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mercoledì 1 aprile 2020

BUONI SPESA PER EX LAVORATORI IN DIFFICOLTÀ, IL COMUNE E LE PARTI SOCIALI SONO ALL'OPERA PER ORGANIZZARE LA LORO EROGAZIONE IN TEMPI CELERI

La giunta comunale di Chioggia ha approvato stamane la variazione di bilancio necessaria allo scopo di poter spendere i 336mila euro assegnati dal governo per i buoni spesa da destinare a chi versa in particolari difficoltà durante l'emergenza da Coronavirus. «Si tratta di un contributo alimentare - specifica l'assessore alle Politiche Sociali, Luciano Frizziero - che va rapportato al numero di componenti del nucleo familiare ed alla loro condizione reddituale autocertificata. Stiamo continuando a lavorare per organizzare al meglio il servizio di offerta dei fabbisogni alimentari per i cittadini, che coinvolgerà anche associazioni del territorio. Un aspetto importante è l'individuazione della platea dei beneficiari: la priorità va a chi non è già destinatario di altro sostegno pubblico».
A incalzare il Comune ad agire in modo operativo e deciso nel minor tempo possibile è Barbara Penzo, segretaria del Partito Democratico, attiva nella rete ChioggiaAccoglie e in altre realtà del volontariato sociale: «I cittadini devono sentirsi rassicurati, devono poter avere informazioni chiare e soprattutto risposte immediate ai loro bisogni. La prospettiva di un considerevole aumento della disoccupazione e di un peggioramento delle condizioni già disperate di precarietà, oltre alla mancanza di una visione di lunga durata sulla questione sociale, possono produrre pesanti e preoccupanti conseguenze. La complessità futura impone logiche strutturali di sistema e non più interventi disorganizzati ed individuali: ora più che mai è necessario creare una rete di sostegno per la comunità».
Barbara Penzo ritiene che «questa tragica situazione possa e debba diventare una occasione per costruire a Chioggia un modello nuovo di welfare cittadino più inclusivo e maggiormente partecipato, una spinta quindi per avviare un processo di cambiamento e di riforma strutturale in tema di politiche sociali cittadine. Dietro ad una crisi c'è sempre una grande opportunità». Nello specifico, l'esponente democratica fa riferimento ad alcune esperienze vicine: «In alcuni Comuni, come Mira e Padova, è stata condivisa con Terzo Settore, Ascom, Confesercenti, Diocesi, Protezione Civile, Croce Rossa e altre associazioni del volontariato sociale una modalità che evita lungaggini burocratiche e che coinvolge tutti nel rispetto dei ruoli e delle competenze. Un immediato numero di telefono e una mail messa a disposizione da parte dell'ente locale, che raccoglie le domande facendo da catalizzatore e da filtro secondo criteri di priorità individuati in modo chiaro.
Ad esempio, persone che hanno perso il lavoro a causa del Coronavirus, con figli minori a carico e che -non beneficiando di altri contributi e misure economiche- dimostrino una difficoltà economica importante». Secondo Barbara Penzo, il buono «non è quindi rivolto a chi vive sotto la soglia della povertà in quanto già seguito dai servizi sociali, che devono continuare a svolgere l'azione di supporto ed inclusione sociale per la fuoriuscita dalla marginalità. Si tratta invece di buoni emessi dal Comune a fronte di una autodichiarazione del cittadino richiedente relativa ad una situazione emergenziale dovuta al Covid-19, richiamando così anche all'assunzione di responsabilità del cittadino stesso e prevedendo eventuali controlli successivi. Indubbiamente si rischia qualche furbetto, ma tutti avranno da mangiare. I buoni possono essere una tantum, quindicinali o settimanali, sino alla data del 22 aprile come previsto, e quantificati nel valore in base al componenti del nucleo familiare. Possono, saggiamente, prevedere un coinvolgimento dei commercianti del territorio e avvalersi della collaborazione di una massiccia forza delle associazioni di volontariato per la distribuzione a domicilio».

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