Il consiglio comunale, con i voti della maggioranza stellata, ha votato ieri un ordine del giorno presentato dal consigliere Daniele Padoan che impegna il sindaco e la giunta a bloccare tempestivamente, attraverso lo strumento dell'autotutela, la realizzazione del parcheggio scambiatore all'isola dell'Unione. Il documento chiede di intervenire al Ministero dello Sviluppo Economico, che nel 2015 aveva messo a disposizione i fondi dei patti territoriali, affinché il finanziamento venga dirottato verso un eventuale parcheggio scambiatore a Borgo S.Giovanni o in altra area.
Il dietrofront prende origine dal fatto che stanno per scadere i termini di affidamento dell'appalto all'impresa costruttrice. Secondo il Movimento 5 Stelle, il progetto era fondato su considerazioni datate, venute a cadere, come la realizzazione di un approdo dei vaporetti. Inoltre nel progetto definitivo e in quello esecutivo non risulterebbero presenti i servizi igienici, mentre la ZTL in divenire non prevederebbe (purtroppo) una riduzione drastica delle automobili nel centro storico, tale da giustificare la costruzione della struttura sopraelevata.
Tra le ragioni dello stop, anche l'impatto dell'opera nell'adiacente campo da calcio per le squadre giovanili dell'Union CS, l'irrisorietà del numero di posti auto guadagnati (solo 20) rispetto alla dislocazione attuale, e il parere negativo della Sovrintendenza alla sopraleevazione per via dell'impatto paesaggistico. Infine, si legge nel teato, «la città potrà disporre di nuovi spazi in Val da Rio, ove poter spostare il deposito degli autobus di Borgo San Giovanni, liberando un'area vastissima sopra la quale realizzare un grandissimo parcheggio multipiano».
Al voto hanno partecipato, come detto, solo i consiglieri del M5S. Le opposizioni, con Beniamino Boscolo, commentano così: «I grillini non ci hanno ascoltato un anno fa e ora recitano il "mea culpa". L'errore è tutto loro, ci viene chiesto di votare un ordine del giorno per chiedere alla loro stessa giunta di bloccare tutto, quando nel novembre 2018 avevamo detto che non andava bene. Ma allora non ci avevano ascoltato. Decidiamo di non votare perché non intendiamo condividere le loro responsabilità». Sullo sfondo, infatti, si profila il ricorso del consorzio.
giovedì 21 maggio 2020
mercoledì 20 maggio 2020
MERCATO DEL "ZIOBA", IL CORSO DEL POPOLO NON BASTA PIÙ: DOMANI SARÀ ANCORA RIDOTTO, COMUNE E CATEGORIE LAVORANO A NUOVE SOLUZIONI
Domani sarà la terza settimana, a Chioggia, dopo il ripristino del mercato del giovedì. E come sette giorni fa, verterà ancora solo su piazza Vigo per gli alimentari e piazzetta Lina Merlin per piante e fiori: anche l'abbigliamento e le calzature per bambini, che verrebbero ubicate in campo del Duomo, devono attendere la fine dei lavori in corso proprio in quell'area specifica.
Sebbene l'ordinanza regionale numero 48 del 17 maggio e il decreto legge numero 33 del 16 maggio autorizzino lo svolgimento integrale del mercato settimanale, la particolare conformazione del corso del Popolo (lungo, ma stretto) impedisce al momento la sua normale realizzazione, dal momento che il rischio di assembramento è evidente, così le vie di accesso e di fuga non sono univoche.
Il Comune, con la Polizia Locale, il settore Commercio e le associazioni di categoria, è al lavoro per individuare nuove soluzioni: «Il corso del Popolo da solo - spiega l'assessora Genny Cavazzana - non può garantire lo svolgimento del "zioba" così come lo conosciamo, vanno trovate alternative coinvolgendo altre aree».
Il mercato del giovedì a Chioggia è il terzo del Veneto, riguardando 216 banchi e circa 600 operatori: «Bisogna rivederlo in maniera responsabile - avvisa Cavazzana - per garantire il rispetto delle distanze tra le persone e la mobilità dei residenti, attraverso la delimitazione con transenne, accessi scaglionati, la vigilanza volontaria e i cartelli stradali.
