In seno alla seduta del consiglio comunale di martedì scorso, il Movimento 5 Stelle aveva presentato un ordine del giorno che chiedeva al sindaco Ferro di emanare un'ordinanza urgente per bloccare il protocollo tecnologico di comunicazione 5G, in quanto considerato non sicuro. Già altre amministrazioni venete avevano provveduto in tal senso, e un analogo ordine del giorno era stato presentato dal capogruppo leghista Marco Dolfin.
Ma i Comuni, tuttavia, non hanno potestà di intervenire in materia: ieri durante la conferenza stampa di fine anno è stato chiesto al sindaco se la cosa rispondesse al vero, e -avvalendosi della consulenza della segretaria generale dell'ente, Michela Targa- il primo cittadino è arrivato alla conclusione di non poter disporre dell'argomento (strategico secondo le definizioni nazionali) e quindi di non emansre l'ordinanza richiesta dal voto del consiglio, come se avesse impegnato il sindaco a fermare la fame nel mondo. La sperimentazione del 5G quindi non sarà bloccata in città, e anzi una delle principali imprese di telefonia mobile organizzerà nel 2020 un convegno a Chioggia per spiegare caratteristiche ed effetti della nuova tecnologia, con l'intento di smontare gli allarmi creati quanto ai pericoli per la salute.
Vale ricordare che le antenne già installate, relative al protocollo 4G, hanno una potenza anche maggiore rispetto a quelle future, e al momento non vi sono informazioni o elementi tali da giustificare le apprensioni di cui sopra. Lo scorso 8 novembre Chioggia Azzurra aveva peraltro segnalato la possibile installazione di antenne per la tecnologia 5G nelle torri campanarie, a discrezione di ogni parroco secondo mandato diocesano: l'entrata annua per la Diocesi ammonterebbe a circa 12mila euro per ogni campanile cablato.
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