Sicurezza dell'arenile e diritti dei venditori ambulanti autorizzati. Se n'è parlato ieri mattina durante una seduta dell'apposita commissione consiliare: il tema è scaturito dalla difficoltà degli operatori di salvataggio nel raggiungere la riva e il mare per espletare le proprie funzioni, mentre in mezzo c'è chi svolge la propria attività commerciale, anche di somministrazione alimenti (vedi gelati e granatine). Da un lato Turriddu Di Giovanni, a nome degli ambulanti, che rivendica la possibilità di passare nei 10 metri che si succedono alla battigia, dal momento che oggi per accedere coi frigo bisogna compiere giri assurdi: «Dopo una festa i trattori hanno buttato giù la sabbia -dice Di Giovanni- creando scalini e ostacolando i mezzi. Ho fatto due esposti e non è cambiato niente, con le precedenti amministrazioni i controlli ex post avvenivano».
D'altro canto Giorgio Bellemo, referente di Ascot, ricorda che tutte le concessioni sono regolari, anzi alcune potrebbero anche avanzare, poiché stanno pagando per parte di un'area che non usano. «Dovremmo parlare di sicurezza -dice Bellemo- dei passaggi che servono agli operatori di salvataggio per poter accedere all'acqua». E citando i regolamenti demaniali e le leggi regionali, nota come nei 5-10 metri non si può tenere alcuna attività, bisogna lasciare spazio ai mezzi di soccorso. Per cui i tenutari di licenze ambulanti possono farle valere nelle spiagge libere, o dove i concessionari lasciano la possibilità di passare. Tra le due posizioni, il vicesindaco Marco Veronese difende l'operato dell'amministrazione: «Non siamo stati immobili o attendisti. Alla prima mareggiata di maggio ho fatto verifiche col Genio Civile che è l'organo addetto al ripascimento della battigia, in alcuni stabilimenti non c'era più sabbia. Dopo che era stato concesso dal Genio Civile il ripascimento sotto i 5mila metri cubi, finanziato con 30mila euro in parte comunali, gli stabilimenti associati a Gebis lo hanno rifiutato. In più, la Capitaneria di Porto non ha ancora risposto alla richiesta di controlli relativi agli “scalini” e alla sicurezza assieme all'agenzia del Demanio. Serve una modifica del piano dell'arenile, ogni anno si ripresentano i problemi».
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