La Direzione delle Dogane del Triveneto ha deciso di sopprimere il presidio fisso del sabato alla Dogana di Chioggia, là dove era reperibile un funzionario, con la possibilità di contattare la sezione Antifrode e Controlli di Venezia. Una doccia fredda secondo Alfredo Calascibetta, presidente del Comitato per il Rilancio del Porto, che ha inoltrato una comunicazione alla Direzione delle Dogane, al sindaco Alessandro Ferro, alla presidenza dell'Autorità di Sistema Portuale, ai sindacati e alle imprese portuali di Chioggia e Venezia: «Nel mentre nei porti si parla di digitalizzazione ed intese tra Dogane ed Autorità di Sistema - esordisce il comitato - a Chioggia si hanno altri risultati.
Il Porto, pur con tutti i problemi in primis di pescaggi e protocollo fanghi, intravedeva una luce all’orizzonte con una lenta ripresa. Ora questa decisione: ma ricordo che il Porto nel 2018 ha versato nelle casse dell'Autorità di Sistema 6 milioni di diritti». Il comitato vede problemi e disservizi quali conseguenze della soppressione: «Siamo un Porto, non una dogana di linea. L’attuale servizio odierno, curato con la reperibilità della locale Dogana, supporta l’operatività portuale in maniera positiva grazie alla disponibilità ed elasticità dei suoi singoli funzionari. È impensabile chiudere il servizio doganale al sabato unitamente alla domenica, che sono giornate operative normali per un porto. La Dogana non può essere chiusa, ma deve essere a disposizione degli utenti che non possono subire ulteriori restrizioni, le quali andrebbero a penalizzare le decisioni armatoriali escludendo appunto lo scalo di Chioggia dai traffici, a favore di porti vicini».
L'operatività del Porto di Chioggia rispecchia il lavoro degli altri porti nazionali: «Le necessità specifiche - conclude Calascibetta - richiedono un impegno sulle navi di sette giorni su sette, con qualsiasi orario. Le navi potrebbero terminare, come avviene spesso, al venerdì sera le operazioni doganali da perfezionarsi al sabato, senza causare ritardi. L’idea di cancellare questo servizio da parte di un istituto dello Stato non viene accettata dalla portualità clodiense».
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