Ad una settimana dall'effettiva operatività del sistema di erogazione delle misure di solidarietà alimentare, arrivano alcuni dati forniti dal settore Servizi Sociali del Comune di Chioggia. Al 9 aprile le domande accolte sono state 365, quelle respinte 59 (per un totale di 424 domande, pervenute via colloquio telefonico ai due numeri verdi gratuiti: 800 132 122 e 800 032 040, attivi dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 12).
Le associazioni convenzionate, Caritas Diocesana e centro di solidarietà della Compagnia delle Opere, hanno già effettuato le consegne (334 carte prepagate e 21 pacchi alimentari) a tutti i cittadini ammessi finora al contributo. Le località più interessate sono Sottomarina (139 istanze accolte), poi Chioggia centro storico (119), Sottomarina centro storico (42), quindi Borgo San Giovanni (21), Brondolo (10), Sant'Anna (9), Valli (8), Ca' Bianca (7), Ca' Lino (6), Cavanella d'Adige (4). I contributi già erogati sono pari a 27700 euro.
«Pur in presenza di personale ridotto all’osso a causa di malattie stagionali – spiega l'assessore alle Politiche Sociali, Luciano Frizziero – il Comune di Chioggia si è dimostrato pronto, risultando tra i primi Comuni in Veneto ed in Italia ad uscire con una procedura strutturata per far fronte all’emergenza alimentare causata dal lockdown dovuto al Coronavirus. Molte persone che in un primo momento hanno faticato a prendere la linea dei due numeri verdi gratuiti messi a disposizione dell'ente, una volta sostenuto il colloquio telefonico mi hanno ringraziato personalmente per la disponibilità e gentilezza delle assistenti sociali. Io estendo il ringraziamento a tutti gli uffici coinvolti e al personale volontario che è sul campo in aiuto dei concittadini».
Si unisce il sindaco Alessandro Ferro: «Il sistema ha ben retto allo stress iniziale, grazie al lavoro sinergico ed incessante di tutti gli attori coinvolti, ovvero le associazioni di volontariato Carità Clodiense e Compagnia delle Opere Anna Dupuis, che ringrazio e alle quali sono state affidate, per il bagaglio esperenziale già posseduto in materia di sostegno alimentare, le fasi di acquisizione e distribuzione dei buoni spesa e dei pacchi destinati alle persone con ridotta capacità motoria o non autosufficienti. Oltre al Comune, cui spetta l’individuazione della platea dei beneficiari».
Il lavoro di accertamento finalizzato a stanare i cosiddetti “furbetti” dell’assistenza pubblica non si ferma certo alla fase iniziale: una volta che i singoli nuclei sono stati valutati idonei ad ottenere il contributo sulla base delle dichiarazioni verbali e dei controlli incrociati effettuati, la consegna dei buoni o dei pacchi alimentari da parte delle associazioni di volontariato è subordinata alla sottoscrizione di un’autocertificazione inerente il possesso di quei requisiti prescritti dalla deliberazione della giunta comunale che non possono essere oggetto di verifica immediata, quale ad esempio la disponibilità di una giacenza bancaria/postale, alla data del 29 marzo 2020, inferiore a 5000 euro: queste autocertificazioni, in momenti meno convulsi, saranno sottoposte agli opportuni controlli e, nel caso, oggetto di contestazione e denuncia.
Non c’è comunque un limite temporale entro cui contattare i numeri verdi del Comune: sulla base delle proiezioni effettuate, i fondi messi a disposizione dal Governo sono sufficienti per permettere di accogliere tutte le domande che saranno valutate idonee, in quanto pervenute da nuclei familiari in condizioni economiche di difficoltà a causa dell’emergenza epidemiologica.
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