plauso per quello che hanno fatto e quello che ancora stanno facendo per limitare i danni frutto di evidenti disattenzioni, non hanno nessuna colpa. Quella che viene definita una guerra mondiale non può essere combattuta con la fionda e la cerbottana».
Il Movimento teme anche che quelle che lo stesso consigliere definisce come «polveriere» all'interno delle città, divengano focolai per i loro territori: «La Regione - conclude Bonfà - dovrebbe iniziare a rendere disponibili locali per quei lavoratori, che pur essendo negativi al tampone, vogliono preservare le proprie famiglie e comunità imponendosi un isolamento volontario, come si sta iniziando a fare se pur in ritardo, per i dipendenti della sanità.
I lavoratori negativi al tampone potrebbero ogni giorno cambiare il loro stato di salute e diventare a loro volta veicolo di infezione. Questi lavoratori non possono essere abbandonati dopo la loro eventuale riscontrata positività, ma anche per questi vanno trovati luoghi di accoglienza e sopratutto supporti psicologici».

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