È molto complesso rispettare le prescrizioni, e anche altri Comuni stanno rivedendo i propri piani. Sollevare sterili polemiche, come stanno facendo alcuni esponenti dell'opposizione, offre solo un po' di visibilità ma lascia il tempo che trova. Siamo consapevoli che tutte le attività vogliono ripartire il prima possibile, e noi stessi vogliamo far lavorare tutti».
Sebbene l'ordinanza regionale numero 48 del 17 maggio e il decreto legge numero 33 del 16 maggio autorizzino lo svolgimento integrale del mercato settimanale, la particolare conformazione del corso del Popolo (lungo, ma stretto) impedisce al momento la sua normale realizzazione, dal momento che il rischio di assembramento è evidente, così le vie di accesso e di fuga non sono univoche.
Il Comune, con la Polizia Locale, il settore Commercio e le associazioni di categoria, è al lavoro per individuare nuove soluzioni: «Il corso del Popolo da solo - spiega l'assessora Genny Cavazzana - non può garantire lo svolgimento del "zioba" così come lo conosciamo, vanno trovate alternative coinvolgendo altre aree».
Il mercato del giovedì a Chioggia è il terzo del Veneto, riguardando 216 banchi e circa 600 operatori: «Bisogna rivederlo in maniera responsabile - avvisa Cavazzana - per garantire il rispetto delle distanze tra le persone e la mobilità dei residenti, attraverso la delimitazione con transenne, accessi scaglionati, la vigilanza volontaria e i cartelli stradali.
È molto complesso rispettare le prescrizioni, e anche altri Comuni stanno rivedendo i propri piani. Sollevare sterili polemiche, come stanno facendo alcuni esponenti dell'opposizione, offre solo un po' di visibilità ma lascia il tempo che trova. Siamo consapevoli che tutte le attività vogliono ripartire il prima possibile, e noi stessi vogliamo far lavorare tutti».
PIANO COMUNALE PER LA STRADA DEI GHEZZI, IL M5S: «SARÀ RISPETTOSO DELLA LAGUNA E DELL'AMBIENTE»

Il Movimento 5 Stelle è soddisfatto del piano per la zona dei Ghezzi, transitato ieri in commissione, e risponde con una nota alle perplessità del capogruppo democratico Montanariello. «Si tratta - afferma il capogruppo Paolo Bonfà - di un piano urbanistico di grandissima estensione ed importanza per la città, già previsto nell’attuale Piano Regolatore, che va a pensare e valorizzare un’area, quella tra via Madonna Marina e il Lusenzo, oggi praticamente abbandonata.
L’area sarà attraversata da una strada parallela alla Madonna Marina, la cosiddetta strada dei Ghezzi, che verrà realizzata prima di tutto il resto, e sarà dotata di marciapiedi e pista ciclabile, con una serie di pennelli in entrata ed uscita, da est ad ovest e viceversa. Nella zona ad est della nuova strada sorgeranno gli immobili ad uso residenziale, di cui il 40% sarà in edilizia convenzionata, che saranno costruiti con maggiore altezza ad est, per abbassarsi man mano che ci si avvicina alla laguna del Lusenzo, per un'altezza massima di 4 piani fuori terra.
Tutta l’ area di 8 ettari ad ovest della nuova viabilità, ovvero verso il Lusenzo- verrà ceduta al Comune e sarà destinata a verde pubblico, mentre altri 2 ettari a parcheggio pubblico. Le opere di urbanizzazione, che verranno realizzate dal consorzio a scomputo degli oneri, hanno un valore superiore ai 4 milioni».
Prosegue il consigliere Daniele Padoan, presidente della IV commissione consiliare: «Lungo tutto il nuovo parco sono state pensate aree di aggregazione anche con l’inserimento di piccoli chioschi ad uso bar, dei percorsi naturalistici a tema, una grande arena naturale nella quale potranno essere svolti concerti e altri eventi culturali, un giardino etnografico e molte aree libere come pineta.
Nella zona sud, a naturale completamento della zona sportiva corrispondente di Borgo San Giovanni, è stata pensata un’area sportiva con campi da tennis e calcio, comprese alcune pedane per l’atletica, mentre più a nord troverà collocazione un’area free-style per dance, skate e bmx oltre ad un‘area in sabbia e ghiaia con percorsi in legno.
