Cresce la polemica attorno al recente provvedimento dell'amministrazione comunale, che destina 12mila euro a sostegno della maternità per tutti i nuovi nati nel Comune di Chioggia. La somma sarà consegnata al Centro aiuto alla vita, il quale assieme alla ULSS 3 Serenissima predisporrà per ciascuna puerpera un kit contenente pannolini, prodotti igienico-sanitari e materiale informativo dei primi giorni da neomamma. Giallo invece sulla presenza del latte in polvere e dei biberon: nella nota emessa dal Comune se ne fa menzione ma il presidente del Centro, il professor Gino Ramin, esclude categoricamente. «Davamo per assodato che non ci fossero – chiarisce il docente - e non ci saranno nemmeno ciucci. Anzi, inseriremo un dépliant relativo all'allattamento al seno».
La circostanza aveva fatto muovere critiche all'amministrazione da parte di alcuni cittadini, tra cui l'ex consigliera comunale Maria Rosa Boscolo Chio: «Mi risulta invece che il latte in polvere ci sia, nell'elenco sono specificati i prodotti e le relative marche. Se è così, torniamo indietro di almeno vent'anni! Già nel 1981 il codice varato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità aveva come obiettivo la promozione dell'allattamento al seno, con il divieto di spot riguardanti i sostituti del latte, o di regali del genere alle neomamme, che venivano forniti dalle aziende farmaceutiche agli ospedali». Maria Rosa Boscolo rincara la dose: «Non vorrei che tutto questo venisse annullato nel giro di pochi giorni da persone incompetenti che non si rendono conto dei danni che causeranno. Per di più, spendendo coi soldi pubblici 40 euro a kit per avere quanto le aziende farmaceutiche forniscono gratis: ci sono gli estremi per un danno erariale. A chi è venuta in mente questa malsana idea?».
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