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lunedì 22 marzo 2021

ESCALATION DI FURTI E MINACCE, DOLFIN (LEGA) TEME DI PERDERE IL COMMISSARIATO A CHIOGGIA: «IL SINDACO CONVOCHI QUI IL PREFETTO»

Il consigliere regionale e comunale Marco Dolfin interviene in merito alla recente escalation di violenza e di intimidazioni registratasi nella parte meridionale di riva Vena a Chioggia. «Mi auguro che il sindaco Ferro si sia attivato - esordisce Dolfin - come del resto ha fatto l'amministrazione di San Donà, nell'organizzare un vertice relativo alla sicurezza, invitando in città il Prefetto e i rappresentanti delle forze dell'ordine.
C'è forte disagio sociale in città, a causa di questi continui episodi negativi: dal momento che il sindaco è il primo responsabile della salute e della sicurezza, non può certamente trascurare questi fatti che balzano nelle cronache locali e non solo. Il livello di guardia della pericolosità è ormai oltrepassato: insolenze, minacce, aggressioni, furti sono posti in essere sempre dagli stessi individui, peraltro ben conosciuti dalle forze dell'ordine, ma che sembrano godere di qualche impunità: appena messi in libertà sono di nuovo in azione».
L'esponente della Lega è perplesso dal fatto che in città «non si sta investendo nella sicurezza, ossia nella presenza in strada di presìdi costanti nell'arco delle 24 ore, rafforzati nelle zone calde. Ben vengano i nuovi sistemi di controllo tecnologici, ma non possiamo certamente fare a meno della presenza di un maggior numero di agenti e di mezzi funzionali. Più volte abbiamo sentito parlare della nuova sede per il Commissariato alla cittadella della Giustizia, ma ad oggi non si vede niente di concreto, e nel frattempo non vi sono rimpiazzi di forze fresche per sopperire alle mancanze sempre più frequenti».
Dolfin teme che si voglia chiudere il Commissariato di Pubblica Sicurezza a Chioggia in un periodo nel quale «la città sta diventando sempre più ostaggio e teatro di scorribande, di violenza e degrado sociale. Non si può restare in continua balia di balordi, di gang, di criminali seriali, di personaggi che vivono di espedienti o dei cartelli del traffico di stupefacenti. Ovviamente qualcuno dirà che sono casi isolati, ma ahimé sono sempre più frequenti che necessitano di risposte certe e ferme».

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