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giovedì 28 settembre 2017

TRASPORTO ACQUEO A FINI TURISTICI: 19 LE LICENZE CONCESSE A CHIOGGIA, MA DECIDE LA CITTÀ METROPOLITANA

Un tavolo tecnico di lavoro per definire il fabbisogno di licenze nel settore del trasporto acqueo a fini turistici, e quindi le richieste da formulare alla Città Metropolitana. L'intenzione è stata espressa ieri pomeriggio, durante una seduta della VI commissione consiliare, dall'assessora al turismo Angela d'Este, su indicazione del dirigente della polizia locale Michele Tiozzo. La riunione era stata chiesta per fare luce sui recenti esposti che più aziende coinvolte hanno presentato, le une contro le altre o alcune verso il Comune, con richieste di danni, dopo la delibera di giunta n.142 del 2017 che aveva ridefinito i plateatici in piazza Vigo. Maggioranza e opposizioni si sono trovate d'accordo sul fatto che l'incertezza freni l'espansione di un comparto in crescita, e anche se la commissione di ieri non poteva certo essere risolutiva emerge l'esigenza da parte degli stessi amministratori di conoscere più a fondo le norme e le loro applicazioni ai casi diretti. Molti gli operatori presenti in platea, quando la d'Este ha detto che la delibera di indirizzo «tira una linea su ciò che c'era prima, dal momento che la situazione di piazza Vigo non era più in linea col valore storico, artistico e sociale del luogo».
Al dirigente Tiozzo il compito di fotografare lo status quo: ad oggi vigono 2 licenze per taxi acqueo con base all'isola dell'Unione, 2 licenze per il noleggio con natante a motore, 10 di granturismo fino a 25 tonnellate e 2 oltre questa soglia, più 3 imbarcazioni tipiche per un totale di 19 licenze concesse al trasporto di persone nelle acque lagunari. Il numero delle concessioni -ricorda Tiozzo- viene deciso dalla Città Metropolitana: affinché aumentino occorre un'azione di lobbying in quella sede. «La situazione è satura finché da Venezia non allargano le maglie, se il Comune è raggiunto da ulteriori domande può essere formulata alla ex provincia una richiesta di ampliamento». Gli operatori sono pertanto stretti fra le rigidità dei vincoli numerici e i limiti della norma attuale, soprattutto di definizione fra le varie fattispecie: e come sempre, negli interstizi tra ciò che non si può fare e ciò che non viene espresso, gli attori si muovono in bilico. Di qui la richiesta di un tavolo tecnico da lanciare entro l'anno, un'esperienza che l'assessora d'Este vorrebbe ripetere anche in altri quadranti economici per accrescerne lo sviluppo.

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