Un aspetto molto importante di questo piano, di cui l’amministrazione ha preteso l’inserimento, è una clausola che vieta, anche in futuro, l’applicazione del piano casa nell’intero ambito d’intervento. Ciò significa che gli immobili residenziali, ora approvati per un massimo di 4 piani fuori terra e 16 metri d’altezza, non potranno mai lievitare a 7 o 8 piani come successo in passato in molte zone della città».
Conclude ancora Bonfà: «Si tratta, insomma, del primo piano urbanistico di questa città veramente rispettoso della natura e dell’ambiente, secondo i principi che animano il Movimento 5 Stelle, studiato attorno alle effettive esigenze della città e dei cittadini, perfettamente integrato nel territorio e frutto della stretta collaborazione tra pubblico e privato. Elementi che sempre dovrebbero animare gli interventi urbanistici di questo genere».
SECONDO PONTE SUL BRENTA, IL CONSIGLIO COMUNALE OGGI RIAPPONE IL VINCOLO DI ESPROPRIO. BENIAMINO BOSCOLO: «L'AMMINISTRAZIONE HA RITARDATO L'ITER»
Oggi, nella prima delle tre sedute a distanza del consiglio comunale di Chioggia, approda all'attenzione dell'assemblea cittadina l'approvazione della variante al progetto di un nuovo ponte che attraversi il Brenta tra Brondolo e Isolaverde, necessario a sbarrare l'intrusione del cuneo salino a danno dei campi e degli orti, oltre che a costituire un importante sfogo alla viabilità balneare. L'argomento, al numero 16 dell'ordine del giorno, reca l'avviso di "adeguamento del manufatto, performazione di invaso a monte" con riapposizione del vincolo preordinato all'esproprio dei terreni circostanti.
«La delibera che sarà approvata oggi - spiega Beniamino Boscolo, capogruppo consiliare di Forza Italia - conclude l'iter della variante urbanistica al fine di confermare il vincolo di esproprio ormai scaduto, il quale era preordinato alla nuova viabilità funzionale al ponte in questione». Boscolo si chiede «come mai negli anni l'amministrazione a 5 Stelle ha lasciato cadere i vincoli di esproprio, ritardando l'iter e aumentando gli adempimenti burocratici? A causa di questa inefficienza il Comune rischia di perdere i finanziamenti specifici».
Ricorda l'esponente dell'opposizione: «La scorsa estate anche il consorzio di bonifica Adige Euganeo aveva stigmatizzato l'inerzia dell'ente, esprimendo la propria preoccupazione di veder naufragare un'opera così necessaria. Inoltre non viene spiegato perché sarà votata una nuova variante, se una in argomento era già stata votata un anno fa, pure oggetto di osservazione dopo la pubblicazione.
Se si tratta di una semplice riapposizione di vincolo - argomenta Boscolo - e viene chiamata di nuovo "variante", forse sta a significare che implica anche ulteriori modifiche urbanistiche o di destinazione d'uso? In commissione non è stato spiegato, e inoltre mancavano anche alcuni documenti. Perciò al consiglio comunale arriva un provvedimento che non è stato approfondito, nemmeno tramite la convocazione di una nuova seduta di commissione che pure era stata annunciata».
«La delibera che sarà approvata oggi - spiega Beniamino Boscolo, capogruppo consiliare di Forza Italia - conclude l'iter della variante urbanistica al fine di confermare il vincolo di esproprio ormai scaduto, il quale era preordinato alla nuova viabilità funzionale al ponte in questione». Boscolo si chiede «come mai negli anni l'amministrazione a 5 Stelle ha lasciato cadere i vincoli di esproprio, ritardando l'iter e aumentando gli adempimenti burocratici? A causa di questa inefficienza il Comune rischia di perdere i finanziamenti specifici».
Ricorda l'esponente dell'opposizione: «La scorsa estate anche il consorzio di bonifica Adige Euganeo aveva stigmatizzato l'inerzia dell'ente, esprimendo la propria preoccupazione di veder naufragare un'opera così necessaria. Inoltre non viene spiegato perché sarà votata una nuova variante, se una in argomento era già stata votata un anno fa, pure oggetto di osservazione dopo la pubblicazione.
