martedì 26 gennaio 2021
PARTITI E ASSOCIAZIONI CONTRO L'APPROVAZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE DEL CIMITERO PER I FETI ABORTITI: «COLPEVOLIZZA E SVILISCE DONNE PROVATE»
Lunedì pomeriggio il consiglio comunale di Chioggia ha approvato a maggioranza (contrarie le consigliere del PD e l'indipendente Boccato) un ordine del giorno promosso dal capogruppo della Lega, Marco Dolfin, atto a individuare un'area pubblica ove collocare un cimitero per quelli che definisce "bambini non nati", secondo la possibilità offerta dall'articolo 25 della legge regionale 18/20, che regola la sepoltura dei prodotti del concepimento. L'approvazione non è stata digerita da alcune sigle politiche e associative: oltre al Partito Democratico, anche Rifondazione Comunista, le associazioni Insieme ArTe - Amare Chioggia e "Gruppo per la cura della città", più il locale comitato ANPI hanno sottoscritto un documento che censura la votazione in consiglio.
«Quest'ultimo - si legge nel testo non ha avuto remore nel votare un ordine del giorno in base al quale l’ospedale si approprierebbe del feto abortito, anche di poche settimane, e lo invierebbe all’inumazione in un’area cimiteriale appositamente predisposta, indipendentemente dal volere della famiglia. Tre sole donne, consapevoli di ciò che avveniva, hanno votato contro». I promotori del documento ricordano che «la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza (194/1978), già fortemente compromessa per la scarsità di medici che dovrebbero attuarla e l'esubero di "obiettori", è stata ulteriormente aggredita da questo ordine del giorno, che mette a disposizione dell’ideologia la sepoltura dei non nati.
La macabra pensata - continua la nota - ha quale unico obiettivo la colpevolizzazione delle donne che hanno già vissuto la drammatica esperienza di un aborto -spontaneo o volontario che sia- e lo svilimento simbolico di tutte le donne (cui si vuol negare autonomia e capacità di scelta), generando sentimenti di malanimo e disprezzo che aprono la strada alla violenza. Per la prevenzione della quale non ci risulta che il consigliere leghista si sia speso durante la sua longeva presenza nelle istituzioni. Così come risulta che né lui né l’attuale amministrazione si siano spesi per realizzare la sala del commiato, prevista dalla stessa legge regionale 18/2010, in modo da consentire un dignitoso funerale laico a tante persone.
Né per migliorare la qualità della vita delle creature che nascono, attuando ad esempio la legge 113/1992, che prevede di piantare un albero per ogni bambina o bambino che nasce. In attesa della necessaria e urgente modifica della legge regionale - conclude il documento - chiediamo un atto di resipiscenza al sindaco e al consiglio comunale, e invitiamo la sanità pubblica a rifiutare ufficialmente un tale compito. Secondo il comune pensare e secondo il vocabolario, la patologica avversione verso le donne si chiama misoginia. Non c’è dubbio che nel caso in questione di questo si tratti: se c’è qualcosa da sotterrare, è questo pericoloso tarlo».
«Quest'ultimo - si legge nel testo non ha avuto remore nel votare un ordine del giorno in base al quale l’ospedale si approprierebbe del feto abortito, anche di poche settimane, e lo invierebbe all’inumazione in un’area cimiteriale appositamente predisposta, indipendentemente dal volere della famiglia. Tre sole donne, consapevoli di ciò che avveniva, hanno votato contro». I promotori del documento ricordano che «la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza (194/1978), già fortemente compromessa per la scarsità di medici che dovrebbero attuarla e l'esubero di "obiettori", è stata ulteriormente aggredita da questo ordine del giorno, che mette a disposizione dell’ideologia la sepoltura dei non nati.
La macabra pensata - continua la nota - ha quale unico obiettivo la colpevolizzazione delle donne che hanno già vissuto la drammatica esperienza di un aborto -spontaneo o volontario che sia- e lo svilimento simbolico di tutte le donne (cui si vuol negare autonomia e capacità di scelta), generando sentimenti di malanimo e disprezzo che aprono la strada alla violenza. Per la prevenzione della quale non ci risulta che il consigliere leghista si sia speso durante la sua longeva presenza nelle istituzioni. Così come risulta che né lui né l’attuale amministrazione si siano spesi per realizzare la sala del commiato, prevista dalla stessa legge regionale 18/2010, in modo da consentire un dignitoso funerale laico a tante persone.
Né per migliorare la qualità della vita delle creature che nascono, attuando ad esempio la legge 113/1992, che prevede di piantare un albero per ogni bambina o bambino che nasce. In attesa della necessaria e urgente modifica della legge regionale - conclude il documento - chiediamo un atto di resipiscenza al sindaco e al consiglio comunale, e invitiamo la sanità pubblica a rifiutare ufficialmente un tale compito. Secondo il comune pensare e secondo il vocabolario, la patologica avversione verso le donne si chiama misoginia. Non c’è dubbio che nel caso in questione di questo si tratti: se c’è qualcosa da sotterrare, è questo pericoloso tarlo».
2 commenti:
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Mi fa riflettere questi rigurgiti di pessime mentalità trapassare, frutto di ignoranza e nessuna sensibilità verso di chi volontariamente,o involontariamente, interrompe la gravidanza questa maggioranza a Chioggia dimostra quanto sia ignorante e insensibile al dramma di quelle donne si trovano a subire e patire le conseguenze di tale evento.
RispondiEliminaQuesti consiglieri che hanno approvato tale nefandezza devono vergognarsi.
Posto che alcune volte mi viene il dubbio quale sia la soluzione migliore per governare un paese ti ricordo che siamo in Italia e c'è la libertà di opinione e ci sono sensibilità diverse, personalmente non ci vedo proprio nulla di male a chi ha posto in essere questa iniziativa, comprendo però che è un tema mooolto delicato però in ogni caso si dovrebbe rispettare chi non la pensa come te.
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