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mercoledì 14 dicembre 2016

IL VESCOVO TORNA SU REFERENDUM E GOVERNO: "UNITÀ NELL'AZIONE E NELLE SCELTE PRATICHE"


Specialmente dopo il referendum dello scorso 4 dicembre, che ha bocciato la riforma costituzionale e indicato a Renzi la strada delle dimissioni, spicca a livello locale l'interventismo in politica del vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo. Ecco cosa scrive nel prossimo numero del settimanale diocesano Nuova Scintilla, in edicola domenica 18: «Il referendum ha evidenziato un grande scontento della gente! Cosa giova e cosa oggi si può fare? Al bene della gente non giova la lotta nelle piazze e nei media pubblici o privati in vista dell’immediata conquista del potere da parte di frammentati e infiniti partiti e movimenti incapaci di collaborare per il bene comune. Non questo giova al bene comune, non è così che si risolveranno i veri nodi che a tutti stanno a cuore. Bisogna pensare a mettere in moto una logica di unità nell’azione concreta e nelle scelte di immediata applicazione pratica, l’unità nelle scelte operative e concrete e smetterla con le ideologie lobbistiche, culturali e di potere. Nei partiti o movimenti mi pare invece continui a prevalere la logica di imporre prassi (leggi) che sono solo scelte di interessi di parte e di potere. Così si continuerà a litigare per logiche di parte ma non a lottare per il bene comune: sono due cose diverse. Non apre alcuna strada la logica di chi vuole escludere anziché includere, logica della reciproca esclusione che continua a prevalere. È vero che non si può fare inclusione con chi propone scelte concrete che di fatto toccano direttamente la visione della vita, dei suoi valori inalienabili, della dignità non solo proclamata, ma realmente tutelata della persona, della libertà non solo proclamata ma reale, dell’uguaglianza ‘vitale’ della persone… . Ma se c’è un patto sociale, sancito nella Costituzione che un popolo si è dato, ci si attenga a quello, finché il popolo non si accorderà di cambiarlo in forma più o meno radicale. Oggi questo non è avvenuto. Si torni allora al lavoro con serietà di intenti. Se i rappresentanti eletti dal popolo, visto che si fa sempre riferimento alle elezioni, hanno la maggioranza in parlamento, visto che siamo una repubblica parlamentare, prendano atto che hanno ricevuto il mandato per bene operare e non per litigare o imporre leggi sempre con maggioranza risicata. Si mettano al lavoro per cambiare ciò che hanno visto che non va, tutti mettano la loro parte per costruire il bene possibile, con l’obbligo democratico di chi ha la maggioranza risicata di cercare che le singole scelte includano e ottengano il più ampio consenso possibile. Le opposizioni non coincidano con l’ostruzionismo, che non serve a nessuno. E pongano le premesse per un migliore esercizio della democrazia e non della demagogia».

4 commenti:

  1. Ancora con un epistolario che dice e non dice.

    «…È vero che non si può fare inclusione con chi propone scelte concrete che di fatto toccano direttamente la visione della vita, dei suoi valori inalienabili, della dignità non solo proclamata, ma realmente tutelata della persona…..…»,
    - Si spieghi, il sig. Vescovo sia chiaro e faccia i nomi dei partiti o dei movimenti che sono contro “la visione della vita, dei suoi valori inalienabili” . Capiremo una buona volta con chi ce l’ha.

    «…con l’obbligo democratico di chi ha la maggioranza risicata di cercare che le singole scelte includano e ottengano il più ampio consenso possibile…»
    - Ce l’ha col PD ?? Se Sì, cosa ci vuole a dirlo esplicitamente. Oppure il PD non c’entra ?? L. dica.

    Siamo stufi di discorsi ad indovinelli, scritti in politichese !

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  2. Tranquillo. Tra poco i 5stelle vi faranno sparire dalla scena. Allora smetterete perfino di essere stufi. Non si capisce perché chiunque può dire è fare cazzate in questo paese e in questo blog e solo se parla il vescovo scrivete ebbasta. Ma cosa volete? Che prenda la tessera? Ridicolo. Fareste meglio a domandarvi se quello che dice vi riguardi o no

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    1. Finchè parla ad indovinelli, non sapremo mai con chi ce l’ha.

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