Se si tratta di una semplice riapposizione di vincolo - argomenta Boscolo - e viene chiamata di nuovo "variante", forse sta a significare che implica anche ulteriori modifiche urbanistiche o di destinazione d'uso? In commissione non è stato spiegato, e inoltre mancavano anche alcuni documenti. Perciò al consiglio comunale arriva un provvedimento che non è stato approfondito, nemmeno tramite la convocazione di una nuova seduta di commissione che pure era stata annunciata».
IL PIANO PER LA ZONA DEI GHEZZI APPRODA IN COMMISSIONE CONSILIARE. MONTANARIELLO (PD): «NON RISPETTA IL VERDE E MANCA DI VIABILITÀ»
È transitato ieri alla commissione consiliare Urbanistica il piano per la zona dei Ghezzi a Sottomarina, approvato il 12 maggio dalla giunta. Il capogruppo del PD, Jonatan Montanariello, definisce «pessimo» l'atteggiamento dell'assessora Alessandra Penzo e del presidente della commissione, Daniele Padoan, che «hanno ribadito più volte come il passaggio in commissione del piano sia una loro gentile cortesia.
Già da qui si capisce come affiorano tutte le contraddizioni di questa maggioranza, insediata al palazzo con il mantra della trasparenza, per arrivare invece a pensare di realizzare un piano che prevede l'edificazione di un quarto di Chioggia, senza condividerlo con le forze politiche legittimamente elette. Se qualche assessora non scelta dal popolo, ma nominata dal sindaco quale terza opzione di questa amministrazione in quel referato, è meglio che vada a casa una volta per tutte».
Secondo Montanariello, «l'amministrazione si veste di toni trionfali perché adotta un piano urbanistico che vedrà ancora una volta costruzioni e aumento di traffico. Per fortuna erano "gli amici del verde", coloro che hanno criticato il piano casa e la cementificazione della città!». Il piano, nel parere dell'esponente della minoranza, prevede «una viabilità del tutto inadeguata alla densità della popolazione e del carico urbanistico in quelle zone. Una viabilità fine a se stessa per il quartiere, che a gran fatica riuscirà a collegarsi con quella già esistente in città».
Il consigliere democratico sostiene che «oggi come non mai c’è la necessità di dare una risposta congruente alla vocazione dell’ambiente circostante, e che smetta di dare a questa città cemento e palazzi, ma cominci a ragionare in termini di manufatti residenziali più armonici con il verde, i parchi, i parcheggi e tutto ciò che può aiutare questa città a vivere meglio. In alcuni luoghi si perde ogni visuale, a causa dei palazzi che diventano sempre più grandi».
Gli errori del passato, quando si è data la precedenza al cemento, dovrebbero essere un monito - secondo Montanariello - quanto al lascito per le generazioni future e l'idea di città da voler realizzare: «L’assessora Penzo, con grande soddisfazione, dice che quel piano era fermo da vent’anni. Beh, visto quello che è diventata la città oggi, può stare fermo anche altri vent’anni, se queste costruzioni non saranno armoniche con l’ambiente e mancherà la viabilità utile alla città».
Già da qui si capisce come affiorano tutte le contraddizioni di questa maggioranza, insediata al palazzo con il mantra della trasparenza, per arrivare invece a pensare di realizzare un piano che prevede l'edificazione di un quarto di Chioggia, senza condividerlo con le forze politiche legittimamente elette. Se qualche assessora non scelta dal popolo, ma nominata dal sindaco quale terza opzione di questa amministrazione in quel referato, è meglio che vada a casa una volta per tutte».
Secondo Montanariello, «l'amministrazione si veste di toni trionfali perché adotta un piano urbanistico che vedrà ancora una volta costruzioni e aumento di traffico. Per fortuna erano "gli amici del verde", coloro che hanno criticato il piano casa e la cementificazione della città!». Il piano, nel parere dell'esponente della minoranza, prevede «una viabilità del tutto inadeguata alla densità della popolazione e del carico urbanistico in quelle zone. Una viabilità fine a se stessa per il quartiere, che a gran fatica riuscirà a collegarsi con quella già esistente in città».
