Il varco al deposito di gpl giudicato illegittimo dal TAR del Veneto verrà rimosso prima dell'ultimazione dei lavori. Lo dichiara l'azienda Costa Bioenergie, intervenendo sulla polemica innescata nei giorni scorsi dal comitato No Gpl: l'impresa fidentina ribadisce la correttezza del proprio operato, previa autorizzazione interministeriale, che secondo il TAR stesso sostituisce anche ai fini urbanistici, edilizi e paesaggistici ogni altra approvazione. Costa cita la legge 239 del 2004 quando stabilisce che “un'opera strategica non ha bisogno di altri titoli per effettuare adeguamenti di dettaglio che non alterino le caratteristiche fondamentali e funzionali dell'insediamento”. Modeste difformità esecutive sono quindi fisiologiche e legittimate dal rafforzamento della sicurezza dell'impianto, a seguito di ulteriori controlli. Costa Bioenergie conferma che la cubatura dei tre serbatoi rispetta totalmente le quantità consentite, né vi è alcuna possibilità o volontà di superare i 9mila metri cubi, cosa da tempo a conoscenza delle autorità.
In merito alle difformità riscontrate rispetto al progetto discusso in conferenza di servizi, il vicesindaco Marco Veronese ricorda che gli uffici comunali non sono intervenuti con un'ordinanza di demolizione per abuso edilizio, in base alla legge 239/2004 (art. 1, comma 58) ovvero “Disposizioni sui depositi di olii minerali”. Si attende comunque un riscontro dal comitato tecnico regionale dei Vigili del Fuoco, che dovrà vagliare il progetto aggiornato e rilasciare il rapporto definitivo di sicurezza dell'impianto. Il Comune rammenta che ad oggi sono presenti ancora tante criticità in merito all'iter autorizzativo dell'impianto: ad esempio mancano ancora i permessi da parte della Capitaneria di Porto e dell'Autorità di Sistema Portuale per far accedere le navi gasiere all'interno del Porto di Chioggia.
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