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martedì 21 agosto 2018

CHIOGGIA ORTOMERCATO DEL VENETO: "IL COMUNE VUOLE FARE CASSA SULLA PELLE DEL MONDO AGRICOLO"

Ancora bagarre tra Chioggia Ortomercato del Veneto e il Comune, quanto all'affidamento della gestione del mercato ortofrutticolo di Brondolo. La rete di produttori, che ha svolto il compito negli scorsi anni, segnala che "alla prima determina dirigenziale del 22 giugno, che segnava l'avvio della procedura per l'affidamento della concessione del servizio di gestione del mercato ortofrutticolo di Brondolo, siamo stati costretti a protocollare alcune osservazioni, essenzialmente perché ne eravamo esclusi, per inserire nei criteri di partecipazione alla gara l'art. 4 della legge regionale 42/1986 sui mercati alla produzione che determina quali soggetti possono avere titolo alla gestione". Ha fatto seguito, pertanto, una seconda determina del 24 luglio alla quale la Coldiretti di Venezia ha posto altre osservazioni, ribadendo la necessità di avere una durata di concessione maggiore dei 15 anni proposti utile per sostenere gli ammortamenti sugli investimenti, di non escludere a priori impegni da parte del Comune, sul canone base ritenuto troppo esoso e sul valore degli importi a rilancio che avrebbero confezionato un canone quintuplicato rispetto all'attuale pagato da Chioggia Ortomercato del Veneto alla SST.
"Ebbene - continua la nota di Chioggia Ortomercato - in pieno clima ferragostano, sabato 11 agosto è stata pubblicata la terza determina, la n°1686 del 10 agosto 2018, che mantiene inalterati gli anni di concessione e che, se pur riducendo i valori a rilancio, determina costi di canone triplicati rispetto a quello attuale; fatto questo che determinerà scompensi sul bilancio di gestione e che per mantenerne il pareggio si dovrà intervenire sul costo degli affitti maggiorandoli, impattando in maniera negativa sulle imprese che operano nel mercato e disincentivando anche chi volesse venire a operarvi; infine causerebbe inevitabilmente un aumento delle provvigioni alle aziende agricole che conferiscono e ai commercianti che acquistano i prodotti al mercato". Ne è uscita quindi una terza versione in linea con le precedenti, ancorata a quello che viene definito "un tecnicismo arido e senza prospettive sostenuto da un PEF (Piano Economico Finanziario) molto teorico e infarcito da inesattezze che confermano che chi l'ha scritto non conosce appieno l'attività operativa del Mercato di Brondolo". E questo perché non saranno le nuove celle che determineranno effetti positivi sulle quote di invenduto e nella gestione del prezzo di vendita, e se anche lo fossero non inciderebbero sul bilancio della società (i diritti di mercato vanno calcolati sul peso in entrata dei prodotti); inoltre Chioggia Ortomercato del Veneto trova sì "auspicabile che le dimensioni generose del compendio immobiliare diano la possibilità di integrazioni di particolari lavorazioni del prodotto orticolo, ma ciò dipende dalla possibilità di offrire spazi ed aree per investimenti a operatori a cui si possa ammortizzare i costi visto che le strutture rimarranno a patrimonio pubblico, e questo avverrà solo se al gestore verrà stornato quantomeno il valore del canone.
Indi, nella determina viene previsto un canone annuo "così alto e soggetto a rilancio in aumento in sede di gara per consentire di acquisire risorse economiche da destinare proprio a sostenere gli investimenti sulla struttura da parte della proprietà, ma ci si dimentica che SST finora non li ha mai sostenuti e a farsi carico è stata Chioggia Ortomercato del Veneto per circa 300mila euro. Se si ritiene - aggiunge il consorzio - che anche se aumenta il canone ciò sarà compensato da un aumento di entrate del 10% sul valore dell'ultimo bilancio di Chioggia Ortomercato del Veneto, e nella tabella riassuntiva viene evidenziato il pareggio di bilancio che in realtà non c'è per effetto di qualche piccolo errore di calcolo, che determina invece l'insostenibilità economica e che espone chi andrà a gestire ad una perdita di esercizio con il conseguente intervento di aumenti degli affitti per gli operatori. Nella tabella si fa riferimento ad un valore di "godimento beni di terzi" di 17.516 € che non è esclusivo del canone versato a SST (16.487 €), ma anche del canone della licenza software (1029 €): "certo questa è una piccola cosa - dice la società presieduta da Giuseppe Boscolo Palo - ma che sommata alla differenza del futuro canone (44mila euro base + 15mila euro a rilancio per un totale di 59mila euro) genera un costo annuo reale di 42.513 € rispetto a quello messo in tabella di 26.484 € con il conseguente rosso in bilancio (-16.029 €) che si aggrava notevolmente tenendo conto del consuntivo 2017 preso come riferimento dei costi di produzione ma che dovrebbe essere considerato anche come valore di produzione toccando i 40.299€ di perdita in un contesto di valore di concessione che rappresenta nella migliore prospettiva un servizio offerto alla collettività. Infine, l'impresa valuta che "rispetto all'attuale area assegnata viene aggiunto solo il dismesso campo di calcio, che costerebbe rispetto all'attuale canone circa 40mila €, inspiegabile se rapportato al valore di 1200 euro richiesto da SST ad una assegnazione fatta solo un paio di anni fa e poi revocata quest'anno. Viene il dubbio a questo punto che tutta l'operazione in corso sia legata a fare cassa soprattutto sulla pelle del mondo agricolo".
Per tutto ciò su esposto, Chioggia Ortomercato del Veneto non può che confermare la sua contrarietà alla politica che l'attuale amministrazione ha nei confronti del mondo agricolo, esplicitata chiaramente da una determina "non coinvolgente e senza passione, perché non è stata colta nessuna valenza strategica e progettuale auspicata e proposta. Tutto ciò fa riflettere e ci convince sempre più che un affidamento così importante non possa essere relegato ad un dirigente, ma che esso sia materia di discussione da portare in consiglio comunale dove tutta la politica locale possa essere coinvolta determinando anche nelle scelte finali, che andranno ad incidere profondamente sul tessuto socio economico del clodiense, le responsabilità. Dopo tutto anche per l'affidamento del servizio di gestione del Mercato ittico c'è stata una delibera consiliare".

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