Il consigliere democratico sostiene che «oggi come non mai c’è la necessità di dare una risposta congruente alla vocazione dell’ambiente circostante, e che smetta di dare a questa città cemento e palazzi, ma cominci a ragionare in termini di manufatti residenziali più armonici con il verde, i parchi, i parcheggi e tutto ciò che può aiutare questa città a vivere meglio. In alcuni luoghi si perde ogni visuale, a causa dei palazzi che diventano sempre più grandi».
Gli errori del passato, quando si è data la precedenza al cemento, dovrebbero essere un monito - secondo Montanariello - quanto al lascito per le generazioni future e l'idea di città da voler realizzare: «L’assessora Penzo, con grande soddisfazione, dice che quel piano era fermo da vent’anni. Beh, visto quello che è diventata la città oggi, può stare fermo anche altri vent’anni, se queste costruzioni non saranno armoniche con l’ambiente e mancherà la viabilità utile alla città».
martedì 19 maggio 2020
NUOVO CENTRO COTTURA PER LE MENSE COMUNALI, LA GIUNTA DÀ MANDATO DI VALUTARE QUALE SEDE UN EX MAGAZZINO AL MERCATO ORTICOLO DI BRONDOLO
La giunta comunale, nella seduta odierna, ha dato mandato alla società partecipata SST di valutare l'ipotesi di trasferire il centro cottura comunale, che attualmente ha sede a Sottomarina e serve i pasti per 1450 bambini delle scuole dell'infanzia e primarie, negli spazi ampi e non completamente utilizzati del mercato orticolo di Brondolo, vista la prossimità con molta materia prima in uso al centro cottura stesso.
«È stata individuata un'ipotetica area, all'interno del mercato ortofrutticolo, quale nuova sede per il centro cottura – spiega il sindaco Alessandro Ferro – e ora abbiamo demandato gli approfondimenti agli uffici, in particolare a quelli della partecipata SST, per le dovute verifiche. Questa ipotesi scongiurerebbe in maniera definitiva lo spostamento del centro cottura all'ex scuola primaria in via Bruno Maderna a Sant'Anna, così come promesso nell'ultima riunione avvenuta a fine novembre con il comitato cittadino della frazione.
Inoltre, andrebbe a rispondere a tre necessità: la riqualificazione di alcuni spazi ed immobili presenti a Brondolo; l'ampliamento e la ridefinizione dei locali del centro cottura e in più, vista la vicinanza al mercato, una maggiore facilità di approvvigionamento e utilizzo di derrate a chilometro zero (ad esempio zucchine, insalata e radicchio di Chioggia Igp)».
Aggiunge l'assessore alle società partecipate, Daniele Stecco: «Questo è un passo importante per avviare un percorso di riqualificazione del mercato di Brondolo, recuperando un ampio spazio ad oggi da sistemare, utilizzato come magazzino comunale. Nella mia visione di mercato, oltre al tradizionale processo di produzione, conferimento e vendita del prodotto, deve affiancarsi una vera piattaforma che offra servizi complementari. Penso non solo alla logistica, alle celle frigo, alla prima lavorazione degli ortaggi, ma anche attrarre in loco le attività agro-alimentari, funzionali per rendere sostenibile la produzione locale».
«È stata individuata un'ipotetica area, all'interno del mercato ortofrutticolo, quale nuova sede per il centro cottura – spiega il sindaco Alessandro Ferro – e ora abbiamo demandato gli approfondimenti agli uffici, in particolare a quelli della partecipata SST, per le dovute verifiche. Questa ipotesi scongiurerebbe in maniera definitiva lo spostamento del centro cottura all'ex scuola primaria in via Bruno Maderna a Sant'Anna, così come promesso nell'ultima riunione avvenuta a fine novembre con il comitato cittadino della frazione.
Inoltre, andrebbe a rispondere a tre necessità: la riqualificazione di alcuni spazi ed immobili presenti a Brondolo; l'ampliamento e la ridefinizione dei locali del centro cottura e in più, vista la vicinanza al mercato, una maggiore facilità di approvvigionamento e utilizzo di derrate a chilometro zero (ad esempio zucchine, insalata e radicchio di Chioggia Igp)».
