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mercoledì 5 agosto 2020

ARTURO LORENZONI A CHIOGGIA PER LANCIARE LA CORSA DI MONTANARIELLO AL CONSIGLIO REGIONALE: «UN VENETO CHE NON DIMENTICHI ALCUN TERRITORIO»

Mattinata chioggiotta per il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Veneto, Arturo Lorenzoni. L'ex vicesindaco di Padova ha partecipato, alla Darsena Le Saline, a un incontro pubblico organizzato dal locale circolo del PD per promuovere la corsa di Jonatan Montanariello al consiglio regionale, assieme a quella dell'uscente Francesca Zottis.

Lorenzoni -di professione docente universitario di Economia dell'Energia- ha rivendicato la propria ambizione a un Veneto diverso, dove non esistono «territori estremi» essendo una città diffusa senza periferie.

Secondo il portacolori della coalizione che si oppone a Zaia, la Regione ha operato un fortissimo centralismo nei processi decisionali: ad esempio l'Azienda Zero nella sanità è diventata sovraordinata e non strumento per gli acquisti, gestendo 9 dei 12 miliardi del bilancio regionale attraverso un unico direttore generale nominato dall'alto.

Questo, secondo Arturo Lorenzoni, è stato uno dei segnali di crisi della sanità nel territorio. Il candidato presidente ha spaziato dal turismo («il Veneto non è appiattito sulla "land of Venice", ma vanno comunicate le diversità») e dalle connessioni ancora carenti alla decarbonizzazione dell'economia, definendo «retrogrado, inopportuno e non intelligente» il deposito di gpl a Chioggia.

Quindi la parola ai candidati consiglieri, sopra i quali si fonda la premessa di Lorenzoni di essere «credibile ove sono credibili le persone nel territorio, che legittimano questa esperienza avendo fatto cose importanti»: Montanariello ribadisce che «ciò che è stato fatto finora può essere svolto diversamente, prestando attenzione a settori o territori dimenticati, sia nella salute che per il trasporto pubblico, la viabilità, il consumo di suolo.

Zaia ha fatto bene? Forse sì, ma non qui: è evidente che la Regione investe altrove, basti pensare alla ferrovia e ai ripascimenti. Se non l'ha fatto prima, perché dovrebbe ora al suo ultimo mandato? Serve un patto generazionale perché l'utilizzo dei servizi necessari sarà appannaggio di chi verrà dopo, anche di chi ora non se ne accorge eppure ne avrà bisogno. Chioggia ha fame di contare in Regione e di produrre provvedimenti che impattano sulla vita quotidiana del cittadino. Basta sudditanza, serve energia per dire che ci siamo anche noi».

Dal canto suo Francesca Zottis ha vissuto l'ultima legislatura regionale, dove si è occupata di vari temi che incrociano le esigenze della provincia sud: «Il coordinamento tra le spiagge - spiega la consigliera uscente - è importantissimo per far arrivare risorse pesanti, ma servono piani regionali credibili.

Ad esempio, quello per l’erosione delle spiagge non c’è, e gli ultimi investimenti importanti sono stati messi in cantiere 15 anni fa, poi c'è stato un subdolo e continuo decadimento nella valorizzazione delle spiagge. Ma il turista arriva se trova le garanzie per star bene, come le infrastrutture in emergenza di collegamenti, o la sanità turistica che necessita dei servizi tolti agli ospedali.

In Veneto non si vive male, ma è un benessere parcellizzato, non un ecosistema». Quanto al piano casa, Zottis osserva che «servono regole fisse per il rispetto del paesaggio, che dev’essere la priorità mentale a partire dalla bellezza che circonda, come avviene in tutta Europa. Il mio impegno è di esserci e far vivere i territori periferici, riallacciando con essi il dialogo: non è il cittadino che deve battere la porta alle istituzioni, bensì il contrario».

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