Aggiunge l'assessore alle società partecipate, Daniele Stecco: «Questo è un passo importante per avviare un percorso di riqualificazione del mercato di Brondolo, recuperando un ampio spazio ad oggi da sistemare, utilizzato come magazzino comunale. Nella mia visione di mercato, oltre al tradizionale processo di produzione, conferimento e vendita del prodotto, deve affiancarsi una vera piattaforma che offra servizi complementari. Penso non solo alla logistica, alle celle frigo, alla prima lavorazione degli ortaggi, ma anche attrarre in loco le attività agro-alimentari, funzionali per rendere sostenibile la produzione locale».
sabato 16 maggio 2020
TRE SEDUTE DEL CONSIGLIO COMUNALE IN SEI GIORNI, TUTTE IN VIDEOCONFERENZA: LA PRIMA È IN PROGRAMMA PER MERCOLEDÌ 20
La prossima settimana, per la precisione mercoledì 20, venerdì 22 e martedì 26 maggio, avranno luogo tre sessioni del consiglio comunale di Chioggia, tutte in videoconferenza dalle ore 14.30. La registrazione delle sedute sarà messa in rete nelle ore successive a ognuna di esse, nel sito Digital 4 Democracy.
Tra gli argomenti della prima assemblea, i contributi per l'emergenza da Covid e l'adeguamento del secondo ponte che dovrà attraversare il fiume Brenta allo scopo di impedire la risalita del cuneo salino, con formazione di un invaso a monte. Venerdì 22 maggio il consiglio comunale si occuperà invece degli ordini del giorno presentati dalle opposizioni, dall'attivazione degli orti urbani agli interventi previsti nel lungomare.
Il consiglio comunale di martedì 26 verterà su ulteriori mozioni, come la fermata dei bus in campo Marconi, la pista ciclabile da estendere a Borgo San Giovanni, il bonus facciate, il futuro dell'ex colonia Turati, l'escavo dei canali navigabili, la casa di riposo e il riconoscimento del ruolo dei comitati di frazione all'interno dello Statuto cittadino.
«Dopo lo stop momentaneo dovuto all'impossibilità di utilizzo della sala consiliare con numeri elevati di persone – spiega il presidente del consiglio comunale, Endri Bullo – l'ente ha provveduto ad attrezzarsi per poter svolgere le sedute in videoconferenza, dando la possibilità anche a quei consiglieri che non possono collegarsi dalla propria abitazione, di utilizzare specifiche postazioni all'interno del palazzo municipale. I tre consigli avranno luogo in date ravvicinate, allo scopo di evadere prima possibile tutti i provvedimenti e gli ordini del giorno fermi da tempo».
Tra gli argomenti della prima assemblea, i contributi per l'emergenza da Covid e l'adeguamento del secondo ponte che dovrà attraversare il fiume Brenta allo scopo di impedire la risalita del cuneo salino, con formazione di un invaso a monte. Venerdì 22 maggio il consiglio comunale si occuperà invece degli ordini del giorno presentati dalle opposizioni, dall'attivazione degli orti urbani agli interventi previsti nel lungomare.
Il consiglio comunale di martedì 26 verterà su ulteriori mozioni, come la fermata dei bus in campo Marconi, la pista ciclabile da estendere a Borgo San Giovanni, il bonus facciate, il futuro dell'ex colonia Turati, l'escavo dei canali navigabili, la casa di riposo e il riconoscimento del ruolo dei comitati di frazione all'interno dello Statuto cittadino.
«Dopo lo stop momentaneo dovuto all'impossibilità di utilizzo della sala consiliare con numeri elevati di persone – spiega il presidente del consiglio comunale, Endri Bullo – l'ente ha provveduto ad attrezzarsi per poter svolgere le sedute in videoconferenza, dando la possibilità anche a quei consiglieri che non possono collegarsi dalla propria abitazione, di utilizzare specifiche postazioni all'interno del palazzo municipale. I tre consigli avranno luogo in date ravvicinate, allo scopo di evadere prima possibile tutti i provvedimenti e gli ordini del giorno fermi da tempo».
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